[Redditolavoro] Articolo su incidente ILVA
Rapt
rapt at inventati.org
Tue Jul 15 15:50:27 CEST 2008
Chiedo scusa, qui c'è l'articolo
Operaio in fin di vita: «Tragedia nascosta»
15 luglio 2008
Graziano Cetara <mailto:cetara at ilsecoloxix.it>
Un operaio dell'Ilva di Cornigliano è in gravissime condizioni nel
reparto di rianimazione dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena. Da
sabato sera. La notizia è trapelata soltanto ieri tra le maglie del
riserbo nel quale è rimasta avvolta per due giorni, riserbo sindacale,
istituzionale, aziendale, sanitario, giudiziario. Il lavoratore, che
stava andando verso la mensa, è stato investito sul piazzale degli
imbarchi marittimi delle acciaierie da uno dei carrelloni su gomma che
trasportano le bobine di lamierino. Si chiama Giuseppe Pastorino, ha 53
anni, un figlio di 23 e una moglie, Lorella Bozzano, infermiera, la cui
vita da quell'istante è come sospesa sul nulla.
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«Mi hanno chiamata per dirmi che era accaduto un piccolo incidente e che
mio marito se l'era cavata con un braccio rotto - racconta, con un filo
di voce al telefono - quando finalmente sono riuscita a parlare con il
primario ho saputo che aveva quasi perso il braccio sinistro, si era
rotto una vertebra, uno zigomo, una clavicola e otto costole, oltre ad
avere complicazioni renali e polmonari. Se questo è un piccolo incidente».
La donna è infuriata e al contempo annientata dal dolore. Per questo ha
deciso di chiamare il giornale: «Ho comprato i quotidiani domenica e
lunedì e non ho letto la notizia - racconta - sono convinta che vogliano
coprire questo incidente, che vogliano insabbiarlo. Invece tutti devono
sapere che cosa accade là dentro, i rischi ai quali sono sottoposti gli
operai. Voglio che tutti sappiano, perché incidenti così non accadano più».
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Il caso, nascosto ai media da tutte le fonti ufficiali della città, come
se non fosse un diritto essere informati di fatti di questo genere, è
stato affrontato dall'unità operativa della Asl specializzata in
sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. «Siamo intervenuti
subito dopo nell'area dove l'incidente è avvenuto - conferma il
responsabile del servizio Attilio Busnelli - sono in corso accertamenti
per capire se esistano delle responsabilità».
Il conducente del mezzo che ha travolto l'operaio ha raccontato di non
essersi accorto della presenza in banchina di Pastorino. Non ha potuto
abbozzare nessuna manovra per evitare l'impatto. È bastato sfiorare il
corpo dell'uomo, che si trovava a piedi sul molo, perché le tonnellate
di acciaio producessero sul suo corpo ferite e traumi gravissimi.
Gli ispettori della Asl hanno acquisito dall'Ilva tutti i documenti
relativi alle procedure per il trasporto delle bobine di acciaio e
quelle relative agli spostamenti a piedi degli operai, dettagli
tutt'altro che secondari che sono stati allegati alla relazione
trasmessa in procura. Già nelle prossime ore, come atto tecnico,
dovrebbe essere iscritto nel registro degli indagati (per lesioni
gravissime) il conducente del mezzo che è stato al centro
dell'incidente. Ma è chiaro che le cause di quanto è accaduto sono molto
più profonde, vanno cercate alla radice. Si tratta ora di capire se i
regolamenti interni siano lacunosi o insufficienti oppure se siano stati
violati, a un prezzo altissimo. E prima ancora bisogna che siano
predisposte misure idonee affinché quello che è accaduto non si ripeta.
Come prima misura operativa, in via di urgenza, la Asl ha imposto che
per gli operatori appiedati sia predisposto un percorso stradale
alternativo, un tracciato interno all'Ilva che eviti ogni potenziale e
micidiale contatto con i mezzi pesanti, gru o altro.
Il pericolo è rappresentato non solo dalla movimentazione delle merci
per mezzo degli elevatori, ma anche dagli spostamenti interni, in un
mondo chiuso fatto di strade e percorsi ad alto rischio. E quando si
movimentano tonnellate di metallo, ogni errore (di chi organizza come di
chi esegue e mette in pratica le disposizioni operative) rischia di
portare alla tragedia.
--
-(Rapt)-
www.inventati.org/rapt
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