[Redditolavoro] Mobilitazioni a Ravenna con il popolo palestinese

cobas sc ravenna cobasravenna at libero.it
Thu Jan 8 12:12:22 CET 2009


Fermiamo il massacro israeliano contro il popolo palestinese di Gaza.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Ravenna invita a manifestare a
Ravenna sabato 10/1 alle ore 16 in piazza del popolo a Ravenna al fianco del
popolo palestinese. Il presidio è parte della campagna di denuncia e di
raccolta firme tra i lavoratori ed i cittadini. Altre iniziative sono in
preparazione, video, mostre.

Gli studenti si stanno mobilitando con assemblee nelle scuole per venerdì
mattina e parteciperanno al presidio di sabato. 

Rilanciamo questo appello :

SOLIDARIETA’ CON LA PALESTINA 

 

In queste ore la Striscia di Gaza è stata trasformata in una trappola
mortale: l’esercito israeliano ha già fatto centinaia di morti e migliaia di
feriti che moriranno nelle prossime ore, perché gli ospedali sono al
collasso già da due anni a causa dell' embargo che ha bloccato anche i
medicinali. I palestinesi di Gaza sono chiusi da ogni lato, dai militari
israeliani e da quelli egiziani, sottoposti a micidiali bombardamenti e
impediti a uscire da questo nuovo “ghetto di Varsavia” per cercare rifugio,
alimenti, assistenza medica e protezione. 

Gaza è assediata per terra e per mare da due anni: sono chiusi in trappola
un milione e ottocentomila persone. La tregua non è stata rotta da Hamas o
dalle altre organizzazioni palestinesi attive nella Striscia di Gaza, come
dice la maggior parte dell'informazione occidentale, ma dalle autorità
israeliane che durante la tregua hanno ucciso 25 palestinesi, effettuato
arresti e rastrellamenti in Cisgiordania, mantenuto chiusi i valichi
impedendo ai palestinesi di Gaza di entrare, uscire o ricevere i
rifornimenti necessari per sopravvivere. Lanciare dei razzi è stata la carta
che alcuni militanti palestinesi hanno tentato per rompere l' assedio, visto
che la marina israeliana ha bloccato, tentando di speronarla, l'ultima delle
navi pacifiste che portava a Gaza generi di prima necessità. Ogni
equivalenza tra il lancio di razzi palestinesi a dicembre e i feroci
bombardamenti israeliani è una ingiuria alla verità e alla giustizia.

Va precisato che il conflitto israelo-palestinese non è né millenario né
religioso, e non ha nulla a che vedere con la sopravvivenza della
popolazione ebraica: la Palestina è una terra dove numerose etnie e
religioni hanno sempre coesistito (per esempio, un quarto della popolazione
palestinese è cristiana) e non si può usare l’argomento dell’Olocausto, dato
che i palestinesi non hanno nulla a che vedere con le atrocità della
Germania nazista e dell’Italia fascista. Ma la funzione di sentinella
strategica dell'Occidente consente ai governi israeliani di infischiarsi dal
1947 di qualsiasi risoluzione ONU, mentre per l'Iraq ignorarne una è stato
pretesto formale per scatenare una guerra. Non solo, nelle ultime settimane
non c’è nemmeno, da parte delle Nazioni Unite, una delle solite condanne
retoriche e senza conseguenze pratiche nei confronti dello Stato di Israele.

Motivo contingente dell'operazione militare israeliana è il tentativo di
instaurare un governo collaborazionista a Gaza: il ministro israeliano Tzipi
Livni  ha confermato che l’offensiva militare  andrà avanti fino a quando
non ci sarà un nuovo equilibrio di potere funzionale agli interessi
israeliani. Sulla situazione in Palestina, inoltre,  emergono le gravissime
complicità dell’Egitto, che é arrivato a schierare le forze armate ai
confini, facendo sparare contro i palestinesi che cercavano di fuggire dalla
trappola di Gaza cercando rifugio e protezionein Egitto. Anche gli stati
arabi sostanzialmente coprono l'operazione, mentre la popolazione di quei
paesi, scende in massa in piazza per dimostrare la propria solidarietà nei
confronti dei palestinesi (3 milioni di persone solo in Marocco)

I governi europei (incluso quello italiano) hanno preso posizioni
formalmente equidistanti sulla mattanza in corso. Hanno però accettato e
sostenuto l'embargo contro i palestinesi di Gaza ed hanno mantenuto i
rapporti di collaborazione militare, scientifica, economica con le
istituzioni israeliane. Il governo israeliano ha messo non solo l’Europa ma
anche la nuova amministrazione USA di fronte al fatto compiuto, potendo
godere di un livello di impunità per i propri crimini di guerra e contro
l’umanità che la storia dal dopoguerra a oggi non ha assicurato a nessun
altro stato.

Fino a quando vedremo, sentiremo e leggeremo nei mezzi di comunicazione che
tutto ciò che sta accadendo oggi a Gaza, ieri in Cisgiordania e prima in
Libano è colpa di coloro che sono aggrediti e massacrati e non dell’esercito
israeliano, che cerca in tutti i modi di far scomparire dalla faccia della
terra la Palestina? 

Fino a quando continuerà la campagna per “giustificare l’ingiustificabile”,
chiamando terroristi i membri di Hamas, gli unici vincitori delle elezioni
più trasparenti che si sono celebrate in Medio Oriente?

Fino a quando ascolteremo quelle voci ipocrite che dicono di cercare “una
soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese” senza dire alcunché
sulla politica dello Stato d’Israele, preferendo creare la teoria
dell’equidistanza, che mette sullo stesso piano sia i carnefici che le
vittime?

Fino a quando lasceremo morire la Palestina, occupata da un esercito i cui
metodi sono di una ferocia inaudita, senza dire nulla?

Il popolo palestinese vive un momento estremamente difficile dal quale
potrebbe uscire ridotto ad una esclusiva questione umanitaria che negherebbe
la sua aspirazione ad avere i diritti che spettano a ogni popolo.

Chiediamo che il massacro in corso cessi immediatamente, che si assicurino
ai palestinesi i diritti che spettano a ogni popolo, che sia ristabilita la
corretta informazione.

Invitiamo tutte le associazioni, i partiti, i collettivi e le realtà
organizzate presenti sul territorio a firmare questo appello.

 

SLAI Cobas  per il sindacato di classe

Sede provinciale: Ravenna  v. G. Di Vittorio,32.  Tel: 339/8911853 e mail:
cobasravenna at libero.it

 

 

 

 

 

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