[Redditolavoro] Fw: Lettera aperta ai compagni di Proletari Comunisti attaccati dalla repressione

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Wed Oct 29 20:27:37 CET 2008


----- Original Message ----- 
From: CARC CN 
To: 'CARC CN' 
Sent: Wednesday, October 29, 2008 8:00 PM
Subject: Lettera aperta ai compagni di Proletari Comunisti attaccati dalla repressione


Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)

Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454

e-mail: resistenza at carc.it - sito: www.carc.it

Direzione Nazionale

 

Milano, 29 ottobre 2008

 

Lettera aperta ai compagni di Proletari Comunisti attaccati dalla repressione

 

Cari compagni,

vi scriviamo per rinnovarvi tutta la nostra solidarietà di classe per l'attacco repressivo che state subendo insieme ai compagni dello Slai Cobas per il sindacato di classe. In particolare esprimiamo la nostra solidarietà alla compagna Margherita Calderazzi di Taranto accusata da Riva, padrone dell'Ilva, di essere la "mandante" della scritta "Riva assassino" apparsa sui muri della sua fabbrica e per questo condannata a pagare 100.000 euro. 

Riva, con l'arroganza tipica della parte più reazionaria e cinica della borghesia, con questo attacco cerca di intimidire tutti i lavoratori e isolare quelli più combattivi, per continuare a portare avanti indisturbato il suo sterminio prodotto in nome del profitto: l'Ilva, infatti, è la fabbrica con più morti, infortuni e malattie professionali d'Italia, fonte inoltre di tumori per tutte le masse popolari della zona. 

Hanno completamente ragione i compagni dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto a dire "vogliamo un Tribunale che sancisca la colpevolezza di Riva per omicidio colposo plurimo, per omicidio volontario, per crimini contro la vita dei suoi lavoratori, per crimini contro la salute pubblica, per crimini contro la città!". Riva infatti è un criminale, un assassino, un nemico delle masse popolari! Bisogna promuovere la più ampia denuncia e mobilitazione per portarlo davanti ad un tribunale e costringere i giudici a farlo rispondere dei suoi reati contro l'umanità e ad adottare le misure di sicurezza necessarie per mettere fine agli infortuni e alle morti sul posto lavoro e non solo.

Con questa nostra lettera, oltre ad esprimervi la nostra solidarietà, ci teniamo a sostenere la linea d'attacco che voi e lo Slai Cobas state portando avanti, la linea del "processo di rottura": passare da accusati in accusatori, ribaltare i ruoli e chiamare al banco degli imputati i veri colpevoli, i padroni, trasformando questo attaccare repressivo in un contributo alla rinascita del movimento comunista del nostro paese. Questa infatti è la linea vincente! Allo stesso tempo, forti dell'esperienza che abbiamo accumulato nella lotta contro la repressione e in particolare contro l'Ottavo Procedimento Giudiziario per "associazione sovversiva" montato dal "novello Torquemada" Giovagnoli, vi avanziamo una proposta per rafforzare la vostra battaglia, in nome della solidarietà di classe e del dibattito franco e aperto che deve esserci tra comunisti.  

Su Repubblica del 26.10.08 è stato reso noto che il ministro Stefania Prestigiacomo, attraverso Bruno Agricola, ha contestato le analisi fatte dall'ARPA sui livelli di diossina prodotti dall'Ilva, definendole non affidabili e incaricando dei tecnici in cui ha fiducia la banda di mafiosi, razzisti, clericali, fascisti e speculatori che governa il nostro paese di condurre nuove analisi sulla fabbrica dell'assassino Riva. Insomma: la questione puzza di marcio e morte, per le masse popolari, già prima di iniziare! 

Nichy Vendola ha espresso "preoccupazione" per l'intervento del governo, ma ancora, almeno per quello che sappiamo noi, non sta dando battaglia, utilizzando al meglio gli strumenti che gli mette a disposizione il suo ruolo e, probabilmente, se non "spinto" della mobilitazione popolare e dall'intervento dei comunisti che sono e fanno i comunisti, difficilmente lo farà. Sicuramente, però, continuerà a "preoccuparsi" e a piagnucolare, come tipico della sinistra borghese davanti all'iniziativa della destra reazionaria ed eversiva, non avendo nient'altro di concreto da proporre in alternativa.  

Quello che è certo, è che la banda Berlusconi si sta muovendo per coprire le spalle a Riva e permettergli di continuare con il suo sterminio in nome del profitto. Insomma, la banda Berlusconi, in nome della solidarietà di classe, sta intervenendo in difesa di un componente della sua classe, a danno delle masse popolari. Intervento questo in linea con la decisione di aprire in Campania degli inceneritori per far contenta la Camorra e le altre componenti della borghesia che ricavano profitti dagli inceneritori, di costruire una nuova base USA a Vicenza per far contenti gli imperialisti statunitensi, di chiudere gli occhi davanti alle imprese del più grande evasore fiscale del nostro paese: il Vaticano e la sua Chiesa. La lotta di Pianura, Chiaiano, Vincenza e Val Susa dimostrano però che è possibile tener testa a questi attacchi ai diritti delle masse popolari e contrastare i progetti della borghesia. In particolare la lotta di Vicenza dimostra l'efficacia di unire la mobilitazione popolare con l'intervento nelle contraddizioni presenti nel campo borghese. 

Perché non utilizzare anche voi a vantaggio della lotta che state conducendo a Taranto contro la repressione, in difesa dei diritti politici e della salute delle masse popolari le contraddizione interne alla classe dominante, per rafforzare la battaglia che state giustamente portando avanti?

Ci permettiamo di avanzare alcune proposte. 

Oltre a promuovere la mobilitazione e la solidarietà tra le masse popolari, sarebbe opportuno spingere consiglieri comunali, provinciali, regionali, sindaci, presidenti della provincia e lo stesso Nichy Vendola a prendere posizione contro Riva e contro l'interferenza del governo. Organizzare presidi davanti al comune, al consiglio provinciale e regionale per costringerli a prendere posizione, pretendendo inoltre la parola durante i vari consigli sollevando la questione. 

Bisogna intervenire nelle contraddizioni presenti nel campo borghese, per volgerle a nostro favore, per rafforzare la nostra lotta. Non bisogna farsi legare le mani dalle concezioni estremiste, da duri e puri, che non permettono di adottare una tattica veramente offensiva, anche in una situazione di difensiva strategica. L'esperienza insegna che bisogna giocare d'attacco, avere l'iniziativa in mano. Solo attraverso questa linea offensiva, che si articola sia nel campo delle masse popolari (questo è l'aspetto principale) promuovendo la denuncia, la solidarietà e la mobilitazione e anche nel campo della borghesia (aspetto secondario, subordinato al principale e che lo rafforza), promuovendo la presa di posizione, è possibile vincere. Erroneamente voi dite che siamo già nel fascismo. Con questa analisi estremista non vedete che le contraddizioni che presenta l'attuale forma di regime, il regime di controrivoluzione preventiva, sono molte più rispetto a quelle di un regime fascista: nel regime di controrivoluzione preventiva la borghesia cerca di apparire democratica e, quindi, si dota di istituti, come il "teatrino della politica borghese", in cui le masse popolari possono in una certa misura intervenire, a patto che restino in una posizione di subordinazione ideologica, politica e organizzativa alla borghesia. Nel regime fascista questo non esiste: è un regime terroristico della borghesia, in cui i due campi, quello della classe dominante e quello delle masse popolari, si contrappongono apertamente e la repressione e il terrorismo dello Stato è la principale forma con cui la borghesia esercita il suo intervento su di esse. La destra reazionaria ed eversiva vuol giungere all'instaurazione di un regime dittatoriale e sta muovendo dei passi significativi in questo senso, ma ancora non ha raccolto sufficienti forze e consensi attorno a questo obiettivo (la borghesia imperialista è infatti divisa al suo interno: sia su qual è il modo migliore per tenere sottomesse le masse popolari, sia perché ogni gruppo che la compone aspira a imporre i suoi interessi come "interessi della nazione" rispetto a quelli dei gruppi concorrenti). Più l'attività dei comunisti, che sono e fanno i comunisti in ogni campo della lotta di classe,  sarà efficace, più la classe dominante sarà in difficoltà nel portare avanti questo progetto (e comunque, se la classe dominante riuscirà ad imporlo, le masse popolari saranno allenate, all'altezza della situazione, più pronte a rivolgerglielo contro trasformando la mobilitazione reazionaria in mobilitazione rivoluzionaria): nel regime di controrivoluzione preventiva, infatti, le masse popolari (o "opinione pubblica" come la chiamano i borghesi) sono il "tallone d'Achille" dalla classe dominate. E' su questa base che vi lanciamo l'appello ad intervenire anche nelle contraddizioni presenti nel campo borghese, come abbiamo su proposto, per volgerle a vostro favore ed impedire l'unificazione della borghesia intorno ad un'unica linea, sia sull'Ilva, sia sulla vostra repressione.  

E' attraverso questa linea che accumulerete tutte le condizioni per vincere le battaglie contro la repressione e la difesa dei diritti delle masse popolari del territorio, acquistando prestigio e rafforzando l'influenza e l'orientamento comunista tra di esse, ponendo basi solide per far avanzare la rinascita del movimento comunista, per accumulare forze intorno alla lotta per l'emancipazione dei proletari dallo sfruttamento economico, dell'oppressione politica e dall'arretratezza culturale. 

 

Cogliamo l'occasione per lanciarvi l'appello a

-          aderire e partecipare al presidio che terremo il 5 novembre ad Ancona davanti al Tribunale (Palazzo di Giustizia, Corso Mazzini, 95, ore 9:00) in occasione dell'udienza preliminare per "diffamazione del PM Paolo Giovagnoli" montata contro di noi dal PM Marco Pucilli su mandato dello stesso Giovagnoli, perché abbiamo osato chiamarlo con i suoi veri nomi: "novello Torquemada" e "giudice dal 270 bis facile".  

-          inviare e far inviare fax di protesta al GUP di Ancona (Paola Mureddu, fax: 07.12.07.28.63) che terrà l'udienza preliminare 

-          aderire e partecipare al presidio del 13 novembre a Roma, davanti la Cassazione (piazza Cavour ore 9:00), in solidarietà con gli antifascisti dell'11 marzo che quel giorno avranno la loro udienza di Cassazione e contro il duplice ricorso in Cassazione fatto da Giovagnoli e da Marcello Branca, Avvocato Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Bologna, contro il "non luogo a procedere" emesso il 1° luglio dal GUP Rita Zaccariello di Bologna nei confronti dell'inchiesta per "associazione sovversiva" montata da Giovagnoli, su mandato della destra reazionaria, contro il (n)PCI, il Partito dei CARC e l'ASP. 

 

Vi rinnoviamo la nostra solidarietà e sostegno e vi salutiamo a pugno chiuso!

Facciamo dell'Italia un nuovo paese socialista!

 

 

 



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