[Redditolavoro] Cambia tutto, non cambia niente

Rapt rapt at inventati.org
Wed May 7 00:12:04 CEST 2008


Per chi ancora insiste ad avere dubbi e stringere la sua copertina di 
Linus... cambia il governo, a giorni, ma la politica servile dei 
sindacati di stato non cambia di una virgola.



  Contratti, riforma vicina


      di Giorgio Pogliotti

3 maggio 2008

Si sblocca il confronto sulla riforma del modello contrattuale 
all'indomani dell'intesa sulla proposta unitaria tra i leader di Cgil, 
Cisl e Uil, annunciata alla manifestazione del 1° maggio.
Mercoledì 7 maggio di mattina sono state convocate le segreterie 
unitarie per esprimersi sulla proposta, nel pomeriggio si riunirà il 
direttivo della Cgil (gli esecutivi di Cisl e Uil hanno già approvato il 
documento e all'inizio della prossima settimana riuniranno le rispettive 
segreterie). Il varo è previsto il 12 maggio, in occasione dei direttivi 
unitari, dopodiché per due settimane il testo sarà oggetto di confronto 
con i lavoratori attraverso assemblee indette in tutti i posti di 
lavoro. Il riavvio del negoziato con Confindustria potrà avvenire tra la 
fine di maggio e gli inizi di giugno.

Il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta, valuta 
positivamente «il fatto che si arrivi a questa intesa, che noi 
consideriamo un punto di partenza e non certo di arrivo». Beretta 
ricorda che «è dal luglio 2004 che abbiamo presentato le nostre 
proposte», ma «non si è andati più avanti perché tra i sindacati non 
c'era una posizione unitaria». Per Beretta «ora non ci saranno più 
alibi» e «si potrà partire con un confronto di merito stringente».
Anche per Maurizio Sacconi (Pdl) -- principale candidato alla poltrona 
di ministro del Welfare -- con la definizione di una proposta unitaria 
«sarà più agevole il confronto diretto tra parti sociali per arrivare ad 
un modello che consenta di remunerare meglio il lavoro in relazione al 
suo concorso ai risultati dell'impresa». Quanto al governo, secondo 
Sacconi «può incoraggiare questa riforma eliminando tutto ciò che oggi 
penalizza la parte variabile del salario», con la detassazione dei premi 
aziendali e degli straordinari.

Il documento unitario che punta a rafforzare la contrattazione di 
secondo livello -- incentrata sul salario per obiettivi rispetto a 
parametri di produttività, qualità, redditività ed efficienza -- 
affidando il mantenimento del potere d'acquisto delle retribuzioni al 
contratto nazionale sulla base del recupero dell'«inflazione 
realisticamente prevedibile», contiene un nuovo capitolo sulla 
rappresentanza e la democrazia, chiesto a gran voce dalla Cgil.
La rappresentatività di un sindacato sarebbe affidata per via negoziale 
(e non legislativa) ad un mix di criteri considerando il numero degli 
iscritti e i voti delle elezioni della Rsu. Sul modello di quanto 
avviene nel pubblico impiego -- dove sono ammesse alla contrattazione le 
sigle che superano la soglia minima del 5%, calcolata come media fra il 
numero degli iscritti e il numero dei voti alle elezioni delle Rsu -- 
ogni categoria potrebbe fissare il proprio tetto di sbarramento.

La piattaforma prevede anche la riduzione numerica degli attuali 400 
contratti nazionali che saranno accorpati per aree omogenee, la 
trasformazione della durata -- dall'attuale biennio economico e 
quadriennio normativo ad un triennio economico-normativo -- con sanzioni 
in caso di mancato rispetto delle scadenze contrattuali. Cgil, Cisl e 
Uil chiedono un sostegno alla diffusione della contrattazione di secondo 
livello «sia per via contrattuale che di incentivazione». E propongono 
che i contratti nazionali prevedano, in alternativa la sede aziendale o 
territoriale (in tutte le sue forme, regionale, provinciale, 
settorialie, di filiera, di comparto).
Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, accusa Confindustria, che è 
contraria all'estensione della contrattazione territoriale, di «mettere 
dei veti» nella trattativa. Contro il documento unitario -- che nella 
sua interezza non è ancora di dominio pubblico -- la sinistra della Cgil 
e la maggioranza della Fiom annunciano battaglia.

«Voteremo no e andremo ad un conflitto duro -- sostiene il leader di 
Rete 28 aprile, Giorgio Cremaschi -- questo documento porta 
all'eutanasia del contratto nazionale». Nel sollecitare «una 
consultazione vera con regole trasparenti», Cremaschi propone che siano 
esclusi i pensionati dal voto.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/05/contratti-riforma-vicina.shtml?uuid=34d591a8-18e2-11dd-ac3c-00000e25108c&type=Libero



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      -(Rapt)-
www.inventati.org/rapt



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