[Redditolavoro] illy e la pensione

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(lm) Riccardo Illy quando ...

Trieste

(lm) Riccardo Illy quando smetterà di lavorare si godrà anche la pensione 
riservata ai consiglieri regionali, spettante al compimento del sessantesimo 
anno di età. E' notizia di ieri, infatti, che l'ex governatore ha fatto 
richiesta di contribuzione volontaria per poter godere del vitalizio 
spettante a coloro che abbiano svolto per almeno cinque anni il mandato di 
consigliere regionale.

Eletto nel giugno del 2003, all'imprenditore del caffè mancano ancora due 
mesi di contributi per coprire l'arco minimo di tempo sufficiente a 
percepire la pensione. Nell'inverno scorso, infatti, aveva scelto di 
dimettersi dalla carica in anticipo rispetto alla scadenza naturale del 
proprio mandato, per consentire, il 13 e 14 aprile scorsi, l'election day in 
Friuli Venezia Giulia.

Da qui la sua scelta di inoltrare all'Ufficio di Presidenza del Consiglio la 
domanda, come previsto dalla le\gge, per il pagamento dei contributi dei due 
mesi mancanti.
Quando compirà sessant'anni, quindi, anche lui alla pari dei colleghi potrà 
percepire il vitalizio che ammonta a circa 2.000 euro lordi al mese.

La sua decisione ha suscitato tra i consiglieri regionali ieri riuniti a 
Trieste per discutere e votare la fiducia al successore di Illy, Renzo 
Tondo, più di qualche perplessità. Questo in considerazione del fatto che 
l'ex presidente triestino aveva dichiarato anche in campagna elettorale che 
in caso di sconfitta non sarebbe rimasto seduto in Aula tra i banchi 
dell'opposizione, non avendo necessità di percepire indennità pubbliche per 
vivere in virtù della propria attività imprenditoriale.
«Mi stupisco che Illy, dopo aver snobbato l'assemblea regionale per cinque 
anni, non abbia perso tempo a chiedere di usufruire del vitalizio - ha 
commentato il consigliere regionale del Pdl Paolo Ciani - Non ho neppure 
gradito la sua scelta di non presentarsi in Consiglio nemmeno nella seduta 
di insediamento della nuova amministrazione, dimettendosi senza voler 
commentare nulla, mancando in primo luogo di rispetto ai cittadini che 
l'hanno comunque votato».

Ma c'è anche chi l'ha difeso ricordando che, avendo versato i contributi per 
58 mesi, sarebbe stato uno spreco rinunciare a quanto gli spetta di diritto 
alla pari di chiunque altro abbia svolto lo stesso incarico.

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