[Redditolavoro] La spoon river dei lavoratori in Sicilia
clochard
spartacok at alice.it
Thu Jun 12 23:32:31 CEST 2008
Strano fare controinformazione con l'espresso... comunque...
e
La spoon river dei lavoratori in Sicilia
42 morti in sei mesi
Antonio Fraschilla
L´accusa dei sindacati: "Mancano gli ispettori"
Il settore più colpito è quello dell´edilizia, molti infortuni anche nel pubblico
Ausl e amministrazione regionale non hanno personale per i controlli
Orazio Linguanti di Ragusa, Giuseppe Caracausi di Villabate, Gaspare Maganuco di Gela, Giovanni Berretta di Mirabella Imbaccari. E da ieri i sei operai di Mineo. La Spoon River delle morti bianche siciliane è arrivata a quota 42 soltanto da gennaio di quest´anno. Centodue i morti nel 2007. Altri 85 nel 2006. Tutti operai fulminati mentre riparano impianti, maciullati dentro le macchine che trebbiano il grano o caduti da una impalcatura. «Un´ecatombe senza fine, una vera emergenza», dicono adesso in coro tutti i rappresentanti delle istituzioni, ma i sindacati attaccano: «Colpa di un sistema senza controlli, con la Regione senza ispettori e nessuna vera battaglia al lavoro nero».
Questa ecatombe nell´Isola registra numeri simili ad una vera e propria guerra. Gli infortuni sul lavoro nelle 480 mila aziende siciliane sono stati da gennaio a maggio di quest´anno già 15 mila, nel 2007 sono stati 40 mila, nel 2006 invece 34 mila. Il settore più a rischio è quello edile: «Senza contare i morti di Mineo siamo arrivati nei primi mesi del 2008 già a 11 morti tra gli operai di cantieri siciliani, una cifra impressionante se si considera che nel 2007 in tutto sono stati 12», attacca Franco Tarantino, segretario della Fillea Cgil di Palermo.
A febbraio un operaio di 32 anni, Gaspare Maganuco di Gela, dipendente di una impresa edile, è morto precipitando dall´impalcatura mentre stava lavorando alla costruzione di una galleria artificiale dell´autostrada Siracusa-Catania. Qualche giorno dopo invece è stata la volta di Giovanni Berretta, operaio di 41 anni morto cadendo dal tetto della villetta dove stava facendo alcuni lavori di ristrutturazione. Era di Mirabella Imbaccari, un paese del calatino a due passi da Mineo. Berretta, che lavorava in proprio e non aveva nemmeno una partita Iva aperta, era privo di qualsiasi forma di protezione. Il 15 maggio scorso un muratore di 62 anni, Giuseppe Caracausi, è morto sul colpo dopo essere precipitato da un balcone al secondo piano di un edificio a Villabate. Anche lui era un lavoratore autonomo, che in molti dei casi significa lavorare in nero.
La piaga del lavoro sommerso è una delle cause dell´alto tasso d´incidenti, che fa registrare nell´Isola un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 3,5 per cento. «Sul piano della sicurezza non c´è l´attenzione che dovrebbe esserci, anche se sulla carta ci sono leggi nuove che dovrebbero portare a controlli e misure più forti - attacca Tarantino - Su 35 mila lavoratori censiti nell´edilizia lo scorso anno, circa il 50 per cento sono in nero, solo nella provincia di Palermo si parla di 17 mila operai che non hanno alcun diritto o garanzie».
Le morti e gli infortuni sul lavoro non riguardano solo l´edilizia. Tra i settori a rischio c´è quello metalmeccanico e manifatturiero (cinquemila incidenti lo scorso anno), ma anche agricoltura: domenica scorsa a Riesi è morto un agricoltore schiacciato dai rulli di una trebbiatrice. In questo settore sono già 5 le morti avvenute nei primi mesi del 2008. Per non parlare degli infortuni tra i campi, che sono stati tre mila solo nello scorso anno. Anche nella pubblica amministrazione, è il caso dei dipendenti del comune di Mineo morti ieri, l´Inail ha ricevuto quattro mila denunce d´infortuni negli ultimi due anni.
Ma perché questa ecatombe? Chi deve fare i controlli? Sulla carta nei cantieri e suoi luoghi di lavoro, anche degli enti pubblici, dovrebbero intervenire gli ispettori dell´Ausl, quelli della Regione e i carabinieri: «L´Ausl è però carente di personale, e spesso ci diamo una mano a vicenda, ma anche noi abbiamo poco personale - dice il responsabile dell´ispettorato regionale del lavoro, Vito Di Bella - In tutto posso contare su 150 ispettori più un nucleo di 80 carabinieri». Ben poco se si considera che dovrebbero controllare le norme sulla sicurezza e sui contratti di lavoro in 480 mila aziende più i cantieri edili sparsi in tutta la Sicilia, oltre a 400 enti locali. «Abbiamo bandito un concorso interno all´amministrazione per 300 ispettori, ma si sono presentati in meno di duecento, speriamo comunque di metterli in servizio al più presto», dice Di Bella. «La mancanza di controlli da parte degli ispettori è una delle cause principali del proliferare del lavoro nero e degli incidenti in Sicilia», aggiunge Tarantino.
Oltre ai controlli c´è però un problema di formazione del personale: «Non esiste alcuna programmazione sui corsi di formazione che dovrebbero fare i datori di lavoro, che siano privati o pubblici, ai propri dipendenti - dice Pino Lo Bello, dirigente dell´Inail - Comunque ormai ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza che va affrontata in tutte le sedi istituzionali, i dati del 2008 registrano un più 3 per cento negli infortuni sul lavoro in Sicilia, e siamo già a 42 morti contro le 102 dello scorso anno».
«Occorre immediatamente definire insieme alla Regione e agli imprenditori gli interventi necessari per garantire sicurezza in ogni luogo di lavoro, non è più il tempo per dichiarare buone intenzioni ma di decidere interventi concreti per limitare questa strage, se non c´è chi controlla che le regole siano rispettate qualsiasi buona norma non serve a nulla», dice Claudio Barone, segretario regionale della Uil. «Quella di Mineo è un´altra "ThyssenKrupp", ancora una volta frutto di approssimazione, superficialità, disorganizzazione, mancanza di cultura e di risorse per la prevenzione», aggiunge Maurizio Bernava, segretario regionale della Cisl che ha annunciato che «tutte le bandiere della Cisl saranno listate a lutto». Michele Palazzotto, segretario della Funzione pubblica Cgil, «chiede che vengano subito individuati i responsabili della sicurezza e quindi della morte dei sei operai di Mineo: «Siamo pronti a costituirci parte civile se si aprirà un processo», dice Palazzotto.
Ieri a Mineo è andato il neo assessore regionale al Lavoro, Carmelo Incardona: «Non è più tollerabile in un Paese civile il continuo ripetersi di tragedie di questo tipo - dice Incardona - Sono vicino e solidale con le famiglie. Ma questo non basta e non può bastare. Conto di raccogliere tutti gli spunti utili per agire, potenziando gli organici dell´ispettorato al Lavoro, che so essere carenti ma, se necessario, anche modificando le leggi vigenti».
(12 giugno 2008)
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