[Redditolavoro] OPERAI: TRA PESCI IN BARILE E PICCOLE SPIGHE DI GRANO...

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Mon Mar 10 23:17:13 CET 2008



		OPERAI : TRA PESCI IN BARILELE E SPIGHE DI GRANO

		
			
				da				 falce
			 	@ 2008-03-10 - 22:09:49			 

				 


	I PADRONI, LA CLASSE
DOMINANTE IN ITALIA  E' ALLA SPASMODICA RICERCA DI APPOGGI  AI SUOI
CARROZZONI POLITICI, SA BENE CHE TIRA UNA BRUTTA ARIA NEGLI STRATI
BASSI E PARTICOLARMENTE FRA GLI OPERAI  NELLE FABBRICHE STRETTI TRA
SALARI DA FAME, CONDIZIONI CAPESTRO, LA BESTIALITA' DELLA PRODUZIONE
PER IL PROFITTO CHE PRODUCE SEMPRE PIU' MORTI, FERITI, MUTILATI,
AMMALATI DI LAVORO E DA LAVORO MANUALE . 
	DEVONO TROVARE QUALCHE
"OPERAIO" COME PEZZA D'APPOGGIO A PROGRAMMI PADRONALI, QUALCHE OPERAIO
DA RITAGLIARE AL RUOLO DI "PESCE IN BARILE" PRESI COME INDIVIDUI
NATURALMENTE, O AL MASSIMO PRESI QUA E LA' DENTRO I VARI PARTITI.  
	COLLETTIVAMENTE, GLI OPERAI, 
POTREBBERO DIVENTARE PERICOLOSI NELLA CRISI IN ARRIVO. NELLE FABBRICHE
DOVE PRODUCONO RICCHEZZA  PER  ALTRE CLASSI SOCIALI POTREBBERO
COALIZZARSI E  RIBELLARSI CONTRO TUTTA LA SOVRASTRUTTURA DOMINANTE ,
POTREBBERO RICONOSCERE QUELLA COMUNITA' DI INTENTI E METTERSI IN
PROPRIO NELLA DEFINIZIONE DI UNA POLITICA INDIPENDENTE DA TUTTI I
BORGHESI.
	QUEL METTERSI IN PROPRIO CON PROPRI ESPONENTI,  RIUNITI SULLA BASE DI UN PROGRAMMA DISCUSSO FRA LORO. 
	SUCCESSIVAMENTE, POTREBBERO
DARE A QUELLO SCARNO, IMPRECISO, DIROMPENTE PROGRAMMA, QUELLA 
CREDIBILITA' , QUELLA CONCRETEZZA QUELLA NECESSARIA  CONTINUITA' DI
TUTTE LE  LOTTE DI FABBRICA, DI CHI IN FABBRICA CI STA', MAGARI DA ANNI
(O DA GENERAZIONI), CON OCCHI E MENTE APERTA. 
	CON QUELLA  "ANTICA"TESTA DURA DI SCHIAVI NON CONSENZIENTI NE INDIFFERENTI ALLO SFRUTTAMENTO.
	A TAL PROPOSITO VOGLIAMO
SEMPLICEMENTE PER ORA SEGNALARE CHE E' SIGNIFICATIVO CHE NELLA FABBRICA
DOVE NELLA "STATISTICA" DEI PADRONI  SI STA' "MEGLIO AL MONDO" LA
FERRARI, 13 OPERAI  IN MAGGIORANZA DELEGATI E DELEGATE  DISTINTOSI
NELLE LOTTE DEGLI ULTIMI ANNI CONTRO I BASSI SALARI E LE
DISCRIMINAZIONI PADRONALI, NON FIDANDOSI DI TUTTE LE FORZE POLITICHE
ESISTENTI ABBIANO LANCIATO L'IDEA DI COSTRUIRE  UN PARTITO OPERAIO CHE
PER ORA CHIAMANO  "PROSPETTIVA OPERAIA" RIVOLTO PARTICOLARMENTE AGLI
OPERAI STESSI COLLOCATI IN OGNI  LUOGO  DI LAVORO. NON CI SI ILLUDE
SULLA TRAIETTORIA CHE POTRA' PRENDERE QUESTA PROPOSTA, GLI OSTACOLI
DELLA BORGHESIA E DELLA PICCOLA-BORGHESIA SARANNO INNUMEREVOLI IN UN
MIX DI "DOLCE COLLABORAZIONE" ALLA "REPRESSIONE PURA" E SCOMUNICHE
VARIE DA PARTE DELLE PARROCCHIE POLITICHE CHE SI MISCHIANO NEL
"MOVIMENTO"... VEDREMO, PER ORA SEGNALIAMO IL FATTO CHE IL DIBATTITO E
LA CURIOSITA' FRA OPERAI IN DIVERSE FABBRICHE E' SICURAMENTE
COMINCIATO...
	INTANTO...
QUI SOTTO LA POLITICA CHE I  PADRONI GENTILMENTE
OFFRONO AGLI OPERAI NEL PANORAMA ELETTORALE...
	DA L'ESPRESSO DI OGGI INTERVISTA AI CANDIDATI DELLA THYSSEN, E POI ARTICOLI  SU EMMA MARCEGAGLIA, PDCI, E ARCOBALENO
	I candidati Thyssen: "Noi, divisi ma vicinissimi" Paolo Griseri 
	Dialogo tra Argentino (Pdci)
e Boccuzzi (Pd): patto preelettorale su lavoro e sicurezza Sono partiti
dalla stessa fabbrica e dalla stessa tragedia. Antonio Boccuzzi e Ciro
Argentino, operai della Thyssen, sono stati candidati dal Pd e dalla
Sinistra Arcobaleno nelle liste della Camera di Torino e provincia. Si
ritroveranno dunque in Parlamento su banchi diversi. Abbiamo chiesto
loro di rispondere a cinque domande. 
	1) A maggio sarete ambedue a Montecitorio. Quale sarà la prima proposta di legge cui pensate di lavorare? 
	Argentino: «Il primo giorno
della legislatura depositerò tre progetti di legge: il primo per
l´istituzione di una super Procura che si occupi della sicurezza e
degli infortuni sul lavoro; il secondo per una nuova legge sulla
sicurezza dei luoghi di lavoro con particolare attenzione alla
prevenzione e alle sanzioni nei confronti delle imprese che non le
rispettano; il terzo per l´istituzione di un meccanismo automatico che
faccia recuperare ai lavoratori l´inflazione reale e non solo quella
programmata». 
	Boccuzzi: «Anche se il
governo Prodi ha recentemente approvato un decreto sulla sicurezza nei
luoghi di lavoro, credo che sia necessaria una legge per la formazione
e l´informazione dei lavoratori e delle imprese. Per far capire che la
tutela della salute dei lavoratori non può essere considerata un costo
ma un fatto importante per lo stesso profitto delle aziende. Bisogna
avere lavoratori sani in aziende sane. Poi vorrei che le sanzioni e le
pene fossero certe, che si facessero cioè i processi». 
	2) Considerate normale che operai e imprenditori votino per lo stesso partito? 
	Argentino: «Certo che possono
votare lo stesso partito, operai e imprenditori. Il problema non è che
votino lo stesso partito, il problema sono i programmi e la loro
coerenza. Per questo i candidati sono importanti. Se in un partito un
operaio si trova a fianco il falco di Confindustria ecco che si
smascherano le contraddizioni e i veri interessi che prevarranno in
quel partito». 
	Boccuzzi: «Certo che operai e
imprenditori possono votare lo stesso partito. Possono stare insieme
nel partito. Basta che condividano lo stesso programma, un programma
che mette al centro i problemi degli operai. Se ci sono imprenditori
che condividono quel progetto, sarà più semplice trovare le soluzioni
comuni che servono al sistema paese. È importante che gli imprenditori
capiscano che il bene degli operai è anche il bene dell´impresa.
Berlusconi diceva di essere allo stesso tempo operaio e imprenditore.
Noi almeno ci dividiamo i compiti». 
	3) Qual è il suo giudizio sul
governo Prodi? Che cosa ha fatto di buono o di cattivo e che cosa
avrebbe dovuto fare e non ha fatto? 
	Argentino: «Il governo
uscente, ma Prodi soprattutto, ha cercato di far pagare le tasse agli
evasori fiscali e ci è riuscito. Ha stabilizzato i precari della
pubblica amministrazione, una battaglia vinta dal mio partito, il Pdci.
Quello che avrebbe dovuto fare, se avesse avuto più coraggio, è
l´abolizione della legge 30, una legge che crea precarietà. Ma
soprattutto oggi Prodi avrebbe dovuto fare la redistribuzione del
‘tesoretto´ fra i lavoratori. Prodi voleva farla adesso come seconda
fase del suo Governo. Forse per questo i centristi lo hanno fatto
cadere». 
	Boccuzzi: «Il governo Prodi
ha fatto molte cose buone che non sono state comunicate a dovere
all´opinione pubblica anche per le liti continue con i partiti della
sinistra. È stato negativo non aver fatto subito il decreto sulla
sicurezza sui luoghi di lavoro, approvato in questi giorni. Così come è
mancata una legge che favorisse l´assunzione stabile dei giovani,
soprattutto nel sud. È stato positivo invece il lavoro svolto dal
ministro Damiano per stabilizzare i precari dei call center. Ed è stato
positivo il lavoro fatto per recuperare l´evasione fiscale. Questo è
quel che ci ricorderemo di più: è stato il governo che ha saputo far
pagare gli evasori». 
	Il 25 aprile a Torino è in programma la manifestazione di Beppe Grillo. Ci andrete? E, in ogni caso, come la giudicate? 
	Argentino: «Il 25 aprile è la
festa laica della Repubblica, di tutti gli italiani, nessuno escluso, a
prescindere dal credo politico. Chiedere e concedere una piazza in quel
giorno crea soltanto confusione. Grillo faccia la sua battaglia contro
la casta, ma perché proprio quel giorno, in cui sarebbe giusto
festeggiare la Liberazione?». 
	Boccuzzi: «Il grillismo ha
avuto il merito di segnalare all´opinione pubblica importanti problemi
come l´affare Telecom e il tema dell´ecologia. Se andrò in piazza?
Certo che ci andrò. Per ascoltare, io ascolto tutti». 
	Argentino, perché non votare Pd? 
	«Perché ha un progetto che
non può tenere insieme tutto e il contrario di tutto. Perché
sostituisce al bipolarismo il bipartitismo. Ha cambiato il suo blocco
sociale di riferimento non rappresentando più in via principale gli
interessi dei ceti meno abbienti. Poi, certo, su temi come i diritti
civili mi trovo d´accordo con buona parte del Pd». 
	Boccuzzi, perché non votare Sinistra arcobaleno? 
	«Perché il progetto del Pd mi
sembra più credibile. Considero convincente la politica del fare di
Chiamparino e Bresso. La preferisco alla politica di chi si schiera
sempre contro. Poi, se uno vuole votare per la Sinistra Arcobaleno lo
faccia pure. L´importante è che il voto rimanga nel centrosinistra».
Argentino, che cosa dirà a Boccuzzi quando lo incontrerà a
Montecitorio? «Spero bene di incontrarlo prima. Abbiamo un sacco di
cose da fare per la Thyssen». Boccuzzi, che cosa dirà ad Argentino
quando lo incontrerà a Montecitorio? «Lo chiamerò prima. Gli dirò:
‘Facciamo il viaggio insieme´?». 
	(10 marzo 2008) 

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	«A me non piace quando si
riaprono le cassapanche del passato, come quando si rispolvera la
teoria della lotta di classe contro i padroni.»
	Walter Veltroni, 8 Marzo 2008
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   Se devo rischiare per donna Emma  
di Antonio Sciotto  su Il Manifesto del 09/03/2008  
	Tutti pazzi per Emma: un
sondaggio tra i «saggi» di Confindustria dà al 95% il gradimento di
Marcegaglia, prossima presidente degli industriali (in carica da
maggio, sostituirà Luca Cordero di Montezemolo). Ma è più interessante,
a proposito, un altro sondaggio realizzato dal settimanale Economy e
dalla Fondazione Istud su 221 manager e imprenditori italiani: la
percentuale di quelli che chiedono alla nuova Confindustria di mettere
mano allo Statuto dei lavoratori e alla «flessibilità in uscita» (la
manomissione dell'articolo 18, promossa ormai non solo da Berlusconi ma
anche dal Pd di Colaninno, Ichino & Calearo) è pari al 43% degli
intervistati, mentre il 48,9% ritiene che non si dovrebbe intervenire.
Che la base dei manager sia meno ideologica dei vertici? Le risposte
confortano. In ogni caso abbiamo verificato con mano che all'interno
delle fabbriche del gruppo Marcegaglia - il presidente e fondatore è il
padre Steno, mentre Emma è tra i consiglieri - i lavoratori non se la
passano troppo bene, in special modo sul fronte della sicurezza;
ritorna insomma l'«incubo» della Confindustria, che in questi giorni ha
dato immagine pessima di sé rifiutando le giuste sanzioni che il
governo ha messo in cantiere per le imprese che violano le leggi: e
dopo i fatti della Thyssenkrupp e di Molfetta è davvero increscioso che
ci sia anche un solo cittadino del nostro paese che possa respingere un
giro di vite sul tema. Vedremo se Emma saprà innovare, dando
un'immagine di maggior rigore e accettando che la società metta dei
paletti al profitto libero. Per ora quello che accade nel suo
stabilimento di Boltiere, nel bergamasco, però non lascia ben
presagire: c'è un gruppo di lavoratori, concentrato nel reparto
stoccaggio, che rischia ogni giorno la vita. Un breve ritratto del
gruppo Marcegaglia ci parla di un colosso specializzato nella
trasformazione dell'acciaio, in particolare per produrre tubi e
trafilati, con 47 stabilimenti, 6500 dipendenti e un fatturato annuo di
4 miliardi di euro (2007). Il centro è a Gazoldo degli Ippoliti, nel
mantovano, dove nacque nel 1959 il primo laboratorio, fondato appunto
da Steno, e dove oggi c'è l'impianto più grosso, con oltre 1200 operai;
notevoli anche i siti di Ravenna (più di 600) e Forlì (quasi 400);
Boltiere e Casalmaggiore, in Lombardia, contano rispettivamente 240 e
340 dipendenti. Come ci racconta Luca Pescalli, Rsu Fiom di Boltiere,
da Casalmaggiore arrivano ogni giorno circa 15 camion di tubi, con
singoli carichi tra i 5-600 chili fino a 30-40 quintali. A Boltiere, da
qualche tempo e dopo lunghe richieste, è finalmente disponibile
l'elettromagnete che solleva i carichi. Il problema è che da
Casalmaggiore i tubi non arrivano adeguatamente imbragati, dunque
l'elettromagnete è di fatto inutilizzabile. Gli operai di ogni turno
devono dunque salire su una scaletta, e stare sospesi a un'altezza di
sei metri sopra i tubi, per agganciarli manualmente. Non sono neppure
assicurati a un cavo: se i tubi si muovono e se un operaio dovesse
scivolare, farebbe un volo di sei metri. Lo stabilimento di Boltiere
non è nuovo a questi problemi. Nel 2007 un edile albanese, che lavorava
in nero per una ditta in appalto che costruiva una palazzina per gli
impiegati, è morto cadendo da un'altezza di 7 metri: è stato
trasportato dai colleghi in ospedale, e all'inizio denunciato come
«infortunio domestico». Nel 2006 un operaio è finito in rianimazione
per il contraccolpo di un carico di tubi sganciato d'improvviso. E lo
scorso dicembre i dipendenti hanno scioperato perché l'azienda ha fatto
smantellare un tetto in amianto poco distante dai reparti senza
avvertire le Rsu e bloccare la produzione. Le Rsu sono ora impegnate in
trattative con Marcegaglia. Bergamo registra comunque dati pesanti sul
fronte infortuni: 35 morti nel 2007, in crescita sul 2006; la provincia
è seconda in Lombardia solo a Milano. Alla fonderia Pilenga si è
verificato qualche mese fa il caso di un operaio sospeso perché
segnalava i rischi sulla sicurezza. Alla Technimont di Castelli
Caleppio, denuncia il delegato Fiom, parlare di sicurezza è un tabù.
«Dobbiamo fare tutti uno sforzo - spiega Mirco Rota, Fiom - Ma
soprattutto non funziona il sistema dei controlli dell'Ispettorato:
intervengono da 6 mesi a un anno dopo le segnalazioni, un tempo che
vanifica il nostro lavoro».
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da la rinascita della sinistra (rivista del pdci)
	 Tira una brutta aria per i lavoratori in
questo inizio, apparentemente garbato, di campagna elettorale. Due casi
per tutti. L'attacco durissimo allo statuto dei lavoratori da parte di
Confindustria e Berlusconi e la resistenza altrettanto dura di
Confindustria ad ogni inasprimento di pene e controlli per le imprese
che mettono a rischio quotidianamente la vita dei lavoratori. Non ci
pare che nel Pd si sia scatenato un moto di indignazione su un fronte e
sull'altro. D'altra parte in un partito che mette sullo stesso piano
padroni e operai non può che essere così. Se l'orizzonte proposto da
Veltroni, lui direbbe la visione, è una società in cui il conflitto di
classe è cassato perchè anacronistico e superato e soppiantato dalla
dolce collaborazione fra sfruttatori e sfruttati non ci può essere
spazio per indignazione, rabbia, lotta. In realtà il modello di società
che Pd e Pdl propongono è largamente lo stesso. È un modello senza
conflitto in cui la rappresentanza operaia nei luoghi di lavoro è
superflua e persino fastidiosa. A cosa vuoi che serva lo statuto dei
diritti dei lavoratori e la difesa ad oltranza della vita di chi
lavora? Statuto e sicurezza sono forme di difesa dei lavoratori ormai
superate, morte. Come i cinque di Molfetta. E le altre decine di operai
che moriranno nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Di fronte
a tutto questo ribellarsi è doveroso oltre che giusto.
----------------------------IL PDCI DEFINISCE INASPRIMENTO MULTE DA 8000 A 24000 EURO PER INADEMPIENZE QUELLE MORTI COLPOSE MAI FLAGRANTI, COME CHI LAVORA SA', AUGURI...

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