[Redditolavoro] Rogo Thyssen, sei rinvii a giudizio
clochard
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Thu Nov 20 11:44:39 CET 2008
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From: bastamortesullavoro
To: bastamortesullavoro
Sent: Wednesday, November 19, 2008 10:03 AM
Subject: Fw: Rogo Thyssen, sei rinvii a giudizio
TRAGEDIA THYSSENKRUPP:
SE LA TESI DI OMICIDIO VOLONTARIO VERRA' CONFERMATA NEL CORSO DEL PROCESSO, DIVENTERA' UN RIFERIMENTO GIURIDICO PER TUTTI GLI "OMICIDI SUL LAVORO";
INUTILE SOTTOLINEARE CHE QUANTO E' ACCADUTO A TORINO E' IRREPARABILE;
MA DA QUESTA IMMANE TRAGEDIA POTREBBE SCATURIRE UNA SENTENZA CHE CAMBIERA' IL MODO DI CONSIDERARE LA VITA UMANA E LA SUA DIGNITA';
PURTROPPO BASATO SOLO SULLA PAURA DELLE SANZIONI E NON SUL DOVEROSO RISPETTO ETICO, MORALE E CIVILE PER I LAVORATORI, LA LORO SALUTE E LA LORO INCOLUMITA';
Rogo Thyssen, sei rinvii a giudizio
L'amministratore delegato dovrà rispondere di «omicidio volontario» Guariniello: «Una sentenza storica»
TORINO
Rinviati a giudizio tutti e sei i dirigenti imputati per il rogo della Thyssenkrupp, dove il 6 dicembre 2007 a Torino morirono 7 operai. Non solo: il gup Francesco Gianfrotta ha accolto le richieste di accusa della procura rinviando a giudizio con una decisione storica l'amministratore delegato per l'Italia Harald Espenhan per omicidio volontario con dolo eventuale, e per omicidio colposo e omissione dolosa di cautele anti infortunistiche i cinque dirigenti Marco Pucci, Gerald Pregnitz e Giuseppe Salerno, responsabili a vario titolo dello stabilimento torinese, Daniele Moroni, dirigente di Terni, e Cosimo Cafueri, responsabile del servizio prevenzione e protezione dai rischi. Lo conferma Barbara Porta, uno dei legali di Antonio Boccuzzi, l'operaio rimasto ferito nell'incendio della linea 5 dello stabilimento torinese. L'udienza è fissata per il 15 gennaio 2009 alle 9 in corte d'Assise, dove per la prima volta approderà un processo per morti bianche.
Il gup, dopo un'udienza di quattro ore e mezza e circa due ore e mezzo di camera di consiglio ha preso una «decisione storica», non accogliendo la linea difensiva degli imputati tesa a negare il dolo, bensì sposando la linea della procura anche e soprattutto sulla contestazione del dolo eventuale: per la morte di Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi, i sei dirigenti verranno ora giudicati da una Corte d'Assise e l'amministratore delegato del gruppo Thyssen Italia Harald Espenhahn dovrà rispondere dell'accusa di omicidio volontario, con dolo eventuale.
Per la prima volta, come ha sottolineato Guariniello, una procura chiedeva il rinvio a giudizio per omicidio volontario per morte sul lavoro, per la prima volta oggi c'è stato un rinvio a giudizio per omicidio volontario per morte sul lavoro e per la prima volta una corte di Assise, ovvero due magistrati togati e giudici popolari, giudicherà per morte sul lavoro.
Non solo il gup ha accolto anche la richiesta di rinvio a giudizio dell'azienda come persona giuridica per illeciti amministrativi connessi alla mancata adozione di cautele antinfortunistiche chiesto dalla procura perché i comportamenti dei manager coinvolti sono stati nell'interesse e a vantaggio della società. Guariniello per sottolineare questo punto ha anche citato la sentenza della Cassazione su Porto Marghera, ricordando che produttività e profitto di un'azienda non possono mai far cedere la sicurezza sul lavoro.
La procura di Torino - con i pm Laura Longo e Francesca Traverso, e l'aggiunto Raffaele Guariniello - aveva preso questa decisione forte con convinzione. Anche oggi in aula Guariniello mostrando i risultati delle indagini preliminari, con slides, documenti, mail interne e della casa madre tedesca, perizie assicurative, i verbali delle testimonianze dei dipendenti, ha voluto ribadire come i vertici dell'azienda sapessero della necessità di dotare la linea 5 di impianti adeguati di sicurezza, ma di aver voluto posticipare l'adozione di queste misure al trasferimento previsto dell'impianto da Torino a Terni e avessero accettato il rischio della tragedia.
Per questo le richieste dell'accusa erano pesanti e prevedevano il dolo eventuale, ovvero la volontarietà sotto il profilo dell'accettazione dell'evento. Dolo sempre contestato da Maurizio Anglesio, Cesare Zaccone e Ezio Audisio, i legali degli imputati, che oggi nelle contro repliche, così come già nelle udienze del 27-28 ottobre, hanno ribadito: non c'è il dolo, i presupposti della condotta dolosa sono insussistenti, sostenendo anche che ad esempio le presunte indicazioni dei periti assicurativi su impianti antincendio automatici non riguardavano la linea 5 e soprattutto che mai la casa madre sostenne la necessità di adottare sulla linea queste misure, e tanto meno posticipandole al trasferimento dell'impianto a Terni. Obiettivo della difesa, soprattutto per l'ad della Thyssenkrupp Italia Espenhahn su cui pesa l'accusa più grave, era passare dal dolo alla colpa e così dal dibattimento e giudizio della corte di Assise - composta da due giudici togati e sei giudici "popolari" ovvero semplici cittadini - al giudice monocratico.
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