[Redditolavoro] Torino sabato 30: presidio antirazzista al Balon

Federazione Anarchica Torinese - FAI fat at inrete.it
Fri Aug 29 02:31:27 CEST 2008


Torino sabato 30: presidio antirazzista al Balon

Sabato 30 agosto ore 12 presidio al Balon contro i militari nelle strade e
contro il razzismo. Esposizione di una mostra sui “nostri ragazzi” in
missione all’estero. Appuntamento in piazza Borgo Dora angolo via Andreis.
L’iniziativa è stata condivisa all’interno dell’Assemblea Antirazzista di
Torino.
Per contatti:
assembleaantirazzistatorino at autistici.org

In questo stesso fine settimana a Patrasso in Grecia si svolge il “No
border camp”, campeggio contro le frontiere, cui rivolgiamo il nostro
saluto solidale, convinti che la lotta contro le politiche razziste
dell’Europa Fortezza è una lotta comune e solo nel moltiplicarsi solidale
delle iniziative si potranno porre le basi per la libera circolazione
delle persone a la distruzione delle frontiere.

Di seguito il testo di uno dei volantini che verrà distribuito e una nota
sul No Border camp di Patrasso.

Sicuri da morire
Il nuovo questore di Torino ha fatto la sua dichiarazione di guerra,
dicendo che l’immigrazione clandestina è la maggiore emergenza cittadina.
È arrivato alla fine di agosto, pochi giorni dopo l’entrata in “servizio”
dei militari della Taurinense, che da qualche settimana pattugliano le
zone “calde” della città. A Porta Palazzo, oltre alla polizia, che già
gira come truppa di occupazione, adesso ci sono i soldati. Come a Kabul,
come a Baghdad. Come nei tanti sud dove si combattono le guerre e le si
chiama operazioni di polizia internazionale. Sono i reduci dalla battaglia
dei ponti di Nassirya, dove un’ambulanza con una partoriente e i suoi
parenti venne crivellata di colpi, sono i reduci dell’Afganistan, dove
sono normali le irruzioni nelle case e le uccisioni dei civili, sempre
tutti terroristi, bambini compresi. Sono quelli della Somalia con le
torture fotografate per diletto e vanteria. Sono assassini di professione.
Oggi pattugliano ma domani, quando ci saremo abituati, quando la loro
presenza sarà “normale”, entreranno nelle case, mettendo a frutto
l’esperienza maturata al fronte.

Il sindaco, appena acquisiti i superpoteri concessi da Maroni, ha emesso
un’ordinanza contro i “bivacchi” a S. Salvario. Chi può permettersi di
sedere nei dehor dei bar si godrà il fresco delle serate, per gli altri,
per quelli delle moretti a un euro bevute su uno scalino in strada ecco
pronte le pattuglie. In nome della “sicurezza” un altro pezzetto di
libertà che se ne va.

La guerra contro i poveri, la guerra combattuta nei quartieri abitati da
immigrati, nell’ex CPT/CIE contro i senza documenti si dota di nuovi
strumenti, diventa sempre più feroce.
Nel solo mese di agosto a Torino c’è stato un morto e numerosi feriti e
deportati.
Aiad Zakaria aveva solo 15 anni. Nel tardo pomeriggio del 2 agosto muore
annegato nel Po: ma non è stato il fiume ad ammazzare Aiad: lo ha ucciso
una legge che nega ai poveri il diritto di muoversi e di vivere dove
vogliono. Aiad in quel pomeriggio di grandine e pioggia stava fuggendo da
una retata della guardia di finanza: è morto per non rischiare la
deportazione in Marocco, per non essere strappato alla sua vita, per non
perdere quel lembo di futuro che chi emigra spera di agguantare. Aiad è
stato ucciso nella guerra contro i poveri.

Al CPT/CIE chi si ribella viene pestato, umiliato, espulso: l’ultimo
pestaggio, l’ultima rivolta è dello scorso 18 agosto, quando un detenuto
che protestava contro l’ennesimo sopruso viene picchiato e, in risposta,
per qualche ora i reclusi spaccano tutto.
Ad Orbassano un antirazzista distribuisce volantini dove si denuncia il
pestaggio, dove è scritto “la polizia picchia”. Fermato dai carabinieri e
portato in caserma viene insultato e denunciato per “vilipendio”. Gli
viene detto che non si può scrivere che “la polizia picchia” e passarla
liscia.
In nome delle sicurezza ammazzano, picchiano, deportano. Oggi gli
immigrati senza carte e chi protesta, domani, forse, tutti quelli, anche
tra gli italiani, che non ce l’avranno fatta a conquistarsi uno dei pochi
posti al sole nel buio della giungla sociale.

È venuto il tempo di cambiare rotta. Prima che sia tardi. L’emergenza,
quella vera, quella fatta di lavoro che ammazza, ammala, sfrutta è pane
quotidiano per gli italiani come per gli immigrati. L’emergenza, quella
vera, di chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese, di chi non vede
futuro per se e per i propri figli, di chi non ce la fa a pagare per la
scuola, la sanità, la casa, i trasporti rischia di sommergerci tutti.
Un giorno i militari che pattugliano le strade potrebbero fare irruzione
nelle nostre case, perché la frontiera della “sicurezza” si sposta sempre
più.
Fermiamoli. Cacciamoli dalle nostre città, dalle nostre strade. Il nemico,
quello vero, siede tra i banchi del parlamento e nei consigli di
amministrazione delle industrie. Ci ruba ogni giorno la vita e la libertà.
A tutti, non solo ai migranti.

Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso Palermo 46
La sede è aperta ogni giovedì dalle 21.
Per info:
mail: fat at inrete.it
cellu. 338 6594361

Patrasso: frontiera di guerra
Dal 29 al 31 agosto si terranno a Patrasso tre giorni di azioni e
iniziative contro le frontiere, un campeggio “No Border”.
Il porto di Patrasso, posto di fronte alla costa pugliese, luogo di
approdo dei tanti che dal nostro paese e dal resto d’Europa viaggiano
verso la Grecia per turismo, negli ultimi 13 anni ha cambiato volto.
Per primi sono arrivati i curdi in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni,
poi è stata la volta degli afgani, scappati dalla guerra che aveva
distrutto le loro case ed ogni possibile futuro nel loro paese. A est
della città, non lontano dal porto, è sorta una baraccopoli abusiva, priva
gabinetti, acqua, elettricità, uno dei tanti non luoghi di questa nostra
Europa, dove i muri, simbolici e reali si stanno moltiplicando.
D’inverno vi si trovano in media un migliaio di uomini, in estate molti di
più.
Il porto di Patrasso, in tempi non lontani sonnacchiosa frontiera tra
Grecia e Italia, si è trasformato in garitta a difesa della Fortezza
Europa: telecamere, barriere all’ingresso controllate da uomini armati.
La polizia ha sempre tentato di impedire contatti tra la città e i
rifugiati della baraccopoli con blocchi, controlli, perquisizioni,
sfociati spesso in duri pestaggi.
Da gennaio di quest’anno la pressione nei confronti dei rifugiati è
aumentata: in città c’è chi pretende che il campo degli afgani sia
smantellato, mentre la polizia tiene lontani dalla città i migranti,
picchiando chi tenta di uscire dalla baraccopoli.
Negli ultimi mesi si è sviluppato un movimento di resistenza che vede
protagonisti il movimento antiautoritario e la sinistra non istituzionale.
Iniziative di solidarietà ed appoggio si sono svolte in gennaio e
febbraio, il 24 e 25 maggio si sono svolti due giorni di assemblee ed
azioni da cui è scaturito l’appello per il “No Border Camp” di fine
agosto.

Programma del Campeggio contro le frontiere di Patrasso
29 30 31 agosto. Tre giorni di azioni e iniziative
Venerdì 29 agosto
Ore 17 partita di pallavolo tra greci e rifugiati afgani.
Ore 19,30: discussione pubblica “La fortezza Europa e i movimenti di
resistenza”
Tra gli altri interverranno:
Ucraina nel 2007
Gli organizzatori del campeggio contro le frontiere di Dikili in Turkey
Un avvocato di Ancona
Compagni dalla Bulgaria e dalla Serbia
Immigrati e rifugiati dalla Turchia, Albania, Afganistan
Ore 22 festa sulla spiaggia
Sabato 30 agosto ore 12
Assemblea generale contro le frontiere per discutere della manifestazione
della sera, delle azioni di solidarietà della domenica, di future azioni
comuni.
Ore 18
Manifestazione in città dal campo dei rifugiati al centro di Patrasso
Ore 19,30
Concerto all’aperto al porto con Thanassis Papakonstantinou, Renovatio
(Albanian Hip-Hop), Bitov Terror (Bulgarian street-ska), Grover, Panikos,
No Sin (rock bands from Thessaloniki), Deus Ex Machina (rock band from
Athens)
Domenica 31 agosto ore 12:
Azioni di solidarietà
Ore 17: assemblea finale



More information about the Redditolavoro mailing list