[Redditolavoro] No border Sardegna - 2° puntata

livia olgasaid at yahoo.it
Mon Dec 15 01:41:20 CET 2008


Martedì' 9 Dicembre 2008 –
presidio e scontro in prefettura, migranti e antirazzisti sgomberati dalla
polizia.

Sabato 13  Dicembre 2008
Seguito della vicenda e conclusione del racconto:
la lotta, almeno in parte, paga.

Ci eravamo lasciati Martedi' sera, al presidio sotto la prefettura, che,
dopo la violenta carica della celere, era andato ingrossandosi all'esterno
dell'edificio.
Alle sette di sera l'onorevole regionale Caligaris, responsabile della
commissione diritti civili, aveva proposto una mediazione: quella di
coprire almeno le spese di viaggio dei rifugiati. Su questa base il
presidio era stato tolto e circa 25 migranti si erano apprestati a
trascorrere la notte in un ricovero di fortuna in attesa di verificare il
giorno dopo se la promessa sarebbe stata mantenuta.

La novita' e' che nella notte i prigionieri algerini in attesa di
rimpatrio al cpa di Elmas per l'ennesima volta si ribellano, distruggono
il piano rimasto agibile, cercano di evadere, causando il blocco
dell'aeroporto per diverse ore. Gli scontri sono violentissimi.

Il giorno dopo due attiviste antirazziste salgono nell'ufficio regionale
della Caligaris per capire gli sviluppi, mentre tutti gli altri attendono
in strada. L'onorevole afferma che il comune di Cagliari ha stanziato
quella stessa mattina 10.000 euro per risolvere immediatamente la
situazione e che li ha affidati alla Caritas, che dovrebbe impiegarli
seduta stante per reperire alloggi e biglietti.
Peccato che i responsabili Caritas (tale don Marco, etc.) risultino
irreperibili per tutto il corso della giornata. Migranti e antirazzisti si
recano allora all'ufficio diocesano di ascolto per gli stranieri, dove,
naturalmente, affermano di non saperne nulla. La sera, telefonicamente,
l'onorevole Caligaris rassicura: Angela Quaquero, assessore provinciale ai
servizi sociali, avrebbe preso accordi direttamente con don Marco,
assicurandosi che tutti avrebbero trovato un alloggio per la notte e i
famosi biglietti per il giorno dopo. Nessuno di questi responsabili e'
pero' reperibile.

Durante il giorno, nel frattempo, un gran numero di altri rifugiati
ricevono i documenti e vengono sbattuti fuori dall'hotel-prigione e dal
cpa, privi di ogni risrorsa, per cui, la sera, dopo il pasto alla mensa
caritas, c'e' una folla di 50 migranti in mezzo alla strada che non sa
dove trascorrere la notte, e degli alloggi e dei biglietti promessi non
c'e' manco l'ombra. Una trentina di attivisti antirazzisti e studenti sono
con loro e i responsabili caritas continuano a essere fantasmi. La
Caligaris al telefono afferma “stiamo cercando una scuola o una palestra
da aprire”, poi all'ennesima chiamata, consiglia alla ragazza che insiste
di “andare a dormire e di smettere di preoccuparsi”.
Arrivano due auto di municipali a presidiare l'ingresso della mensa e
degli alloggi della caritas, casomai ai migranti non balzasse alla mente
l'idea di entrare per trascorrere la notte al caldo e al riparo dalla
pioggia.
Arrivano anche un uomo e una donna, lei dice di essere una operatrice
della Caritas, lui l'avvocato Pitzalis, dicono di essere alla ricerca dei
rifugiati per parlargli: - Eccoli, parlate, anche loro volevano sapere di
questi fondi di cui la Caritas dovrebbe disporre per il loro viaggio e/o
il loro alloggio – A quel punto la donna afferma di non saper nulla dei
fondi, di essere li, non come rappresentante della Caritas , ma come
privata cittadina e non le viene da dire proprio nulla ai migranti,
percio', subito dopo i due battono in ritirata.
I migranti finiscono di nuovo tutti al rifugio di fortuna, dove molti
dovranno dormire in terra con un po di cartone e senza neppure una
coperta.
Siamo stati presi in giro per l'intera giornata. Stabiliamo che tutti:
rifugiati, attivisti antirazzisti e studenti, l'indomani a mezzogiorno, ci
saremmo spostati assieme sotto i portici del palazzo regionale in via Roma
per rimanerci a oltranza, accampandoci per la notte e affrontando
tentativi di sgombero se necessario. Il nostro modo di ricordare agli
onorevoli le loro promesse e fare in modo che vengano mantenute.
La mattina di Giovedi' invece la situazione si sblocca, un responsabile
Caritas convoca in gran fretta i rifugiati, e chiede una lista coi nomi di
chi deve partire. Subito i rifugiati cercano di organizzarsi e di
approfittare di questa piccola opportunita' rappresentata da un biglietto
per la nave Cagliari-Civitavecchia (unica tratta possibile proposta) che
gli consente almeno di allontanarsi dall'isola dove erano stati deportati
5-6 mesi prima.
Prima della partenza un gruppo di migranti viene portato alla fiera, ad un
improbabile festa dal titolo “un giorno per l'immigrato” organizzata dal
comune di Cagliari, dall'ANOLF (associazone nazionale oltre le frontiere)
e da un'istituto della CISL (IAL, istituto per l'addestramento dei
lavoratori). Il giorno dopo i giornali locali parleranno di questa festa e
dei biglietti pagati dalla Caritas (senza mai citare i fondi stanziati dal
comune), come se tutto fosse dovuto alla generosita' e alla pieta' di
queste organizzazioni.
In realta' ben sappiamo che quei miserabili biglietti di nave li abbiamo
dovuti strappare con una lotta che e' costata braccia spezzate e caviglie
ingessate (quella del fotografo dell'unione sarda), altro che spontanea
generosita'!

Al porto, sotto lo sguardo ostile e risentito (per i soldini sborsati?)
degli uomini caritas migranti e militanti antirazzisti si sono salutati
con un po di commozione. Sono partiti in 48, uomini che hanno conosciuto
la guerra, che hanno perso i loro compagni lungo il cammino, tra le sabbie
dei deserti e le onde del mediterraneo. Uomini che abbiamo imparato a
conoscere in questi mesi, a fianco dei quali abbiamo avuto il privilegio
di condurre una lotta, ai quali auguriamo una miglior fortuna. Ci
mancheranno.

Si scopre infine che uomini caritas, volontari delle “assocazioni”, e
frequentatori vari della “zona grigia”, hanno approfittato dell'occasione
per fare una montagna di promesse ai rifugiati. Hanno fatto loro balenare
la possibilita' di ottenere non solo un alloggio per la notte ma, in
prospettiva, addirittura una casa e un lavoro. Sulla base di queste
promesse una buona parte di loro sceglie di non partire Giovedi'. Inutile
dire che si ritroveranno tutti a trascorrere la notte nel solito, freddo,
rifugio di fortuna, e che molti prenderanno la nave nei giorni successivi.

Il fatto e', come ricorda l'onorevole Pisu nella sua interrogazione del 20
Novembre 2008, che e' prossima la scadenza (entro Dicembre) per la
richiesta di fondi al Fondo nazionale per le politiche ed i servizi
dell'asilo, finalizzati a finanziare i progetti degli enti locali a favore
dei rifugiati. Si tratta insomma della cosiddetta “seconda accoglienza”
(la prima sarebbe quella al cpa di Elmas) che dovrebbe occuparsi dei
rifugiati dopo il loro periodo di semi-detenzione. L'odore dei fondi mette
in agitazione la zona grigia delle “associazioni del volontariato”.
L'impressione e' che ciascuno vorrebbe accapparrarsi il “suo” gruppetto di
immigrati e tenerselo da parte in attesa che il suo “progetto” venga
finanziato. In questa trepida attesa i migranti si dovrebbero pero'
adattare a sopravvivere tra rifugi di emergenza e mensa del povero, ma
questo non rientra nei loro piani. Per questo i piu', dopo aver dato
credito alle promesse al massimo per qualche giorno, ripartono verso il
continente, alla ricerca di amici, parenti, compagni e di una opportunita'
di vita e di lavoro autonomo e libero.

Notizia dell'ultimora di radio-lager. Dopo rivolte e proteste, il cpa
all'aeroporto militare di Elmas, semidistrutto, e' quasi vuoto. Pare che
la direttrice Loredana Danese, sul libro paga della Connecting
People-Consorzio Solidarieta', sia gia' partita per Lampedusa, a fare un
altro carico umano. Il business delle deportazioni non puo' conoscere
soste, ne va del profitto. “Piu' sono e meno costano” diceva Carlo Tedde,
presidente del Consorzio Solidarieta', nella sua intervista (Unione Sarda
30/9/08). Brown sugar – all around the world, ricordano i Rolling Stones.
Ci aspettano altri giorni difficili, altri giorni di rivolte e di lotte.

CONTRO OGNI FRONTIERA
PER LA LIBERA CIRCOLAZIONE DI OGNUNO DOVUNQUE

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