[Redditolavoro] Fw: thyssen/casa pound

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Wed Nov 19 10:11:21 CET 2008





pag 23 SOLE 24 ORE DEL 18 NOV 2008

........la morte dei 7 operai ha coinvolto così profondamente Torino da rendere del tutto normale che la solidarietà ai lavoratori giunga da ogni parte. Così il blocco studentesco e casa pound apprezzano il rinvio a giudizio "contro i vertici di una multinazionale attenta solo al profitto e non alle persone" .....


una solidarietà di cui facciamo a meno....

come operai prendiamo le distanze dalla falsa solidarietà del blocco studentesco e casa pound realtà politiche impegnate a propagandare fascismo che da sempre nella storia è stato al servizio dei padroni e quindi da sempre contro le lotte operaie, popolari e proletarie, dagli assalti ai picchetti degli scioperi alle bombe e stragi e oggi nelle manifestazioni studentesche....

chi semina odio razziale è nemico giurato degli operai che al contrario sono una classe che non ha nazione e che è sfruttatata in ogni paese dagli stesssi padroni

per concludere questa dichiarazione: "contro i vertici di una multinazionale attenta solo al profitto e non alle persone"  dimostra la illusione 
del corporativismo-fascista di conciliare gli interessi antagonisti tra operai e i padroni che avrebbaro la stessa missione :

      « Chi dice lavoro, dice borghesia produttiva e classi lavoratrici delle città e dei campi. Non privilegi alla prima, non privilegi alle ultime ma tutela di tutti gli interessi che armonizzano con quelli della produzione e della nazione »  (Dal discorso pronunciato in parlamento il 16 novembre 1922 da Benito Mussolini) 

      ma è proprio per la corsa alla produzione ad ogni costo che fa arricchire sempre più i padroni italiani che si uccidono gli operai ogni giorno 
      infatti è prorpio quello che loro vogliono difendere che noi operai vogliamo abbattere quello che ci fa mantenere schiavi salariati..... 
      



buon sangue non mente thyssen and krupp:


Nel 1933 Gustav Krupp, il proprietario delle acciaierie Krupp, finanziava generosamente il partito nazional-socialista tedesco e la sua ascesa al potere. Negli anni successivi la Krupp guida il riarmo della Germania, sviluppando il famigerato cannone antiaereo da 88 cm ed i primi panzer con motore diesel ma soprattutto continua a guadagnare e sguazzare nel terzo reich. Alla fine della II Guerra Mondiale si scoprì poi che Herr Alfried Krupp affittava direttamente dalle SS prigionieri politici a 4 marchi al giorno. I giudici del processo di Norimberga infatti lo condannano per uso ed abuso assassino di lavoro forzato a 12 anni di carcere ed alla cessione del 75% degli averi di famiglia. A riprova ulteriore che i processi siano un mero esercizio di potere, la condanna nei confronti dell’ariano Alfried non viene eseguita e l’ultimo Krupp in ordine di tempo ritorna al comando dell’azienda di famiglia. Nel 1999 il gruppo Krupp si fonde con le acciaierie di un’altra dinastia tedesca di aperti sostenitori della dittatura nazista: i Thyssen. Un mese fa, a Dicembre 2007 il valore finanziario del gruppo Thyssen & Krupp per nulla scalfito dal massacro di 7 operai a mezzo di olio rovente era di 23 miliardi di euro. La salda tradizione famigliare del profitto a tutti i costi e non certo la mancanza di soldi permette a questi lugubri personaggi di fottersene delle norme sulla sicurezza è come domandare l’applicazione delle norme 626 a chi costruisce campi di sterminio........






 *  Cronache

l’Armata Rossa era a pochi chilometri da Rechnitz ma arrivò a massacro 
compiuto
Il terribile segreto della contessa Thyssen Un festino nazista con 
strage di ebrei
Il 24 marzo del ’45 nel castello austriaco furono uccise 200 persone

BERLINO — Ci sono storie che, come i peggiori fantasmi, restano 
nell’aria per decenni. Poi, all’improvviso, si materializzano e lasciano 
senza fiato. Questa è una di quelle. La notte tra il 24 e il 25marzo 
1945, le truppe dell’Armata Rossa erano a 15 chilometri dal castello di 
Rechnitz, sul confine tra Austria e Ungheria, residenza di Margit 
Thyssen-Bornemisza, maritata al conte Ivan Batthyany. Che il Terzo Reich 
fosse al crollo era chiaro, ma gli dei caduti erano più sprezzanti e 
mostruosi che mai. Margit organizzò l’ultima festa: 40 persone, tra 
Gestapo, SS e giovani nazisti. Fino a mezzanotte, balli, vino, liquori. 
A quel punto, però, serviva qualcosa di speciale che potesse fare 
ricordare quei momenti cruciali. Franz Podezin, un amministratore della 
Gestapo che aveva anche una relazione sessuale con la 
Thyssen-Bornemisza, prese l’amante e una quindicina di ospiti, li armò e 
li accompagnò a una vicina stalla.

In alcuni locali del castello, erano ospitati (in condizioni tremende) 
circa 600 ebrei che avevano il compito di rafforzare le difese della 
zona e Podezin ne aveva presi 200, non più in grado di lavorare, e li 
aveva portati in quella stalla. Raggiuntala assieme agli ospiti li 
invitò a sparare «a qualche ebreo». Cosa che i pazzi ubriachi fecero 
dopo avere fatto denudare le vittime. Un massacro. Un certo Stefan 
Beiglboeck, la mattina dopo, ancora si vantava di averne massacrati sei 
o sette amani nude. Tutti morti, tranne 15 che dovettero scavare le 
fosse e che il giorno successivo furono ammazzati a loro volta. I 
sovietici arrivarono pochi giorni dopo, il 29 marzo, e il 5 aprile 
compilarono un rapporto nel quale dicevano che «in tutto sono state 
trovate 21 tombe» ciascuna delle quali conteneva dai dieci ai dodici 
corpi. «Apparentemente — aggiungeva — sono stati colpiti con bastoni 
prima di essere uccisi» con armi da fuoco. Il documento fu ritenuto 
propaganda comunista e dimenticato.

Poi, negli Anni Sessanta, alcuni processi per stabilire i fatti finirono 
in nulla dopo l’omicidio di due testimoni chiave. Un giornalista 
austriaco, negli Anni Ottanta, abbandonò un’inchiesta dopo avere 
ricevuto minacce. E una registrazione inviata alla tv viennese Orf, 
nella quale una vecchia testimone oculare raccontava la sua storia, andò 
perduta. Margit Thyssen-Bornemisza scappò in Svizzera, dove il padre 
Heinrich aveva vissuto durante la guerra—a villa La Favorita di Lugano — 
e da dove aveva diretto le forniture di acciaio emunizioni che le sue 
fabbriche garantivano al Terzo Reich. Morì nel 1989, mai perseguita, 
dopo essere tornata sul luogo del massacro, per una battuta di caccia. 
Questo è il terribile segreto dei Thyssen-Bornemisza così come lo ha 
ricostruito e raccontato David Litchfield, un autore inglese, qualche 
giorno fa sull’Independent di Londra e, ieri, sulla Frankfurter 
Allgemeine Zeitung, probabilmente il giornale tedesco più autorevole.

E qui sta la parte interessante dello sviluppo che potrebbe avere la 
storia: per la prima volta, in Germania si parla apertamente di una 
vicenda che tocca il cuore della famiglia Thyssen, una delle più famose 
e ricche d’Europa, industriali, collezionisti d’arte e jet-set di prima 
fila. Che la dinastia si fosse arricchita con le forniture militari 
durante la prima guerra mondiale e poi durante il nazismo è cosa nota 
anche se poco raccontata. Ora, però, le accuse arrivano direttamente in 
casa, in Germania. Ed è quella notte del marzo 1945 che può diventare il 
tragico fantasma dei Thyssen-Bornemisza.

Danilo Taino
19 ottobre 2007

http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_19/festa_nazista.shtml


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