[Redditolavoro] [BCinforma] 2008-07-08
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Tue Jul 8 10:00:13 CEST 2008
BC*informa*
Newsletter del Partito Comunista Internazionalista (*Battaglia Comunista*)
Inflazione o speculazione, questo e` il dilemma del governo
Berlusconi!<http://www.ibrp.org/it/articles/2008-07-01/inflazione-o-speculazione-questo-%C3%A8-il-dilemma-del-governo-berlusconi>
E nel dubbio Tremonti inchioda salari, stipendi e pensioni
Da gennaio a oggi il prezzo del petrolio e` cresciuto di oltre il 51 per
cento in dollari di oltre il 43 per cento in euro, quello del grano di oltre
il 50, del riso di circa il 100 per cento. A livello europeo, la Bundesbank
prevede che nel 2008 i prezzi al consumo cresceranno di almeno il tre cento.
In Italia intanto ha gia` raggiunto il 3,8 per cento, il livello piu` alto
da dodici a questa parte. Si tratta di un dato che non da` pero` l'esatta
dimensione dell'impatto reale che questi aumenti hanno avuto sui salari, le
pensioni e gli stipendi.
>>><http://www.ibrp.org/it/articles/2008-07-01/inflazione-o-speculazione-questo-%C3%A8-il-dilemma-del-governo-berlusconi>
Condizioni e lotte operaie nel
mondo<http://www.ibrp.org/it/articles/2008-07-01/condizioni-e-lotte-operaie-nel-mondo>
Germania
Ottocento dipendenti dello stabilimento automobilistico Daimler, il piu`
grande di tutta la Germania, il 18 giugno scorso sono scesi in sciopero per
difendere l'attuale sistema di pre-pensionamento. I lavoratori, in
maggioranza impiegati alle presse, sono estremamente preoccupati per la
fine, programmata per il 2009, dei sussidi pubblici ai prepensionamenti. Se
da un lato si e` trattato di un'azione limitata a solo due ore e diretta dal
sindacato IG Metall dall'altro questo sciopero ha messo in luce uno dei
principali elemento di conflitto dell'attuale fase: la crisi del sistema di
Welfare nato dopo la seconda guerra mondiale. Spesso la sinistra italiana ha
preso a modello il capitalismo tedesco nella gestione delle crisi
industriali, slogan come "lavorare meno ma lavorare tutti" hanno
riecheggiato per anni, oggi di fronte all'aggravarsi della crisi strutturale
del sistema e` sempre piu` evidente come non vi siano soluzioni poco
dolorose alle contraddizioni del capitalismo neppure nei Paesi della
socialdemocrazia storica.
Turchia
Gli scioperi che hanno coinvolto nei mesi scorsi i lavoratori del porto di
Istanbul si sono estesi ai cantieri navali della vicina Tuzla. Anche in
questi stabilimenti la lotta ha come obiettivo l'arresto di quella che e`
ormai una vera e propria ecatombe causata dai ritmi di lavoro insostenibili
in condizioni di totale insicurezza. Il 14 giugno centinaia di scioperanti,
con il sostegno di migliaia di lavoratori esterni e di molti militanti
politici, hanno manifestato di fronte ai canteri navali. La situazione
contro cui lottano e` inaccettabile: solo negli ultimi mesi nel distretto di
Tuzla sono state uccise in incidenti sul lavoro 25 persone, nel maggio
scorso due lavoratori sono morti nello spazi di una sola settimana. La
ricerca della competitivita` in un mercato in forte crisi ha portato i
cantieri navali a subappaltare a ditte esterne gran parte del lavoro, queste
a loro volta per ottenerlo impongono un livello di sfruttamento e condizioni
di lavoro criminali. Se si pensa che oggi 45.000 operai dei cantieri di
Tuzla, quasi il 90% del totale, sono dipendenti di queste societa` e` facile
capire la gravita` della situazione. La situazione del porto si Istanbul e`
molto piu` grave di quella italiana pero` anche nel nostro paese il
tentativo di contenere al minimo il costo della forza lavoro sta provocando
il preoccupante incremento degli incidenti sul lavoro al quale stiamo
assistendo da tempo con conseguenti ipocrite reazioni dei borghesi nostrani.
Marocco
Il 7 giugno la polizia ha attaccato con violenza i manifestanti che
bloccavano il porto di Sidi Ifni nel sud del Paese. Gli scontri sono stati
molto duri e, anche se la notizia non e` certa, dovrebbero aver portato
all'arresto dei diversi manifestanti e anche alla morte di alcune persone.
Il porto era bloccato dal 30 maggio scorso, quando i manifestanti erano
scesi in piazza per protestare contro la poverta` crescente e contro la
disoccupazione strutturale che sta stritolando la regione totalmente
marginalizzata dai programmi di sviluppo economico del governo centrale.
Algeria
Il 25 giugno centinaia di lavoratori dell'azienda petrolifera di stato
Sonatrach sono scesi in sciopero ad Hassi R'mel vicino ad Hassi Messaoud,
una delle principali aree di estrazione di gas nel sud del paese. Gli
scioperanti richiedono un incremento dei salari e sono pronti a paralizzare
la produzione di gas della regione. Un'altra dimostrazione di come non
"siamo tutti sulla stessa barca", di come gli interessi di lavoratori e
padroni siano in realta` inconciliabili, di come a fronte di un mercato
molto favorevole per i produttori energetici non corrisponda un aumento dei
salari per i lavoratori se non a fronte di lotte.
Iran
Il 21 giugno piu` di mille dipendenti della cartiera di Shoosh hanno
manifestato sotto l'edificio della direzione dell'azienda indicendo un
sit-in di protesta contro il mancato pagamento di tre mesi di salario.
Sempre a Shoosh, ma separatamente, i lavoratori della fabbrica di zucchero
Haft-Tapeh continuano a scioperare e a dimostrare di fronte alla direzione
della holding proprietaria dello stabilimento.
Le unita` speciali dell' IRGC, la guardia della rivoluzione islamica, il
principale organo di repressione del regime clericale iraniano, sono
intervenute per impedire che le manifestazioni si diffondessero per le vie
della citta`. E` infatti proprio nell'abbattimento degli steccati con i
quali la borghesia ha artificialmente diviso la classe operaia che sta uno
dei principali pericoli che il sistema corre, soprattutto quando si tratta
di uno dei regimi che in modo piu` sanguinario si regge sull'oppressione e
la violenza. Salutiamo le lotte dei lavoratori iraniani con la speranza che
non vengano incanalate nel solco tracciato dalla borghesia democratica
nazionale.
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