[Redditolavoro] IN RICORDO DI SBANCOR
clochard
spartacok at alice.it
Sat Aug 16 19:59:05 CEST 2008
"...Intravedo la prima linea del fronte di guerra: costeggia i confini
della Grande Madre Russia: Bielorussia, Georgia, Ucraina, Armenia,
Azerbaijan. Rivoluzioni Arancioni contro il nazional-bolscevismo di
Putin. Qui la NATO vuole creare le sue basi avanzate. Qui passano le
pipelines che portano energia all'Europa."
http://emiliaromagna.indymedia.org/node/1923
Vampirismo geoeconomico
di /*Sbancor*/
Sulla scrivania ho tre schermi. Due sono di Bloomberg, il sindaco di New
York. Uno manda in continuazione notizie dal mondo, l'altro disegna
grafici su qualsiasi mercato, titolo, obbligazione o maledetta carta
straccia "subprime" tu abbia in animo di analizzare e nel caso
acquistare. Ma adesso non è proprio il caso.
Tenersi liquidi: questa è la parola d'ordine. Comprare, oggi non compra
quasi nessuno.
Tranne i Sovereign Wealth Funds, dove vengono riciclati i petrodollari
russi e arabi oppure i surplus commerciali del Far East.
Sull'altro schermo ho Google Earth. Sulla scrivania due libri: Il canto
della missione
<http://www.libreriauniversitaria.it/canto-missione-carre-john/libro/9788804567813>
di John Le Carré, e Hitler
<http://www.libreriauniversitaria.it/hitler-genna-giuseppe-mondadori/libro/9788804573531>
di Giuseppe Genna.
E' tutto ciò che mi ha accompagnato in questi mesi di depressione.
Qualcuno di voi potrebbe chiedersi cosa c'entrano i computer con i libri
e perché stanno tutti sulla mia scrivania. Domanda stupida. Stanno sulla
mia scrivania perché fino a un po' di tempo fa sono stato troppo
depresso per spostarli. Ma questa è una risposta stupida quanto la
domanda. In realtà libri e computer descrivono la realtà. Ciò che sta
succedendo ora, adesso. E le conclusioni che ne traggo non mi
tranquillizzano. Anzi.
Sugli schermi vedo innanzitutto la crisi economica. Non sarà la prima e
molto probabilmente neanche l'ultima. Eppure guardiamo le Borse
mondiali. Dall'inizio dell'anno Shanghai ha perso il 31,96, Francoforte
il 18,99 Tokyo il 18,18, Milano il 18%, Honk Kong il 17,85, Parigi il
16,16, Zurigo il 14,85. New York il 14,07, Madrid il 12,60, Londra l'11,69.
Si dice che la crisi è finanziaria e americana, che sono i "subprime" ad
avvelenare il sistema. Ma allora perché Shanghai è al -- 31,96%? E'
vero, Shanghai era sopravvalutata, lo sapevano tutti. Tranne i
risparmiatori cinesi! Se cade la domanda americana, cadranno anche le
esportazioni cinesi, e se i cinesi tenteranno di sostituirle con la
domanda interna, crescerà l'inflazione, come sta già accadendo. Nessuno
è immune dal contagio. Alcuni "catastrofisti storici" pensano che i
cinesi incominceranno a sbarazzarsi dei dollari e dei titoli americani
denominati in dollari. Per far cosa? Per comprare Euro registrando una
perdita di valore di circa 1/3 per ogni dollaro venduto ora? Certo un
riequilibrio delle riserve valutarie è possibile. Gradualmente. Intanto
lo yuan è legato al dollaro e gode di una svalutazione competitiva che
agevola l'export. Invertire questa tendenza sarebbe folle. Bretton Woods
II funziona ancora. Male, ma funziona.
Eppure...
Osserviamo ciò che è accaduto con la fredda lucidità dell'economia --
the dismail science diceva Carlyle.
Un settore periferico del mercato dei titoli americano, il più grande
del mondo, va in crisi (vedi qui
<http://www.carmillaonline.com/archives/2007/08/002339.html#002339>).
La crisi tramite le "cartolarizzazioni", cioè la trasformazione dei
debiti in titoli, si allarga, prima agli Asset Backed Securities (ABS),
poi ai Collateral Debt Obligations (CDO's). A questo punto la crisi
diventa una valanga. Tutti i titoli in cui si suppone la presenza di
mutui subprime perdono di valore. Le Agenzie di Rating, i Soloni del
pensiero unico economico, vengono prese alla sprovvista. Loro sono
abituate a valutare la solvibilità di un debito, cioè la capacità di un
creditore a restituirlo, non la volatilità di un titolo, cioè il suo
cambiamento di valore sul mercato. Reagiscono ad agosto con
l'improntitudine di chi si è fatto cogliere in fallo. Effettuano un
downrating di migliaia di titoli. Le banche che li possiedono non
reggono il colpo. Qualcuna fallisce, come la Northern Rock in
Inghilterra, prontamente nazionalizzata. Altre vengono salvate odal
banche pubbliche in Germania, altre ancora messe sotto tutela, come
Societé Générale in Francia.
In America saltano almeno cinque banche specializzate in mutui casa.
Ma non è che l'inizio. Sempre ad agosto l'interbancario inizia a
bloccarsi. Che vuol dire? Semplicemente che le banche non si fidano
delle altre banche e chiudono i normali canali di finanziamento
all'interno del sistema creditizio. Crisi di fiducia che si trasforma
immediatamente in crisi di liquidità. Intervengono le Banche Centrali
Europee, Americane, Giapponesi e Australiane per fornire liquidità al
sistema. E' un fiume di denaro che si riversa sulle banche. Centinaia di
miliardi di dollari ed euro. Non basta. La crisi si ripete a ottobre, a
dicembre, adesso. Le Banche centrali, la FED in testa, incominciano ad
accettare titoli "illiquidi" in garanzia. Lo fa anche la BCE, ma non
vuole che lo si dica. Sarebbe a dire che le banche prendono denaro a
prestito dando in garanzia alle banche centrali carta straccia. Non
Basta. La Bear Stearns, una delle più antiche banche d'investimento
americane, è sull'orlo del fallimento. La FED interviene, anche se non
potrebbe, in quanto i suoi interventi di salvataggio dovrebbero essere
limitati alle banche commerciali. Ma Bernanke ha capito che se fallisce
Bear Sterns non potrà evitare l'"effetto domino". Salterà Leheman
Brothers e forse qualcun altro.
Il salvatore, come nel 1907, è la J.P. Morgan -- Chase. Nel 1907 John
Pierpoint Morgan detto "the Magnificent" sventò la crisi e fece piazza
pulita dei brokers e dei banchieri che non si sottomettevano al suo
potere. Nel 1929 non ci riuscì. E fu la Grande Depressione. Oggi
J.P..Morgan-Chase pretende un prezzo assurdo per Bear Stearns: due
dollari ad azione. Meno di quanto valgono le proprietà immobiliari e il
grattacielo di Bear, in Vanderbilt Avenue. Gli azionisti insorgono.
J.P.Morgan senza fare una piega dice che è pronta a pagare cinque volte
di più. Il prezzo è giusto. Quale? Bernanke approva entrambi i prezzi.
Ne esce con le ossa rotte.
I mercati perdono fiducia anche nella FED.
Nuove iniezioni di liquidità. Iniezioni: già, come se fosse coca o eroina.
I drogati aumentano sui mercati. E bisogna evitare le crisi di astinenza
da dollari o da euro. Le Banche Centrali ormai accettano di tutto in
garanzia: CDO's, ABS, carta straccia. In cambio concedono presiti al
tasso di riferimento o a quello di sconto.
L'ago entra nelle vene finanziarie del sistema dolcemente, quasi senza
sprigionare sangue. Quello è riservato ai contribuenti, che dovranno
pagare i vizi, assai costosi, dell'aristocrazia venale che governa il
mondo e oggi è in crisi anemica..
Ecco le svalutazioni bancarie dell'ultimo trimestre, in miliardi di
euro: UBS 12,12, Citigroup 18,10, Merril Lynch 7,34, Morgan Stanley
2,30, Goldman Sachs 1,91, Credit Suisse 1,82, Deutsche Bank 2,50, Bear
Stearns 1,75. Fortis 1,50, Creditagricole 1,15, Società Generale 1,52,
Bank of China 0,83.
Perdite di sangue. Emorragie di denaro. Sintomi gravi, ma, temo, non
terminali. I vampiri cercano sangue. E prima o poi lo trovano. Gli
americani riscoprono J.M. Keynes.
Gli Stati Uniti, primo paese a dover affrontare la recessione, hanno
finora deciso per un Economic Stimulus Package su cui il 24 gennaio
scorso hanno trovato l'accordo il Partito Democratico e quello
Repubblicano. Il piano ha un valore complessivo di 146 miliardi di
dollari, pari a circa l'1% del PIL U.S.A.
Il piano ovviamente si accompagna agli interventi della FED ,che in
cinque mesi ha ribassato di cinque volte il tasso d'interesse sui Fed
Funds con un ribasso di 225 punti base e collocandolo quindi al 3%.
Ulteriori tagli, forse addirittura per 75 b.p., sono previsti entro
circa un mese.
Il piano americano anti-crisi dovrebbe riguardare circa 117 milioni di
famiglie Sostanzialmente si basa su:
. Un sussidio fiscale minimo di 300 dollari e massimo di 600 per
individui, e fino a 1.200 per le famiglie, con redditi inferiori a
75.000 dollari l'anno per gli individui e 150.000 dollari per le
famiglie. La stima dell'amministrazione è che questo programma costerà
circa 100 miliardi di dollari.
. Sgravi alle piccole imprese attraverso la deduzione del 50% del valore
dei costi sostenuti per nuovi impianti e attrezzature. Le imprese
beneficiarie saranno quelle con un reddito inferiore a 800.000 dollari.
Il costo di questa parte del piano è pari a 50 miliardi di dollari.
. Innalzamento dei limiti all'acquisto di mutui da parte delle agenzie
governative Fannie Mae e Freddie Mac, si tratta di agenzie che operano
sul mercato secondario acquistando mutui e rifornendo quindi di
liquidità il mercato primario del credito immobiliare.
In Italia neppure Turigliatto avrebbe il coraggio di proporlo. Eppure...
E' una goccia d'olio nel mare in tempesta della crisi.
Ma il vero keynesismo americano resta ancora quello militare. Tremila
miliardi di dollari: questa è la cifra stimata da Joseph Stiglitz per le
avventure belliche americane. Lui, da buon economista, dice che si
tratta di costi. Ma se si trattasse invece di un investimento?
"Ogni crisi è crisi da sovrapproduzione", diceva un vecchio economista
tedesco (K. Marx). Alla sovrapproduzione si può reagire sul breve
periodo iniettando denaro, disse un economista inglese (J.M. Keynes).
Questo può avvenire tramite la spesa pubblica, civile o militare. I
modelli econometrici dicono che la seconda è più efficace della prima.
Ma che avverrà nel "lungo periodo"?
Nel lungo periodo "saremo tutti morti", secondo Lord Keynes.
Oppure nasceranno nuovi mercati: il ciclo della riproduzione allargata
farà un nuovo giro di valzer. La danza diverrà, però, sempre più
spettrale, perché se la domanda ancora esiste, (in Cina, in India, in
Africa, nella stessa ex URSS...) e si tratta di renderla "aggregata",
cioè pagante, le risorse naturali e la capacità del pianeta di
continuare a reggere non lo sono. Con questo modello di sviluppo sono
ormai in via di esaurimento.
Ne Marx, ne Keynes lo avevano previsto.
Non solo. Al mondo non si è mai vista una nuova egemonia economica che
non fosse anche egemonia politica e militare. Questo vuol dire che, se
vi sarà un "decoupling", se cioè le economie dei paesi emergenti
traineranno l'economia mondiale, dovrà esserci anche un "decoupling"
politico e militare. Gli USA non hanno nessuna voglia di accettare
questa ipotesi. Rinforzano la Nato: sono pronti ad allargarla fino a
Georgia e Ucraina. Gli europei, che vedono con terrore i gasdotti che
passano sotto la terra ucraina a rischio, se Putin chiude innervosito il
rubinetto di Gazprom, lo impediscono.
Particolare significativo: la riunione si teneva nel Castello di
Ceausescu a Bucarest. I Vampiri prediligono alcuni luoghi, piuttosto di
altri...
***
Guardo Google Earth. Il mappamondo galleggia e poi scende, vertiginoso
nelle zoomate.
Intravedo la prima linea del fronte di guerra: costeggia i confini della
Grande Madre Russia: Bielorussia, Georgia, Ucraina, Armenia, Azerbaijan.
Rivoluzioni Arancioni contro il nazional-bolscevismo di Putin. Qui la
NATO vuole creare le sue basi avanzate. Qui passano le pipelines che
portano energia all'Europa.
Più a Sud l'Iraq.
Se ne è scritto troppo e troppo poco. Mi limiterò a un conto economico:
prima delle guerre e dell'embargo, nel 1989, l'Iraq produceva 3 milioni
di barili di petrolio al giorno. Oggi ne produce 2 milioni. La Cina
consuma 7, 62 milioni di barili al giorno. Un anno fa ne consumava 7,24.
Se il milione di barili in meno di produzione irachena fosse disponibile
sul mercato, non vi sarebbe ancora squilibrio tra domanda e offerta.
Nonostante Cina e India. Quesito: a chi giova la guerra in Iraq: ai
rialzisti sul prezzo del greggio o ai ribassisti? Se non sapete
rispondere compratevi una calcolatrice. O girate la domanda a un
dirigente Exxon o Chevron o Shell, dopo esservi assicurati che abbia
fatto il pieno di whisky.
La linea riprende: Iran, Afganistan, Pakistan, Belucistan, Uzbekistan,
Turkmenistan, Khirghisistan. Qui la partita è più dura e più complessa:
a fronteggiare la Nato non c'è solo la Russia ma l'intero Gruppo di
Shanghai <http://it.wikipedia.org/wiki/Shanghai_Cooperation_Organisation>.
E in prospettiva, dunque, la Cina.
Ancora più a Sud il Corno d'Africa e il Congo. Heart of Darkness, fra
capi tribali ex socialisti o integralisti musulmani, lottano fra loro
per ricchezze che non possiederanno mai, perché già ipotecate dalle
grandi compagnie multinazionali. Miniere di diamanti, pozzi di petrolio,
coltan, materie prime. Inglesi, francesi, americani, olandesi succhiano
l'anima nera dell'Africa.
Vampiri. Ancora Vampiri.
Neanche l'Europa è immune. Non solo a Est, ma anche a Sud. Una linea di
guerra passa dal Kossovo, alla Turchia, alla Siria, al Libano, alla
Palestina. Ma sembriamo non accorgercene. La stupidità non è un scusa: è
un'aggravante.
Mentre a Lisbona il Trattato che costituirà la "Nuova Costituzione
Europea", peraltro non sottoposta a nessun referendum, ci lega sempre di
più alle scelte della NATO. Nessuno ha il coraggio di dire che la NATO,
dopo la caduta del muro di Berlino, è un "ente inutile". Continuiamo così.
Vampiri.
L'ultima frontiera si sta creando in America Latina, fra la Colombia e
il resto del continente sudamericano. Mentre il muro che separa il
Messico dagli Stati Uniti è la smentita del NAFTA: i capitali e le merci
possono circolare liberamente. Gli uomini no.
***
Guardo i libri. Le Carré racconta la "prima guerra mondiale africana"
quella che dal Ruanda si è estesa al Kivu, Rpubblica Democratica del
Congo. Quella che tutti hanno dimenticato prima ancora che iniziasse.
Genna scrive il primo romanzo su Hitler.
Parlano entrambi del male. Quel male che proviene dal non essere. Buco
nero che attrae e distrugge in virtù non della sua forza, ma della sua
stupidità e capacità di omologare a se stesso i comportamenti. Lo stesso
male che Joseph Conrad (Kurtz) aveva intravisto risalendo il fiume
Congo. Non entro nel dibattito letterario su Hitler. Altri l'hanno fatto
e meglio di quanto lo possa fare io. Mi limito a notare una frase che mi
ha colpito. Descrive il bombardamento di Dresda, la città morta.
Duecentomila morti, gran parte bruciati vivi, sciolti dal fosforo a
trecento gradi. Conclude: rilevando in Sir Winston Churcill "nessuna
emozione".
"La crepa propagata dallo zero umano che combatte si è aperta in sir
Winston Churcill.
Il principio di simmetria del male.
Il gelo.
La constatazione del disastro perpetrato.
L'inutilità della strage condotta con lucida insensienza.
Grava la vittoria postuma di Hitler in tutto ciò". (p.599)
Curioso. In quasi tutte le recensioni su Hitler, pochissime discutono la
durissima implicazione politico-visionaria che ispira il romanzo: la
vittoria postuma di Hitler nell'epoca della democrazia rappresentativa.
C'è da chiedersi fino a che punto l'insensienza possa diventare
stupidità. Forse, come temo, i due termini sono sinonimi.
Pubblicato Aprile 9, 2008 03:38 AM
Fonte: Carmilla on line
<http://www.carmillaonline.com/archives/2008/04/002603.html#002603>
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