[Redditolavoro] Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 23-30/04/09
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Thu Apr 30 19:53:01 CEST 2009
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* Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 23-30/04/09 *
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SOMMARIO: Saint Gobain, Terim, Tessili, Stabilus, Multiservizi, Dusty, Terme di Salso, Coop Ma.Ce., Tms Spinazzè, Safilo, Scuola nel Friuli, Coca Cola, Plastal, Lsu Vesuvio
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27 aprile 2009
SAINT GOBAIN: TAGLI http://www.e-gazette.it/
Anche alla Saint Gobain, la multinazionale francese dell’industria del vetro, è scoppiata la crisi: l’azienda ha presentato un piano fatto di tagli, licenziamenti, chiusure di stabilimenti che i sindacati di categoria hanno definito "irricevibile". Inevitabili le iniziative di lotta: mercoledì 29 aprile sarà sciopero di quattro ore di tutti i lavoratori della Saint Gobain Italia, con manifestazione nazionale a Milano davanti alla sede del gruppo. Nel dettaglio, il piano industriale contestato prevede la chiusura dello stabilimento Sekurit di Savigliano, a Cuneo (coinvolti 225 lavoratori diretti e 73 dell’indotto); la ristrutturazione dell’impianto Euroveder di Cenasca, sempre in provincia di Cuneo, e il taglio di 143 posti su 250; la fermata (almeno per un anno) del "float" (forno per produzione di vetro piano) dello storico stabilimento Saint Gobain Glass di Pisa, con contestuale ristrutturazione e taglio per 70 addetti; forti preoccupazioni
per la continuità produttiva dello stabilimento Flovetro di San Salvo, a Chieti.
TERIM: TROVATO UN ACCORDO http://www.quotidianodelnord.it/
Ipotesi di accordo per la Terim, per il quale, dopo le assemblee con i lavoratori, è prevista la firma martedì 28 aprile nella sede del ministero a Roma. Cassa integrazione straordinaria a rotazione, contratto di solidarietà e interventi aziendali di integrazione salariale sono gli strumenti utilizzati in modo integrato per affrontare un consistente calo di ordinativi conseguenti alla crisi economica, i cui effetti sul settore delle cucine e dei forni da incasso rischia di avere conseguenze ancor più laceranti.
28 aprile 2009
SETTORE TESSILE: PROTESTA DEGLI OPERAI IN CALABRIA http://www.giornaledicalabria.it/
I lavoratori del comparto tessile del Pollino e del Tirreno hanno bloccato per circa due ore martedì mattina l’autostrada A3, nei pressi dello svincolo di Firmo. Gli operai hanno sospeso la protesta soltanto dopo che sono stati convocati dalla Regione per un incontro fissato per il 4 maggio, alle 12, con gli assessori regionali al Lavoro ed alle Attività produttive, Maiolo e Sulla. Ad attuare la protesta, in particolare, una rappresentanza delle maestranze delle ex aziende Mdc, Fenix e Pollino Spa di Castrovillari, Foderauto Brutia di Belvedere, Marlane di Praia Mare e del Polo tessile di Cetraro. I lavoratori lamentano, in particolare, il mancato rispetto degli accordi assunti dalla Regione sul reintegro di centinaia di lavoratori usciti dal processo produttivo.
STABILUS: SI O NO ALLA CHIUSURA? http://www.ecodelchisone.it/
Prosegue il dibattito (a volte con toni comprensibilmente esasperati) tra lavoratori, sindacato e mondo politico sull'atteggiamento da tenere nei confronti del Gruppo Stabilus dopo l'offerta avanzata da quest'ultimo per ottenere l'accordo sulla chiusura dello stabilimento di Villar Perosa. Il fronte, come già illustrato la settimana scorsa, è diviso tra chi ritiene che la chiusura sia inevitabile, e quindi occorra lavorare per strappare le condizioni migliori sulle compensazioni, e chi invece è convinto ci sia ancora spazio per tenere duro e salvare la fabbrica. I primi tra i lavoratori sono in larga maggioranza. Mercoledì 22 i dipendenti riuniti in assemblea hanno confermato, dopo un dibattito dai toni a volte molto accesi, il mandato al sindacato di procedere alla trattativa in base all'ipotesi di chiusura (ricordiamo che la Stabilus ha offerto oltre agli ammortizzatori anche 12.000 euro di incentivo). Intanto però l'azienda, proprio al termine
dell'assemblea del 22 scorso, ha comunicato la chiusura dello stabilimento. Ormai, ha fatto trapelare quest'ultima, la produttività sarebbe calata al punto tale da far preferire l'immediata chiusura (anche se i dipendenti hanno diritto ancora allo stipendio) ed il trasferimento della produzione in Germania. L’obiettivo, a questo punto potrebbe diventare quello di ottenere un ulteriore anno di cassa integrazione in deroga per mantenere comunque i lavoratori legati al sito produttivo, e provare anche con gli strumenti regionali (contratto d’insediamento, legge 34) a riportare nuove attività in quello stabilimento.
29 aprile 2009
MULTISERVIZI: A RAGUSA CONTINUA LA PROTESTA http://giornale.lasicilia.it/
La protesta dei dipendenti continua alla Multiservizi di Ragusa, nonostante lo stipendio in arrivo. Si punta ad avere la liquidazione totale delle spettanze maturate prima di poter iniziare le trattative con l'amministrazione comunale, che ha anche previsto cassa integrazione per alcuni lavoratori e riduzione dell'orario di lavoro per altri. Al momento però mancano le somme necessarie per potere far fronte a questa situazione. Per l'assessore al bilancio e al personale Peppe Sammito la situazione di cassa dovrebbe tuttavia migliorare nell'arco di pochi giorni. Intanto non è ancora avvenuto, contrariamente a quanto s'era detto, il pagamento degli stipendi del mese di marzo ai dipendenti di ruolo, che, tra l'altro, chiedono gli arretrati e fra questi anche le somme pregresse che sono previste dal rinnovo contrattuali. Da parte sindacale non si è per niente d'accordo per il resto sul fronte della cassa integrazione che è stata proposta per alcuni
dipendenti della società comunale di servizio.
DUSTY: CONTINUA LA PROTESTA DEI LAVORATORI DI PACHINO http://giornale.lasicilia.it/
Si è spostata a palazzo di città la protesta dei netturbini pachinesi ancora in attesa delle loro retribuzioni. Ieri mattina dopo un'assemblea che si è svolta all'interno dei locali dell'azienda Dusty, gli operatori ecologici sono andati al comune in attesa di avere notizie ed assicurazioni circa lo stato dei pagamenti. Il palazzo di città dunque viene visto come l'interlocutore principale nonostante i lavoratori non siano direttamente dipendenti della casa comunale ma di una ditta privata, la Dusty, che ha in appalto il servizio. Tuttavia, dato che la ditta risulta creditrice del comune di Pachino di diverse mensilità di canone in arretrato e di conseguenza non si trova in condizione di mantenere gli impegni con i lavoratori, responsabile principale del ritardo dei pagamenti è ritenuto il comune.
"Ancora una volta la nostra è stata una protesta pacifica, -ha affermato Santo Mallia, portavoce dei lavoratori-. Siamo stati al comune con i nostri cartelloni per cercare di sensibilizzare le istituzioni che rispettiamo. Purtroppo non abbiamo potuto interloquire con nessuno poiché il commissario non c'era per impegni istituzionali. Siamo comunque in attesa di una convocazione per poter discutere della nostra situazione che a questo punto non è delle più facili".
Dopo il raduno sotto la casa municipale, i lavoratori della Dusty si sono spostati in piazza Vittorio Emanuele dove sono stati impegnati a spiegare ai cittadini che passavano le loro ragioni. Intanto l'immondizia accumulata agli angoli delle strade cresce, ed i cassonetti dei rifiuti sono già stracolmi di sacchetti che sono stati anche ammonticchiati al di fuori dei recipienti di raccolta. In più, rispetto allo sciopero dei mesi scorsi, si sono aggiunte le temperature più alte di quelle invernali, che rendono più precaria la situazione igienica. La difficile situazione economica della casse municipali comunque potrebbe migliorare già dal mese prossimo. Con l'approvazione del bilancio infatti diverrebbero disponibili delle somme oggi non utilizzabili. Inoltre, dal punto di vista della liquidità, potrebbero arrivare le anticipazioni sulle imposte riscosse da Serit Sicilia. La casa municipale infatti nelle settimane scorse ha provveduto a rinnovare e
prorogare le convenzioni con l'ente riscossore dei tributi locali, per cui, sulla base delle previsioni di incasso, la Serit dovrebbe anticipare delle congrue somme che permetterebbero di saldare diversi debiti, primi tra tutti proprio quelli relativi alla Dusty la cui situazione creditoria appare piuttosto consistente.
TERME DI SALSO: 194 LAVORATORI AVRANNO AMMORTIZZATORI SOCIALI http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/
Dopo gli accordi firmati in Provincia nel 2008, arrivano i finanziamenti per gli ammortizzatori sociali in deroga per i dipendenti delle Terme di Salso e Tabiano: risorse che serviranno per finanziare il prolungamento delle indennità di disoccupazione per 140 lavoratori delle aziende termali di Salso (73) e Tabiano (67) e per 54 lavoratori fra le terme Tommasini (45) e Jucker (9). Per i primi la somma finanziata è di 412.000 euro, provenienti direttamente dal Governo attraverso un decreto del ministero del Lavoro; nel secondo caso i finanziamenti ammontano invece a 380.000 euro, assegnati dal Governo attraverso la Regione. Con l’assegnazione dei finanziamenti si conclude l’iter apertosi lo scorso anno con gli accordi territoriali sottoscritti in Provincia. La richiesta di prolungamento dell’indennità di disoccupazione per i dipendenti delle aziende termali si era resa necessaria a causa della chiusura di una consistente area delle strutture, per
interventi di riqualificazione e ristrutturazione.
CARITAS DI VENEZIA NON PAGA GLI STIPENDI http://carta.ilgazzettino.it/
Le banche non fanno credito, i dipendenti protestano per il saldo degli stipendi arretrati. All’apparenza si tratta di una delle tante crisi aziendali che hanno colpito il tessuto produttivo dell’economia veneziana, se non fosse che il titolare dell’impresa, nel caso specifico, è la Caritas veneziana, ovvero il braccio operativo del Patriarcato di Venezia che giusto pochi giorni fa ha annunciato, attraverso il cardinale Angelo Scola, uno "sforzo straordinario" per aiutare le famiglie alle prese con la crisi. Succede in particolare alla cooperativa sociale di solidarietà Ma.Ce. (acronimo che sta per manutenzioni e costruzioni edili), un istituto creato dalla Caritas nel 1992 come emanazione della comunità Emmaus, che promuove a Venezia il recupero di soggetti svantaggiati. Col tempo la cooperativa presieduta dal responsabile della Caritas veneziana mons. Dino Pistolato è cresciuta: oggi conta una quarantina di dipendenti e svariate attività: si
va dalle manutenzioni stradali alla gestione dei raccoglitori di abiti usati, dalle onoranze funebri per i familiari dei nuclei disagiati alla gestione di un Bed and breakfast a Venezia e di una pizzeria a Mestre. Chiamato personalmente in causa, monsignor Pistolato non nega le difficoltà: "Siamo anche noi alle prese con le banche - spiega - da novembre stiamo cercando di definire una pratica e proprio in questi giorni ci è stato detto che la direzione generale dell’istituto di credito l’ha sbloccata. A causa di questa situazione, ai dipendenti non sono stati corrisposti gli stipendi per intero", in attesa della definizione della situazione finanziaria.
TMS SPINAZZE': DA 5 MESI SENZA STIPENDIO http://carta.ilgazzettino.it/
Hanno manifestato per un’ora nella sede del palazzo municipale. L’occasione era il Consiglio Comunale dell’altra sera, a cui hanno partecipato insieme a mogli e figli piccoli. Sono una sessantina di lavoratori in cassintegrazione quasi tutti di origine straniera, dei 180 dipendenti della Tms Spinazzè di San Donà che produce componenti per elettrodomestici. Una protesta civile ma ferma nei confronti di Antonio Spinazzè, titolare dell’azienda e consigliere comunale (non presente martedì), eletto nella lista civica che ha sostenuto il sindaco Francesca Zaccariotto. I lavoratori hanno affidato a un volantino i motivi della protesta. "La crisi della Tms – si legge - viene fatta pagare interamente ai lavoratori. Sono almeno cinque le mensilità arretrate che non hanno percepito, questa situazione si trascina ormai da tempo e non trova soluzione. Gli operai al lavoro non sono pagati con regolarità a quando sono in cassa integrazione l’azienda
non anticipa i trattamenti. Lo scorso anno l’azienda era in difficoltà finanziarie, i lavoratori pur vantando crediti rilevanti non hanno fatto vertenza per non ostacolare la soluzione di problemi con le banche. Ora l’accordo è stato realizzato, ma le condizioni sono addirittura peggiorate. Se i lavoratori protestano sono minacciati di licenziamento o vengono collocati in cassa integrazione. Siamo già giunti al punto limite, non ce la facciamo più".
SAFILO: TAGLI AL PERSONALE http://carta.ilgazzettino.it/
Incontro interlocutorio e teso quelli di ieri a Santa Maria di Sala tra sindacato veneto e friulano e proprietà del Gruppo Safilo. Il vertice, fissato prima della decisione del Ministero dello sviluppo economico di aprire per oggi un tavolo nazionale sulla vertenza, ha visto confrontarsi i protagonisti ancora una volta su ammortizzatori sociali e possibilità di salvare l’occupazione. Azienda e sindacato hanno mantenuto le loro posizioni: da una parte la richiesta di Cgil, Cisl e Uil del Friuli di estendere la questione crisi a tutti gli stabilimenti (non solo quelli di Martignacco e Precenicco), dall’altra la scelta dell’azienda di eseguire il drastico taglio di 780 persone nelle sole due fabbriche friulane. Oggi a Roma nuovo incontro, quello più atteso dalle maestranze. Durante l’incontro di ieri a Santa Maria di Sala, comunque, i segretari del Veneto hanno dichiarato legittima l’istanza avanzata dai colleghi friulani. Resta il fatto che,
nella concretezza, l’unione tra le sigle venete e quelle friulane sul fronte trattativa non pare raggiunta. E non è chiaro quanto possa incidere la situazione oggi, al tavolo romano. L’azienda, che sperava già in un primo accordo da stipulare una decina di giorni fa, ha manifestato il suo dissenso riguardo il prolungarsi della vertenza. Il Gruppo, infatti, mira a chiudere ogni pendenza occupazionale entro poche settimane, al massimo per il mese di giugno. Intanto ci si deve confrontare con una problematica anche più complessa: quella delle maestranze disabili attive sia a Martignacco che a Precenicco. Si tratta di una categoria protetta che già normalmente fatica molto a trovare lavoro. Ora versano in condizioni veramente complesse e difficili. Si tratta, tra Precenicco e Martignacco, di circa 25 tra uomini e donne. Per loro bisogna trovare una soluzione: Regione e Provincia devono assolutamente farsi carico dei loro bisogni. Stessa grande
preoccupazione per le coppie: marito e moglie che lavorano entrambi per Safilo.
FRIULI VENEZIA GIULIA: 407 TAGLI NELLA SCUOLA http://carta.ilgazzettino.it/
Sono 407 i posti di insegnante che saranno tagliati in Friuli Venezia Giulia nel prossimo anno scolastico. I dati sono stati resi noti dall'assessore Roberto Molinaro durante il question time del Consiglio regionale in risposta al capogruppo Udc Sasco. La scure è dovuta alle previsioni della Finanziaria 2009. I tagli, ha precisato Molinaro, non comporteranno alcun licenziamento, ma semplicemente la non utilizzazione di personale a tempo determinato e una parziale non copertura dei pensionamenti previsti'. In dettaglio nessuna modifica è prevista per le scuole materne, dove sono confermati i 1515 posti. Decurtazione invece nelle primarie dove si tagliano 146 unità rispetto alla stagione scolastica in corso, anche se rimane attivo il tempo pieno. Alle medie la riduzione complessiva è di 110 posti, mentre le superiori perdono 151 insegnanti. Rimane invariato, invece, il numero dei docenti attivi nelle scuole slovene. Le uniche buone nuove riguardano il
sostegno, dove sono sono previsti 69 posti in più. Per protestare contro i tagli la Flc- Cgil ha dato vita a un sit-in davanti all'ingresso del Consiglio regionale. Una delegazione è stata quindi ricevuta dai capigruppo consiliari.
COCA COLA: SCIOPERO http://carta.ilgazzettino.it
Il primo sciopero della storia della Coca Cola di Nogara se si esclude una protesta portata avanti tre anni fa dai soli iscritti alla Cgil. Ieri mattina, invece, a picchettare, con slogan e cartelli, davanti ai cancelli della fabbrica c’erano una cinquantina di dipendenti e i rappresentanti di tutte e tre le sigle confederali: Cgil, Cisl e Uil. Uno sciopero improvviso che ha colto di sorpresa la direzione dell'azienda, accusata da lavoratori e sindacati di non rispetto delle relazioni sindacali e dei diritti dei lavoratori. Ma soprattutto, la decisione della nuova direzione aziendale, guidata da inizio 2008 da Paolo Lonardi, di cancellare il bonus previsto per il ciclo orario "7 su 7" e tagliato anche i superminimi.
Dopo due incontri con l'azienda, il 26 marzo ed il 21 aprile, nulla è cambiato, anzi, nei giorni scorsi l'azienda ha addirittura chiesto "l'inidoneità al lavoro" per un lavoratore protetto, lasciandolo praticamente a casa. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lo sciopero potrebbe essere il primo di una lunga serie alla Coca Cola di Nogara, la fabbrica più grande d'Europa della "Hellenic Bottling Company Italia Srl", la società greca che gestisce imbottigliamento e distribuzione in tutt'Europa per la casa madre di Atlanta. Lo stabilimento di Nogara, che oggi si sviluppa su 62 mila metri quadrati, il più importante snodo produttivo e logistico nei 28 Paesi in cui opera Coca-Cola Hbc con una capacità produttiva di oltre 500 milioni di litri l’anno. Qui nel 1975 sono state prodotte le prime lattine italiane con il marchio Coca Cola.
PLASTAL http://carta.ilgazzettino.it/
È stato nominato il commissario giudiziale che si occuperà del concordato preventivo della Plastal spa. La conferma ufficiale è comparsa ieri nel sito internet del Tribunale di Treviso, e la voce si è sparsa ieri alla velocità del lampo fra i fornitori dell'azienda opitergina, colpita dalla serissima crisi che ha travolto il settore dell'auto. Chi anche vorrebbe vederci chiaro sono le maestranze che lavorano nello stabilimento opitergino. Perchè circolano sempre più insistenti - se pure non sono confermate dall'azienda nè dal sindacato - voci di possibili, pesanti tagli dei dipendenti. Si parla di numeri importanti - dalle 80 alle 120 persone - che verrebbero tagliati soprattutto fra gli indiretti, fra coloro cioè che non hanno stretta attinenza con i reparti produttivi. Anzi fra i dipendenti sarebbe iniziata una sorta di indagine per vedere su chi potrebbe cadere la scure e quali sarebbero le conseguenze per il lavoratore. Il tutto lascia
presagire come il clima all'interno di Plastal sia tutt'altro che tranquillo. Le ditte dell'indotto che lavorano per Plastal sono circa 60, per un totale di circa 600 persone coinvolte. Alle quali vanno aggiunti i 700 dipendenti alle dirette dipendenze di Plastal. Da parte loro le rappresentanze sindacali hanno sempre premuto affinchè il piano di ammissione al concordato fosse accompagnato da un piano industriale garantire la produttività e l'occupazione.
LSU DEL PARCO DEL VESUVIO: STATO DI AGITAZIONE http://sfoglia.ilmattino.it
Anche per gran parte della giornata di ieri in agitazione i 70 Lsu che hanno occupato le sedi di San Sebastiano ed Ottaviano del Parco nazionale e la biglietteria per l'accesso al sentiero che conduce al cratere. Quasi tutti i bus costretti a tornare indietro: niente accesso alla sterrata del grande cono. Solo nel pomeriggio alcuni turisti sono riusciti ad accedere all'area del cratere per una temporanea sospensione del picchetto. Alla base della protesta degli Lsu il mancato rispetto degli accordi da parte di Regione ed Ente parco che avrebbero dovuto garantire la stabilizzazione di 70 lavoratori impiegati in due cooperative che si occupavano di manutenzione dei sentieri: da oltre due anni era stata garantita una continuità occupazionale ai 70 Lsu, ma per un motivo o per l'altro l'accordo non è mai stato formalizzato. La protesta degli Lsu ha costretto anche i bigliettai a non erogare i ticket. "Siamo solidali con i nostri ex colleghi - spiegano gli
operatori -. Anche noi stiamo vivendo un momento molto complicato, ma abbiamo garantito il servizio per evitare ricadute sull'immagine della zona. Non percepiamo gli stipendi da quattro mesi - confermano i 18 bigliettai dipendenti della fallita società Recam - ed il nostro contratto è scaduto a fine 2008". Il picchetto dei lavoratori è stato sciolto nel pomeriggio, dopo che è giunta la convocazione ad un tavolo di trattativa alla presidenza del Consiglio regionale.
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