[Redditolavoro] Torino. La resistenza dei profughi

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Mon Feb 2 01:28:28 CET 2009


Torino. La resistenza dei profughi

Oltre trecento profughi e rifugiati dal Sudan, Somalia, Eritrea, Etiopia
vivono in due case occupate, l’ex palazzina dei vigili urbani di via
Bologna e l’ex clinica S. Paolo di corso Peschiera.
L’ex clinica S. Paolo, ribattezzata dagli africani “casa bianca”, ospita
200 uomini, donne e bambini. La “casa bianca” è da tempo sotto sgombero: i
proprietari non vogliono rinunciare ad uno stabile di gran valore e il
comune non è disposto ad acquisirlo per un uso pubblico. In questi mesi la
giunta Chiamparino deve fare i conti con il prevedibile buco olimpico e,
pur di fare cassa, si sta vendendo persino i giardinetti pubblici. Non
ultimo quello di via Medici, dove si trova la Boccia Squat.
Il comitato di sostegno ai profughi, costituito principalmente da
esponenti dei centri sociali post disobbedienti e post autonomi ha
comunque scelto la strada della trattativa con il comune.
Martedì 27 gennaio era previsto un incontro tra una delegazione di
profughi e gli assessori Borgione e Borgogno: per l’occasione era stato
indetto un presidio di fronte al Comune di Torino. L’incontro era
organizzato da alcune moderatissime associazioni antirazziste, quelle che
vivono grazie alle sovvenzioni comunali.
Borgione e Borgogno chiariscono che lo sgombero può essere “soft” ma deve
essere rapido: in ballo ci sono i 200mila euro che il Comune ha stanziato
per la cosiddetta “emergenza freddo” e che certo non può spendere a marzo.
200mila euro fanno gola a tanti ed ecco pronta la proposta dei due
assessori. A 80/90 uomini (niente donne, niente bambini, niente per tutti
gli altri) la Croce Rossa mette a disposizione le brande del nuovo cpa
informale che gestisce a Settimo Torinese. Di giorno i profughi potranno
recarsi in qualche circolo Arci per una non meglio precisata formazione.
Colazione e cena al sacco e poi tutti a nanna con le galline. Lauti
guadagni per tutti i compagni di merende.
I profughi rispediscono al mittente l’indecente proposta, i due assessori
se ne lavano le mani rimandando la decisione sullo sgombero al prefetto.
Il presidio di fronte al municipio si trasforma in corteo verso la
prefettura, dove, invece del prefetto, sono in attesa gli uomini
dell’antisommossa. Parte una prima carica alla quale i manifestanti
rispondono come possono: cassonetti, panchine e qualche sasso. Le cariche
si susseguono con grande violenza: gli uomini in divisa inseguono i cento
profughi e solidali sin nelle vie limitrofe. Cinque poliziotti si fanno
medicare per lievi ferite, diversi manifestanti hanno sul corpo i segni
dell’attenzione dello Stato nei confronti delle questioni sociali. Un
ragazzo del comitato di sostegno, caduto a terra durante la ritirata,
viene circondato da otto poliziotti che infieriscono a lungo su di lui.
Una mano rotta, una spalla lussata e la faccia gonfia sono il risultato
dell’azione dei tutori del disordine statale.
A Torino il governo ha celebrato a suo modo il giorno della memoria.
Il giorno dopo i giornali parlano di “assalto alla questura” e
“guerriglia” per le vie del centro. Profughi e solidali sono pesantemente
criminalizzati.

Giovedì 29 in via Po la FAI torinese prepara un punto info sul pacchetto
sicurezza con mostra e materiali informativi. Il giorno dopo l’avvocato
Bisacca, alla sede della FAI, introduce un’assemblea contro il pacchetto
sicurezza.
Il nuovo provvedimento che il parlamento si accinge a varare aumenta il
potere discrezionale della polizia, colpisce i senza casa, rende difficili
i ricongiungimenti familiari e il matrimonio degli stranieri, sanziona
duramente chi scrive la propria su un muro o dice ad alta voce quello che
pensa di giudici, poliziotti, parlamentari, ministri, vigili, prolunga la
detenzione nei CPT/CIE sino a un anno e mezzo, impone ai medici di
denunciare i senza carte, scheda chi vive in strada e nega la residenza, e
quindi il medico e la scuola, a chi non ottiene l’idoneità abitativa.
Incepparne i meccanismi è una delle sfide dei prossimi mesi.

Sabato 31 gennaio, in un gelo che conferma la fama dei “giorni della
merla”, al presidio di fronte alla prefettura convocato per il pomeriggio
in solidarietà ai profughi, contro il pacchetto sicurezza e contro lo
sgombero di “casa bianca” i partecipanti sono almeno il triplo del martedì
precedente. Dopo un’ora di comizi i trecento antirazzisti, tra cui uno
spezzone della FAI torinese, partono in corteo alla volta di Porta
Palazzo, dove attraversano il grande mercato, per poi dirigersi alla RAI
dove la manifestazione si conclude. I rifugiati ribadiscono quanto già
affermato durante l’assemblea svoltasi subito dopo le cariche: la loro
volontà di resistere, di lottare per una vita come “ogni altro essere
umano”.

Prossimi appuntamenti contro il “pacchetto sicurezza”:
Sabato 7 febbraio dalle 10 punto info antirazzista al Balon – via Andreis
angolo Borgodora

Giovedì 12 febbraio punto info contro l’obbligo per medici e infermieri di
denunciare i senza documenti. Dalle 18 di fronte all’ingresso delle
Molinette in corso Bramante.

Federazione Anarchica Torinese
Corso Palermo 46
La sede è aperta ogni giovedì dalle 21
338 6594361
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