[Redditolavoro] ADERIAMO ALLA CONFERENZA SINDACALE INTERNAZIONALE!
Fulvio
fuldigior at gmail.com
Sat May 3 21:42:01 CEST 2008
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ADERIAMO ALLA CONFERENZA SINDACALE INTERNAZIONALE!
Cari compagni ed amici,
vi inviamo di nuovo l'appello per la prossima Conferenza sindacale
internazionale, che si svolgerà dal 23 al 25 maggio, in Turchia con la
partecipazione di rappresentanti da oltre 20 paesi.
Vi rinnoviamo pertanto la richiesta di dare la vostra adesione a questo
importante evento come strutture di categoria o territoriali, come RSU, come
delegati sindacali o RLS, o anche come semplici iscritti e lavoratori
impegnati nella difesa degli interessi degli sfruttati.
Al momento le strutture sindacali nazionali che hanno già aderito sono le
seguenti: RdB-CUB, SdL Intercategoriale, SLAI Cobas, SLL per il sindacato di
classe, SLAI Cobas per il sindacato di classe, Al Cobas-Cub Lombardia e il
Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA - Svizzera).
Inoltre ci sono adesioni individuali da parte di delegati ed iscritti Cgil e
dei sindacati di base.
Nel sito http://confsindint.webng.com è presente la documentazione delle
precedenti conferenze ed un primo elenco delle adesioni internazionali.
Per adesioni, informazioni e/ contatti scrivete alla casella e-mail:
confsindint at gmail.com
Rafforziamo le relazioni e la solidarietà internazionale
fra sindacati, delegati e lavoratori combattivi!
Diamo impulso e linfa alla linea della lotta di classe, contro la linea dei
cedimenti e della sottomissione ai padroni ed ai loro governi!
Saluti fraterni dai compagni che sostengono la Conferenza.
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*APPELLO PER LA IV CONFERENZA INTERNAZIONALE SINDACALE*
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*E' IL MOMENTO DI INCONTRARCI DI NUOVO!*
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Il capitale internazionale ed i suoi governi hanno lanciato da circa 20 anni
un assalto di vaste proporzioni in tutto il mondo, assieme alla demagogica
propaganda della "globalizzazione". L'assalto sta coprendo un'ampia area
economica e sociale, dalla privatizzazione al lavoro flessibile,
dall'incremento degli orari e della vita lavorativa ai subappalti e, più
recentemente, anche contro i diritti e le libertà democratiche. E' una
triste realtà del mondo del lavoro di oggi che questi assalti non sono stati
ancora respinti dal movimento operaio e sindacale. Al di là delle differenze
tra paesi, settori e sindacati, quello che caratterizza la situazione
attuale del movimento sindacale ed operaio internazionale è la debolezza,
l'instabilità, l'essere frammentato, la perdita di potere, l'essere
disorganizzato e sfiduciato.
Il peggioramento in termini di condizioni di vita degli operai e dei
lavoratori causato dagli assalti del capitale e dei suoi governi è solo una
faccia della medaglia. Sull'altra faccia c'è il fatto che la fiducia
reciproca degli operai e lavoratori e quella verso le organizzazioni
sindacali è stata logorata. Questi due aspetti del generale peggioramento
causato dall'aggressività del capitale hanno messo in una posizione
difficile le relazioni degli operai tra loro stessi e con le organizzazioni
sindacali. La pratica più recente ha nuovamente mostrato che è impossibile
uscire da questa difficile situazione sulla base della mentalità sindacale
dominante di collaborazione e conciliazione. Sebbene i sindacati siano nati
dalla necessità di farla finita con la competizione tra operai ed al fine di
creare l'unità organizzata degli operai contro la classe capitalista e
sebbene attualmente queste stesse necessità che chiamano all'unione stiano
divenendo più forti, oggi una significativa sezione di sindacati sta
continuando a dissanguarsi.
D'altro canto sappiamo bene che dovunque gli operai mostrano sfiducia nei
confronti dei "sindacati", la burocrazia sindacale collaborazionista al
vertice dei sindacati ha usato questa sfiducia come un pretesto per eludere
la lotta. Comunque, quello che c'è dietro il dilemma non è la "svogliatezza
degli operai". Gli operai lottano dovunque c'è una mentalità sindacale
militante, una linea ed una responsabilità che ispirano certezze, ed i
sindacati che organizzano la lotta con questo spirito divengono più forti;
ciò prova esattamente l'opposto. Indipendentemente dai risultati, le
innumerevoli lotte ed azioni di resistenza degli operai, dagli USA
all'India, contro l'aggressione e le imposizioni del capitale, indicano che
non sono gli operai ed i lavoratori che evitano la battaglia.
In queste condizioni di multiforme attacco capitalista, di danni profondi e
di problemi permanenti del movimento sindacale, noi sottoscritti sindacati,
delegati sindacali ed operai membri dei sindacati non pensiamo che tutto
quello che sta succedendo nel mondo del lavoro è impossibile da cambiare,
che il dilemma nel quale il movimento sindacale internazionale è stato
spinto sia impossibile da risolvere e che l'aggressività del capitale non si
possa respingere. Al contrario, sia la nostra pratica, sia la ricca ed
istruttiva storia e tradizione del movimento operaio e sindacale
internazionale, mostrano chiaramente che ci sono delle vie concrete per
uscire dalla difficile situazione e dalla passività che è rafforzata dalla
linea e dalla pratica prevalenti nel movimento internazionale operaio e
sindacale, ispirate dalle centrali collaborazioniste sindacali che remano
nella stessa direzione del capitale.
Senza soffermarci sul passato più lontano, gli ultimi 20 anni ci indicano
che cedendo all'aggressione, ai ricatti ed alle minacce del capitale,
facendo concessioni una dopo l'altra, non è possibile soddisfare la classe
capitalista e nemmeno si può prevenire l'aggravamento delle condizioni di
vita degli operai e dei lavoratori. D'altro lato, grazie all'esperienza
degli ultimi 20 anni è assai chiaro che tutti i governi della borghesia che
sono andati al potere recentemente, dai conservatori ai social-democratici,
non hanno esitato ad applicare il programma dell'aggressione capitalista,
senza alcuna differenza.
La situazione è divenuta perfino più chiara di prima per gli operai, i
lavoratori e i loro sindacati: per cambiare le condizioni esistenti a favore
delle masse lavoratrici, per respingere gli attacchi economico-sociali del
capitale e dei suoi governi, per difendere i diritti e le libertà
democratiche e fermare le guerre provocate e combattute dagli stati
imperialisti, a cominciare dagli USA, non abbiamo altra scelta che
rafforzare le lotte nei nostri paesi e nelle nostre organizzazioni
sindacali.
Chiaramente, questa conferenza internazionale cui facciamo appello per la
sua preparazione non è un'alternativa per le strutture, le piattaforme e le
conferenze sindacali dei diversi settori lavorativi e dei diversi paesi, e
nemmeno, d'altra parte, l'esistenza di queste strutture rende questa
particolare conferenza superflua. Il nostro appello è basato su necessità
assai concrete:
- se il capitale internazionale ha le possibilità di far derivare
il massimo profitto dalle differenze economiche, sociali, politiche, legali
e culturali tra i paesi e se utilizza spudoratamente queste possibilità al
fine di incitare la competizione tra gli operai e perfino tra i sindacati;
- se il capitale internazionale è capace di utilizzare le
organizzazioni internazionali come l'Unione Europea, il Fondo Monetario
Internazionale, la Banca Mondiale, il WTO, il G8, come strumenti per mettere
i popoli uno contro l'altro, per soggiogare e legittimare i passi comuni e
coordinati orientati verso il restringimento dei diritti e delle libertà
economiche e politiche, così come per evocarli strumentalmente;
- se gli operai ed i lavoratori, in ogni paese non riescono ad
impedire che il capitale internazionale utilizzi queste possibilità, in
parte a causa del senso di impotenza e della mancanza di organizzazione, in
parte a causa della mancanza di legami, mentre i collaborazionisti ed i
sindacati filo-capitalisti abbracciano la "competizione internazionale" come
legge di natura necessaria a soggiogarci e riducono la solidarietà
internazionale a dichiarazioni simboliche e visite, trasformando e svuotando
di senso dell'unità e della solidarietà degli operai di tutti i paesi;
allora è indubbiamente una necessità vitale per i sindacalisti combattivi
continuare la lotta nei loro paesi, ma soprattutto, non essendo neanche al
corrente della loro esistenza reciproca, è necessario che si incontrino, si
conoscano, discutano le problematiche della lotta che stanno portando avanti
contro gli assalti tangibili del capitale e dei rispettivi governi,
condividano queste battaglie intorno ad una specifica linea di lotta e
valutando, grazie allo scambio di reciproche esperienze e grazie ad esse, la
possibilità di compiere passi pratici.
Non c'è dubbio che sia una necessità concreta, che non può essere rimandata,
quella di riunirci in una conferenza sindacale internazionale; di unire le
lotte che stiamo portando avanti nei nostri paesi contro i monopoli
internazionali sulle basi di un'esperienza internazionale e di relazioni che
pongano le fondamenta di una comune comprensione e linea di lotta contro gli
attacchi; di discutere come fermare la perdita di forza dei sindacati, che è
una delle fondamentali questioni dell'odierno movimento sindacale, e come
risolvere i molteplici problemi della costruzione dei sindacati, così come
dell'organizzazione delle lotte che ispirino ancora una volta fiducia agli
operai.
Per queste ragioni noi affermiamo che ci dobbiamo "incontrare tutti
assieme!", in quanto sindacati e sindacalisti combattivi, rappresentanti di
centinaia di migliaia di operai e lavoratori, al fine di affrontare i
seguenti argomenti:
1. In quanto sindacati, come e su quali fondamenta possiamo costruire
le nostre lotte contro i multiformi attacchi del capitale e dei governi
sulla base di una linea e mentalità comune ed in relazione fra noi?
1. Come e con quale tipo di politiche e posizioni sindacali possiamo
uscire dalle difficoltà che il movimento sindacale soffre, come la perdita
di potere che gran parte dei sindacati sta fronteggiando?
1. Cosa possiamo fare per sviluppare relazioni sindacali
internazionali e rendere più efficiente la condivisione dell'accumulazione
delle esperienze?
*Oggi, rispetto agli anni precedenti, gli elementi più vivi e dinamici del
movimento sindacale internazionale sono più diffusi e più forti ed, allo
stesso tempo la voglia di lottare, la rabbia degli operai e dei lavoratori
sono divenute più intense. Per queste ragioni noi diciamo che oggi "E' il
momento giusto per incontrarci di nuovo!".*
Per adesioni, informazioni e/o contatti scrivete a: confsindint at gmail.com
Per documentazione sulla Conferenza visitate il sito:
http://confsindint.webng.com
stampinprop rm feb 2008
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