[Redditolavoro] contro i licenziamenti fiat sata

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Thu Dec 11 09:40:42 CET 2008




24 Ore in Basilicata
Sata La Cub si mobilita per chiedere il reintegro di Ferrentino
«E' un'ingiustizia»
Il sindacato in protesta davanti al tribunale
MELFI - Striscioni e bandiere
del Cub, la Confederazione
unitaria di base dei lavoratori
metalmeccanici uniti
di Basilicata, campeggiavano
ieri davanti al tribunale
di Melfi. I sindacalisti con in
testa il segretario lucano,
Tonino Innocenti, chiedono
il reintegro sul posto di lavoro
in Sata di Francesco
Ferrentino. L'operaio, Rsu
Fiat, era stato licenziato nel
dicembre del 2007 perché
coinvolto nell'indagine sull'attività
eversiva e di terrorismo
avviata dalla procura
distrettuale anti mafia di
Potenza. Il lungo processo
poi scaturito ha in seguito
portato all'annullamento
del licenziamento così come
disposto dalla magistratura
del lavoro del palazzo di giustizia
melfitano. «Nonostante
l'ordinanza favorevole
- spiega il segretario Cub
di Basilicata, Innocenti - la
Fiat Sata non ha ancora autorizzato
il rientro in fabbrica
del nostro iscritto. Mi
chiedo come sia possibile
che ciò avvenga in uno stato
civile come il nostro. La banale
scusa legata ad una visita
medica ancora da sostenere
è stata accampata dai
dirigenti aziendali che non
hanno autorizzato la ripresa
del lavoro di Ferrentino.
Nel frattempo è partita la
lunga cassa integrazione ed
a questo punto il nostro Rsu
non potrà rientrare in fabbrica
se non prima del prossimo
anno. Questa è un'ingiustizia
assurda che ci
spinge a manifestare davanti
al tribunale di Melfi e
che ci costringerà ad attuare
simili forme protesta anche
in futuro, almeno fino al
In alto
lo
striscione
appeso
davanti
al tribunale
di Melfi.
A sinistra
Francesco
Ferrentino
(foto:
Alessandro
Zenti)
LA CRISI VISTA DALL'AD FIAT
«In due anni potrebbero restare solo 6 case»
ROMA - La crisi economica
porterà a una forte concentrazione
nel mercato dell'au -
to, tanto che potrebbero sopravvivere
solo sei case produttrici.
È quanto sostiene
l'ad di Fiat, Sergio Marchionne
(nella foto), in un'in -
tervista sull'edizione europea
di Automotive News. «In
due anni potrebbero restare
solo sei grandi produttori,
uno statunitense, uno tedesco,
uno franco-giapponese
con una possibile ramificazione
in Usa, uno in Giappone,
uno in Cina, e infine resterebbe
spazio per un altro
soggetto europeo - ha dichiarato
Marchionne - le compagnie
potranno sopravvivere
solo con una produzione superiore
ai cinque milioni e
mezzo di auto l'anno». Al momento
ad avere una produzione
del genere sono solo
Toyota, General Motors,
Volkswagen, Ford e Renault-
Nissan. «Questo mercato
cambierà completamente,
non può continuare ad
andare avanti come in passato,
l'indipendenza in questo
settore non è più sostenibile»
ha aggiunto Marchionne,
che poi è passato a parlare
delle conseguenze della crisi
sul Lingotto. «Dobbiamo sederci
attorno ad un tavolo e
riconoscere che la festa è finita
». ha aggiunto. «La crisi
cui stiamo assistendo e che
non ha precedenti, obbliga il
comparto a un profondo ripensamento
che porterà a
un consolidamento del settore
a livello mondiale nel giro
di 24 mesi».
reintegro definitivo del collega
ingiustamente licenziato
». Incredulo il protagonista
di questa vicenda.
«Pensavo che l'ordinanza di
un giudice potesse porre fine
ad una storia insensata
che mi era costata il posto di
lavoro - commenta Francesco
Ferrentino - ma evidentemente
mi sbagliavo. La
Sata mi dice che devo sostenere
delle visite mediche,
per altro già effettuate in
passato. Il 4 dicembre scorso,
con tanto di avvocato ed
ufficiale giudiziario al seguito
che notificava l'ordinanza
del magistrato, mi è
stato impedito di varcare i
cancelli della Sata. Lo stesso
è accaduto sul turno di notte
alla presenza dei carabinieri.
Non mi spiego come tutto
ciò possa accadere». Infine
un'ultima amara constatazione.
«Se una sentenza dei
giudici è favorevole al colosso
Fiat - conclude l'Rsu, Ferrentino
- immediatamente
essa viene rispettata. Quando
la stessa ordinanza è, per
una volta, favorevole agli
operai, tutto va per le lunghe.
Anche questo accade in
Italia». Solo alla riapertura
della fabbrica di San Nicola
di Melfi, nel prossimo mese
di gennaio, si potrà capire
se Francesco Ferrentino potrà
davvero regolarmente
tornare al lavoro.
Vittorio Laviano


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