[Redditolavoro] 9 OPERAI MORTI PER LA "SICUREZZA" DEI PROFITTI DEI PADRONI...

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Wed Jun 11 19:24:28 CEST 2008




                    
                    
                        
                            
                        

                        
                            
								9 MORTI OPERAI PER LA "SICUREZZA" DEI PROFITTI DEI		                                
                            
                    
                    
                        
                            
                        

                        
                            
								Morti per uno sporco lavoro In sei uccisi nel depuratore
Da nord a sud oggi altri quattro morti

La cisterna killer di Molfetta - foto Ansa - 220*172 - 03-03-08
le foto sono dell'incidente a Molfetta
Lavoravano
nel depuratore consortile di Mineo, a 35 km da Catania. Un lavoro duro,
sporco, pericoloso: stavano pulendo una vasca del depuratore.
Inizialmente si pensava fossero caduti in una vasca che stavano pulendo
ma poi si è capito che i sei operai sarebbero stati uccisi dalle
esalazioni sprigionate dalla vasca, probabilmente satura di sostanze
tossiche. Quattro delle vittime erano dipendenti comunali, due di
un'azienda privata. Ai colleghi non è rimasto che dare l'allarme. Un
episodio simile a quello successo in una azienda privata a Molfetta
pochi mesi fa.




Subito sul
posto sono accorsi Vigili del Fuoco, polizia e carabinieri. E il
magistrato di turno per il sequestro dell'impianto e gli accertamenti
dell'inchiesta.




Nel
comune di Mineo gli impiegati sono sconvolti. Al telefono una donna tra
le lacrime dice: «Tra i morti vi sono quattro nostri colleghi. Il
sindaco appena appresa la notizia è andato al depuratore dov'è avvenuta
la tragedia».




Ancora non
era stata accertata l'dentità dei morti e neanche una prima
ricostruzione dell'accaduto quando il premier Silvio Berlusconi è
intervenuto sull'incidente di Mineo, lanciando tramite le agenzie una
sua dichiarazione. Questa: «Ho cercato il ministro del lavoro per
chiedergli di recarsi immediatamente sul posto e verificare la dinamica
dell'incidente». «Alle famiglie- continua Berlusconi- va la vicinanza e
anche l'aiuto concreto mio personale e del governo».




Intanto
in Senato il Presidente dell'aula Renato Schifani, ha informato i
senatori della morte di sei operai in segno di cordoglio ha invitato
l'intera assemblea ad un minuto di silenzio.




Cordoglio,
aiuto alle famiglie, tutti interventi che appaiono dovuti in casi del
genere. Ma se accompagnati ad atti concreti da parte dei governanti.




Non
è un caso la strage di Mineo. Tanto che va a sommarsi ad altre morti
sul lavoro, tra martedì e mercoledì. Proprio mentre al Senato i
parlamentari si riunivano per un minuto di silenzio per i morti di
Mineo, un altro operaio veniva investito da un camion sull'autostrada
vicino Modena. I sindacalisti tornano a puntare l'indice sul Testo
unico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, un compendio di norme che è
stato faticosamente approvato a cavallo tra le due legislature ma che
ancora non sembra dare i risultati sperati. Tanto che alcuni vorrebbero
rimetterci le mani.




Si sa
che la media italiana dei morti sul lavoro è di tre al giorno. Soltanto
nelle ultime 24-48 ore sono stati segnalati incidenti mortali, a
Cagliari - un operaio edile mercoledì mattina - in Sardegna, a Imperia
in Liguria un operaio ha perso la vita mentre lavorava a un tunnel
della ferrovia, e poi la strage in Sicilia, e ancora quel morto in
Emilia. E pochi minuti dopo l'incidente di Mineo si apprende che un
agricoltore è morto vicino ad Alessandria, schiacciato tra il trattore
e lo spargiconcime che trainava. La statistica parla di un'ecatombe che
in tre anni raggiunge quella della guerra in Iraq.




«Nove
morti sul lavoro in un solo giorno sono davvero troppi - sintetizza
Paolo Nerozzi ex segretario della Cgil ora senatore del Pd- È
vergognoso che l'Italia abbia il primato negativo sugli incidenti e
sulle morti sul lavoro». In giornata la Commissione Lavoro del Senato
«ha approvato all'unanimità l'istituzione della commissione
parlamentare d'inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e
sulle morti bianche- aggiunge Nerozzi- ma è urgente che anche l'Aula
dia il via libera alla Commissione affinchè si avvii immediatamente
l'inchiesta utile ad approfondire le reali cause che portano il
fenomeno a raggiungere, nel nostro Paese, dimensioni particolarmente
gravi». All'inchiesta, inoltre, sottolinea l'esponente del pd, «va
accompagnata la piena applicazione del Testo unico sulle norme di
sicurezza sui luoghi di lavoro. Un testo che serve non solo per
salvaguardare la salute dei lavoratori, ma anche per rendere più celeri
ed efficaci le verifiche sulla sicurezza decisamente rafforzate nel
Testo unico».




«Nonostante
il silenzio piombato di nuovo sulla sicurezza sul lavoro, sono stati
gli infortuni in queste settimane, in attesa- fa notare il segretario
regionale Ugl Sicilia, Giovanni Condorelli - di accertare le
responsabilità di quanto accaduto, di fronte a questo ennesimo episodio
tragico che si aggiunge alla strage della Thyssenkrupp e ai cinque
operai deceduti a Molfetta, l'Ugl chiede che i lavoratori non vengano
privati di una normativa che punta alla prevenzione e garantisce un
equilibrio tra norme e sanzioni». Secondo l'Ugl il faticoso Testo Unico
sulla sicurezza sui luoghi di lavoro dovrebbe però essere rivisto, per
essere reso più incisivo.




Anche
il segretario del Pd Walter Veltroni interviene sulla strage di
mercoledì. Con un monito: «lavorare non deve voler dire morire e quando
succede significa che tante cose non hanno funzionato». E aggiunge: «Le
leggi, anche per iniziativa del precedente governo ci sono, e occorre
farle funzionare soprattutto per prevenire e controllare, per impedire
situazioni di terribile pericolosità. Ora il mio pensiero va a quei sei
operai uccisi e alle loro famiglie».

Pubblicato il: 11.06. 08
Modificato il: 11.06.08 alle ore 18. 34 dall'unita'
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MENTRE
10000 POLIZIOTTI PRESIDIANO ROMA PER LA SICUREZZA DI BUSH E DEI NOSTRI
GOVERNANTI,  E MENTRE NEL "SICURO" E "PROGREDITO" VENETO SI UCCIDONO OPERAI PER RISCUOTERE LA POLIZZA COME ACCUDUTO AD UN OPERAIO RUMENO 

9 OPERAI OGGI 11 GIUGNO, MUOIONO NELLA NORMALITA' DI UNA GIORNATA DI LAVORO IN ITALIA. MUOIONO IN SPREZZO A QUALSIASI SICUREZZA, ALTRO
CHE PIANGERE I MORTI, LA LORO SICUREZZA E' SOLO SFRUTTAMENTO, MISERIA E
MORTE PER GLI OPERAI.




ORA
DOPO IL SILENZIO TOMBALE DEGLI ULTIMI MESI SUI NOSTRI MORTI, FERITI E
MUTILATI NELLE FABBRICHE E CANTIERI, CI INONDERANNO DI MILIONI DI
PAROLE AD USO E CONSUMO DELLE LORO TV, RIDONDANTI E MESCHINI;
PARLERANNO DI ERRORI UMANI, MANCANZA DI MASCHERINE, MALFUNZIONAMENTO DI
VALVOLE,IMPERIZIA DEGLI OPERAI (CHI E' PRECARIO O STAGIONALE NON LI FA'
I CORSI SULLA SICUREZZA ) NASCONDENDO I FATTI E IL FATTO PRINCIPALE; 

LAVORARE
NEGLI IMPIANTI, NELLE FABBRICHE, NEI CANTIERI PER TANTISSIME ORE
SETTIMANALI (PROPRIO IERI AL PARLAMENTO EUROPEO SI E' DATO LUCE VERDE
ALLA POSSIBILITA' DI ARRIVARE BEN OLTRE LE 48 FINO A 65 ORE),
ALL'INTENSITA' E CON LA FRENESIA SFRUTTANDO BASSI SALARI (I 1000 EURINI
PER TUTTI) E CONTRATTI PRECARI DI TUTTI I TIPI (LA MEDIA NELLE AZIENDE
MEDIO-GRANDI SI ATTESTA GIA' SU UN 20% DEL TOTALE DELLA FORZA-LAVORO)
RICHIESTA DAI PADRONI NELLE AZIENDE, PRODUCE E SOTTOLINEIAMO PRODUCE
ESATTAMENTE QUELLO CHE E' AVVENUTO OGGI 11 GIUGNO.




NON
E' PIU' POSSIBILE LAVORARE A QUESTE CONDIZIONI E DAGLI OPERAI DEVE
VENIRE UN FORTE SEGNALE CHE NON SIAMO PIU' DISPOSTI A FATICARE IN
CONDIZIONI CAPESTRO, UN SEGNALE VERSO TUTTI I PAROLAI CHE NON HANNO LA
NOSTRA CONDIZIONE, L'ULTIMA PAROLA IN MATERIA DI SICUREZZA DEVE
RITORNARE IN MANO AGLI OPERAI IN OGNI AZIENDA GRANDE O PICCOLA. INOLTRE
CI SI DEVE FERMARE QUANDO SUSSISTONO CONDIZIONI DI PERICOLO, I
SINDACATI DI OGNI SIGLA IN OGNI ORDINE E GRADO CHE PERSISTONO A
"MINIMIZZARE" I PERICOLI COI PADRONI SULLA NOSTRA PELLE VANNO PRESI A
CALCI NEL CULO, SBATTUTI FUORI DAI POSTI DI LAVORO.




GLI
OPERAI SI DEVONO ORGANIZZARE ANCHE NEL CAMPO DELLA POLITICA SENZA PIU'
NESSUNA MEDIAZIONE DI "ELEMENTI ESTERNI" CHE SI DICHIARINO DESTRI O
COMINISTI C'IMPORTA POCO, BASTA ESPONENTI DI ALTRE CLASSI CHE
"RAPPRESENTANO" GLI OPERAI, NEI SINDACATI E IN POLITICA.



FALLITI , FALLIMENTO!!!LORO E LE LORO CHIACCHERE!!!,


NOI CONTINUIAMO A MORIRE, LA NOSTRA CONDIZIONE PEGGIORA DI GIORNO IN
GIORNO E NON VOGLIAMO PIU' ESSERE PRESI IN GITO, IN BUONA O MALA FEDE.




IN
POCHE PAROLE GLI OPERAI SI DEVONO ORGANIZZARE SU TUTTO IL DA' FARSI IN
FORMA INDIPENDENTE, NON SARA' SEMPLICE PERCHE' TUTTI REMANO A ZITTIRCI,
LA NOSTRA CONDIZIONE E' UNA BOMBA AD OROLOGERIA, E I BORGHESI GRANDI E
PICCOLI NELLE AZIENDE LE SANNO.




DALLE
GRANDI AZIENDE ALLE MEDIE E ALLE PICCOLE SI DEVE RITESSERE QUELLA RETE
DI SOSTEGNO, DI INFORMAZIONE, DI LOTTA CHE SOLO GLI OPERAI ORGANIZZATI
POSSONO SOSTENERE PRATICAMENTE E TEORICAMENTE.


QUESTA
E' L'UNICA STRADA PER FARLA FINITA COL PROFITTO DEI PADRONI, COL LORO
SISTEMA CHE PRODUCE MORTE PER NOI, MISERIA A VITA, UN ENORME SCHIAVITU'
SOCIALE, POLITICA, MATERIALE.




OPERAI CONTRO
SEZ.


 MODENA
11 GIUGNO 2008
                            
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