[Redditolavoro] Nucleare, quello che non si dice

clochard spartacok at alice.it
Wed Apr 30 17:33:46 CEST 2008



Nucleare, quello che non si dice


 Giustiniano Rossi, da Parigi,   27 aprile 2008
 Energia     Mentre, in Italia, il governo Berlusconi punta al ritorno al
nucleare, negli Stati Uniti e nel resto d'Europa si discute della nocività
di questi impianti. Intorno a tre siti europei, gli impianti di
ritrattamento di Sellafield e di Dounreay in Gran Bretagna e la centrale di
Krummel adiacente ad un centro di ricerca nucleare in Germania, sono stati
registrati dati sanitari anormali



In Italia Silvio Berlusconi e la sua allegra brigata, reduci dalla vittoria
del 13 e 14 aprile, annunciano il ritorno al nucleare ignorando la volontà
dei tanti cittadini italiani - una parte dei quali, occorre dirlo, li ha
rieletti - che l'avevano bandito per sempre in occasione del referendum del
1987, adombrando la possibilità, per tranquillizzare i più pavidi, di
installare le centrali in Albania o in Montenegro...
Negli USA, dove il carbone fornisce la metà dell'energia utilizzata per
produrre elettricità mentre il nucleare copre il 20% del consumo, nessuna
centrale nucleare è stata costruita da trent'anni, dopo uno dei più gravi
incidenti noti (un centinaio fra il 1952 e il 2004) della storia del
nucleare civile, quello di Three Mile Island nel 1979. L'aumento della
domanda di elettricità, dell'ordine del 2% all'anno, è stato compensato
dall'entrata in servizio di centrali a gas. Sono attualmente in funzione 104
centrali nucleari, ma la più recente, quella di Seebrook, nel New Hampshire,
è stata ordinata nel 1977 ed è entrata in servizio nel 1990. L'8 aprile
scorso Westinghouse Electric, filiale del gruppo giapponese Toshiba, ha
annunciato di avere ottenuto la prima commessa di una centrale nucleare
negli USA da trent'anni a questa parte. Il contratto prevede la costruzione
di due reattori da 1 100 MW del tipo AP1000, che dovrebbero essere costruiti
sul sito di Vogtle, vicino ad Augusta, in Georgia, dove sono già in funzione
altri due reattori. Secondo il gruppo Shaw, proprietario del 20% delle
azioni di Westinghouse, il primo reattore dovrebbe entrare in servizio nel
2016 e il secondo nel 2017.
Da qualche anno si lavora in Francia al progetto di sostituzione dei 58
reattori in servizio nelle sue 20 centrali con gli EPR di nuova generazione
Qui il nucleare copre l'80% del consumo di energia elettrica (30% in Europa)
e - con l'importantissima eccezione del gruppo Sortir du Nucléaire diretto
da Stéphane L'Homme - l'argomento è quasi tabù, senza differenza alcuna fra
il civile ed il militare. La scelta di sostituire i reattori in servizio con
gli EPR legherà la Francia al nucleare nei prossimi decenni, la qual cosa
non stupisce in un paese che non stimò necessaria nessuna misura di
protezione dei suoi abitanti dai rischi, anzi dalle certezze di
contaminazione neppure in occasione dell'incidente di Chernobyl.
Uno studio realizzato nel dicembre 2007 in Germania - paese dove nel 2001 il
governo rosso-verde ha programmato lo spegnimento dell'ultimo reattore nel
2020 e dove la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è stata
dell'11% nel 2005 e sarà del 25% nel 2020 - dimostra che, fra i bambini di
meno di 5 anni cresciuti in un raggio di 5 km di distanza da una delle 16
centrali nucleari tedesche, i tumori del sangue sono 2,2 volte più frequenti
che a livello nazionale. Aumentando la distanza, il rischio diminuisce, ma
resta superiore alla norma in un perimetro di 50 km intorno alle centrali.
Immediatamente, l'Istituto di Radioprotezione e di Sicurezza Nucleare (IRSN)
francese ha reagito effettuando un'analisi comparata di tutti gli studi
realizzati in proposito a livello internazionale, da cui non risulta che il
caso tedesco "sia confermato da studi effettuati in altri paesi" ed in
particolare in Francia ed in Gran Bretagna, dove ricerche sull'intero
territorio nazionale non hanno segnalato un eccesso generalizzato di
leucemie in prossimità degli impianti nucleari.
Tuttavia, intorno a tre siti europei, gli impianti di ritrattamento di
Sellafield e di Dounreay in Gran Bretagna e la centrale di Krummel adiacente
ad un centro di ricerca nucleare in Germania, sono stati registrati tassi
anormali. Attorno a questi impianti il rischio è da due a quattro volte
superiore alla media europea e, secondo uno degli studi su Sellafield, venti
volte superiore. In Francia, dove esiste un impianto di ritrattamento a Le
Hague (Manica), l'IRSN si limita a parlare di una zona dove un eccesso di
leucemie è "possibile" dato che, a suo dire, il basso numero di persone
affette dalla malattia non è statisticamente significativo. Significativo è
invece che la rete "Sortir du nucléaire" (Uscire dal nucleare) ha
contestato, martedi' 8 aprile, l'indipendenza dell'IRSN.
Recenti studi sulla documentazione scientifica in base alla quale si
procedette, quarant'anni fa, alla costruzione delle centrali nucleari in
Francia, hanno dimostrato la falsità di molte delle affermazioni ivi
contenute, inutili anzi dannose per la scienza, ma utili agli "scienziati"
che ne erano autori ed a quanti volevano giustificare la scelta nucleare.
Uno dei dati di cui non si parla mai, o quasi, in Francia è quello relativo
all'incidenza dei tumori della tiroide che - sarà un caso? - è doppia
rispetto a quella riscontrata nel resto d'Europa. Qualche anno fa un
istituto indipendente realizzò delle ricerche nel Mercantour, sud-est della
Francia, rilevando tracce consistenti di radioattività provenienti dalla
nube diffusa in Europa dopo l'incidente di Chernobyl, un altro diffuse i
risultati di ricerche sui corsi d'acqua dove le centrali scaricano le loro
acque surriscaldate (moria di pesci etc.). Qualche articolo, qualche
trasmissione televisiva e poi il silenzio.
Come stupirsi se la partecipazione al governo dei Verdi francesi fra il 2001
ed il 2006 non ha lasciato, ecologicamente parlando, traccia alcuna?


http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=7454



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