[Redditolavoro] LUNGA LA STRADA PER GLI OPERAI LICENZIATI A MELFI...
frank ficiar
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Sat Oct 18 21:17:36 CEST 2008
E’ ancora lunga la strada per gli operai licenziati a Melfi.
E’ passato quasi un anno dai licenziamenti
illegittimi messi in atto dalla Fiat a Melfi e noi operai licenziati
non siamo ancora rientrati in fabbrica.
Nonostante i ricorsi siano
stati presentati, alcune udienze si siano tenute e alcuni procedimenti
d’urgenza si siano conclusi, nonostante in più occasioni i giudici
abbiano affermato che i licenziamenti riguardo al “ fumus boni iuris”
appaiono illegittimi, non si intravede all’orizzonte ancora quando
potremmo ritornare tutti in fabbrica.
E’ stato impugnato il mio
licenziamento e quello di Ferrentino tramite l’art. 28 (condotta
antisindacale), ma il giudice ha ritenuto che il sindacato FLMUniti-CUB
non avesse “il requisito della nazionalità” ed ha rigettato il ricorso
senza entrare nel merito.
E’ stato impugnato il licenziamento di
Passannante tramite l’art. 700 (procedura d’urgenza per sospendere i
provvedimenti prima del giudizio di merito, nel caso essi comportino un
danno irreparabile anche da un’eventuale sentenza a favore del
ricorrente). In prima istanza Passannante ha ottenuto il reintegro. La
Fiat subito dopo ha proposto appello e ha vinto e Passannante è ancora
fuori in attesa del giudizio di merito.
L’altro operaio, Miranda, ha
impugnato il licenziamento sempre per l’art. 700. In prima istanza la
CEVA (terziarizzata Fiat) ha vinto ed è stato rigettato il ricorso. Il
lavoratore ha proposto appello e ha vinto, ma non è ancora rientrato
sul suo posto di lavoro.
Addirittura la sua azienda in evidente
spregio del dispositivo del giudice che sanciva “di reintegrare”
l’operaio “immediatamente nel posto di lavoro occupato all’atto
dell’impugnato licenziamento” gli ha comunicato di essere stato
trasferito a centinaia di chilometri di distanza.
Perso il ricorso,
con l’art. 28, è stato impugnato il licenziamento mio e quello di
Ferrentino per “l’art. 414 con contestuale richiesta di emissione di
provvedimento cautelare ex art. 669” , cioè con richiesta di immediata
sospensione del provvedimento, ma i giudici hanno rigettato il ricorso
d’urgenza e non si capisce se e quando rientreremo in fabbrica.
Hanno
fissato le udienze di merito, con “tempi biblici”, la prima, che
riguarda me, si dovrebbe tenere a febbraio 2009, per Ferrentino
addirittura a luglio 2009.
Una cosa è chiara, ricorsi su ricorsi,
rinvii su rinvii, udienze su udienze, il tempo passa e noi operai non
rientriamo in fabbrica e la Fiat oggettivamente risulta favorita.
E’
quasi un anno che siamo stati buttati sul lastrico e la Fiat,
nonostante ciò, sostiene che non esiste il “requisito del periculum in
mora” cioè del danno irreparabile, perché, avendo percepito il TFR e
l’indennità di disoccupazione (indennità che si ha solo per i primi
otto mesi), possiamo sopravvivere per gli altri anni che ci vogliono
per concludere la causa.
La tesi della Fiat nella maggior parte dei
casi è stata accolta dai giudici di Melfi. Eppure la nostra condizione
è così evidente! Un operaio in media percepisce un reddito che non
arriva a 20 mila euro all’anno. Considerando i tempi già trascorsi (un
anno) e quelli che servono per affrontare il merito della causa (altri
anni), ad un operaio nei fatti gli si dice che può sopravvivere con una
manciata di euro al mese. Una assurdità, che però ha finora convinto i
giudici di Melfi.
Per noi operai licenziati, la strada per arrivare a sconfiggere la Fiat ottenendo il rientro in fabbrica è ancora lunga
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