[Redditolavoro] 6 dicembre: appello alle lavoratrici, alle precarie, a tutte le donne

mfprpa mfprpa at libero.it
Sat Nov 29 10:27:42 CET 2008


APPELLO ALLE LAVORATRICI, DELEGATE, A TUTTE LE DONNE A PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 6 DICEMBRE A TORINO

per portare la denuncia del doppio attacco alle donne lavoratrici, alle donne precarie anche sul fronte della sicurezza, attualmente poco visibile anche quando, troppe poche volte, appaiono inchieste e denunce sulle
condizioni a rischio in cui le donne sono costrette a lavorare; così come viene volutamente tenuto nascosto il legame tra la condizione di precarietà che tocca gran parte delle donne e l'attacco alla salute e alla sicurezza.

La condizione di sicurezza, la tutela della salute nei settori a prevalente presenza femminile è purtroppo a livelli spesso da Terzo mondo, come da informazioni da Terzo mondo sono le morti delle lavoratrici, l'aumento delle
malattie delle lavoratrici a causa sia delle condizioni generali di lavoro ma anche del doppio lavoro - minimo le donne fuori e dentro casa lavorano 60/65 ore settimanali, non hanno la possibilità di riposarsi, con conseguente fatica, stress psicofisico pesante, salute a rischio, ecc.

Dall'agricoltura, dove qualsiasi statistica dimostra che le donne invecchiano prima; alle fabbriche e fabbrichette del tessile, in cui spesso ci sono problemi di difficoltà di respirazione a causa dei locali di lavoro, delle fibre dei tessuti lavorati, o problemi di elevato rumore; ai call
center, dove accanto si rischi fisici vi è il "tecnostress" (come lo ha definito il Giud. Di Torino Guariniello), ecc. ecc.

Anche nelle fabbriche "miste", come produzione auto, elettrodomestici, ecc. recenti inchieste hanno dimostrato che la condizione delle lavoratrici è peggiore, perchè oltre ad essere sottoposte come gli altri operai a movimenti ripetitivi, faticosi, di braccia, mani, di parti del corpo, che provocano malattie, invalidità; a causa dei ritmi di lavoro, della tensione, dei movimenti innaturali subiscono anche gravi conseguenze all'apparato riproduttivo, con disturbi sulle mestruazioni, rischi per la maternità, ecc.

OCCORRE CHE FACCIAMO USCIRE DAL SILENZIO QUESTO MORTE LENTA DELLE DONNE.

IL DOPPIO LAVORO CI STRONCA LA VITA, CON QUESTO SISTEMA DEI PADRONI FACCIAMOLA FINITA!

Per informazioni e partecipazione alla manifestazione di Torino: mfpr at fastwebnet.it - 3475301704 (Margherita)

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
22.11.08

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sotto l'appello generale della manifestazione nazionale

per adesioni scrivere a 6dicembre at gmail.com


6 dicembre 2007: strage di 7 operai alla ThyssenKrupp di Torino

6 dicembre 2008: non dimentichiamo tutte le stragi e morti sul lavoro

Il 6 dicembre di un anno fa un rogo sprigionatosi all'interno dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino faceva strage di 7 operai. Sette vite bruciate e sette famiglie lasciate nella disperazione.

Forte fu la commozione e l'eco in tutto il Paese. Le massime autorità dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Napolitano, dichiararono che avrebbero fatto l'impossibile affinché stragi come quella di Torino non fossero più avvenute.

Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall'agenda politica di governi e parlamenti, sostituita da quella – montata ad arte - della "sicurezza" nelle città, della psicosi dell'immigrato stupratore, rapinatore, pirata della strada o altro, dimenticando che secondo studi della stessa UE, le città italiane sono le più "sicure" d'Europa


Ma tant'è, si mandano forze di polizia e militari nelle città, ma non si fa un passo per garantire incolumità e sicurezza a chi vive di lavoro. La strage di Torino non è stata la prima e, purtroppo, non è stata l'ultima: i circa 4 morti al giorno nei luoghi di lavoro dovrebbero suonare come un sonoro schiaffo per qualsiasi società che abbia la presunzione di definirsi "civile". Ma in Italia no: qui non solo si continuano a varare provvedimenti assolutamente insufficienti, soprattutto dal punto di vista delle azioni di contrasto e di sanzione nei confronti delle aziende, come da quello dei poteri e delle agibilità degli RLS e degli ispettori INPS o INAIL (come il nuovo Testo Unico, Legge 81/2008), ma a questi si affiancano leggi e decreti come quello sulla detassazione degli straordinari (Legge 126/24 del luglio 2008), quello sulla deregolamentazione del mercato del lavoro (Legge 133 del 5 agosto 2008), la direttiva del Ministero del Lavoro che indebolisce i servizi ispettivi del ministero stesso e dell'INPS (settembre 2008), e, ultimo solo per tempo, il ddl 1441 quater, attualmente in discussione alla Camera, che vorrebbe sterilizzare i processi e legare le mani ai giudici del lavoro.

Il segnale è purtroppo molto chiaro: da un parte si continuano a garantire condizione di massima redditività delle aziende (cioè massimi profitti), dall'altra si aumenta la precarietà, si allunga l'orario di lavoro, si controllano di meno le violazioni in termini di sicurezza, diminuendo quindi la tutela della salute e dell'incolumità del lavoratore, così come di chi vive in città o quartieri vicini ad impianti industriali: ecco che, quindi, l'immigrato che lavora nel cantiere si trova nella stessa barca con l'operaio Fiat, con l'abitante di Taranto che respira le polveri tossiche dell'ILVA, o con il valsusino che rischia di morire di amianto se partiranno i lavori del TAV


Siamo stanchi di restare a guardare, spettatori/vittime di una macabra rappresentazione che coinvolge, direttamente o indirettamente tutti noi.

Il 6 dicembre saremo a Torino e sfileremo dalla Thyssenkrupp al Palagiustizia non solo per ricordare i nostri 7 compagni di lavoro morti nel rogo di un anno fa, reclamando giustizia in un processo che sta per entrare nel vivo, ma per ricordare tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno perdono la vita o subiscono gravi infermità perché qualcuno, per volersi arricchire sempre di più, li fa lavorare sempre di più, sempre più velocemente e in condizioni sempre più insicure.

Il processo Thyssen è giunto ad un grande risultato, senza precedenti nella storia della giurisprudenza italiana: i lavoratori vengono ammessi dal Gup come parte lesa e quindi riconosciuti come parte civile in un processo contro i sei dirigenti della multinazionale tedesca  per il rischio che hanno occorso a lavorare in un'azienda (peraltro già chiusa), così come purtroppo ha colpito i nostri cari sette compagni in quella tragica notte. Ma sappiamo che questo non basta:  siamo coscienti che sarà possibile invertire questo drammatico corso di sangue e di morte (una "guerra" che fa più vittime della guerra in Iraq o delle guerre di mafia) solo se riusciremo ad affermare un punto di vista, che è chiaramente, senza se e senza ma, quello di salvaguardare la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e comunque gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza ambiguità da che parte stare, ossia dalla nostra parte, con orgoglio e dignità, quella di chi lavora.

Un corteo che fa anche appello al movimento studentesco e dei lavoratori e lavoratrici della scuola perchè partecipi e lo sostenga, così come tutta la Rete nei suoi organismi e nei suoi singoli partecipanti sostiene la giusta lotta degli studenti e dei lavoratori della scuola contro gli stessi nemici


Per questo facciamo appello ai lavoratori, a tutte le organizzazioni sindacali, alle associazioni dei familiari, ai medici e ai giuristi sinceramente democratici, agli ispettori del lavoro, dell'INPS e dell'INAIL, ai giornalisti coscienziosi, ai giovani e agli studenti che in queste settimane stanno difendendo il loro futuro, a partecipare e a sostenere questa manifestazione. Perché se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno al nostro posto.

Torino il 6 dicembre 2008 – Manifestazione con concentramento di fronte allo stabilimento ThyssenKrupp, Corso Regina Margherita 400, ore 09.30 

Associazione LEGAMI D'ACCIAIO (ex-operai ThyssenKrupp e familiari delle vittime)

RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

bastamortesullavoro at domeus.it per comunicazioni rapide





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