[Redditolavoro] In memoria di "Francone" Coppini

Dario.mariani dario.mariani at email.it
Thu May 29 22:49:50 CEST 2008


Scompare "Francone" ma non la sua forza

Ognuno ha la sua storia e nella nostra c’è quella di Franco
Coppini. Non si capisce mai se è il caso o la necessità a
condurci accanto a certe persone, a farcele conoscere, per condividere con
esse ciò che ha trasformato le nostre stesse vite in pagine viventi
di storia. Così è per Francone, ce lo siamo visto a un certo
punto accanto, come lui ha visto noi.Storie e caratteri diversi, che a un
certo punto si intrecciano e vanno a formare insieme il tessuto,
l’ordito di una storia più grande. A volte nella storia umana
la necessità può presentarsi per puro caso.Ma la
necessità più ferrea può anche presentarsi sotto le
spoglie della più pura libertà di scelta. Questo accade quando
per un ragazzo, per una ragazza - quale noi eravamo quando ci siamo
incontrati - la libertà diventa una necessità assoluta, ferrea
legge e forza della storia che ci spingeva sulla stessa strada, sulla stessa
barricata. Quando lo abbiamo visto ci è sembrato di averlo
semplicemente re-incontrato. Un volto, una voce della nostra infanzia, di
tutta la nostra storia, presente, passata e futura.L’incontro con
Francone non ci ha mai delusi. Avevamo bisogno della sua forza,
intelligenza, tenacia, costanza, caparbietà e della sua fiducia, e
lui ce le ha date senza risparmio. Avevamo bisogno della sua ironia
sferzante, canzonatoria, del suo affetto, della sua bontà di gigante
dei sentimenti autentici e dell’autentico antagonismo, e qualcuno
può dire di non averlo visto sempre scaricarcele a piene
mani ?Il capitalismo chiude e blocca la coscienza degli individui
dentro a una serie di barriere sociali, culturali, economiche difficilmente
superabili. Ci vuole lo slancio libertario e liberatorio di una generazione
per tentare di scavalcarle. Con Francone, molti di noi qui hanno fatto parte
di una di quelle generazioni. Pure, Franco Coppini ha davvero rappresentato
meglio di tutti noi, nella sua figura umana, la possibilità e la
capacità di un lavoratore, di una lavoratrice di liberarsi di quei
limiti, di quei condizionamenti imposti, per assurgere all’autonomia
del proprio pensiero, delle proprie scelte individuali e del proprio agire
sociale. I condizionamenti agiscono fin nel profondo delle viscere, non si
presentano solo nella forma del ricatto economico, ma anche in quella della
paralisi psicologica, dei luoghi comuni mentali, culturali.A Francone non
sfuggivano questi aspetti ; come semplice lavoratore li aveva vissuti e
combattuti anche dentro di sé. Per questo sapeva sempre come
rivolgersi a chi vi lavorava accanto, qui al Policlinico e ovunque, per
spronarlo al ragionamento e all’azione. E gli altri coglievano questa
testimonianza fisica, e la sua vitalità e forza erano
l’espressione materiale stessa di questa liberazione e autonomia della
coscienza individuale dentro la più vasta trama della storia politica
e sociale.Se c’è un’immagine umana netta che abbia
rappresentato l’esperienza dell’Autonomia Operaia al
Policlinico, nella sanità, nei quartieri proletari di Roma, a livello
nazionale, siamo certi che è proprio quella di Francone.Si possono
dire tante belle parole, ma la verità è che senza tutto
ciò che Franco Coppini ha messo in gioco di se stesso, la nostra
esperienza non avrebbe avuto la forza che ha avuto. Noi lo sappiamo e per
questo ci riesce difficile esprimere adeguatamente quello che Franco ha
rappresentato individualmente per ognuno di noi e collettivamente nella
nostra vicenda umana, sociale e politica. È così fortemente
radicata in noi la sua presenza che non sarà certo la lontananza e la
morte a dileguarla. La sua non è la scomparsa dalla certezza della
nostra ragione.Non è cenere, non è polvere ciò che egli
ci lascia, ma tutto il suo corpo : le sue gambe per camminare, la sua
testa, la sua mente, come in quegli anni, per pensare, certo anche per
dubitare, ma sempre per ragionare con quella lucida e caparbia passione
politica che ci ha accomunato. Ciao, Francone. Non avremmo neanche bisogno
di ricordarti, perché visibilmente o invisibilmente sei sempre
accanto a noi.***Gli amici e compagni di "Francone" 
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