[Redditolavoro] Fwd: [Cerchio] di paoul lafaurge

marku at inventati.org marku at inventati.org
Tue Oct 28 10:00:13 CET 2008


mi permetto d'inoltrare queste parole
di chi aveva già illuminato il futuro
della religione di morte di lor signori

-------- Original Message --------
Subject: [Cerchio] di paoul lafaurge
Date: Mon, 27 Oct 2008 19:19:07 +0100 (CET)
From: "cutigae at iol.it" <cutigae at iol.it>
To: <cerchio at inventati.org>


di Paolu Lafaurge-

 

Domanda: - Come ti chiami?

Risposta: - Salariato.

D: - Chi sono i tuoi genitori?

R: - Mio padre era salariato così come mio nonno e il mio bisnonno; ma i
miei progenitori erano servi e schiavi. Mia madre si chiama Povertà;.

D: - Da dove vieni, dove vai?

R: - Vengo dalla povertà; e vado alla miseria, passando per l'ospedale,
dove il mio corpo servirà da materiale di esperimento per le nuove
medicine e da oggetto di studio per i dottori che curano i privilegiati del
Capitale.

D: - Dove sei nato?

R: - In una soffitta, sotto il tetto di una casa che mio padre e i suoi
compagni di lavoro avevano costruito.

D: - Qual'è la tua religione?

R: - La religione del Capitale.

D: - Quali doveri ti impone la religione del Capitale?

R: - Due doveri principali: il dovere della rinuncia e il dovere del
lavoro.

La mia religione mi comanda di rinunciare ai miei diritti di proprietà
sulla terra, nostra madre comune, sulle ricchezze delle sue viscere, sulla
fertilità della sua superficie, sulla sua misteriosa fecondazione per
mezzo del calore e della luce del sole. Mi comanda di rinunciare ai miei
diritti
di propriet&agrave; sul lavoro delle mie mani e del mio cervello. Mi
comanda poi
di rinunciare al mio diritto di propriet&agrave; sulla mia stessa persona;
dal
momento in cui varco il portone della fabbrica, io non mi appartengo
pi&ugrave;,
sono cosa del padrone.

La mia religione mi comanda di lavorare dalla fanciullezza fino alla morte,
di
lavorare alla luce del sole e alla luce del gas, di lavorare di giorno e di
notte, di lavorare sulla terra, sotto terra e sul mare; di lavorare sempre
e
ovunque.

D: - Ti impone anche altri doveri?

R: - S&igrave;. Di prolungare la quaresima per tutto l'anno; di vivere di
privazioni, non soddisfando la mia fame che a met&agrave;; di limitare
tutti i
bisogni della mia carne e di soffocare tutte le aspirazioni del mio
spirito.

D: - Ti proibisce determinati cibi?

R: - Mi vieta di assaggiare la selvaggina, il pollame, la carne bovina di
prima, seconda e terza qualit&agrave;, di gustare il salmone, l'astice, il
pesce
delicato; mi vieta di bere il vino genuino, l'acquavite e il latte
cos&igrave;
come esce dalle mammelle della mucca.

D: - Quali cibi ti consente?

R: - Il pane, le patate, i fagioli, il merluzzo, le aringhe affumicate, gli
scarti di macelleria, la carne di vacca, di cavallo, di mulo e gli
insaccati.
Per riprendere in fretta le mie forze esauste, mi permette di bere del vino
sofisticato, dell'acquavite di patate e dello scassafegato di barbabietola.

D: - Quali doveri ti impone verso te stesso?

R: - Di lesinare sulle mie spese; di vivere nel sudiciume e nel putridume;
di
indossare abiti stracciati, rattoppati, rammendati; di utilizzarli fino
alla
trama, finch&eacute; non cadono in cenci, di camminare senza calze, dentro
scarpe sfondate, che bevono l'acqua sporca e ghiacciata delle strade.

D: - Quali doveri ti impone nei riguardi della tua famiglia?

R: - Di proibire a mia moglie e alle mie figlie qualsiasi civetteria,
qualsiasi
eleganza e ogni raffinatezza; di ricoprirle di stoffe ordinarie, appena
sufficienti per non urtare il pudore delle dame; di insegnar loro a non
tremare
d'inverno vestite di cotonina e a non soffocare d'estate nelle soffitte; di
inculcare ai miei bambini i sacri princ&igrave;pi del lavoro, perch&eacute;
possano, fin da piccoli, guadagnarsi da vivere e non essere a carico della
societ&agrave;; di insegnargli a coricarsi senza cena e senza lampada e di
abituarli alla miseria che è la loro sorte nella vita.

D: - Quali doveri ti impone verso la societ&agrave;?

R: - Di accrescere la fortuna sociale col mio lavoro innanzitutto e coi
miei
risparmi poi.

D: - Che cosa ti ordina di fare dei tuoi risparmi?

R: - Di portarli nelle casse di risparmio statali perch&eacute; servano a
colmare il deficit di bilancio(2) o di affidarli alle societ&agrave;
fondate dai
filantropi della finanza affinch&eacute; loro li prestino ai nostri
padroni.
Dobbiamo sempre mettere i nostri risparmi a disposizione dei nostri
padroni.

D: - Ti permette di toccare i tuoi risparmi?R: - Il meno possibile; ci
raccomanda di non insistere quando lo Stato si rifiuta di restituirli(3)e
di
rassegnarci quando i filantropi della finanza, anticipando le nostre
richieste,
ci annunciano che le nostre economie sono andate in fumo.

D: - Hai dei diritti politici?

R: - Il Capitale mi concede l'innocua distrazione di eleggere i legislatori
che
forgiano delle leggi per punirci; ma ci proibisce di occuparci di politica
e di
ascoltare i socialisti.

D: - Perch&eacute;?

R: - Perch&eacute; la politica &egrave; privilegio dei padroni,
perch&eacute; i
socialisti sono dei furfanti che ci derubano e ci ingannano. Ci dicono che
l'uomo che non lavora non deve mangiare, che tutto appartiene ai salariati
perch&eacute; sono loro che hanno prodotto tutto quanto, che il padrone
&egrave;
un parassita da sopprimere. La santa religione del Capitale ci insegna, al
contrario, che lo spreco dei ricchi crea il lavoro che ci dà da mangiare;
che i ricchi mantengono i poveri; che se non ci fossero i ricchi, i poveri
morirebbero. Ci insegna anche a non essere cos&igrave; scemi da credere che
le
nostre mogli e le nostre figlie saprebbero portare le sete e i velluti che
tessono, loro che non vogliono agghindarsi altro che di cotonina di cattiva
qualit&agrave; e che noi non saremmo capaci di bere i vini naturali e
mangiare i
buoni bocconi, noi che siamo abituati a tirare la cinghia e a bere
porcherie.

D: - Chi è il tuo Dio?

R: - Il Capitale.

D: - Esiste da sempre?

R: - I nostri preti più dotti, gli economisti ufficiali, affermano che
esiste dall'inizio del mondo; essendo a quel tempo molto piccolo, Giove,
Geova,
Ges&ugrave; e gli altri falsi d&egrave;i hanno regnato al suo posto e nel
suo
nome; ma dall'anno 1500 circa, egli &egrave; cresciuto e non finisce di
crescere
in massa e in potenza; oggi domina il mondo intero.

D: - Il tuo Dio è onnipotente?

R: - Si. Il suo possesso d&agrave; tutta la felicità della terra.
Quando distoglie il suo volto da una famiglia e da una nazione, queste
vegetano
nella miseria e nel dolore. La potenza del Dio-Capitale cresce a misura che
cresce la sua massa; tutti i giorni conquista nuovi paesi; tutti i giorni
ingrossa il gregge di salariati che, per tutta la loro vita, si consacrano
ad
aumentare la sua massa.

D: - Chi sono gli eletti del Dio-Capitale?

R: - I padroni, i capitalisti, i possidenti.

D: - Come ti ricompensa il Capitale, tuo Dio?

R: - Dandomi sempre e sempre del lavoro, a me, a mia moglie e ai miei
piccoli
figli!

D: - E' questa la tua unica ricompensa?

R: - No. Dio ci permette di soddisfare la nostra fame assaporando cogli
occhi
le appetitose vetrine di carne e di cibi che noi non abbiamo mai gustato,
che
noi non gusteremo mai e di cui si nutrono gli eletti e i sacerdoti. La sua
bont&agrave; ci permette di riscaldare le nostre membra intorpidite dal
freddo,
ammirando le calde pellicce e i vestiti pesanti con cui si coprono gli
eletti e
i sacerdoti. Ci concede inoltre il delicato piacere di rallegrare la nostra
vista contemplando il passaggio in carrozza lungo i viali e le piazze
pubbliche
della sacra tribù dei possidenti e dei capitalisti lucidi, paffuti,
panciuti, agiati, circondati da una torma di valletti gallonati e di
cortigiane
dipinte e colorate. Noi allora ci inorgogliamo al pensiero che se gli
eletti
godono delle meraviglie di cui noi siamo privati, esse sono opera delle
nostre
mani e dei nostri cervelli.

D: - Gli eletti sono di una razza diversa dalla tua?

R: - I capitalisti sono impastati colla stessa argilla dei salariati; ma
loro
sono stati scelti tra migliaia e milioni.

D: - Che cosa hanno fatto per meritare questa promozione?

R: - Nulla. Dio dimostra la sua onnipotenza riversando i suoi favori su
colui
che non se li &egrave; affatto guadagnati.

D: - Il Capitale &egrave; dunque ingiusto?

R: - Il Capitale è la giustizia stessa; ma la sua giustizia supera la
nostra debole comprensione. Se il Capitale fosse obbligato ad accordare la
sua
grazia a coloro che se la meritano, non sarebbe libero, la sua potenza
avrebbe
dei limiti. Il Capitale non può affermare la sua onnipotenza che
prendendo i suoi eletti, i padroni e i capitalisti, dal mucchio degli
incapaci,
dei fannulloni e dei buoni a nulla.

D: - Come ti punisce il tuo Dio?

R: - Condannandomi alla disoccupazione; allora sono scomunicato; mi è
proibita la carne, il vino e il fuoco. Noi moriamo di fame, mia moglie e i
miei
figli.

D: - Quali sono le colpe che devi commettere per meritare la scomunica
della
disoccupazione?

R: - Nessuna. Il Capitale decreta a suo piacere la disoccupazione senza che
la
nostra scarsa intelligenza possa afferrarne la ragione.

D: - Quali sono le tue preghiere?

R: - Io non prego con le parole. Il lavoro &egrave; la mia preghiera. Ogni
preghiera a parole disturberebbe la mia preghiera efficace che è il
lavoro, l'unica preghiera che sia apprezzata, perchè è la sola
utile, la sola che avvantaggia il Capitale, la sola che crea plusvalore.

D: - Dove preghi?

R: - Ovunque: sul mare, sulla terra e sotto terra, nei campi, nelle
miniere,
nelle fabbriche e nelle officine.Perch&eacute; la nostra preghiera venga
accolta
e ricompensata, dobbiamo deporre ai piedi del Capitale la nostra
volont&agrave;,
la nostra libert&agrave; e la nostra dignità.Al suono della campana, al
fischio della macchina dobbiamo accorrere; e, una volta in preghiera,
dobbiamo,
come automi, muovere braccia e gambe, piedi e mani, ansimare e sudare,
tendere i
muscoli e sfibrare i nostri nervi.Dobbiamo essere umili di spirito,
sopportare
docilmente la collera e le ingiurie del padrone e dei capimastri,
perch&eacute;
loro hanno sempre ragione, anche quando ci sembrano avere torto.Dobbiamo
ringraziare il padrone quando lesina sul salario e prolunga la giornata di
lavoro; perch&eacute; tutto ci&ograve; che fa &egrave; giusto e per il
nostro
bene. Dobbiamo essere onorati quando il padrone e i suoi capoccia
accarezzano le
nostre mogli e le nostre figlie, perchè il nostro Dio, il Capitale, gli
concede il diritto di vita o di morte sui salariati cos&igrave; come il
diritto
di andare a letto con le salariate.

Piuttosto che lasciarci sfuggire un lamento, piuttosto di permettere alla
collera di far bollire il nostro sangue, piuttosto che scendere in
sciopero,
piuttosto che ribellarci, dobbiamo sopportare ogni sofferenza, mangiare il
nostro pane ricoperto di sputi e bere la nostra acqua sporca di melma;
perch&eacute; per punire la nostra insolenza, il Capitale arma il padrone
di
cannoni e di sciabole, di prigioni e di penitenziari, di ghigliottina e di
plotoni di esecuzione.

D: - Riceverai una ricompensa dopo la morte?

R: - Si, una grandissima ricompensa. Dopo la mia morte, il Capitale mi
lascer&agrave; sedere e riposare. Non soffrirò più il freddo
nè la fame; non dovrò più preoccuparmi nè del pane
quotidiano nè del domani. Godrò del riposo eterno della tomba.

NOTE

(2)Il catechismo fa allusione a dei fatti che avvengono in Francia ma che,
di
certo, i suoi estensori vorrebbero vedere diffondersi negli altri paesi. Le
somme depositate nelle casse di risparmio sono state utilizzate per
liquidare il
debito fluttuante, che ammontava a milleduecento milioni di franchi; tutti
gli
anni le eccedenze delle uscite sui rientri delle casse di risparmio
servono,
come dice il catechismo, a colmare il deficit di bilancio. Beaulieu
segnalava il
pericolo rappresentato da tale situazione, dato che lo Stato potrebbe
essere
dichiarato in fallimento dai depositanti venuti a reclamare il loro
denaro.Io
farei osservare il carattere genuinamente internazionale del catechismo
capitalista, che formula i doveri e i diritti dei proletari senza
distinzione di
paese e di razza.

(3)La cosa è già accaduta nel 1848; gli estensori prevedono che
si ripeterà ancora e vogliono preparare gli operai risparmiatori.



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