[Redditolavoro] Sacconi e Bonanni: l'Elemosina e Zitti!!!

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Sun Jun 22 13:44:37 CEST 2008



					Sacconi e Bonanni: l'elemosina o zitti...
			
					
						
							by							 falce
						 	@ 2008-06-22 - 12:38:39						 
			
							 Tremonti
e Sacconi ci prendono per i fondelli con la carita' a 1.2 milioni di
pensionati poveri la "tessera" di 40 eurini al mese che non bastano
neanche per un cappuccino ed un cornetto, fissano l'inflazione
"programmata" da loro al 1.7 %, ironia della sorte  ad una festa dei
loro amici della cisl quancuno non e' d'accordo e partono fischi e
contestazione alla presidenza della riunione estiva, pronta la risposta
di Sacconi "andate a fanculo" e di Bonanni " chi contesta e' fuori
dalla cisl..
	Come
no!  Sono milioni gli operai e i pensionati che sono la fame grazie
alle misure prese dai governi che si sono alternati in questi anni,
misure che hanno favorito i profitti dei padroni nelle aziende grandi e
piccole, misure che hanno garantito nello stesso tempo privilegi a
politici e sindacalisti compiacenti e complici, non vi beate troppo
pero' "stiamo lavorando per voi"...per mandare definitivamente baracca
e burattini del sistema  nel posto che gli compete: al macero.
	Non
basteranno i 30 euro per sviare gli operai e gli altri strati bassi dei
lavoratori dalla lotta per l'emancipazione dalla loro condizione
complessiva di schiavitu'.
	E
A ben vedere non si tratta nemmeno (come sostengono i falliti
dell'arcobaleno a cui sono scomparse le sedie) di frammentarieta' delle
lotte , leghismo cui sono affetti gli operai che non li hanno capiti,
di battaglie dai posti di lavoro e nei quartieri delle citta' c'e' ne
sono, e aumenteranno nei prossimi mesi , cio' che si fa' strada  e'
sempre piu' l'esigenza di costruire la nostra forza politica
indipendente operaia con influenza di massa, nelle stesse lotte di
resistenza economiche... allora si che i vari Sacconi e Bonanni e i
loro tutori di governo e opposizione ombra sentiranno la stipsi al
culo...
	La geniale miseria di Tremonti  
di Galapagos  su Il Manifesto del 20/06/2008  
	L'effetto
più evidente della globalizzazione è riscontrabile nell'ampliamento
della forbice tra ricchi e poveri: sempre più ricchi i già ricchi,
sempre più indigenti, i poveri. Nei paesi industrializzati, lo indicano
chiaramente le statistiche, mediamente una cittadino su sette vive al
di sotto della soglia di povertà. Certo, si tratta di una povertà
relativa, almeno se confrontata con quella dei paesi che molti si
ostinano a chiamare del «Terzo mondo». Anche se relativa, però, è pur
sempre povertà. E come tale provoca sofferenze, anche psicologiche, e
privazioni materiali. Per contrastare l'emarginazione, molti paesi
anziché ricorrere a politiche di integrazione, preferiscono la
soluzione più antica del mondo: la carità. 
	Nel
paese più ricco e potente del mondo - gli Stati uniti - l'obolo si
chiama «Food stamp»: è un buono acquisto da 100 dollari al mese
destinato, come contributo all'acquisto di cibo, ai molto poveri.
Attualmente ne sono «elargiti» 26 milioni. Visto che la popolazione Usa
supera i 300 milioni, questo significa che circa 12 cittadini su 100
hanno bisogno di un obolo mensile per poter sopravvivere. Recentemente
ci sono state molte proteste: l'aumento dei generi alimentari ha reso
insufficiente la somma elargita: 100 dollari al mese, poco più di 70
euro al mese. Ovvero 1.200 dollari l'anno, l'equivalente di 850 euro.
Secondo molti esperti, sarebbe necessario raddoppiare l'importo del
food stamp. Ma servirebbero troppi soldi, rispondono gli uomini di
Bush. In realtà quei 100 dollari al mese moltiplicati per i cittadini
che li percepiscono comportano una spesa inferiore ai 30 miliardi di
dollari l'anno. Non pochi, ma nulla se confrontato con la spesa per la
difesa (600 miliardi l'anno) e la spesa pubblica complessiva che supera
i 4 mila miliardi di dollari.
	 Tremonti
che è uomo di mondo e conosce molto bene la realtà statunitense ha
fatto una pensata: importare in Italia il food stamp. Un assegno
(probabilmente una carta di credito prepagata) che sarà elargita a 1,2
milioni di molto poveri. La pensata geniale è di associare questo obolo
alla Robin Hood tax, un tassa che colpirà le imprese più «odiate» dagli
italiani: compagnie petrolifere, banche e assicurazioni. Però,
importando dagli Usa il buono pasto per i poveri, il governo Berlusconi
è stato un po' stitico: non 75 euro al mese come negli Usa, ma appena
40. Come dire 1,33 euro al giorno, neppure un cappucino e cornetto. E
questo nonostante la platea dei beneficiari sia molto più limitata: 1,2
milioni di cittadini molto poveri, secondo i calcoli del governo. Che
ha aggiunto: i soldi potranno essere utilizzati per acquistare da
mangiare o per pagare le bollette. C'è da dubitare che con 480 euro
l'anno (per una spesa complessiva che supererà di poco i 500 milioni di
euro) si possano pagare molte bollette di luce, gas, riscaldamento,
telefono e nettezza urbana, abbonamento alla tv. 
	Il
proverbio dice: «A caval donato non si guarda in bocca». D'altra parte
anche il centro sinistra non era stato molto generoso con i molto
poveri. La tecnica era stata sempre quella della regalia a quelli che
con una brutto termine sono definiti «incapienti». Forse qualcuno si
vergognerà nel ricevere la carta di credito prepagata, ma sicuramente
saranno in molti a benedirla. Tutto bene, allora? Non proprio. Quello
che proprio non va è l'ideologia del provvedimento di stampo liberista.
Per i poveri la cosa necessaria sono i servizi. Ma sul fronte di questi
trasferimenti il governo è pronto ad abbattere la mannaia in primo
luogo sui fondi agli enti locali. E vedrete che i 400 euro l'anno non
copriranno gli aumenti che a livello locale saranno approvati per far
fronte ai tagli.

											
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