[Redditolavoro] contro l'attacco al testo unico

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Thu Apr 23 11:06:36 CEST 2009


domento distribuito all'ilva taranto


Sul "decreto correttivo" del D.Lgs. 81/08

Impediamo l'affossamento del Testo Unico sulla sicurezza!

"Licenza d'uccidere"! Per il governo, i padroni non sono colpevoli.

In una situazione in cui nel solo mese di marzo '09 le morti sul lavoro sono 
aumentate del 25%, nonostante la crisi che ha ridotto l'occupazione - ma 
anche come frutto degli effetti sulla sicurezza della crisi; in cui 
dall'inizio del 2009 vi sono stati circa 250 morti sul lavoro; in cui i 
padroni utilizzando appunto la crisi riducono ancora di più gli investimenti 
per la sicurezza, aumentano il lavoro nero, chiedono, e ottengono, una sorta 
di deregulation sul rispetto delle norme, fanno spesso marciare insieme cig 
e straordinari, cig e aumento dei ritmi produttivi, picchi lavorativi, con 
chiaro aumento del rischio salute e vita per i lavoratori,
il 27 marzo è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo "schema" del 
"decreto correttivo" del T.U. sulla salute e sicurezza sul lavoro (D. Lgs. 
81/2008), ben 136 articoli e numerosi allegati, che recependo le linee guida 
di modifiche proposte da tutto il padronato (dalla Confindustria alla Lega 
delle cooperative), punta a stravolgere il TU per renderlo sempre più 
inoffensivo per i padroni su sanzioni e controlli.
Queste modifiche hanno trovato subito il consenso pieno della Cisl e a 
seguire della Uil e Ugl - sarà anche perchè i correttivi vanno verso un 
potenziamento del ruolo degli Enti bilaterali formati da aziende e sindacati

In realtà il lavoro di affossamento del TU era cominciato subito dopo la sua 
emanazione da parte di padronato e governo Berlusconi, e subito si sono 
messi all'opera con 3 decreti legge nel 2008 prima per diluirlo nel tempo, 
mentre si lavorava per stravolgerlo.

Gli interventi principali di affossamento del T.U. - ART. 15bis.
Partiamo da quello più grave. E' stato introdotto un nuovo art. 15bis che è 
una deroga alla norma del CP che dice "non impedire un evento, che si ha l'obbligo 
giuridico di impedire, equivale a cagionarlo" e che quindi affidava piena 
responsabilità ai padroni. Con questo articolo, invece, si afferma che i 
padroni non sono mai colpevoli per morti e infortuni sul lavoro, per 
malattie professionali gravi, se hanno delegato ad altri preposti la 
responsabilità; quindi, questo vuol dire sempre, soprattutto nelle grandi 
aziende (come l'Ilva, la Fiat, la Marcegaglia, ecc.). I responsabili saranno 
al massimo i capi, o, se anche questi hanno delegato ad un inferiore, i 
capetti, finchè diranno che gli unici responsabili sono proprio gli operai 
morti. Con questo articolo i grandi padroni non saranno mai più processati e 
di conseguenza non risponderanno mai neanche per via civile, esonerati anche 
dal risarcimento dei danni! Il governo così vuole mettere al sicuro i 
padroni e affossare i processi. E, per chiudere il cerchio, poi questa norma 
opererebbe in via retroattiva cancellando anche processi in corso. Gli 
operai e i loro familiari non avranno mai giustizia vera!

Le sanzioni sono state sostanzialmente tutte ristrutturate e abbassate, in 
alcuni casi più che dimezzate (usando tra l'altro l'escamotage di prendere a 
riferimento gli importi della legge 626/94!). Al massimo ora i padroni 
potranno pagare solo 8.000 euro. Mentre nello stesso tempo aumentano le 
sanzioni per i lavoratori, basterà che non si mettano un casco e dovranno 
pagare 1600 euro di multa o rischiare l'arresto fino a due mesi; rafforzando 
così la logica di mettere sullo stesso piano responsabilità dei padroni e 
responsabilità dei lavoratori.

Per i padroni che non applicano misure di sicurezza viene potenziato il 
"ravvedimento operoso", grazie a cui potranno pagare solo un quarto del 
massimo dell'ammenda - una vera e propria "sciocchezza", che i padroni non 
avranno problemi a mettere in conto..
Lì dove era previsto il solo arresto - per violazioni delle norme in imprese 
ad alto rischio (per es. aziende sottoposte alla direttiva Seveso, 
installazioni con presenza di radiazioni ionizzanti, fabbriche di esplosivi, 
cantieri con più di 200 lavoratori, attività che espongono a rischi 
cancerogeni e all'amianto, ecc. - quindi rischi non da poco!), il carcere 
potrà essere sostituito dalla sola multa pecuniaria "non inferiore a 2mila 
euro"!
Si dice che questo avverrebbe "nei casi di pura violazione formale delle 
regole"; ma basta entrare nel merito per capire che "formali" non lo sono 
affatto. Una di queste è per es. il caso di aziende che sfruttano manodopera 
in nero, una condizione più facile a produrre in realtà infortuni 
sostanziali; un'altra è l'apposizione di data certa nel documento di 
valutazione dei rischi, che non è affatto "formale" perchè attesta quando 
l'azienda ha fatto realmente la valutazione dei rischi.
D'altra parte l'elaborazione del documento della sicurezza che prima doveva 
essere contestuale all'inizio dell'attività, ora viene prorogata di 90 
giorni, istituendo di fatto per le aziende un "periodo franco" di 3 mesi. 
Inoltre il Documento unico di valutazione dei rischi da interferenza (Duvri) 
negli appalti con presenza di più ditte, viene escluso nelle lavorazioni a 
rischio basso o di limitata durata, istituendo una "zona franca"; ma 
soprattutto in questo modo si vuole esonerare la ditta committente dalla 
responsabilità di infortuni nelle ditte operanti nello stesso appalto, 
mettendo una pietra sopra alla responsabilità solidale; e questo proprio 
quando in edilizia il sistema degli appalti e subappalti, è spessissimo 
fonte di lavoro nero e di infortuni mortali.

Si vuole attestare la regolarità delle misure adottate sulla base di 
semplici autocertificazioni di parte, che possono essere redatte anche dagli 
Enti bilaterali (aziende e sindacati) o addirittura dalle Università. Se le 
parti si accordano, si dà per scontato che c'è la sicurezza. Il ruolo 
preventivo di controllo degli Enti preposti diventa 'carta straccia'.
Così come si limita la contrattazione e il controllo delle Rsu (demandandolo 
solo agli Rls) su materie quali ritmi e carichi di lavoro, turni, riposi, 
che spesso e sempre più sono concausa degli infortuni. Nello stesso tempo 
limita anche la possibilità degli Rls territoriali rendendo farraginosa la 
loro nomina e spostando le risorse destinate a questi agli Organismi 
Paritetici (formati anche dai padroni).

Viene sostituito il concetto di "violazione reiterata" con quello di 
"violazione plurima": la conseguenza è: meno provvedimenti di sospensione 
dell'attività. Perchè se prima era prevista in caso di violazioni dello 
stesso tipo reiterate nel tempo, ora deve essere adottata solo in caso di 
presenza contemporanea di almeno 3 gravi violazioni o se la stessa 
violazione si è ripetuta per la 2° volta in un biennio; questo vuol dire che 
solo ad un terzo controllo (che visti gli attuali tempi e gli organici 
ispettivi, può essere fatto dopo anni e anni) un cantiere potrà essere 
chiuso.

Ritornano le visite mediche preassuntive da parte del medico aziendale per 
verificare l'idoneità al lavoro e per accertare stati di gravidanza.
Con questa grave modifica si dà, come ai tempi degli schiavi la possibilità 
ai padroni di scegliersi solo manodopera efficiente e in "buono stato", ma 
soprattutto diventa un illegittimo strumento per non assumere donne incinta, 
legittimando di fatto le discriminazione (in violazione aperta della stessa 
normativa sulla parità uomo/donna), rendendo legge ciò che prima, con 
questionari, interrogatori invadenti, erano un odioso abuso, una violenta 
interferenza nella vita privata delle donne.
E mentre viene reintrodotta questa visita preassuntiva a chiara salvaguardia 
dell'interesse dei padroni, si elimina la "cartella rischio personale", il 
documento che racchiude la storia sanitaria del lavoratore che consentiva ad 
un lavoratore che passava da un lavoro ad un altro di essere tutelato anche 
dalla nuova ditta nell'attività da svolgere o di poter accertare subito l'insorgenza/decorso 
di malattie professionali.

La valutazione come rischio anche dello stress collegato alle modalità 
lavorative, ai movimenti, ritmi di lavoro, che era una positiva novità del 
TU, guardando soprattutto all'organizzazione del lavoro "moderna" (ma che 
ricorda molto l'operaio di "Tempi moderni", come per es. alla Fiat Sata di 
Melfi), viene ora fortemente ridimensionata: si dice che bisogna comunque 
considerare il tipo di contratto, per esempio se è a termine, flessibile, 
ecc.

Per i lavoratori che non possono svolgere una serie di attività pericolose, 
mentre con il TU precedente, questo non poteva comportare un demansionamento 
dei lavoratori, ora invece potrebbe essere dequalificato e potrà essere 
impiegato anche ad attività inferiori.

Parallelamente a questo stravolgimento del TU, non poteva evidentemente 
mancare già in questi mesi un intervento del governo per ammorbidire e 
limitare i controlli.
Il TU doveva dare impulso alla prevenzione con misure adeguate, e invece si 
va ad una riduzione della sorveglianza sui luoghi di lavoro. Una linea e 
prassi già preannunciata dalla 'Direttiva Sacconi' del settembre 2008 che 
impone agli ispettori di non essere "vessatori verso le aziende" ma di 
essere collaboratori, al servizio delle aziende, a cui è seguita la recente 
circolare di marzo 09 dell'Inps che invita gli ispettori a ridurre i 
controlli, ottemperando alla disposizione di Sacconi per la loro diminuzione 
al 19%. Di fatto un gravissimo 'via libera' ai padroni a violare norme sulla 
sicurezza, sul lavoro!

La realtà è che i padroni possono continuare a fare profitti se aumentano lo 
sfruttamento, e il lavoro in ogni condizione, senza regole; quindi per 
questo sistema capitalista le morti, le malattie dei lavoratori sono 
inevitabili e necessarie. Il governo dei padroni con queste leggi costruisce 
un "delitto perfetto", in cui alla fine gli unici "responsabili" delle morti 
sono gli operai stessi! Ma, "non si muore per il lavoro!", "non si muore per 
i profitti dei padroni"!

Di fronte a questo attacco alla salute e alla vita dei lavoratori, non si 
può solo denunciare. Tutti devono metterci la propria responsabilità e la 
propria iniziativa, dalla Cgil/Fiom, agli Rsu/Rls, ai sindacati di base, 
agli ispettori del lavoro, ai magistrati, ai giornalisti, ecc., anche 
sostenendo la Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro.

Occorre uno sciopero generale! Una lotta seria e prolungata che imponga un 
passo indietro al governo e la difesa/miglioramento del TU.


Slai Cobas per il sindacato di classe ilva-appalto
Taranto v. Rintone, 22
cobasta at libero.it - T/F 0994792086 - 3471102638

"22..4.09


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