[Redditolavoro] Fw: ilva crisi
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Fri Apr 24 11:19:11 CEST 2009
lo slai cobas per il sindacato di classe ilva -appalto a fronte della nuova
situazione fa appello ai lavoratori ilva
a rendere concreta la mobilitazione e propone assemblee unitarie a partire
dal 4 maggio e una iniziativa di lotta in fabbrica e in città
entro la prima metà di maggio- sulla piattaforma già espressa dal comitato
dei lavoratori in lotta -ilva taranto
slai cobas per il sindacato di classe ilva- appalto taranto
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Subject: ilva crisi
Ilva. Cremaschi e Bardi (Fiom): "Grave l'annuncio di
un nuovo pesante ricorso alla Cassa integrazione a Taranto. Necessarie
un'ampia
rotazione e adeguate integrazioni salariali"
COMUNICATO STAMPA
Ilva. Cremaschi e Bardi (Fiom): "Grave l'annuncio di un nuovo pesante
ricorso alla Cassa integrazione a Taranto. Necessarie un'ampia rotazione e
adeguate integrazioni salariali"
Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom-Cgil responsabile per la
siderurgia, e Vittorio Bardi, coordinatore nazionale Fiom del settore, hanno
rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
"L'annuncio di un nuovo pesante ricorso alla Cassa integrazione, fino a un
massimo di 6.550 persone, che a questo punto tocca la metà degli addetti
diretti nello stabilimento di Taranto, prevedendo anche la chiusura di un
altoforno, è un fatto molto grave. Grave per l'impatto sociale, che verrà
amplificato con il coinvolgimento nella crisi di gran parte delle migliaia
di lavoratori delle aziende di appalto e subappalto, che rischiano di avere
anche minori tutele. Grave perché sinora l'Azienda non ha preso misure
efficaci per garantire prospettive certe di lavoro e di reddito ai propri
dipendenti."
"Non è più accettabile che si continui periodicamente ad aumentare la Cassa
integrazione, a presentare a breve scadenza scenari sempre più foschi, senza
impegnarsi a garantire certezze e futuro per i lavoratori. Fino al mese di
luglio dell'anno scorso, l'Ilva ha registrato guadagni eccezionali. Ora
questi profitti devono servire per tutelare l'occupazione e il salario."
"La nuova procedura di Cassa integrazione annunciata deve essere ancora
discussa e dovrebbe partire dal prossimo giugno. È necessario quindi che
l'Ilva
garantisca un'ampia rotazione della Cassa integrazione che eviti ovunque
possibile il ricorso alle zero ore. È necessario altresì che ci siano
adeguate integrazioni salariali, perché l'attuale livello della Cassa
integrazione è socialmente insostenibile. Inoltre, vanno confermati
programmi di investimento che garantiscano il futuro degli impianti e la
sicurezza del lavoro e dell'ambiente."
"A questo punto l'Ilva deve uscire dalla navigazione a vista, dalla gestione
giorno per giorno e deve impegnarsi per il futuro. Se nell'incontro del 30
aprile questo non ci sarà, a partire dal 4 maggio sarà necessaria la lotta
dei lavoratori dell'Ilva, delle aziende di appalto e subappalto e
dell'intero
territorio."
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 23 aprile 2009
Proposta Uil per Ilva
lavorare meno, ma tutti
BARI - Settimana corta per i lavoratori all'insegna del «Lavorare meno,
lavorare tutti» e utilizzo dei lavoratori da collocare in cassa integrazione
negli interventi mirati ad eliminare tutte le fonti di inquinamento
ambientale: è la proposta della Uil di Puglia all'Ilva di Taranto, dopo la
decisione di ieri, che porterà alla fermata dell'altoforno 2 dal prossimo 10
maggio.
«Purtroppo non è la sola cattiva notizia - dice il segretario generale della
Uil Puglia, Aldo Pugliese - perchè la fermata dell'impianto farà salire
anche il numero dei lavoratori in cassa integrazione che passeranno dagli
attuali 4.100 a circa 6.700, ai quali dobbiamo aggiungere i lavoratori
dell'appalto
di cui 2.500sono stati colpiti dalla crisi ed ora subiranno un'altra pesante
perdita. Ma alla lista di quelli che hanno perso il lavoro si debbono
aggiungere quelli dell'indotto ed i circa mille lavoratori interinali ai
quali non è stato rinnovato il contratto di lavoro. In sostanza rimarrà
operativo solo l'altoforno 5 su una batteria di cinque altoforni, quattro
dei quali mediamente a regime. La produzione di ghisa, di conseguenza,
calerà da 26mila tonnellate al giorno a circa 7mila».
«Siamo in presenza di una contrazione del 70% della produzione, che da dieci
milioni di tonnellate l'anno passerà a tre». Ancora più grave la questione
dei cassintegrati: «Questa novità - dice Pugliese - porta complessivamente
fuori dal ciclo produttivo quasi la metà dei circa 13mila addetti
dell'impianto.
Ma il dato da sottolineare è che quanto sta accadendo sposta l'attenzione da
un altro grande problema, che è quello dell'inquinamento ambientale. Facendo
riferimento all'impianto di urea utile all'abbattimento delle emissioni
inquinanti di diossina, sembrava che si sarebbero risolti tutti i problemi,
ma così con è». «Per questo - conclude Aldo Pugliese- invitiamo tutti,
azienda enti locali, Regione e governo centrale, a rileggersi l'accordo di
programma, che prevede non solo l'abbattimento della diossina A comprenderlo
non ci vuole molto: dei parchi minerali, ad esempio se ne discute da
trent'anni ma non è cambiato nulla».
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