[Redditolavoro] Comunicato di Origgio: sciopero con picchetto del
25-26 luglio magazzino Bennet
Fulvio
fuldigior at gmail.com
Wed Jul 30 23:39:50 CEST 2008
*Comunicato di Origgio: sciopero con picchetto del 25-26 luglio*
*LA SOLIDARIETÀ PROLETARIA BATTE LE PROVOCAZIONI PADRONALI*
Giovedì 24 luglio, il responsabile della cooperativa Leonardo, venuto a
conoscenza che l'indomani i lavoratori sarebbero entrati in sciopero, è in
fibrillazione, con tutti i mezzi, leciti e non, gira nei reparti
intimorendo tutti: chi fa lo sciopero rischia parecchio.
Il mattino del 25 i compagni più attivi, prevedendo un fallimento
telefonano ai compagni responsabili Slai per lo sciopero, sostenendo la
necessità di rimandarlo.
Venuto a conoscenza di questa situazione, ho telefonicamente parlato con
loro e in maniera decisa fatto presente quanto era negativo rimandare lo
sciopero e che al di là delle loro rassicurazioni uno sciopero nelle
settimane successive era improbabile che riuscisse e quindi si rischiava di
far fallire ciò che avevamo costruito fino ad allora.
Dopo averli esortati a rivedere la questione, ho parlato con Dikson il
quale concordava sulla necessità di vincere le paure e attivatosi
immediatamente ha spronato i compagni interni a non mollare il colpo.
Dopo poche ore, rinfrancati dalle mie parole e soprattutto di quelle di
Dikson, i compagni interni hanno rialzato la testa e deciso collettivamente
di dar corso alla lotta.
Il 25 alle 9.30 è iniziato lo sciopero.
Dall'esterno sono venuti a presidiare il magazzino molti compagni. In
questo secondo sciopero si aggiungevano ai compagni che avevano partecipato
al picchetto precedente (Comitato Antirazzista Milanese, C.S. Vittoria,
Slai Cobas) compagni licenziati ed in cassa integrazione dell'Alfa Romeo,
operai della Pirelli di Bollate, della cooperativa alla DHL di Corteolona,
dell'Ortomercato di Milano, dell'aeroporto di Malpensa, i compagni del
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro di Sesto San
Giovanni, del Centro di Iniziativa proletaria e del Centro Sociale Fucina
di Sesto San Giovanni, una quindicina di immigrati di una cooperativa di
Oleggio (VA) che lavorano in un altro magazzino Bennet, a 65 Km di Origgio,
e altri compagni protagonisti della lotta nel magazzino DHL di Pieve
Emanuele.
Il risultato del picchetto scoraggiava i pochi lavoratori indecisi ad
entrare nel magazzino.
Ancora una volta il gran numero dei lavoratori e dei compagni presenti ha
dato ai lavoratori coscienza della loro forza: si è dato vita ad un attivo
picchetto impedendo a persone e camion l'entrata nel magazzino. Benché
l'azienda avesse provveduto ad instaurare un sistema di sorveglianza che
inquadravano i compagni nel picchetto, e un gran numero di carabinieri che
presidiava la portineria cercando di sfondare il picchetto quando qualche
crumiro cercava di entrare, nonostante le provocazioni e l'aggressione
subito da un compagno cassintegrato dell'alfa romeo che partecipava al
picchetto, l'iniziativa di lotta è andata avanti rafforzandosi.
Di fronte alla determinazione dei compagni, l'azienda ha in un primo
momento chiesto di poter fare un incontro, che subito dopo ha sospeso
perché non accettava che nella delegazione ci fossero gli operai interni e
soprattutto il lavoratore Dikson che ha subito un provvedimento
disciplinare di 10 giorni di sospensione per aver rivendicato i suoi
diritti.
E' stata una notte di continue tensioni e provocazioni da parte dei
caporali della cooperativa che, uscendo dallo stabilimento attorniati dai
carabinieri, cercavano di far entrare gli scioperanti a lavorare, ma i
lavoratori non si sono fatti intimorire
Dalle ore 8 di sabato 26 luglio il presidio dei carabinieri e' andato
ingrossandosi con l'arrivo di nuove pattuglie, mentre la lunga fila di
camionisti che aumentava all'entrata in accordo con i padroni della
cooperativa ed i carabinieri che mostravano segni di insofferenza stavano
preparando le condizioni e le forze per sfondare il picchetto. I numerosi
lavoratori e compagni, presenti tutta la notte, dopo una improvvisata
assemblea di bilancio in cui dichiaravano raggiunti gli obiettivi
della giornata di lotta decidevano di continuare fino alle ore 10 di
sabato dandosi appuntamento per l'assemblea di giovedì 31 luglio
(riunione che l'azienda successivamente ha concesso di fare all'interno).
Ancora una volta veniva evidenziato il fatto che il responsabile Chiari ha
difficoltà a concepire una trattativa dove i protagonisti sono i lavoratori
e non i soliti sindacalisti pronti alle mediazioni con il padrone.
E' chiaro che la cooperativa ha accusato il colpo, il tentativo del
responsabile della Leonardo sarà quello di concedere qualcosa sul piano
salariale, purchè sia escluso dall'azienda il compagno Dikson che è il più
attivo tra i lavoratori. Siccome sappiamo che una piccola vittoria sul
piano contrattuale, senza che sia disconosciuto l'attuale atteggiamento
persecutorio nei confronti del nostro rappresentante sindacale non
incoraggerebbe l'organizzazione dei lavoratori, poniamo come pregiudiziale
alla trattativa il reintegro di Dikson. Se ciò non avvenisse continueremo
la lotta fino in fondo, sapendo di avere costituito, nei fatti, un forte
presidio di lavoratori disponibile a sostenere la lotta dei compagni
interni alla Leonardo.
Una cosa deve essere chiara per tutti i compagni che partecipano alla
lotta: questa battaglia è, come quella di Corteolona nel magazzino della
DHL, di lunga durata, perché gli interessi in gioco sono tanti dal punto di
vista economico, ma soprattutto dal punto di vista politico, perché investe
un sistema ampio e portante dell'economia a livello dell'intera Regione
lombarda.
Non è un caso, che anche nell'assemblea autoconvocata dei lavoratori del 21
giugno abbiamo riposto in questa lotta un grande significato ed impegnato
le nostre energie per avere il risultato di saldare la lotta dei lavoratori
autoctoni con quella di una parte importante di lavoratori immigrati i
quali subiscono tutte le più profonde pene dello sfruttamento
capitalistico.
SOLO CON L'UNITÀ E LA SOLIDARIETA' PROLETARIA FRA I LAVORATORI DI OGNI
NAZIONALITÀ È POSSIBILE DIFENDERSI.
*Per lo SLAI COBAS e il Comitato promotore DELL'ASSEMBLEA AUTOCONVOCATA del
21 giugno 2008*
*Aldo Milani*
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