[Redditolavoro] Santa Rita; il sistema
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Tue Jun 17 22:52:32 CEST 2008
alla vostra attenzione ciao
From: fm7 at tele2.it
To: ;
Subject: Santa Rita
Date: Tue, 17 Jun 2008 11:31:17 +0200
Clinica S. Rita: storia di un orrore di
sistema
Purtroppo, possiamo davvero dire che lo spot
Formigoniano sulla sanità “Privato è bello!” è solo un grande inganno. Quello
che è successo alla Clinica S. Rita di Milano non è solo una gigantesca truffa
ai danni del Servizio Sanitario Nazionale ma qualcosa di più: un attentato
premeditato alla salute dei cittadini, pianificato in nome del profitto. Le
intercettazioni pubblicate dai giornali ci riportano ad uno scenario inquietante
da film dell’orrore, dove la vita umana è stata sepolta sotto la catena di
montaggio di interventi inutili e dannosi per il paziente ma remunerativi per i
proprietari delle cliniche.
La mercificazione della salute: il vero progetto del
privato
“Più operi più ti pago …” una espressione
degna del dott. Mengele, noto medico del campo di concentramento di Auschwitz,
che spiega freddamente quanto il meccanismo economico abbia deformato la sanità
e la cura, rendendo fragile il diritto dei cittadini ad essere curati ed
assistiti in modo sicuro e appropriato.
Il privato non può sfuggire alla regola che
sta alla base dell’iniziativa imprenditoriale: deve lucrare, deve guadagnare,
deve inventare strategie per massimizzare i profitti, anche quando questo vuol
dire speculare sulle umane disgrazie di chi non può fare a meno di rivolgersi
alle strutture. Non è certo un caso che il padrone
della clinica Santa Rita sia proprio un notaio. Perché un notaio e non un medico
debba aprire una clinica, è chiaro: per fare
soldi.
Le aziende private hanno come fine il
profitto, e la qualità delle loro cure sarà sempre motivata e subordinati dal
profitto. E’ strano che questo meccanismo diventi visibile ai cittadini solo
davanti alle iniziative giudiziarie: oggi fa scalpore che alla S. Rita sia stata creata una catena di montaggio
in sala operatoria. Qualche anno fa, dopo
la strage del Galeazzi, con 11 morti, era emerso che la camera iperbarica di
quell’ospedale privato a Milano aveva fatto 30000 sedute contro le appena 5000 dell’intero Piemonte
…
La S. Rita non è una clinica qualunque:
è una struttura sanitaria privata con l’accreditamento regionale, che le
consente di erogare e di essere rimborsata per le prestazioni effettuate, come
se fosse una struttura pubblica, proprio in nome della parità fra pubblico e
privato. E in questo luogo i medici operavano a cottimo: più tagliavano e più
guadagnavano, scegliendo, ovviamente, la patologia tra quelle più redditizie e
magari … inventandola.
La catena di montaggio in sanità: casualità o conseguenza
di un sistema?
E’ importante rilevare che tutto questo non
è accaduto nel profondo Sud d’Italia, dove la storia delle mafie, delle camorre
e delle ‘ndranghete e dei sempiterni baroni della medicina ha impedito di avere
una rete di strutture di assistenza e di cura degna di tal nome. E’ accaduto nel
centro di Milano, nel cuore di quel sistema lombardo, tanto acclamato come
laboratorio di sperimentazione delle nuove politiche sanitarie. Il vero
laboratorio consiste nel trasformare le strutture del servizio sanitario
pubblico in tanti supermarket privati delle prestazioni sanitarie vendute al
cittadino, che si illude di poterle comprare “liberamente” dove le vendono con
una lista d’attesa più breve.
Non è certo una casualità il fatto che oltre
35 le strutture sanitarie private milanesi, tra cui San Raffaele, Humanitas, San
Giuseppe, San Donato, Sant’Ambrogio, Galeazzi, Pio X e San Carlo, siano indagate dalla
magistratura nell’ambito di inchieste che hanno a che vedere con la malasanità o
con truffe a vario titolo al Servizio Sanitario
Nazionale.
Casualità o conseguenze prevedibili di
sistema? Hanno detto che in Lombardia ci sono più controlli sul sistema di
erogazione delle prestazioni che in qualsiasi altra regione, ma sulla qualità
dei controlli i dubbi continuano a rimanere elevati a partire dal fatto che
difficilmente riescono a stabilire con certezza il livello di appropriatezza
delle cure, limitandosi nella maggior parte dei casi ad un controllo burocratico
e cartaceo dei requisiti prestazionali. Le ispezioni a campione dei Nuclei di
controllo delle ASL (NOC), quando vengono fatte arrivano dove possono o dove è
consentito loro di arrivare.
Il modello sanitario lombardo: la libertà di pagare più
ticket per … sanare i debiti
Nel modello sanitario Lombardo in questi
anni sono state sottratte risorse e attività al sistema pubblico per destinarle
al privato: il rapporto tra pubblico e
privato è passato in sette anni dall’80% del pubblico contro il 20% del privato al 66% contro il 34%. Tale sistema ha comportato
soltanto un aumento esponenziale dei guadagni delle aziende sanitarie private e
delle spese della regione. Il privato si è
specializzato nelle operazioni più redditizie, come la cardiochirurgia,
l’ortopedia e l’oculistica, lasciando al
pubblico l’onere di gestire le patologie meno convenienti, come i malati cronici
e gli anziani. In questo contesto si sono moltiplicate le operazioni inutili: le
artroscopie sono aumentate del 300%,
un numero spropositato di bambini nasce ormai con parti cesarei (con aumento dei
ricavi del 78% tra 1998 e
2002).
Oggi è
normale che in Ospedale per un banale dolore, si decida di fare una risonanza o
MOC a ripetizione, solo per dire di quanto sono invecchiate le ossa, ma è quasi
impossibile ricoverare un anziano, con un infarto o per un femore rotto.
Semplicemente perchè l’anziano non rende o rende troppo poco. Il sistema
di rimborso delle prestazioni (DRG) dà spesso vita a meccanismi di assalto alla
diligenza: dalla selezione delle patologie con i rimborsi più redditizi, fino
alla falsificazione delle diagnosi. L’esplosione delle visite e degli interventi
inutili, finalizzati all’ottenimento dei rimborsi, ha provocato un grave
indebitamento della regione, cui la giunta ha posto rimedio con tagli nel
settore pubblico: diminuzione di posti letto, blocco totale delle assunzioni di
medici, soppressione di piccoli ospedali e reparti di Pronto Soccorso ed un
tetto massimo per tutte le prestazioni erogate dagli ospedali.
Non essendo ciò sufficiente a ripianare i
bilanci, la Regione ha
provveduto ad aumentare i ticket, introducendo il pagamento di prestazioni prima
gratuite, e ad aumentare l’addizionale IRPEF. Un aumento dei costi a carico di
tutti i cittadini (che gravano maggiormente sulle fasce meno abbienti) ad
esclusivo beneficio delle aziende sanitarie sovvenzionate. Di bloccare le
sovvenzioni ai privati invece non se ne parla, esse al contrario sono in
aumento: per la S.
Rita tra il 2000 e
il 2006 i finanziamenti sono aumentati del 122% (da 22
a 49 milioni
di euro).
E’ in
questo sistema che si annidano le complicità e le mostruosità di professionisti
che hanno dismesso qualsiasi tipo di etica e di morale, rendendosi disponibili
persino a forme di attività criminale pur di ricavare profitto.
Quali conseguenze per i
lavoratori
Nonostante la connivenza di buona parte
della classe medica con questo sistema omicida sia fin troppo evidente, non si
può dimenticare quelle centinaia di lavoratori, che per portare a casa uno
stipendio lavorano in questo ospedale, che ora rischia anche il fallimento
economico.
Saranno loro a pagare il disastro di queste
politiche?
Noi pensiamo che ora più che mai i
lavoratori tutti, medici in primis, debbano trovare il coraggio e la forza di
rompere questo sistema di ricatti e di complicità che ha permesso di trasformare
un luogo di cura in una fabbrica di profitto e di
morte.
Milano 13 giugno 2008
COBAS
Sanità
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