[Redditolavoro] riceviamo ed inviamo: Un testo in antitesi

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Mon Oct 6 00:11:25 CEST 2008


Inviamo questo testo come SLAI Cobas per il sindacato di classe Ve/Pd avendolo ricevuto da SRP Veneto e non avendolo visto in alcuna newsletter di movimento invitando i compagni a farlo girare il piu' possibile per l'interesse che riveste.


Prendiamo spunto dal testo di presentazione del Noglobal per la tre giorni del 10-12 ottobre al "Rivolta".

Vogliamo farlo perché non ci saremo. Ma ci siamo se c’è da lottare senza programmini e nuovi termini che caratterizzano il potere di una frazione su un movimento che resisterà solo nella misura in cui sarà di classe ed antagonista, e che comunque c’è già ed è già ora imprevedibile !

L’invito al confronto sul terreno della lotta di classe senza soste né orticelli, che rivolgiamo a tutte le realtà di movimento, alle reti sociali e alle comunità in lotta, ai collettivi e ai singoli, muove da una semplice, ma impegnativa constatazione: dopo 180 anni circa di capitalismo, la previsione marxiana della estensione mondiale del modo di produzione capitalista si è data in forma visibile a tutti i proletari.
Partiamo dalla consapevolezza che la storia da che vi è stata la Comune di Parigi, non va a cicli, ma a salti e avanzate ed arretramenti nella lotta tra proletariato mondiale e borghesia multinazionale, che la storia è andata avanti, che delle trasformazioni che hanno intessuto questa storia i proletari con le loro lotte sono e sono stati e saranno i protagonisti VERI, e che già siamo tutti uniti, dal Nepal al Perù, dalle Filippine all’India, dal Bangla Desh all’Iraq, dall’Afghanistan alla Palestina, dalla Colombia al Messico, dal Brasile alla Spagna, dall’Italia alla Russia, dalla Svezia al Sud Africa, dalla Nigeria all’Australia, uniti da un comune interesse, di proseguire la lotta per il comunismo in questa fase tutt’altro che nuova visto che si è aperta nel 1991. Ma la profondità di tale passaggio che caratterizza la nostra contemporaneità rende necessario forse parlare di fine degli scalzacani della teoria nuova ad ogni stagione, in cui si sarebbero succeduti cicli diversi. Siamo all’anno 2008 dopo Cristo e di una sola cosa siamo certi: le ingiustizie del mondo dipendono dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e attraverso la lotta rivoluzionaria il proletariato rivoluzionario, i popoli e le etnie oppresse e le nazioni senza Stato, lottano per migliorarlo. 

Una prima specificazione è qui indispensabile: crisi generale del capitalismo non significa affatto una marcia indietro rispetto alla teoria marxista ed alla interpretazione della crisi come crisi da sovrapproduzione assoluta di capitale. La storia è fatta di avanzamenti ed arretramenti, ma il capitalismo ha un suo itinerario che scientificamente è dimostrato da 160 anni essere quello spiegato da Marx ed Engels, padri del comunismo scientifico. Ad essere messo in discussione non è certo l’insieme di interessi dei capitalisti multinazionali, ma la nostra vita, e la possibilità per la popolazione mondiale di aumentare di numero e qualità insieme, per l’egoismo sprezzante ed infame di chi ha e non è mai sazio. Anzi, la crisi è la costante da decenni: la sua estensione, la sua velocità, le sue stesse caratteristiche sono solo più drammatiche delle precedenti, come più drammatici e bestiali sono le aggressioni militari imperialiste. Di nuovo vi è sicuramente un insieme di forme che la crisi della borghesia multinazionale esprime senza sosta: crisi politica, crisi culturale, crisi sociale, crisi militare, alla quale i governi rispondono con interventi sempre più emergenziali ed isterici, che dimostrano che non vi è più nel capitalismo un “modello” che possa insegnare agli altri. La crisi è mondiale, e nel suo procedere la classe dirigente della trasformazione, il proletariato, non ha da prendere ordini da alcun teorema nuovo, ha solo da adeguarsi al presente con l’esperienza del passato, con il marxismo-leninismo-maoismo e la difesa della nostra ideologia proletaria. Il che vale per gli operai italiani come per gli operai immigrati.

Anche la definizione di "territorio" è un punto che vogliamo chiarire. Non vi è più nel nostro vissuto, un tranquillo paesaggio da conquistare per il futuro. Il capitale sta trasformando nella sua sete di plusvalore, ogni spazio in cemento e morte, in velocità ed azzeramento della natura. Da Engels in poi sono sempre stati i comunisti l’avanguardia delle lotte per l’ecologia. Non è certo il momento di lasciare ai traditori del proletariato, ai verdi pisello che han perso il colore per la forza reazionaria dei leghisti e della col diretti, un merito storico che non hanno. La lotta per l’ecologia è iniziata sempre dagli operai, a volte aiutati da medici ed avvocati coerenti al progresso sociale.

Dire che siamo all’anno 2008 non significa che ci sentiamo all’anno zero. Lo sconvolgimento dei traditori e dei revisionisti non ci riguarda. La teoria marxista-leninista-maoista affermava questa situazione da 25 anni prendendo offese da tutti gli zelanti professorini benpagati della Sorbona, ed oggi che si è concretizzata costoro ci vengono a ciarlare di “nuova situazione”. Più grave situazione, certo, non nuova.

Proponiamo e pratichiamo l’autorganizzazione di classe del proletariato e di tutti gli oppressi e sfruttati dentro un Fronte ampio di massa che permetta il confronto ma che lo pratichi a partire dalle lotte, che non siano né economiciste né parziali né moderate né espressione di orticelli.

Proponiamo l’unità, ma di classe.

Collettivo Comunista Maoista Mestre-Marghera-Mira

Per informazioni: www.guardareavanti.info

 





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