[Redditolavoro] FW esperienza milanese
vittoria
huambos at virgilio.it
Wed Jan 2 18:39:45 CET 2008
ciao a tutti,
di seguito riporto un'esperienze recente a milano nel settore edile, di cui
ho appreso in rete e nn direttamente.
Se qualcuno ne sa qualcosa di più bene; magari può essere un primo spunto di
riflessione/discussione.
Saluti.
Cusano Milanino (MI) - Il 21 dicembre scorso uno sciopero spontaneo, con
blocco delle merci, ha bloccato per tutto il giorno la Comedil, azienda che
produce gru per cantieri. La motivazione: la mancata assunzione di 5
lavoratori "interinali". I circa 60 operai che hanno incrociato le braccia
per difendere i loro 5 compagni licenziati sono stati un significativo
messaggio di solidarietà di classe e di compattezza che va anche in parziale
controtendenza con il contesto dominante, dove spesso le aziende utilizzano
personale somministrato, o in appalto, o immigrato, non solo per incassare
maggiori profitti, ma anche per dividere il fronte operaio. In queste righe
vogliamo brevemente ricostruire quella bella giornata di lotta e fare
qualche riflessione.
Premessa
La Comedil è una società del gruppo statunitense Terex, con sede a Westport,
nel Connecticut. Società quotata alla borsa di New York, la Terex è in
continua ascesa: una azione vale oggi circa 66 euro e sono continue le
acquisizioni internazionali (l'ultima in India). In Italia gli stabilimenti
sono due: oltre quello di Cusano, l'altro, che funge anche da sede centrale
è quello di Fontanafredda (Pordenone). Attraverso la Terex Financial
Services, la multinazionale USA si occupa anche di finanziamenti e di
leasing per l'acquisto delle gru e dei macchinari prodotti. Insomma un vero
gigante del capitalismo finanziario e produttivo. Eppure questo gigante pare
non possa permettersi di assumere 5 operai dello stabilimento di Cusano.
Peccato che all'inizio le promesse erano d'altro tipo: i 5 operai sono stati
assunti in momenti diversi: il primo lavorava dalla fine di marzo, altri due
dal 28 di agosto e gli ultimi 2 da ottobre. Alcuni di loro si sono
licenziati da contratti a tempo indeterminato in altre aziende (magari più
lontane da case e che offrivano, apparentemente, minori garanzie), a tutti
il responsabile del personale, Marchetto, aveva fatto le stesse promesse: un
mese di prova iniziale da interinali, poi altri 6 mesi con l'agenzia
(Adecco) e 6 a tempo determinato; alla fine, assunzione a tempo
indeterminato. Anche le mansioni erano diverse: un operaio era alla
verniciatura, un altro mulettista, un cablatore della parte elettrica delle
gru e due alla linea di produzione. Qualche piccola avvisaglia gli operai
l'avevano avuta quando, dopo il periodo di prova, erano stati rinnovati come
interinali per 3 o 2 mesi, ma il "bello" doveva ancora venire...
I fatti
La mattina del 20 dicembre, alle 8.00, si presenta un delegato della Fiom
che "ufficiosamente" comunica a tutti la notizia del licenziamento dei 5
compagni di lavoro. Lui, come tutta la RSU, ne era venuto al corrente il
giorno prima, quando, dopo aver siglato l'accordo sul contratto integrativo,
alla domanda dei delegati sul futuro dei 5 precari, l'azienda rispondeva che
non avrebbe confermato nessuno. La rabbia è generale, mista alla delusione e
alla commozione per la sorte dei propri colleghi, sia da parte degli operai
sia dei capi. Di fronte al tentativo di alcuni dei 5 di puntare diritti
sull'ufficio del personale, uno dei delegati li invita ad attendere la
comunicazione ufficiale del responsabile per poi dare "inizio alle danze".
Nel frattempo arriva Marchetto che comunica ufficialmente la notizia,
negando spudoratamente quanto aveva garantito in agosto. Ma la fabbrica si è
già fermata spontaneamente, con la sola iniziale eccezione di un
magazziniere ruffiano che però viene quasi subito ridotto a più miti
consigli. Vengono bloccati tutti i bilici in entrata verso la fabbrica,
addirittura neanche il postino è riuscito ad entrare. Gli operai si
concentrano nel piazzale e poco dopo arriva la notizia della presenza di
Balzarini, l'ingegnere responsabile della Comedil a Milano. Un primo
precario fa da "apripista" verso il suo ufficio. Anche Balzarini risponde
"picche" al primo operaio, aggiungendo anche una notevole dose di ciniscmo,
quando afferma che la comunicazione del mancato rinnovo non poteva essere
data 15 giorni prima, perchè altrimenti la manodopera non avrebbero reso sul
lavoro! A questo punto parte l'irruzione di tutti gli altri (interinali e
anche qualche capo), che intimano l'assunzione a tutti. Di fronte ai rischi
di un linciaggio, i due capi, nonostante sostengano in tutto e per tutto la
fermata, ritengono sia meglio far uscire i compagni interinali e il presidio
torna nel piazzale, dove nel frattempo arrivavano altri delegati e delegate
di aziende metalmeccaniche della zona del sestese (Marcegaglia, Siemens,
ecc.), compagni della FLMU-CUB (che avrebbero svolto anche un prezioso
lavoro di comunicazione agli organi di stampa), mentre i funzionari della
Fiom e della Camera del Lavoro sarebbero arrivati nel pomeriggio, con il
consueto ritardo che contraddistingue ormai il loro porsi rispetto alle
lotte dei lavoratori. Giungeva trafelata anche la responsabile della sede
Adecco di Cinisello che prima minacciava un licenziato di denunciarlo ai
carabinieri (perchè faceva "perdere l'immagine" alla sua azienda), poi
sciorinava la sua filosofia da quattro soldi ("una promessa è una promessa,
ma è ciò che viene scritto su carta che conta"), preoccupata più di non
perdere i suoi lauti affari con la Comedil che del futuro di questi operai,
sulla cui pelle ha speculato fino alla fine. Comunque, alla fine la fabbrica
non ha piu' ripreso la produzione. La Fiom ha fatto un comunicato che però
attacherà in bacheca aziendale il 7/1!!!!!!!!!!!
Nel pomeriggio si svolge una riunione in videoconferenza fra la direzione
dello stabilimento di Cusano, i delegati RSU e la direzione centrale Terex
negli USA. Alla fine, i delegti si recano dagli scioperanti per riportare le
motivazioni aziendali dei licenziamenti: "assenza di mercato" dovuta al
fatto che da dicembre a marzo i cantieri sono fermi; ma questo succede tutti
gli anni. La motivazione risulta invece più chiara se messa in relazione a
quanto era stato detto 20 giorni prima dagli stessi emissari USA che erano
venuti a Cusano dichiarando pomposamente che dal 1° gennaio 2008 avrebbero
instaurato il modello toyotista, basato sull'utilizzo delle (poche)risorse
disponibili nel modo più produttivo possibile, con l'obiettivo di
incrementare drasticamente la produttività della fabbrica. E infatti,
(guarda caso) è previsto il raddoppio della produttività (dalle 600 alle
1200 gru circa l'anno), aumento dei ritmi, diminuzione delle pause. Il
tutto, a detta dell'azienda, "a misura d'uomo" (la misura d'uomo già
sperimentata alla Thyssenkrupp?).
Il 9 gennaio si svolgerà l'incontro con l'azienda, dove i delegati si sono
impegnati a mettere di nuovo sul piatto la riassunzione dei 5 compagni,
comunque determinati a resistere, sia sul piano della lotta che su quello
sindacale e legale, trovando l'appoggio di molti delegati e lavoratori delle
fabbriche della zona di Sesto San Giovanni e di Milano (tantissime sono
state le mail e gli sms di solidarietà arrivati), e di alcune forze del
sindacalismo di base, ma anche l'immobilismo dei burocrati fiommini, che si
sono limitati a redigere un comunicato che però verrà affisso in bacheca...
il 7 gennaio!
Riflessioni conclusive
La lotta degli operai della Comedil di Cusano rappresenta una significativa
esperienza, per quanto parziale e limitata nel territorio, di lotta alla
precarietà, sia sul terreno della lotta sindacale, sia su quello della
politica. Sul piano sindacale, i lavoratori hanno dimostrato di aver
compreso il preciso nesso che c'è fra la precarietà dei giovani operai e
l'aumento dello sfruttamento per i più "anziani", nel nome della
produttività e della redditività del capitale. Il profitto è l'anello che
congiunge generazioni e figure contrattuali e le ricompone in un unico
fronte di lotta. Sul piano politico, gli operai della Comedil hanno
dimostrato in quella giornata che è possibile invertire i rapporti di forza
col, padrone, che risieda a Milano o nel Connecticut, uscendo dalla
rassegnazione e dal fatalismo che spesso ormai connota le vertenze
sindacali, organizzandosi in maniera autonoma senza aspettare "pappe pronte"
da chicchessìa. E questo è stato possibile anche dall'incontro fra i
delegati sindacali combattivi presenti nella fabbrica e questi giovani che
hanno in genere lavorato sempre per integrarsi coi loro colleghi "fissi" e
sviluppando con loro in questi mesi un confronto e un dibattito serrato
sulle loro condizioni e sulle necessità della lotta. Certo, una sana dose di
realismo deve farci tenere alta l'attenzione sulla necessità di:sviluppare e
rafforzare questa unità, mantenedo il grado di determinazione sia dei 5
espulsi che degli altri rimasti, unendo ai classici strumenti della lotta
sindacale, quelli della controinformazione, del collegamento e della
denuncia pubblica sul territorio (quanti impianti nella zona vivono
situazioni analoghe). Dal sindacalismo confederale ci si può aspettare ben
poco, non a caso in questi ultimi mesi, ben 19 tessere della Fiom sono state
restituite in azienda. Dalla determinazione e dalla creatività degli operai
ci si può invece aspettare di tutto...
Assemblea dei lavoratori autoconvocati
fonte: assemblea_nordovest at yahoo.it
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