[Redditolavoro] [Fwd: Gaza, soluzione finale - Sabato 3 gennaio manifestazione a Roma - Solidarizzare con chi resiste, denunciare chi collabora con i bombardamenti israeliani]

Rapt rapt at inventati.org
Wed Dec 31 11:16:07 CET 2008



-------- Messaggio Originale --------
Oggetto: 	Gaza, soluzione finale - Sabato 3 gennaio manifestazione a 
Roma - Solidarizzare con chi resiste, denunciare chi collabora con i 
bombardamenti israeliani
Data: 	Wed, 31 Dec 2008 00:51:17 +0100
Da: 	Information Guerrilla <informationguerrilla at katamail.com>
Rispondi-a: 	informationguerrilla at katamail.com
A: 	<rapt at inventati.org>



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*INFORMATION GUERRILLA * "by any media necessary"
(qui <ttp://www.informationguerrilla.net/%22>)
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*GAZA, SOLUZIONE FINALE*

di Patrizia Viglino


Sanguina la Striscia di Gaza, sanguina e geme da tre lunghi giorni di 
furia omicida, aggredita da un esercito di sanguinari, sottoposta ad una 
pioggia di bombe che dal cielo e dal mare si abbatte sulla comunità di 
palestinesi rinchiusi nel più grande campo di concentramento del Mondo.
Ai confini del Gaza-Campo, soldati israeliani che si preparano 
all’invasione di terra, truppe che cantano e ballano, che esultano per 
gli oltre 350 morti palestinesi. Quale orrore maggiore ci stiamo 
preparando a guardare attraverso lo schermo delle televisioni nelle 
prossime ore? Quale raziocinante retorica saremo pronti ancora a digerire?
E intanto sentiamo ripetere l’odioso mantra dei carnefici del popolo 
palestinese, dal ministro israeliano della difesa Barak a quello degli 
esteri Livni, che in clima di campagna elettorale dicono di non voler 
fermare questa macchina da guerra chiamata “Israele” fintanto che Gaza 
non sia riportata indietro di dieci anni, fintanto che non rimarrà in 
piedi un solo edificio di Hamas, fintanto che non verrà annientato 
l’eterno nemico che oggi si chiama Hamas, come ieri si chiamava 
al-Fatah, come in passato si è chiamato OLP e come da sempre si chiama 
Popolo Palestinese.
Un’ombra sta scendendo sul mondo intero, sui giornalisti che se pur 
impressionati per la carneficina in corso non possono fare a meno di 
ripetere che Israele è in guerra con Hamas e che “una pioggia di razzi 
Qassam” ha colpito il sud di Israele.
Un’ombra si è già allungata sui governi occidentali, deboli pedine dello 
scacchiere della guerra totale che la potenza statunitense ha coltivato 
e accudito dagli anni Novanta ad oggi. Non è difficile comprenderlo. Il 
neo-eletto Barak Obama non ha fatto altro che seguire la linea di Bush 
in materia di politica mediorientale. Se qualche illuso ha creduto che 
essere un afro-americano significasse essere sensibile ai temi della 
pace si è sbagliato di grosso. Le dichiarazioni di Obama su questa 
strage degli inermi sono perfettamente in linea con la condotta 
dell’amministrazione Bush che dopo due giorni di guerra totale a Gaza ha 
ribadito che con Hamas, con i “terroristi” non si tratta. Come sempre e 
prima di tutto vengono gli interessi di Israele e per questo Israele ha 
qualunque diritto sul popolo palestinese, anche il diritto di vita e di 
morte, di imporre prigionia, fame, freddo, oscurantismo, disperazione. 
Ogni opzione è aperta su Gaza, ogni soluzione è buona per annientare 
questo popolo che ha commesso il grande crimine di esistere.
3 miliardi di dollari americani all’anno in finanziamenti alla macchina 
da guerra israeliana che per dieci anni hanno attrezzato i criminali di 
guerra, stiamo certi continueranno anche nel 2009.
La propaganda israeliana si è mobilitata parallelamente alla macchina 
bellica. Il ministro degli esteri Livni si è detta impegnata in una 
campagna mediatica senza precedenti. Uno staff scelto prende contatti in 
tutte le lingue e verifica che questa operazione di distruzione su Gaza 
venga interpretata nel giusto modo, si assicura che si parli di “difesa” 
e non di attacco, che si metta in luce come il nemico sia Hamas e non i 
palestinesi.
Controllano che il linguaggio e la disinformazione siano appropriati in 
modo da poter opportunamente sostenere la menzogna che ad essere 
bombardati siano solo le infrastrutture del terrore, la catena di 
comando di Hamas. Nemmeno una parola sulle vittime civili, sui bambini 
trucidati, sulle centinaia di famiglie distrutte dovrà essere spesa, 
mentre le immagini più crude è meglio censurarle. I mezzi di 
informazione continuano a ripetere e a trasmettere l’ordine di Tel Aviv: 
è un’operazione militare chirurgica contro Hamas, contro il terrorismo, 
contro il pericolo mortale per Israele.
Ma sulle pagine di Ha’aretz Amira Hass scrive il contrario, scrive che 
non è un attacco contro Hamas ma contro tutto il popolo palestinese.
In queste ore di orrore e di terrore, nessun capo di stato dice che i 
palestinesi hanno il diritto di esistere, che questa sanguinaria 
occupazione militare deve finire. Il lungo embargo umanitario che hanno 
chiamato “tregua”, ha servito sul piatto d’argento il pretesto della 
carneficina a suon di bombe. Una volta cotto a puntino, il popolo di 
Gaza può affrontare inerme l’invasione dell’esercito israeliano che in 
modo codardo si prepara ad entrare e ad affrontare armi in pugno una 
popolazione ridotta allo stremo.
In tre giorni di ininterrotti bombardamenti la macchina da guerra 
israeliana ha colpito in mezzo alla popolazione civile, si è macchiata 
di crimini di guerra colpendo caserme, case, edifici pubblici, 
università, moschee, luoghi di culto, danneggiando ospedali e tutto 
questo lo chiamano “Hamas”.
Di fronte a questo orrore disgustoso anche il presidente dell’Autorità 
Palestinese Abu Mazen, in linea con Bush, ha chiamato tutto questo 
“Hamas” e ha dichiarato che la colpa è di Hamas per aver rotto la tregua 
unilaterale, obbligatoria solo per i palestinesi.
Le divisioni interne palestinesi si sono ormai sedimentate, sono state 
costruite con abilità, a tavolino dalle diplomazie internazionali e 
tutto questo l’hanno chiamato “piano di pace”.
Quando tutto questo sarà finito la stampa non si prenderà cura di 
raccontarci fino in fondo questo Genocidio. Un milione e trecentomila 
palestinesi rinchiusi nella Striscia di Gaza non hanno possibilità 
alcuna di scampare al massacro che colpirà nel mucchio, a caso.
Tutto il Mondo è in rivolta e sta urlando la sua rabbia ma questo non 
conta nulla quando il mondo è governato da una classe di inetti e 
corrotti che porta avanti la grande menzogna della civiltà, quando il 
nostro silenzio inattivo viene pagato con il controllo del benessere 
finanziario, quando siamo disposti a lasciare che altri paghino i 
disastri del capitalismo di guerra, i mancati proventi del petrolio 
iracheno, i licenziamenti alla General Motors, la crisi finanziaria 
mondiale.
Il modello diplomatico in corso è quello sperimentato durante l’attacco 
al Libano del 2006: diplomazie al lavoro per decidere nel modo più lento 
possibile e per lasciare aperta ad Israele quella finestra di tempo 
necessaria per scatenare il suo odio anti-palestinese, per dare fiato 
agli anti-arabi, ai razzisti (molti dei quali tuonano dalle pagine dei 
quotidiani nazionali), a tutti coloro che non spenderanno una sola 
lacrima per un bambino palestinese morto ammazzato. Eppure le immagini 
che arrivano da Gaza parlano chiaro, mostrano un crimine di guerra, uno 
sterminio di massa realizzato con i toni trionfalistici di chi sa, nel 
governo israeliano, che non esiste alcuna forza politica 
sufficientemente libera da interessi politici capace di dire basta, di 
rompere ogni relazione, politica, diplomatica, commerciale, con questo 
governo di assassini.
Qual è la distanza che separa la guerra totale contro il popolo 
palestinese dalla soluzione finale palestinese?
[30 dicembre 2008]

SABATO 3 GENNAIO MANIFESTAZIONE A ROMA

Ore 16.30 piazza della Repubblica corteo fino a Piazza Barberini

Fermiamo il massacro dei palestinesi a Gaza
Basta con l’impunità del terrorismo di stato israeliano
Rompere ogni complicità politica, militare, economica tra lo stato 
italiano e Israele
Le bombe uccidono le persone, l’informazione manipolata uccide le coscienze

Prime adesioni:
/Associazione Handala (Castelli Romani); Associazione Amici della 
Mezzaluna Rossa Palestinese; Centro Iniziativa Popolare; CIRCI; Circolo 
Comunista “Stefano Chiarini”; Comitato Palestina nel cuore; Collettivo 
antagonista Primavalle; Disarmiamoli; Forum Palestina; Partito dei 
Comunisti Italiani; Partito della Rifondazione Comunista; Partito 
Comunista dei Lavoratori; Rete dei Comunisti; Sinistra Critica…/

GAZA. SOLIDARIZZARE CON CHI RESISTE, DENUNCIARE CHI COLLABORA CON I 
BOMBARDAMENTI ISRAELIANI

In queste ore la Striscia di Gaza è stata trasformata in una trappola 
mortale dai bombardamenti israeliani che hanno già fatto centinaia di 
morti e altrettanto feriti che moriranno nelle prossime ore perché gli 
ospedali erano al collasso già da due anni a causa del vergognoso embargo.

I palestinesi di Gaza sono chiusi in ogni lato dai militari israeliani e 
da quelli egiziani, sottoposti a micidiali bombardamenti e impediti a 
uscire da questo nuovo “ghetto di Varsavia” per cercare rifugio, 
alimenti, assistenza medica e protezione.

Chiunque abbia un minimo senso di giustizia e verità oggi non può e non 
deve tacere di fronte al genocidio in corso a Gaza, un genocidio fatto 
prima di lento strangolamento economico/sanitario e di assedio e poi da 
missili, bombe e cannonate sull’area del mondo a maggiore densità di 
popolazione.

Noi riteniamo che sia giunto il momento di prendere posizione e di 
avviare una vasta campagna di mobilitazione tesa a impedire 
l’annientamento politico e materiale della popolazione palestinese da 
parte di Israele.

Per questi motivi riteniamo che:

1)      Oggi occorre schierarsi apertamente con chi a Gaza oppone 
resistenza con ogni mezzo all’aggressione israeliana e condannare 
altrettanto apertamente chi si dissocia dalla resistenza. Riteniamo 
pertanto inaccettabili le parole e l’atteggiamento del presidente 
palestinese Abu Mazen e degli altri dirigenti dell’ANP che ritengono 
Hamas, e non Israele, responsabili della situazione, cercando di 
approfittare dell’aggressione per determinare un nuovo rapporto di forza 
dentro lo scenario palestinese. Abu Mazen si dovrebbe preoccupare di 
smentire le dichiarazioni del ministro israeliano Tzipi Livni la quale 
ha confermato che l’offensiva militare contro Gaza e Hamas andrà avanti 
fino a quando non ci sarà un nuovo equilibrio di potere funzionale agli 
interessi israeliani. Se la prospettiva di Abu Mazen e dell’ANP è simile 
a quella di un governo come quello di Al Maliki in Iraq, è evidente come 
tale prospettiva non possa trovare più alcun sostegno da parte di chi 
anima la solidarietà con la lotta del popolo palestinese.

2)      Sulla situazione in Palestina emergono le gravissime complicità 
dei regimi arabi reazionari e filo imperialisti – in modo particolare 
dell’Egitto – che si rende ancora complice dell’embargo e del blocco 
contro la popolazione palestinese di Gaza arrivando a schierare le forze 
armate ai confini e facendo sparare contro i palestinesi che cercavano 
di fuggire dalla trappola di Gaza cercando rifugio e protezione in Egitto.

3)      Va affermato con forza che la responsabilità della drammatica 
situazione a Gaza è della politica di annientamento perseguita da 
Israele con la complicità dell’Egitto, degli USA e dell’Unione Europea e 
non di Hamas. Non si può continuare a fare confusione su questo.

Gaza è assediata per terra e per mare da due anni chiudendo in trappola 
un milione e ottocentomila persone. La tregua non è stata rotta da Hamas 
o dalle altre organizzazioni palestinesi attive nella Striscia di Gaza 
ma dalle autorità israeliane che durante la "tregua” hanno ucciso 25 
palestinesi, effettuato arresti e rastrellamenti in Cisgiordania, 
mantenuto chiusi i valichi impedendo ai palestinesi di Gaza di entrare, 
uscire o ricevere i rifornimenti necessari per sopravvivere. Ogni 
simmetria tra il lancio di razzi palestinesi a dicembre e i feroci 
bombardamenti israeliani è una ingiuria alla verità e alla giustizia.

4)      I governi europei (incluso quello italiano) hanno preso 
posizioni formali ed equidistanti sul mattatoio in corso a Gaza che 
rivelano una grande preoccupazione per le ripercussioni degli 
avvenimenti in corso ma senza trarne le dovute conclusioni nelle 
relazioni politiche, diplomatiche e commerciali con Israele. Hanno 
accettato e mantenuto l'embargo contro i palestinesi di Gaza ed hanno 
mantenuto i rapporti di collaborazione militare, scientifico, economico 
con le istituzioni israeliane. Il governo israeliano ha messo non solo 
l’Europa ma anche la nuova amministrazione USA di fronte al fatto 
compiuto potendo godere di un livello di impunità per i propri crimini 
di guerra e contro l’umanità che la storia dal dopoguerra a oggi non ha 
assicurato a nessun altro stato.

5)      Il popolo palestinese vive un momento estremamente difficile dal 
quale potrebbe uscire ridotto ad una esclusiva questione umanitaria che 
negherebbe decenni di lotta politica e di ambizioni alla liberazione 
nazionale della Palestina. Il popolo palestinese da anni affronta la più 
pericolosa potenza militare esistente in Medio Oriente – Israele – 
potendo contare sul sostegno solo delle altre forze che animano la 
resistenza antisionista nella regione, a cominciare dal Libano. L’unità 
di tutte le forze della resistenza a livello regionale è un passaggio 
che i movimenti di solidarietà in Europa devono appoggiare con ogni sforzo.

In questi giorni in molte città italiane – Roma, Milano, Bologna, 
Napoli, Pisa, Firenze, Lecce, Cagliari, Padova, Vicenza, Bari e tante 
altre – ci sono state alcune prime, tempestive e spontanee 
manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese, contro la 
strage in corso a Gaza e il terrorismo di stato israeliano. Questa 
mobilitazione deve proseguire nei prossimi giorni. Cortei sono già stati 
annunciati in diverse città italiane per sabato 3 gennaio. La nostra 
iniziativa deve dimostrarsi di essere capace di spezzare o mettere in 
crisi la catena delle complicità con i crimini di guerra israeliani a 
cominciare dagli anelli della disinformazione, della subalternità 
politica e della collaborazione militare e commerciale tra Italia e Israele.

Il Forum Palestina - www.forumpalestina.org 
<ttp://www.forumpalestina.org%22>

[29 dicembre 2008]

*ISRAEL'S WAR CRIMES - LA DENUNCIA DI RICHARD FALK SU THE NATION*



The Israeli airstrikes on the Gaza Strip represent severe and massive 
violations of international humanitarian law as defined in the Geneva 
Conventions, both in regard to the obligations of an Occupying Power and 
in the requirements of the laws of war

Those violations include:

• Collective punishment: The entire 1.5 million people who live in the 
crowded Gaza Strip are being punished for the actions of a few militants.

• Targeting civilians: The airstrikes were aimed at civilian areas in 
one of the most crowded stretches of land in the world, certainly the 
most densely populated area of the Middle East.

• Disproportionate military response: The airstrikes have not only 
destroyed every police and security office of Gaza's elected government, 
but have killed and injured hundreds of civilians; at least one strike 
reportedly hit groups of students attempting to find transportation home 
from the university.

Earlier Israeli actions, specifically the complete sealing off of entry 
and exit to and from the Gaza Strip, have led to severe shortages of 
medicine and fuel (as well as food), resulting in the inability of 
ambulances to respond to the injured, the inability of hospitals to 
adequately provide medicine or necessary equipment for the injured, and 
the inability of Gaza's besieged doctors and other medical workers to 
sufficiently treat the victims.

Certainly the rocket attacks against civilian targets in Israel are 
unlawful. But that illegality does not give rise to any Israeli right, 
neither as the Occupying Power nor as a sovereign state, to violate 
international humanitarian law and commit war crimes or crimes against 
humanity in its response. I note that Israel's escalating military 
assaults have not made Israeli civilians safer; to the contrary, the one 
Israeli killed today after the upsurge of Israeli violence is the first 
in over a year.

Israel has also ignored recent Hamas diplomatic initiatives to 
re-establish the truce or ceasefire since its expiration on 26 December.

The Israeli airstrikes today, and the catastrophic human toll that they 
caused, challenge those countries that have been and remain complicit, 
either directly or indirectly, in Israel's violations of international 
law. That complicity includes those countries knowingly providing the 
military equipment including warplanes and missiles used in these 
illegal attacks, as well as those countries who have supported and 
participated in the siege of Gaza that itself has caused a humanitarian 
catastrophe.

I remind all Member States of the United Nations that the UN continues 
to be bound to an independent obligation to protect any civilian 
population facing massive violations of international humanitarian 
law--regardless of what country may be responsible for those violations. 
I call on all Member States, as well as officials and every relevant 
organ of the United Nations system, to move on an emergency basis not 
only to condemn Israel's serious violations, but to develop new 
approaches to providing real protection for the Palestinian people.

About Richard Falk
Richard Falk, professor emeritus of international law and practice at 
Princeton University, is the United Nations Human Rights Rapporteur in 
the Occupied Territories and a member of The Nation editorial board.

Fonte: http://www.thenation.com/doc/20090112/falk?rel=_currently 
<ttp://www.thenation.com/doc/20090112/falk?rel=hp_currently%22>
[29 dicembre 2008]

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      -(Rapt)-
www.inventati.org/rapt



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