[Redditolavoro] giornata internaz adesione

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Mon Oct 20 21:10:51 CEST 2008


 lo slai cobas per il sindacato di classe
invita le organizzazioni di base e di classe e i coordinamenti dei 
lavoratori ad aderire

chi volesse fare con noi le iniziative
fabbriche e piazze
può contattarci
cobasta at fastwebnet.it


l'appello viene dalle filippine

KILUSANG MAYO UNO
(Movimento dei Lavoratori Primo Maggio)
TAGAPAMANDILA NG TUNAY NA UNYONISMO
Narra St. Bgy. Claro n° 63, Proj. 3 Quezon City, Filippine
Telefax: (632) 421-0768; Tel.: (632) 421-1049 / 421-0986 Email: 
kmu.intl at gmail.com
____________________________________________________________
KMU è membro fondatore della Lega Internazionale della Lotta dei Popoli 
(ILPS)
Invito a partecipare alla
Giornata Internazionale della Lotta
contro la Repressione dei Lavoratori
16 Novembre 2008
Informazioni
I lavoratori, che creano tutte le ricchezze del mondo che circolano nella 
società, non
solo guadagnano in modo appena sufficiente per sopravvivere un giorno dopo 
l'altro,
ma subiscono tutti i genei di violenza ogni volta che sostengono il loro 
diritto
fondamentale a vivere.
Il 16 novembre non è tanto un punto dolente di commemorazione dei diritti 
dei
lavoratori sotto attacco, quanto è il grido d'incitamento per tenere alta la 
lotta che i
lavoratori ancora devono portare a termine, ovunque, in nome della giustizia 
e della
libertà. Il 16 novembre 2008 segnerà il 4° anniversario dell'infame massacro 
di
Hacienda Luisita, nel corso del quale sette tra contadini, manifestanti, 
operai e
sostenitori, vennero uccisi in una violenta azione dispersiva da parte della 
polizia
militare e dei gorilla mercenari agli ordini del presidente del governo 
filippino, Gloria
Macapagal Arroyo.
Da allora, quel giorno è diventato un triste ricordo della repressione 
spietata che
colpisce i lavoratori quando si muovono collettivamente non solo nelle 
Filippine, ma in
tutti i paesi del mondo dove i lavoratori si battono contro l'imperialismo 
U. S. A. e tutti
i tipi di sfruttamento e d'oppressione.
Il diritto a condizioni umane di lavoro, salari e profitti equi, sicurezza 
nel lavoro, libertà
d'associazione, il diritto di contrattazione collettiva e di sciopero, di 
autodeterminazione
e la fine della discriminazione, sono non solo legittime richieste dei 
lavoratori e del
movimento sindacale, sono diritti riconosciuti a livello internazionale che 
dovrebbero
essere attuati da tutti, indipendentemente dal livello di sviluppo di un 
Paese.
Le azioni di protesta dei lavoratori e dei popoli del mondo contro la 
politica economica
neoliberale e l'attuazione di misure repressive che gravano su di loro si 
sono
intensificate negli ultimi mesi ed anni. I lavoratori sono infuriati per i 
salari da schiavi,
la crescente disoccupazione, la privatizzazione delle imprese statali, l'aumento
vertiginoso dei prezzi dei generi di prima necessità, e tanti altri mali 
socioeconomici che
violano il loro fondamentale benessere che non significa solo sopravvivere o 
esistere,
ma prosperare e svilupparsi come esseri umani. L'attuale crisi finanziaria 
mondiale è
rivolta a peggiorare ulteriormente queste condizioni spaventose.
Dagli omicidi politici e dalle intimidazioni, ai licenziamenti e alle 
riduzioni massicce
del lavoro, alla demolizione di case di lavoratori, alle violazioni del 
diritto di
organizzarsi e di contrattazione collettiva, alla criminalizzazione delle 
controversie di
lavoro, ai salari congelati, alla disoccupazione e al lavoro precario, tutto 
il fronte della
repressione dei diritti dei lavoratori continua a scatenarsi nel tentativo 
di soffocare la
resistenza crescente tra i lavoratori e le grandi masse popolari. Gli 
attacchi più gravi si
sono visti nei paesi dove le lotte sono più intense e dove la resistenza 
popolare sta
acquistando forza. Non è un caso che, gli arresti diffusi, i massacri, le 
torture e le altre
forme di repressione si verifichino ovunque le grandi aziende imperialiste 
hanno una
roccaforte.
Nei paesi industrializzati, i governi cercano di limitare i diritti 
sindacali attraverso
modifiche legislative, la rimozione o la limitazione dei diritti di 
contrattazione
collettiva, il diritto di sciopero, oppure anche il diritto di organizzarsi. 
Le nazioni ed i
popoli oppressi affrontano la brutalità scoperta della repressione dei 
lavoratori nelle sue
forme peggiori, veri e propri omicidi, torture, assalti agli scioperanti che 
formano
picchetti, scioglimento o dispersione violenta delle dimostrazioni, arresti 
illegali e
detenzione, minacce gravi, intimidazioni, sequestri e maltrattamenti 
inflitti ai leader, ai
membri, e ai sostenitori del lavoro dei sindacati e delle organizzazioni 
informali dei
lavoratori che sono impegnati attivamente nelle rivendicazioni legittime dei 
lavoratori.
Le forze di polizia praticano una violenza feroce contro i dimostranti, 
mentre i dirigenti
sindacali sono rinchiusi nelle carceri in Turchia. Nella prima metà del 
2008, Musa
Servi, Lega Internazionale della Lotta Popolare (ILPS) - membro del Comitato
Internazionale di Coordinamento, e segretario del Sindacato dei Lavoratori 
del Cuoio, è
stata arrestata due volte insieme ad altri 44 mentre stava organizzando i 
lavoratori della
Compagnia Desa che si stavano preparando allo sciopero. Estrema violenza è 
stata
praticata da parte della polizia turca antirivolta contro i sindacalisti che 
volevano
partecipare alla giornata del raduno dei lavoratori, il 1° maggio 2008. Si 
riporta l'arresto
di 530 manifestanti e il ferimento di 38 persone, ma i dati reali potrebbero 
essere molto
più elevati. La polizia turca ha utilizzato bastoni, pepe spray, gas 
lacrimogeni, gli idranti
con acqua colorata di rosso per disperdere la folla dei lavoratori e degli 
studenti che
cercavano di raggiungere piazza Taksim.
Nelle Filippine, i diritti dei lavoratori continuano ad essere violati in 
modo massiccio e i
sindacalisti e gli organizzatori dei lavoratori vengono uccisi nell'esercizio 
dei loro
diritti. Ci sono già 87 lavoratori vittime di omicidi politici dal 2001, 
cinque sono
dispersi e due dirigenti sono ancora detenuti. L'ultima vittima è Gerry 
Cristobal, un
dirigente sindacale e organizzatore della Samahang Manggagawa ng EMIYAZAKI
(Associazione dei Lavoratori in EMI-YAZAKI), che è stato vittima di 
un'imoboscata e
ucciso il 10 marzo di quest'anno, dopo essere sopravvissuto al primo 
tentativo di
omicidio, il 28 aprile 2006 a Cavite. Questo omicidio, come tutti gli altri, 
non è stato
oggetto di alcuna indagine.
78 sindacalisti sono stati uccisi tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2006 
in Colombia,
che ha il record mondiale più terribile in termini di repressione e di 
omicidi di
sindacalisti. Il settore più colpito è stato quello dell'istruzione, con 49 
sindacalisti
uccisi, seguito dal settore agricolo, con 9 sindacalisti assassinati. L'impunità 
resta il
principale ostacolo all'esercizio dei diritti sindacali in Colombia, visto 
il
coinvolgimento di gruppi paramilitari e di funzionari di sicurezza nazionale 
nella
maggior parte degli assassini degli organizzatori sindacali negli ultimi 
anni. Anche il
numero dei casi di intimadazione contro i sindacalisti colombiani è 
aumentato.
Esempi di repressione dei lavoratori si trovano in tutto il mondo, come l'arresto,
nell'aprile 2008, di oltre 600 lavoratori immigrati dal Pakistan, dall'India, 
dal
Bangladesh e dall'Afghanistan che stavano protestando contro la Compagnia
Multinazionale di Costruzione degli Emirati Arabi Uniti, che non dà loro lo 
stipendio da
tre mesi; oppure le settimane di scioperi nel novembre 2007 in Francia 
contro la riforma
delle pensioni e le giornate di rivolta scoppiate in risposta all'azione 
brutale della
polizia nelle periferie nei confronti della classe dei lavoratori; oppure 
gli oltre 16.000,
soprattutto donne, lavoratrici tessili in Swaziland, Sud Africa, in sciopero 
agli inizi di
quest'anno, precisamente nel mese di marzo, dove i manifestanti hanno 
marciato di
fronte alla polizia che stava usando bastoni e lacrimogeni e sono rimaste 
ferite almeno
una dozzina di persone. Ovunque i lavoratori manifestino forme collettive di 
resistenza,
la mano pesante della repressione è l'attacco feroce dello stato in difesa 
del sistema
moribondo e disperato che cerca di sopravvivere alla crisi cronica del 
crescente
disordine mondiale.
La Resistenza dei Lavoratori e la Giornata di Lotta Internazionale
Tuttavia, la crescente ondata di repressione dello stato contro i lavoratori 
non dimostra
la forza dell'imperialismo statunitense e del suo ruolo repressivo in tutto 
il mondo.
Piuttosto, esprime la sua debolezza, per la brutalità estrema a cui deve far 
ricorso allo
scopo di mantenere le sue ricchezze e il potere guadagnati con la rapina, e 
per far tacere
l'opposizione generale nei confronti della sua natura distruttiva. Dove la 
lotta sindacale
è solida e guadagna il sostegno dei lavoratori e della collettività, l'utilizzo 
dello stato
delle forze militari è più forte e più aggressivo.
Il 16 novembre 2008, dobbiamo dichiarare all'unisono, da tutti gli angoli 
del mondo, la
nostra assoluta indignazione contro gli attacchi rabbiosi che colpiscono 
duramente i
lavoratori. Contro i meccanismi repressivi e gli stati che li utilizzano di 
continuo contro
i dirigenti e i membri del sindacato nella Corea del Sud, arrestati e 
sottoposti a
perquisizioni fisiche all'ingresso del loro ufficio, nel mese di luglio di 
quest'anno,
contro l'arresto di Liliany Obando del FENSUAGRO (Unione degli Agricoltori) 
in
Colombia, l'8 agosto 2008, per i sei lavoratori incriminati per aver 
partecipato ad una
protesta contro i salari illegalmente bassi dei lavoratori delle fabbriche 
tessili in
Pakistan, per la negazione dei diritti democratici fondamentali dei 
lavoratori, della
libertà di espressione e di assemblea da parte del regime repressivo 
islamico, dobbiamo
rivendicare di porre subito fine alla persecuzione e all'intimidazione dei 
lavoratori e
degli attivisti sindacali.
In risposta alla risoluzione dell'ILPS - Commissione n° 5 (Commissione per i 
diritti dei
lavoratori), per dichiarare il 16 novembre Giornata Internazionale d'Azione 
Contro la
Repressione dei Lavoratori, esortiamo tutti i democratici, gli 
antimperialisti, le forze
progressiste e le persone amanti della libertà di tutto il mondo ad unirsi a 
noi il
prossimo 16 novembre 2008 per innalzare il nostro grido in nome della 
giustizia. Ci
aspettiamo di commemorare non solo i lavoratori martiri di Hacienda Luisita, 
ma tutti i
lavoratori vittime della repressione in tutto il mondo. Lasciate che lo 
spirito dei nostri
compagni caduti viva per ispirarne molti altri, perché riprendano la 
bandiera e non
l'abbandonino in tempi di avversità, ma piuttosto avanzino per portare oltre 
le
rivendicazioni dei lavoratori per la giustizia sociale, salari decenti, 
lavoro e mezzi di
sostentamento.
Che cosa potete fare
1. Organizzare un'azione di protesta in qualsiasi zona che ritenete 
possibile.
2. Organizzare un dibattito con la commissione per i diritti umani nel 
vostro paese dove
potete esprre direttamente la vostra preoccupazione riguardo l'estesa 
repressione contro
i diritti dei lavoratori.
3. Raccogliere dichiarazioni di organizzazioni che condannano la repressione 
dei
lavoratori e inviarle al vostro governo, alla vostra ambasciata oppure alle 
commissioni
per i diritti umani.
4. Mettere in rete le petizioni contro la repressione dei lavoratori.
5. Inviare un messaggio di solidarietà e/o un sostegno finanziario alle 
vittime della
repressione dei lavoratori e ai loro familiari attraverso l'ILPS - 
Commissione per i diritti
dei lavoratori.
6. Organizzare conferenze stampa, concentrandosi sulla questione delle 
violazioni dei
diritti dei lavoratori.
7. Organizzare forme diverse d'azione come l'accendere candele, la 
distribuzione di
volantini, forum e riunioni pubbliche, appendere striscioni oppure qualsiasi 
altra forma
d'azione che rientri nelle vostre capacità. 


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