[Redditolavoro] NON UN ORA NON UN GIORNO IN PIU' PER I PADRONI...

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Sat Sep 6 20:43:58 CEST 2008


Contratti, la Cgil contro il muso duro della Marcegaglia 
Questa
non è concertazione, è politica. Quello di Emma Marcegaglia, presidente
di Confindustria, è un intervento a gamba tesa nel dibattito tra le
parti sociali sulla riforma dei contratti. Lei, come ovvio, non riesce
a parlare di salari senza accostarci la parola «produttività». Insomma,
la riforma proposta da Confindustria – che si basa soprattutto sulla
contrattazione aziendale a discapito di quella nazionale – «è l’unico
modo, oggi, per poter aumentare anche gli stipendi». Cisl e Uil
sembrerebbero averlo capito, fa intendere la leader degli industriali,
resta solo la Cgil a fare “orecchie da mercante”. Marcegaglia si augura
«che concretezza e pragmatismo prevalgano anche nella Cgil e ci sia la
volontà di innovare e guardare al futuro». Comunque, aggiunge, «ognuno
deve fare le proprie scelte, la Cgil è liberissima di dire no. Poi però
dovrà spiegarlo ai propri iscritti nelle fabbriche». Insomma, in
un’intervista al Corriere della Sera, la presidente di
Confindustria ci va giù pesante e ha scatenato le reazioni di quella
parte di sindacato che si è sentita chiamata in causa.

Marcegaglia
«si accoda al coro di chi attribuisce le colpe sempre a coloro che non
sono d'accordo». Susanna Camusso, segretario confederale della Cgil,
non ci sta a farsi intimidire e avverte Confindustria che di certo «i
toni usati mettono in difficoltà la trattativa». «Un appello o un aut
aut? - si chiede Camusso – Marcegaglia fa tutto contemporaneamente e
mantiene una grande ambiguità. Non entra nel merito. Sulla base di
quali considerazioni, rispetto a quali punti, c'è un tema sul quale
bisogna prendere o lasciare? C'è invece – ricorda – una trattativa
avviata con molti problemi e molte soluzioni, come quella che è stata
trovata sull'inflazione programmatica».

Dalla sua, Emma
Marcegaglia, ha un governo che l’apprezza e che lei ha avuto modo di
ricambiare. «L’obiettivo di aumentare insieme produttività e salari»,
secondo Confindustria, gode in questo momento di «un’occasione
fondamentale», favorita «dalle condizioni create dal governo con al
detassazione degli straordinari e dei premi variabili: gli stessi soldi
– sostiene la Marcegaglia – dati a livello aziendale invece che
nazionale valgono ora il 20 per cento in più». È questa “sintonia” che
fa dire a Camusso che ci sono segnali di «scarsa autonomia». Il punto,
per la segretaria Cgil, è che «noi guardiamo al complesso dei
lavoratori, mentre si continua a citare la detassazione del secondo
livello e degli straordinari che riguarda solo una piccola parte. Ho la
sensazione che ci prendiamo in giro».

Chiude infine ogni
spiraglio di dialogo Giorgio Cremaschi della Fiom: «A questo punto –
dice – è necessario che il Direttivo Cgil del 9 settembre rimandi al
mittente le minacce della presidente di Confindustria e chiuda una
trattativa dannosa». 

	            Pubblicato il: 06.09.08

	            Modificato il: 06.09.08 alle ore 16.04

COME OPERAI DOBBIAMO SERIAMENTE CHIEDERCI MA COSA CONTINUANO  A TRATTARE GLI "AUTOCONVOCATI" DI CGIL-CISL-UIL CON GOVERNO E PADRONI, SULLA NOSTRA PELLE DA MESI?

LA RISPOSTA  CI E' OFFERTA SPUDORATAMENTE DALLA STESSA MARCEGAGLIA: COME CREARE DELLE GABBIE SALARIALI TRA I SALARIATI NELLE DIVERSE PARTI DEL PAESE. QUANDO PARLA DEL "20%" DI VALORE DEI PREMI AZIENDALI NON PARLA DEGLI OPERAI, PARLA DI QUEL SETTORE DI CRUMIRI RUFFIANI E ABBRUTTITI CHE ABBIAMO IN OGNI FABBRICA (OLTRE LA QUOTA DI PRECARI).

 MA CHE CAZZO STANNO STARNAZZANDO, FUORI DA TUTTI I TAVOLI CHE MIRANO SOLO A DISTRUGGERE I CONTRATTI NAZIONALI. CONTRATTI GIA' ABBONDANTEMENTE INSUFFICIENTI, IN TERMINI DI SALRIO, DIRITTI, SICUREZZA SUL LAVORO.

COME UNO STUDIO PUBBLICATO SUL VENERDì DI REPUBBLICA DEL 29 AGOSTO HA CONFERMATO CHE GLI OPERAI ITALIANI, ORA E NON DOMANI, GIA' LAVORANO (PRODUTTIVAMENTE) MOLTE PIU' ORE SETTIMANALI CHE QUALUNQUE ALTRA CLASSE O CATEGORIA, RICEVENDONE UN SALARIA DI VERA E PROPRIA MISERIA, IN CONDIZIONI LE PIU' PERICOLOSE D'EUROPA, RIMANDIAMO ALL'ARTICOLO DI RICCARDO STAGLIANO' PER CHI NON SPUTA MENZOGNE SULLA CONDIZIONE OPERAIA.

NOI INTANTO DENTRO LE FABBRICHE ORGANIZZIAMOCI CAPILLARMENTE PER TRAVOLGERLI; NON UN ORA, NON UN GIORNO DI PIU' IN FABBRICA PER I PROFITTI DEI PADRONI.

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