[Fwd: [Fwd: [Redditolavoro] sui "mutanti" da marku per Marco]]
Marco Paquola
marco.paquola at unito.it
Wed May 21 16:50:28 CEST 2008
scusa non ho risposto perché non ho ricevuto il tuo messaggio su
reddito-lavoro. Non so il motivo ed escludo al 99,99% di averlo
eliminato per sbaglio. Il messaggio me lo ha girato ora mio fratello.
Comunque ritengo mancanza di rispetto non dare conto al tuo chiarimento
e dunque, anche se brevemente, rispondo.
E' evidente che abbia confuso il tuo intervento. Mi spiace perché i
commenti, avendo attribuito un certo senso alle tue parole attraverso i
concetti di Anna, sono ovviamente diversi da quelli che sarebbero stati.
I tuoi chiarimenti risolvono in parte la questione, che in parte
condivido. Restano, tuttavia, ancora alcune perplessità. Sinteticamente
e senza ordine:
Mi sembra che mettere assieme il concetto di classe in senso marxista
con quello di classi sociali rischi di rendere poco chiaro il tuo
ragionamento e che ti faccia dire cose che probabilmente non pensi.
Altra cosa
verissimo, per me, che le divisioni sul piano sociale si siano disperse,
sfumate ai bordi. Che parti del proletariato si siano imborghesite. Il
fatto che strati sociali ed economici anche abbastanza bassi, p. es.,
abbiano investito in strumenti finanziari, abbiano perso il senso di
appartenenza, abbiano illusoriamente perseguito un modo di vivere
borghese lo conferma.
Tutto questo mi sembra vero, però, per quello che riguarda i paesi più
ricchi. Il "centro" del sistema capitalistico. Ma non si può ripetere lo
stesso ragionamento per le periferie. Non solo: per lo stesso centro
occorrerebbero specificazioni. Perché il centro è fatto da "Centro" e
zone periferiche.
Secondo me quello di generalizzare è un errore comune. Si parla di
solito di deindustrializzazione, di mutamenti sociali o di tendenze
politiche come se ci si riferisse a tutto il mondo. Come se realmente
esistesse il "villaggio globale" nel senso di McLuhan. In realtà ci sono
paesi che vivono una fase di forte industrializzazione. Vedi l'India
tanto per citarne uno. Fa veramente ridere sentir parlare di
postindustriale come se le condizioni economiche, sociali e "storiche"
fossero comuni a tutti i paesi. In realtà ci sono zone che addirittura
sono sfasate storicamente ripetto ad altre. E alle democrazie borghesi
fa molto comodo. Possono sbandierare regole di mercato come se realmente
fossero il prodotto di una civiltà superiore o addirittura come se nei
fatti realmente esistessero. In realtà ciò che accade in Cina accadeva
pochi decenni fa nei paesi occidentali. Quel che impedisce ai nostri
capitalisti locali di avvelenare (palesemente?) giocattoli con vernici
immediatamente devastanti è semplicemente un feroce "meccanismo" di
concorrenza che farebbe sparire quell'impresa e non il risultato di una
coscienza superiore. Detto in modo molto stringato.
Direi che una cosa che, anzi, dimostra il contrario di una fase storica
di deinstruliazzazione è che il prodotto mondiale dell'industria è
aumentato ed è sempre in aumento rispetto al passato. Dunque quel che è
vero in un certo spazio geografico (Torino non è più la Detroit
italiana) non lo è a livello globale e quel che conta è appunto il
livello quantitativo totale.
Chiarisco ancora un punto
Le classi di cui parla Marx non sono classi sociali e vanno riferite
alla logica dei rapporti di produzione. Questo è un punto su cui insisto.
la forza lavoro, nei rapporti di produzione capilalistici, continua a
vendere il proprio lavoro (ieri, oggi e continuerà domani). Questo non
può essere diverso da quel che è. Altrimenti ci troveremmo in un tipo di
sistema diverso. Mi pare che per ora quello resta. Saremo anche in una
fase terminale, ma questi sono i rapporti di produzione. Certo questo
tipo di sistema borghese e capitalistico genera una certa organizzazione
sociale che può cambiare alcune caratteristiche. La morale comunemente
accettata p. es., ma non è il capitalismo in quanto rapporti di
produzione che è cambiato. Dunque possono cambiare le classi sociali, ma
non la logica dei rapporti, pur se è vero che l'idividuo (in quanto
singolo), potendo far parte di gruppi diversi, ha una rete di rapporti
ben più complessa (non solo in senso di rapporti con altri singoli) di
quella che poteva essere un secolo fa.
Saluti
-------- Messaggio Originale --------
Oggetto: [Fwd: [Redditolavoro] sui "mutanti" da marku per Marco]
Data: Wed, 21 May 2008 14:09:57 +0200
Da: Giovanni Paquola <giovanni.paquola at unimi.it>
A: Marco Paquola <marco.paquola at unito.it>
-------- Messaggio Originale --------
Oggetto: [Redditolavoro] sui "mutanti" da marku per Marco
Data: Sat, 17 May 2008 08:34:32 +0000
Da: marku at inventati.org
A: redditolavoro at ecn.org
>Marco
nel leggere il post di anna che rispondeva
ad altra mail , non ti sei accorto che alcuni concetti erano suoi
mentre gli ultimi due, quelli schematici, erano i miei,
scusa se sono stato didascalico, ma è il mio modo di scrivere
che è fatto di getto così praticamente a braccio,
infatti dette così quelle cose appaiono, e sono,
più come slogan che concetti concreti e quindi provo a spiegarmi
rimanendo comunque schematico
la lotta di classe era speculare all'esistenza di classi bene definite
> > il proletariato
> > la borghesia
> > il padronato
> > che a me paiono essersi sfarinate tra il 68 ed il 77
avrei voluto dire che nel periodo prima del 68
esistevano tre categorie ben distinte
facilmente riconoscibili anche ad occhio
dove il ruolo sociale ben definito
dava un senso di appartenenza
Per cui il proletariato era in una fase cosciente ed organizzata
di attacco alle altre due classi che rappresentavano, e rappresentano,
la conservazione e la reazione
tra il 68 ed il 77 e post 77 è avvenuto il più grande attacco
del proletariato, cui si unirono frange giovanili e progressiste delle
altre due classi, alle basi prima culturali e poi sociali
dell'ordine cosiddetto borghese, con una forza politica e poi anche
militare
intensa, precisa e lucida, anche se chiaramente plurale e ondivaga
sia negli uomini che negli obiettivi.
Se la reazione con il decisivo appoggio delle false e traditrici sinistre
borghesi e del sindacato degli apparati, stataliste e istituzionaliste, sul
piano culturale è stata costretta ad avanzare su posizione enormemente
più aperte e progressiste, avendo poi vinto sul piano militare ha
conservato il potere economico (dovendo però cedere a larghe concessioni
sia sul piano dei diritti sindacali, salariali e di tutela del lavoratore
sia dentro che fuori dal posto di lavoro)) e con esso la supremazia storica
sul piano politico.
Ma la reazione non dorme e non russa, avendo oramai fagocitato la
cosiddetta sinistra istituzionale ed essendosi i sindacati essi stessi
trasformati in centri di potere prima economico e poi politico, li ha usati
e li usa per riprendersi ciò che aveva dovuto concedere per non essere
travolta
(ciò che non è mai cambiato è purtroppo il fattore che la ricchezza è
di per sè disumana e accumulatrice,
si ciba di carne umana, e nelle cicliche e ricorrenti crisi accentua ancora
di più i suoi estremismi chiamando la rapina mercato globale e la guerra
lotta al terrorismo)
e' quindi per me chiaro che certo le classi sociali esistono
anzi tendono progressivamnete a strutturarsi in modalità precedenti
a quelle del 68 infatti così continuando l'attacco alle garanzie
reddituali
tra poco sarà possibile distinguere di nuovo ad occhio
il proletario da come si veste, cosa mangia, chi e dove frequenta
la scuola che frequenta, dove si cura etc etc etc
tutto questo come ben vedi la reazione lo sta veicolando verso il fattore
insicurezza ed
il razzismo, per cui oramai viviamo assediati di brutali omicidi in tutte
le salse e di invasori
più straccioni che poveri che vanno ad infettare le nostre felicissime
periferie strapiene di
precari felici e vincenti e monnezza a go go
> ma come capite siamo agli albori della formazione di nuove classi
sociali
storicamente è normale che una classe sociale non si forma e non prende
coscienza di sè
se non dopo un certo lasso di tempo che io per primo non so assolutamente
quantificare
quindi di garantiti e non garantiti
ribadendo che la lotta di classe potrà strutturarsi solo quando i non
garantiti
(CHE CHIARAMENTE NON SONO SOLO GLI OPERAI)
saranno un numero sufficiente a se stesso
e prenderanno coscienza di quello che sono e del ruolo che il sistema
capitalista gli assegna
nel ciclo produttivo consumistico
Ci stiamo arrivando, siamo lì
leggo anche in lista nuova coscienza
nuovo ribellismo
la sinistra marcia e radikale è scomparsa
se riusciamo ad avviare la destrutturazione
(parlo di semplicisssima disdetta sindacale)
della marcia triade paramafiosa
con le sue inestricabili contraddizioni economico/politiche
(infatti soprattutto tra gli operai c'è ancora chi pende dalle labbra dei
rinaldini
o burocrati di questa specie)
e si passa all'autorganizzazione e all'azione diretta
vedrete che la stagione delle lotte sarà feconda
e portatrice di quella radicalità di obiettivi che è l'unica strada
percorribile da chì si ribella alla fame, all'ignoranza ed alla guerra
e chiedo solo e soltanto giustizia sociale universale
saluti
-------- Original Message --------
Subject: Re: R: [Redditolavoro] sui "mutanti"
Date: Fri, 16 May 2008 15:50:57 +0200
From: Marco Paquola <marco.paquola at unito.it>
To:
non intendo essere duro, permettimi però qualche osservazione sparsa
Intanto mi sembra di capire che tu abbia frequentazioni teoriche con un
certo tipo di letture
ad es. Timothy Leary e Arthur Kroker è un'ipotesi eh...si capisce dai
concetti che esprimi confortata dal fatto che hai una certa
dimestichezza con l'informatica e la cybercultura
Ora, dico una cosa - citali! - Cosa c'è di male? Questi signori hanno
una certa visione del mondo che tu condividi e fin lì può andare bene.
Ma non pretendere che quella sia una verità incontrovertibile! Siamo
alle prese con la stessa storia di Tony Negri e del suo Impero. Qualche
tempo fa sembrava che questo signore avesse svelato la verità eterna. Ci
sono state su questa lista chilometriche dissertazioni e pareva che
quelli che non condividevano quelle teorie fossero dei, in ordine:
trogloditi, reazionari, decerebrati, privi di coscienza storica ecc.
ecc. Ora arrivi tu e sembra che questa lista sia frequentata da quelle
stesse categorie. E mi fermo.
Un paio di osservazioni nel merito. Siccome richiederebbe troppo tempo
un'analisi sistematica delle tue affermazioni pesco un po' nel mucchio.
nella società sta avvenendo un
cambiamento biologico
che vuol dire? Allora - la "società" non è un organismo materiale,
fisico. Mi spieghi come può esserci un cambiamento biologico? Sarebbe
ancora più strano che questo avenisse per mezzo di una volontà (Il
Potere. Quale?). A meno che non esista un "dio sociale". Sappiamo che le
mutazioni biologiche avvengono più o meno casualmente. Ma
tralasciamo...non parliamo di mutageni e via di questo passo. Non è il
contesto giusto. Mi starebbe bene se tu avessi definito una metafora e
in quel contesto le "mutazioni biologiche" avessero un parallelo con i
fatti sociali.
Mah...
Sai cosa c'è che non va in quello che dici? Sembra un film sullo stile
di Matrix
non è che noi
decidiamo, bè ora voglio essere analogico , oppure digitale. La
metamorfosi
avviene senza che tu ti renda conto, io, tu noi, ci trasformiamo ed
incominciamo a ragionare in maniera diversa
Beh insomma, prendi per buono che veramente esistano categorie umane
reali quali "analogico" e digitale". Mi sta bene se resti nel contesto
di una metafora...
Di nuovo mi fermo qui
non sto ancora dando dei giudizi di merito
Meno male. Ti prego di sospendere il giudizio nel caso ti arrivasse
l'ispirazione.
Ancora una cosetta. Qui proprio non riesco a trattenermi
la lotta di classe era speculare all'esistenza di classi bene definite
> > il proletariato
> > la borghesia
> > il padronato
> > che a me paiono essersi sfarinate tra il 68 ed il 77
Ancora: che vuol dire? Non esistono più i padroni? Non so spiegamelo.
Sono scomparsi con le "buy back" (le azioni dell'impresa date in
pagamento ai dipendenti?) Eh già...il proletario non esiste più perché
può comprarsi "il mercedes". Non so. Non capisco. Eh già le borghesie
sono una categoria del passato.
ma come capite siamo agli albori della formazione di nuove classi sociali
No! Non capiamo. Spiegacelo. Anche perché Sopra parli di classi come
proletariato, borghesia ecc. qui parli di classi sociali. Non c'è dubbio
che tu faccia una certa confusione. Se intendi dire che sul piano
sociologico le classi sociali sono cambiate quello è palese. Sono
cambiate le abitudini, i gusti ecc ecc. Ma non ha a che vedere con le
classi di cui parla Marx. Oltretutto tu generalizzi "mutamenti" che
tuttalpiù fanno parte di un certo tipo di paesi con caratteristiche
sociali ed economiche ben precise.
Ti faccio una domanda come definisci un operaio che guadagna 1200€ con
due figli da mantenere? (a parte "fortunato" perché ha un lavoro, che
poi è sfortunato perché con 1200€ muore di fame. Ma vedi che dipende
sempre dalla prospettiva anche se resta sempre un operaio con 1200€ al
mese comunque tu la voglia girare).
Un'ultimissima cosa che non è una battuta. Perché dici "noi
rivoluzionari?" Ma..."noi" chi?
Salutoni...non prendertela
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