[Redditolavoro] blitz della Rete nazionale sulla sicurezza sul
lavoro al Festival del cinema di Venezia
cobasta
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Sat Sep 6 10:27:18 CEST 2008
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From: Cobas Ravenna
To: TA
Sent: Friday, September 05, 2008 10:48 PM
Subject: Incursione della Rete nazionale sulla sicurezza sul lavoro al Festival del cinema di Venezia
Una delegazione in rappresentanza della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro ha fatto un'incursione oggi, 5 settembre, al Festival del cinema di Venezia in occasione della proiezione per il pubblico dei film sulla strage degli operai della ThyssenKrupp.
Abbiamo esposto all'esterno del Palalido uno striscione "basta morti sul lavoro" e dei cartelli in solidarietà e per la riassunzione del ferroviere Rls Dante De Angelis. All'interno, invece, in una sala piena, alla presenza di registi ed attori dei film "La fabbrica dei tedeschi" (di Calopresti) e "ThyssenKrupp" (con l'operaio Carlo Marrapodi), con la presenza dei lavoratori dall'Associazione Esposti Amianto di Monfalcone, così come dell'ex ministro Damiano, ci è stato impedito di diffondere dei volantini. Ma non ci hanno potuto impedire di leggere ad alta voce un comunicato che spiegava le ragioni della nostra presenza al Festival del cinema, il nostro apprezzamento per l'impegno di questi registi che interpretano con l'arte visiva la nostra stessa battaglia a difesa della vita dei lavoratori e abbiamo fatto appello ad unirsi alla nostra lotta, ai nostri programmi e proposte. Questo intervento, che la direzione ha cercato comunque d'impedire senza riuscirci, ha trovato il consenso del pubblico presente con un'applauso generale.
All'uscita invece è scattata la rappresaglia autorizzata dal direttore della Mostra del cinema: forze dell'ordine con scudi e manganelli, in assetto antisommossa, sembravano pronti a caricare. Hanno tentato di strapparci dalle mani lo striscione e d'impedirci il volantinaggio ma la nostra denuncia di fronte alle persone che uscivano dalla sala di proiezione ha attirato molta attenzione che, di fatto ha impedito un'azione repressiva incredibilmente spropositata. Ci hanno spinti fuori dalle transenne dove abbiamo riaperto lo striscione con i lavoratori di Monfalcone che si sono uniti a noi e abbiamo rilasciato interviste ai giornalisti presenti.
Questo il testo del volantino-comunicato letto dentro la sala dei film:
BASTA MORTI SUL LAVORO!
SOLIDARIETA' AL FERROVIERE RLS DANTE DE ANGELIS
La lotta per la sicurezza sul lavoro oggi la portiamo al Festival del Cinema di Venezia.
Noi della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro condividiamo il messaggio forte di denuncia ed indignazione che viene dai film presentati alla Biennale cinema sulla strage degli operai della ThyssenKrupp perchè danno voce e dignità alla condizione operaia, commuovono le coscienze e rafforzano la lotta per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Non vogliamo che si spengano i riflettori sulla peggiore strage sul lavoro degli ultimi anni così come su tutte le altre morti annunciate di chi butta sangue sul lavoro per una miseria di salario.
Ci siamo uniti in una Rete nazionale per dare vita ad un movimento permanente contro gli omicidi dei lavoratori nei luoghi di lavoro perchè abbiamo verificato che tutti, dalle istituzioni ai sindacati confederali al governo, hanno a cuore solo gli interessi padronali. Cioè di questa razza ipocrita e arrogante, contraria ai principi di umanità, che ha avuto pure il coraggio di chiedere risarcimenti ai famigliari degli operai morti sul lavoro!
Siamo una Rete trasversale di lavoratori, delegati, sindacati extraconfederali, ferrovieri, Rls, Associazione dei famigliari degli operai ILVA di Taranto, artisti (Attrice Contro Roma, Teatro delle Ceneri Bologna), esponenti di Medicina Democratica e dell'Associazione Esposti Amianto, ispettori del lavoro.
Facciamo appello ai registi che presentano a Venezia i loro film sugli omicidi bianchi, a chi si batte con coerenza per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ad unirsi alla nostra Rete, per una battaglia di "civiltà" tesa ad affermare la superiore civiltà dei lavoratori contro l'inciviltà dei padroni interessati solo al profitto, per rafforzare questo movimento che da marzo di quest'anno, per tre mesi, ha attraversato più di 20 città del nostro paese, dalla ThyssenKrupp, all'Ilva di Taranto a Brindisi, dalle fabbriche di Porto Marghera, ai porti di Ravenna a Marghera, da Roma alla Dalmine e alla Bonduelle di Bergamo, da Napoli con due grandi manifestazioni di piazza alla Fiat Sata di Melfi, a Molfetta, ai Cantieri Navali a Palermo a Cornate D'Adda .
Questa marcia-carovana (altra cosa rispetto a quella mediatica-istituzionale coordinata dall'ex ministro Damiano e dalla CIGIL) l'abbiamo realizzata come una marcia di "guerra", contro la guerra non dichiarata del sistema di produzione basato sul profitto e sullo sfruttamento dei padroni. Abbiamo portato le nostre proposte con assemblee, scioperi, manifestazioni, presidi, occupazioni e concerti, teatro, video, mobilitazione nelle scuole, nelle università. E abbiamo concluso questa prima fase del lavoro con la manifestazione-assedio nazionale del 20 giugno a Roma, con delegazioni da tutt'Italia davanti al Ministero del Lavoro, per dire basta morti sul lavoro, giù le mani dal Testo Unico sulla sicurezza che va applicato e migliorato non peggiorato e svuotato, basta con i contratti di lavoro precari che mettono in condizioni di pericolo e morte i lavoratori, diritto di cittadinanza per tutti i lavoratori immigrati discriminati ed "invisibili" nei luoghi di lavoro
Saremo a Torino il 26 al processo della ThyssenKrupp; stiamo preparando l'assemblea nazionale a Roma a fine settembre per organizzare lo sciopero generale nazionale sulla sicurezza sul lavoro proprio il 6 dicembre, anniversario della strage dei 7 operai sulla Linea 5 della ThyssenKrupp; per formare delle "ronde territoriali" per il controllo dal basso delle condizioni di lavoro e di sicurezza, per l'intervento immediato, per l'autoorganizzazione dei lavoratori e la pressione verso padroni e istituzioni; per promuovere l'elezione autogestita degli Rls nei luoghi di lavoro, nominati direttamente dai lavoratori e non dalle burocrazie confederali.
Oggi, 5 settembre, è anche la giornata di mobilitazione nazionale in solidarietà con Dante De Angelis, ferroviere Rls licenziato per aver denunciato le condizioni di insicurezza nelle ferrovie, confermata dai gravissimi incidenti che hanno colpito treni, passeggeri e lavoratori, l'ultimo dei quali con due operai della manutenzione morti a Catania. Ma anche a Venezia vogliono toglierli la parola: il film "Quando combattono gli elefanti", che parla proprio del suo primo licenziamento, è stato rifiutato per l'intervento diretto da alcuni ministri del governo Berlusconi, Bondi e Brunetta.
Siamo qui perchè vogliamo che Dante ritorni al suo posto: che paese civile è questo dove i responsabili dell'insicurezza ed inefficienza delle ferrovie italiane vengono liquidati con milioni di euro di buonuscita e chi si batte per la sicurezza viene licenziato?
Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro
tel. 347/1102638
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