[Redditolavoro] Fw: [BSF] CON I LAVORATORI O CON GLI ASSESSORI?
Massimo Reggiani
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Mon Dec 7 16:37:57 CET 2009
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Subject: [BSF] CON I LAVORATORI O CON GLI ASSESSORI?
CON I LAVORATORI O CON GLI ASSESSORI?
ALCUNE DOMANDE AI COMPAGNI DELLA FEDERAZIONE
Cari/e compagni /e ,
a pochi mesi dal varo del progetto della "federazione della sinistra" ( il
termine "alternativa" è stato prudentemente rimosso) ci troviamo di fronte a
scelte ed atti dei suoi gruppi dirigenti che ripropongono come se nulla
fosse accaduto la stessa logica di fondo che ha distrutto negli anni passati
larga parte della sinistra italiana. Mentre le proposte unitarie che abbiamo
insistentemente avanzato sul terreno della lotta di classe continuano ad
essere evase.
IN "BASSO A SINISTRA" CON ..LOIERO E BURLANDO?
In tutta Italia PRC e PDCI stanno realizzando coalizioni di governo col
centrosinistra in vista delle prossime elezioni regionali. Spesso in
continuità con i governi locali in cui sono seduti i propri inamovibili
assessori, e quindi in continuità con quelle politiche dominanti che le
giunte regionali di ogni colore gestiscono: chiusura di ospedali,
finanziamento ai padroni e alle loro delocalizzazioni, speculazioni
ambientali, gestione del precariato, regalie alla Chiesa..Chiediamo: come si
può continuare questa politica rovinosa, tanto più nel momento in cui i
nuovi poteri delle giunte regionali appesantiscono ulteriormente le loro
responsabilità di gestione delle politiche padronali e governative? Come si
può continuare a stare, imperturbabili, in coalizioni di governo segnate dal
malaffare, come in Campania, in Calabria, in Liguria? Come si può accettare
addirittura l'allargamento delle coalizioni alla UDC, come in Liguria, pur
di mantenere i propri assessori o la speranza di riconquistarli? Come si può
stare, ad esempio, con tanto di vicesindaco,in quella giunta di Sesto San
Giovanni impegnata a cacciare i rom con gli stessi identici metodi di
Alemanno? E' questa la.. "svolta in basso a sinistra" che il congresso del
PRC annunciava? E' questa la promessa solenne del "mai più nelle giunte "a
prescindere" che il Congresso del PDCI proclamava? E' questa l' "autonomia
dal PD" dichiarata da entrambi in innumerevoli risoluzioni e dichiarazioni?
UN GOVERNO "DI GARANZIA" CON BERSANI E CASINI?
Parallelamente PRC e PDCI annunciano la propria disponibilità ad un governo
nazionale di garanzia con PD e UDC, di "durata annuale", per "fare la
riforma elettorale". Incredibile. Come si può pensare che un governo
borghese possa limitarsi per un anno a..fare la riforma elettorale? Un
governo semplicemente "governa", cioè amministra quotidianamente l'insieme
dell'apparato statale in tutte le sue funzioni ordinarie: inclusa la
gestione delle missioni di guerra, il finanziamento di grandi imprese e
banche, l'imposizione di sacrifici sociali agli operai, le regalie profumate
al Vaticano, l'oppressione dei migranti, la repressione delle lotte e dei
movimenti. Qualcuno pensa che a fianco del PD o di Casini si potrebbero fare
altre politiche? O che le politiche confindustriali e di guerra possano
conoscere la sospensiva di "un anno sabbatico" per consentire a Ferrero e
Diliberto di incassare gratis una vantaggiosa legge elettorale? La verità è
che persino da un versante extraparlamentare torna a manifestarsi per vie
traverse quella vocazione governativa che appena ieri condusse le sinistre,
in cambio di ministri, a votare guerre e sacrifici contro il proprio popolo.
Del resto: si può pensare seriamente che i mille accordi locali di governo
col peggior centrosinistra non abbiano alcun riferimento alla prospettiva di
ricomposizione di un centrosinistra nazionale?
PONZIO PILATO AL CONGRESSO DELLA CGIL?
Mentre corteggiano Bersani, i gruppi dirigenti di PRC e PDCI annunciano una
posizione pilatesca rispetto al congresso nazionale della CGIL. Nel migliore
dei casi si dice: " nelle lotte stiamo con la FIOM, ma non ci compete alcuna
presa di posizione in un congresso sindacale". Ma davvero si può dare la
solidarietà alla Fiom sul terreno delle lotte, e negare la solidarietà alle
ragioni della Fiom nella sua battaglia congressuale? E a proposito di
"autonomia": per quale ragione il PD può apertamente sostenere la mozione
maggioritaria di Epifani, e le sinistre non dovrebbero appoggiare la mozione
della minoranza? Non ci si nasconda dietro la foglia di fico delle
"contraddizioni"( reali) e dei limiti (evidenti) di questa mozione, che
peraltro il PCL ha combattuto: perché è innegabile che, al di là dei suoi
limiti, la minoranza congressuale, imperniata sulla Fiom, contesta la
politica di concertazione della maggioranza burocratica della Cgil e
raccoglie le spinte più radicali della classe operaia industriale e la sua
domanda di svolta. La vera battaglia per l'autonomia sindacale non è forse
quella che passa per la battaglia contro la vocazione alla collaborazione di
classe? E non è proprio questa immutata vocazione dell'apparato Cgil ad
averlo indotto in questi due anni a contenere e disperdere il potenziale di
lotta del mondo del lavoro e a respingere ancora oggi quella proposta di
sciopero generale che la minoranza ha avanzato? La verità è chela grave
posizione pilatesca del PRC non ha niente a che vedere con gli argomenti
esibiti. E' legata al nuovo rapporto federativo con la sponda politica di
Lavoro e Società che si è schierata con Epifani in Cgil; è legata alla
speranza di costruire una relazione privilegiata con la burocrazia dirigente
della Confederazione occupando parte dello spazio liberato dal PD; è legata
alla volontà di mostrare un atteggiamento di riguardo verso Epifani in
quanto grande elettore di Bersani: ciò che può essere utile nel momento in
cui con Bersani si trattano gli accordi di governo nelle regioni e si aprono
nuove possibili prospettive nazionali. Ma cosa ha a che vedere tutto questo
con una prospettiva anticapitalistica e di classe?
ATTENDIAMO RISPOSTA ALLA NOSTRE PROPOSTE UNITARIE, DI AZIONE E CONFRONTO.
Queste ragioni confermano una volta di più l'autonomia del nostro partito
nei confronti della Federazione della sinistra, e la nostra scelta di
costruzione indipendente del PCL, che si va dispiegando sull'intero
territorio nazionale. Ma non comportano per parte nostra alcuna
autorecinzione. Al contrario. Rilanciamo ostinatamente, tanto più oggi,
quelle proposte unitarie sul terreno dell'iniziativa di classe e del
confronto politico cui non si è data sinora risposta. Ad esempio: si vuole
costruire un fronte comune d'azione che punti alla occupazione operaia di
tutte le aziende che licenziano, generalizzando l'esempio di Eutelia e di
Alcoa? Si vuole lavorare insieme su una proposta di coordinamento nazionale
di tutte le aziende in lotta a difesa del lavoro, a partire da quelle già
presidiate e occupate, e di creazione di una vera cassa nazionale di
resistenza? Si vuole aprire un confronto sulla prospettiva d'innesco di una
esplosione sociale di lotta che possa incidere davvero sui rapporti di forza
e segnare una svolta reale ? Su questi e altri terreni , imposti
dall'acuirsi dello scontro di classe, il PCL ha rivolto da tempo a tutte le
sinistre politiche e sindacali una proposta di unità e radicalità di lotta .
Accompagnandola con una proposta di " Parlamento dei lavoratori e delle
sinistre" che possa rappresentare un ambito unitario e democratico di
confronto pubblico tra i diversi soggetti della sinistra italiana attorno ai
nodi dell'opposizione sociale, della risposta alla crisi, di un'alternativa
vera. Sinora abbiamo incontrato, su queste proposte, un tombale silenzio. Ma
ci permettiamo di insistere. Sapendo che l'iniziativa comune col PCL sul
terreno della rivolta sociale, è incompatibile di fatto con la linea degli
accordi di governo con Bersani e con la strizzata d'occhio ad Epifani. E che
la Federazione è chiamata a una scelta tra i lavoratori e gli assessori.
Perché in troppe scarpe non si può stare.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
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