[Redditolavoro] LA RUSSA E RINALDINI: ISPETTORI O CARABINIERI NEI CANTIERI?...a cura Operai Contro modena

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Mon Aug 11 13:24:05 CEST 2008


Palermo, 11:49
SICUREZZA LAVORO: LA RUSSA, CARABINIERI NEI CANTIERI
L'impiego
dell'esercito nei cantieri con il compito di vigilare sulla sicurezza
nel lavoro viene ipotizzato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa
che in una intervista pubblicata oggi dal quotidiano 'La Sicilia' di
Catania afferma che sta lavorando a un un disegno di legge: "Il disegno
di legge sara' pronto a settembre, ci pensavo da tempo, la
sollecitazione del presidente della Repubblica mi ha dato l'ultima
spinta. Spero che l'impiego dell'esercito possa essere veramente di
grande aiuto nella prevenzione per ridurre gli incidenti sul lavoro".
La Russa ricorda inoltre che con queste funzioni esiste gia' il Nucleo
ispettorato lavoro dei carabinieri, e sottolinea: "In risposta
all'appello del presidente Napolitano per le morti bianche, intendo
irrobustire il controllo dei cantieri da parte dei carabinieri con
ispezioni a tappeto o anche a campione. Le grandi aziende di solito ci
tengono a far rispettare le regole di sicurezza, sono le imprese
medio-piccole che non le applicano".


Italia - 11.8.2008 12:03:00


Militari nei cantieri, i sindacati: ''Bene, ma non in aggiunta a quelli sulle strade''

"Siamo
contenti delle parole di La Russa, ma bisogna che i militari che il
ministro della Difesa vorrebbe mandare nei cantieri siano sostitutivi e
non in aggiunta a quelli che ci sono per le strade. Non vorremmmo che,
con la passione che il ministro ha per i militari, si arrivasse a
sostituirli a tutti i normali strumenti di controllo e di repressione".
Lo ha detto Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom, a
PeaceReporter. "Esiste già un apparato di controllo del rispetto delle
norme sul lavoro. Sarebbe bene che fosse quello ad essere potenziato"
ha aggiunto.


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E cosi' che si va' verso lo stato di polizia, nessuno fa' cio' che dovrebbe fare per salvare la vita degli operai, tutto e' stato delegato a strutture che hanno dimostrato di non essere neutre ma hanno salvaguardato gli interessi di profitto delle aziende contribuendo a creare l'ecatombe attuale nei cantiere, nelle fabbriche, nei posti di lavoro. Ora colmo dei colmi sarebbe la volta della delega ai carabinieri. Il ministro dei 2 pennacchi e delle armi "informato dei fatti" (suoi) ci viene a dire che nelle grandi fabbriche "ci tengono a far rispettare le misure per la sicurezza". Sara' per quello che all'Ilva Taranto (il piu' grande complesso siderurgico in italia) c'e' un morto di media al mese, e decine e decine di infortunii, di cui la maggior parte gravi all'anno. sara' per questo che alla Fiat mirafiori abbiamo circa 400 denunce di operaie con i polsi, spalle, gomiti scassati dalla frenesia produttiva dei ritmi Fiat e lo stesso accade in tutti gli stabilimenti Fiat. A Melfi addirittura ciu sono stati 2 morti negli ultimi mesi, cosa mai accaduta da quando e' iniziata l'attivita' produttiva 14 anni fa'. potremmo continuare per ore, ma per questo invitiamo direttamente gli operai a far sentire la propria voce dalle fabbriche segnalandoci la situazione disastrosa sulla sicurezza. In merito alla dichiarazione del segr. della Fiom Rinaldini diciamo subito che non si dice "gatto se non c'e' l'hai nel sacco" cioe' non si puo' invocare "maggiori controlli" arrivando a chiedere le forze di polizia nei posti di lavoro e poi rimangiarsi il tutto. Questo passaggio di rinaldini svala e rileva da se' che nei posti di lavoro il sindacato non fa' assolutamente la sua parte di dovere riguardo alla salvaguardia dell'incolumita'' fisica degli operai, e certamente non fa' neanche il suo dovere sindacale per gli interssi immediati degli operai, visto che delega per l' ennesima volta a strutture che stanno all' esterno delle fabbriche la salvaguardia di chi lavora e produce all'interno. Non ci vogliono carabinieri e ispettori nei cantieri e fabbriche si aggiugerebbe danni al danno, ci sarebbe da mantenere altri costosi apparati di stato che di fronte agli incidenti non avrebbero neanche le competenze e si ingigantira' il guazzabuglio burocratico per, in definitiva, non far emergere le responsabilita' dei padroni e del profitto. la realta' e l'esperienza di questi anni ci hanno confermato che solo dove gli operai si battono direttamente sui propri interessi immediati e complessivi si riducono anche i nostri morti e feriti nello sfruttamento, ci hanno insegnato pero' che nella crisi il padrone tende a intensificare le morse del nostro sfruttamento per ottenere maggir produzione in minor tempo con minori costi, anche nella distribuzione delle montagne di merci prodotte. 

Tutto cio' ci deve indurre come operai ad una conclusione logica; se non basta stare a contrattare col padrone 4 soldi di salario con peggiori orari di lavoro, aumenti di intensita' ecc, sarebbe il caso per gli operai di prendere piede e voce anche sul terreno politico di difesa integrale dei nostri interessi storici. Se non sono capaci neanche di farci campare a determinate condizioni umane, perche' mai dovremmo essere complici a sostenere la loro bella vita. Se non sono capaci di limitare i nostri morti e feriti sui posti perche' devono marciare le macchine con la nostra produzione e il loro  profitto prima di tutto, perche' mai dobbiamo sostenere sindacati e partiti che "collaborano" con questo andazzo. 

Gli Operai si devono unire nei reparti e nelle fabbriche dalle grandi naturalmente alle piccole per riassumere un proprio programma ed una proprio percorso questo e' il punto principale di partenza gia' da questo autunno. 

il secondo e' portare questo programma di lotta alle altre classi sociali  che sono impoverite dalla crisi e potrebbero avere l'intenzione di allearsi con gli operai nella lotta per la propria liberazione.


OPERAI CONTRO
SEZ. MODENA
11 AGOSTO 2008







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