[Redditolavoro] voci diverse per ritrovare la dignità

vittoria oliva huambos at virgilio.it
Fri Jan 2 09:41:12 CET 2009


due voci diverse ed opposte ma credo che biosgna trovare la massima unità per ritrovare la dignità.

http://blog.libero.it/gattoneroMI/

Non abbiamo che la rabbia e la dignità.
La rabbia che ci fa inorridire davanti alle immagini di questi giorni nella Striscia di Gaza, ai barconi stracolmi di uomini, donne e bambini che arrivano su improbabili barche nelle nostre coste, a chi non ci riesce e muore a tredici anni schiacciato dal tir sotto cui si nascondeva.
La rabbia che proviamo di fronte a questa guerra che ci impone nuove basi militari o all'arroganza del potere che vuole distruggere i nostri territori con mega discariche o linee ad alta velocità.
La rabbia che abbiamo provato in tanti per l'omicidio di Alexis in Grecia, come Carlo Giuliani a Genova, sette anni indietro. Per Abbba.
La rabbia che proviamo di fronte al Potere che ci vuole impoverire, sfruttare, controllare.
La rabbia verso chi sgombera spazi sociali e case occupate, agli imbecilli che predicano e praticano l'odio e la violenza.
La rabbia per chi è rinchiuso in un CPT e si ribella. Per chi muore di freddo nelle nostre ricche città o dal fuoco in una baracca.
La dignità è la nostra arma, l'arma di chi in tutto il mondo non si sottomette, non accetta, e cerca di costruire altri cammini.
Partiamo dunque per un viaggio di cui non conosciamo le strade, né immaginiamo le destinazioni. Un viaggio lungo un anno ma anche cento, mille, e che durerà un anno e anche cento. Ma non sapere le strade non significa non avere nulla negli occhi. E sono le immagini di Gaza martoriata, dei suoi figli più piccoli massacrati e straziati, ad occupare oggi tutta la nostra visuale.
Partiamo con il cuore stretto da una morsa, quella dell'assurdità di questo mondo ingiusto, orribile. Partiamo sapendo che questo ci resterà dentro, ed è l'unica cosa che sappiamo. Si può forse portare con sé il dolore come compagno di viaggio? Si può mettersi in cammino con questo fardello che ti pesa e ti schiaccia?
Dovremo imparare a portarlo, impedendo che esso ci inchiodi al suolo, fermi, prostrati.
I bimbi di Gaza, come quel murales di Banksy tracciato sul muro israeliano della vergogna e dell'aphartheid, vogliono solo volare, attaccati ad un pallone che sale verso il cielo.
A loro, ai loro sogni e desideri che qualcuno o qualcosa di mostruoso cerca di rubare, va il nostro pensiero. E se nel percorso sconosciuto in cui ci avventuriamo, la coltre di nebbia, di fumo, di oscurità sarà fitta così tanto da renderci incapaci di proseguire, alzeremo gli occhi, cercando gli occhi che ridono dei bambini di Gaza che volano. 

e il secondo

FERMATEVI SUBITO,
FERMIAMOCI TUTTI!

comunicato stampa di Pax Christi Italia

"Quello in
corso a Gaza è un massacro, non un bombardamento, è un crimine di

guerra e ancora una volta nessuno lo dice". P. Manauel Musallam,
parroco a
Gaza, 27 dicembre 2008

Un inferno di orrore, morte e
distruzione, di lutti, dolore e odio si sta
abbattendo in queste ore
sulla Striscia di Gaza e sul territorio israeliano
adiacente.
A voi,
capi politici e militari israeliani,
chiediamo di considerare che
insieme ai ‘miliziani’ di Hamas state colpendo,
uccidendo e ferendo
centinaia di civili palestinesi. Non potete non averlo
calcolato. Non
potete non sapere che a Gaza non esistono obiettivi da mirare

chirurgicamente. 

Non potete non aver messo in conto che da troppo
tempo è la popolazione di
Gaza a vivere sotto embargo, senza corrente
elettrica, senza cibo, senza
medicine, senza possibilità di fuga. Le
vostre crudeli operazioni di guerra
compiono opera di morte su donne,
bambini e uomini che non possono scappare
né curarsi e sopravvivere,
essendo strapieni gli ospedali e vuoti i forni
del pane. Ascoltate i
vostri stessi concittadini che operano nelle
organizzazioni israeliane
per la pace: “Siamo responsabili della
disperazione di un popolo sotto
assedio. 

Hamas da settimane aveva dichiarato che sarebbe stato
possibile ripristinare
la tregua a condizione che Israele riaprisse le
frontiere e permettesse agli
aiuti umanitari di entrare. 

Il governo
d'Israele ha scelto consapevolmente di ignorare le dichiarazioni
di
Hamas e ha cinicamente scelto, per fini elettorali, la strada della

guerra”.
FERMATEVI SUBITO!

A voi, capi di Hamas,
chiediamo di
considerare che i vostri razzi artigianali lanciati verso le
cittadine
israeliane poste sul confine, sono strumenti ulteriori di
distruzione
e, per fortuna raramente, di morte, e creano inutilmente paura e

tensione tra i civili. Sono una assurda e folle reazione
all'oppressione
subita, che si presta come alibi per un’aggressione
illegale. Se foste più
potenti, capi di Hamas, vorreste forse
raggiungere i livelli di distruzione
dei vostri nemici? E non
essendolo, a che scopo creare panico, odio e
desiderio di vendetta nei
civili israeliani che vivono a fianco alla vostra
terra? Quali
strategie di desolazione, disumane e inefficaci, state
perseguendo?

FERMATEVI SUBITO!
E noi donne e uomini che apparteniamo alla ‘società
civile’,
FERMIAMOCI TUTTI!

Sostiamo almeno un minuto accanto a tutti i
civili che soffrono. Alle
centinaia di ammazzati palestinesi, che per
noi non avranno mai nome e
volto, come alla vittima israeliana. Alle
centinaia di feriti palestinesi e
ai fortunatamente pochi feriti
israeliani. A chi ha perso la casa. A chi non
può curarsi. 

E poi,
tutti insieme, alziamo la voce: non è questa la strada che porterà

Israele a vivere in pace e sicurezza. Non è questa la strada che
porterà i
palestinesi a vivere con dignità in uno Stato senza più
occupazione
militare, libero e sovrano.

I media italiani in questi
giorni hanno purtroppo mascherato una folle e
premeditata aggressione -
e soprattutto l'insopportabile contesto di un
assedio da parte di
Israele che per mesi ha ridotto alla fame un milione e
mezzo di
persone- scegliendo accuratamente alcuni termini ed evitandone
altri.

La maggior parte dei quotidiani e telegiornali hanno affermato che “è
stato
Hamas a rompere la tregua”. 

Invece il 19 dicembre è
semplicemente scaduta una tregua della durata
concordata di sei mesi.
L'accordo comprendeva: Il cessate-il-fuoco, la sua
estensione nel giro
di qualche mese alla Cisgiordania e la fine del blocco
di Gaza. Questi
impegni non sono stati rispettati da Israele (25 palestinesi
uccisi
solo dalla firma dell'accordo) e quindi Hamas non l'ha rinnovato.
Ancor
più precisamente, già ai primi di novembre, Israele aveva rotto la

tregua con una serie di attacchi a Gaza uccidendo altri 6 palestinesi. 

Aiutiamoci allora a valutare criticamente le analisi spesso falsate
dei
media per dare maggior forza ad altre voci diventate grida: Solo
poche ore
fa, proprio a Gaza, il Patriarca di Gerusalemme celebrava la
Messa di Natale
riprendendo il suo Messaggio natalizio:“Siamo stanchi.
La pace è un diritto
per tutti. Siamo in apprensione per l'ingiusta
chiusura imposta a Gaza e a
centinaia di migliaia di innocenti. Siamo
riconoscenti a tutti gli uomini di
buona volontà che non risparmiano
sforzi per spezzare questo blocco.”
La strada intrapresa invece,
lastricata di sangue e macerie, condurrà la
gente qualsiasi al macello.
E i suoi capi alla sconfitta. In primo luogo
alla sconfitta umana.

Pax
Christi Italia
28 dicembre 2008
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