[Redditolavoro] 8 marzo contro i governi e contro i padroni

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Fri Mar 7 16:38:38 CET 2008


8 marzo contro i governi e contro i padroni

Le libertà politiche e 
sindacali sono sempre più ridotte, gli interessi e le aspirazioni della 
maggioranza della popolazione contano sempre di meno, aumenta invece la 
repressione contro i lavoratori, i comunisti, gli anarchici e gli 
antifascisti. Sul fronte padronale, tornano per la prima volta dopo 
decenni, i licenziamenti politici contro lavoratori impegnati nella 
lotta per la difesa sindacale di classe.
In questo quadro, continuano 
ad avanzare, anche con uno specifico ruolo di punta assunto dai 
vertici  ecclesiastici del Vaticano, collegati ai principali partiti di 
potere di centro-destra e di centro-sinistra, gli attacchi politici e 
culturali alla possibilità che le donne possano decidere sulla propria 
vita.
Le donne si trovano con sempre maggior frequenza nella morsa 
degli ingranaggi dell'oppressione politica, culturale, sociale e di 
genere.
Quest'oppressione, che si articola su più livelli, presenta 
tanti aspetti che, sempre più spesso, assumono caratteristiche 
particolarmente brutali e persecutorie in termini di contenuto e anche 
di forma. 
Basti vedere solo alcuni esempi relativi alle ultime 
settimane: 
- le brutalità e le umiliazioni inflitte alla lavoratrice 
del supermercato Esselunga per aver osato chiedere una pausa sul lavoro 
per recarsi al WC, costretta a pisciarsi addosso e a continuare a 
lavorare perché non le era concesso di allontanarsi dalla sua 
postazione e, negli spogliatoi, picchiata e insultata da un uomo che 
celava la propria identità; 
- l'abuso di potere esercitato dalla digos 
di Bologna nei confronti di tre ragazze "colpevoli" di distribuire un 
volantino e di promuovere un presidio di solidarietà nei confronti di 
una donna che aveva subito tentativi di stupro e che aveva denunciato 
il suo aggressore  (per questo sono state caricate di forza dentro la 
volante e trattenute per tre ore in questura senza possibilità di 
comunicare con l'esterno, dove hanno subito intimidazioni e minacce e 
sono state denunciate per rifiuto di dare le generalità e per 
resistenza a pubblico ufficiale); 
- infine, anche conseguenza 
dell'approvazione, da parte di centro-destra e centro-sinistra, della 
legge sulle TPMA che attribuisce all'embrione valore di vita umana, la 
criminalizzazione delle donne che abortiscono, sancita materialmente,  
nel febbraio scorso, con l'irruzione al policlinico di Napoli di 7 
uomini in divisa per indagare su presunte irregolarità di procedura in 
merito all' interruzione di gravidanza di un feto malformato, con tanto 
di interrogatorio a cui è stata sottoposta la donna che aveva subito 
l'intervento da soli 20 minuti. 

Ed è proprio la legge 194 il fiore 
all'occhiello con cui la destra più integralista e conservatrice, con 
la complicità dei partiti di centro-sinistra, da anni cerca di 
attaccare sempre più accanitamente i diritti delle donne. Legge 
conquistata nel 1981, dopo anni di lotta dei movimenti degli anni 60 e 
70, che consentì alle donne l'aborto assistito e gratuito negli 
ospedali pubblici. 
Oggi, cercando di insinuare nei cervelli delle 
donne pregiudizi del tutto privi di valore scientifico, che hanno un 
loro corrispettivo solo nei paesi oppressi da sistemi economici e 
politici segnati da forti residui feudali, si vorrebbe nuovamente 
rispolverare l'eredità del ventennio fascista, quell'eredità ben 
sintetizzata nello slogan "la maternità sta alla donna come la guerra 
sta all’uomo", scritto sui quaderni delle Piccole Italiane e fatto 
rispettare nel codice Rocco a suon di pesanti sanzioni penali per la 
donna che decideva di interrompere la gravidanza e per il medico che 
operava in tal senso.
Di pari passo, mentre cercano di picconare 
definitivamente la 194, sindacati confederali, centro-destra e centro-
sinistra vanno a braccetto anche nel lavoro di privatizzazione dei 
servizi sociali pubblici (asili, scuole, sanità, …), facendo ricadere 
ancora una volta sulle donne tutto il peso della cura e dell'assistenza 
alla famiglia e incentivando false soluzioni lavorative come il part 
time, il lavoro a progetto, ecc., che secondo questi signori 
'permetterebbero' di "conciliare il lavoro con la cura della casa" e 
che in realtà diventano delle vere e proprie trappole anche sotto il 
profilo della dipendenza economica della donna dal coniuge.
Pertanto, 
appaiono poco credibili CGIL, CISL e UIL che quest'anno hanno indetto 
una manifestazione nazionale a Roma per l'8 marzo, quando sul fronte 
della difesa salariale, dell'occupazione e delle condizioni lavorative, 
negli ultimi decenni hanno svenduto i diritti delle lavoratrici, 
ultimo, in ordine di tempo, l'accordo sul welfare che, con l'ulteriore 
precarizzazione del lavoro, colpisce soprattutto le donne, mentre già 
stanno preparando un nuovo pesante attacco abbandonando le lavoratrici 
all'arbitrio padronale, con la proposta di abolire i contratti 
nazionali di lavoro.
Contro la pesante oppressione esercitata da 
partiti di potere, governi, apparati repressivi, Chiesa, e sindacati 
istituzionali, è necessario che le donne si organizzino per il diritto 
a decidere della  propria vita senza alcuna delega e, come lavoratrici, 
costruiscano organismi sindacali di classe per la lotta e la difesa dei 
propri interessi.

Coordinamento Slai-Cobas Provinciale 
slaicobastrentino at idenprolet.org   
tnslai at tin.it
cell. 3482448231
Compagne e Compagni di Via Orti 24



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