[Redditolavoro] ancora su ingiustizia e ribellione: riflessioni
edazioni
marinofrancica at libero.it
marinofrancica at libero.it
Mon Apr 28 09:07:28 CEST 2008
--Auguri Vittò , a te , agli altri 12 e a a tutti noi !!!
Però Vittò , quì sembra che si tratti di una sorta di lotteria ... e se quelle carinissime e gentilissime giudichesse ci avevano la luna storta o ci abbruciava quarcheccosa giovedì scorso , che cosa sarebbe accaduto , ci saremmo arresi a mani alzate ...? Ti abbraccio V-ittò !!!------- Initial Header -----------
>From : redditolavoro-bounces at ecn.org
To : "redditolavoro" redditolavoro at ecn.org
Cc :
Date : Mon, 28 Apr 2008 07:34:22 +0200
Subject : Re: [Redditolavoro] ancora su ingiustizia e ribellione: riflessioni edazioni
> Io non sono anarchica sono marxista libertaria comunista quindi e pure io
> non voglio nessun partito al potere, cio' non toglie che LA PARTE ossia il
> PARTITO STORICO DELLA CLASSE
> deve esserci nel progettare e concludere la rivoluzione, magari per poi
> sciogliersi, giacché il fine ultimo del cambiamento dello stato di cose
> presenti è l'ANARCHIA
> sia per noi comunisti che per voi anarchici.Ossia l'abolizione delle classi
> e quindi dello sfruttamento e del denaro, delle Nazioni dei popoli....
> Non parlo delle esperienze storiche realizzate delle rivoluzioni fin'ora
> perché per me
> esclusa la Comune e la repubblica spagnola sono state DIRETTE tutte dai
> borghesi!.
>
> Comunque tutte queste discussioni restano chiacchiere di fronte alla crisi
> economica e alla FAME che si sta sviluppando esponenzialmente nel pianeta e
> di fronte allo sfruttamento bestiale a cui si è sottoposti.
> Gli attrezzi ci sono e sono nel patrimonio storico della lotta di classe,
> che bisogna ricuperare, per andare avanti bisogna guardare indietro e là
> trovi gli attrezzi le forme e i modi pure quello della solidarietà solidale.
> Come per il discorso ecologico un pò!
> Poi ognuno parla in un certo modo per il suo vissuto!
> Si è vero t colpiscono prima ancora!
> Io per esempio ho un caro amico e compagno che sta in regime EIV!!! a soli
> venti anni per una scritta su un muro da un sacco di mesi, parlo di Michele
> Fabiani, i miei compagni di qui appena aperto un circolo dopo che eravamo
> stati sderenati qui a Viterbo per varie inchieste, sono stati denunciati per
> aver attaccato dei manifesti.
> Busa lo tengono in EIV! anche se malato di HIV e di Epatite cronica, in
> sciopero della fame dei medicinali perché vuole essere curato decentemente,
> lo sai perché gli hanno dato 1 anno di EIV malato come sta? per OLTRAGGIO
> ALLA CORTE!!!!!
> Czzo mi parli di violenza quando qui "loro" non prevedono manco il reato di
> tortura e i nazisti di Genova stanno liberi!
>
> A proposito compà è un sacco di anni che sto su questa lista nessuno di voi
> mi ha detto "che bello Vitto' sei stata assolta!"
> Lo sai cazzo avevamo noi?
> Associazione sovversiva;
> devastazione e saccheggio (reati militari!)
> turbativa delle funzioni di governo
> cospirazione economica contro il potere economico delllo stato
> ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
> Noi del sud Ribelle eravamo la CUPOLA degli scontri di Genova e adoperare il
> termine CUPOLA per chi ha lottato al sud contro mafia, ndragheta e camorra e
> per la vergogna del lavoro coatto cosa è se non VIOLENZA, a parte quella
> materiale che hanno praticato a Bolzaneto e Diaz.
> Più volevano 5milioni di euro per danni alla cazzo di immagine loro!!!!
>
> Allora fatemi gli auguri;-) te la sei sfangata vitto' sta volta (sta volta!)
> se quello non fa appello! te la sei sfangata dopo sei anni!
> Anche se sapete che avrò da ridire POLITICAMENTE su questa sentenza fateci
> gli auguri perchè se potete tornare sulle piazze èper questa sentenza che
> ci vede assolti PER NON AVER COMMESSO IL FATTO, trovate il coraggio di
> tornarci però! come ci stanno quelli della TAV e come ci stanno i
> meridionali colla mondezza fino al naso!
> vittoria
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
> -----Messaggio Originale-----
> Da: "Emiliano Laurenzi" <emiliano_laurenzi at yahoo.it>
> A: <redditolavoro at ecn.org>
> Data invio: domenica 27 aprile 2008 19.00
> Oggetto: [Redditolavoro] ancora su ingiustizia e ribellione: riflessioni
> edazioni
>
>
> Ho scritto le mie piccole considerazioni sulla violenza, ma
> soprattutto sulle forme con cui affrontare l'ingiustizia - una costante
> storica di qualsiasi sistema di potere, che però il capitale interpreta con
> un nichilismo verso il vivente senza precedenti - senza cadere nella
> trappola di rialcarne la violenza e dunque senza alimentare l'ipertrofia di
> violenza che ammorba l'immaginario.
>
>
>
> E soprattutto legando questo dicorso alla possibilità reale di
> cambiare le nostre vite, le vite dei milioni di sfruttatin che oggi si
> aggirano, la stragrande maggioranza, come larve nella grotta del consumo,
> irretiti da sogni e da desideri che sono impastati di disperazione e di
> nichilismo. Pronti a mordere il proprio simile perché incapaci di pensarsi
> nel tempo e nello spazio. Di condividere, solidarizzare, lottare. Pronti
> solo a difendere il loro divano, la loro macchina, il loro dolore da
> riempire con offerte ter per due.
>
>
>
> La tradizione operaia in questo porta in sé una consapevolezza
> politica che altri soggetti non riescono ancora ad avere, anche se speso
> rischia l'autoreferenzialità. Ma questo è un discorso più complesso...
>
>
>
> La violenza, in questo contesto, fa parte. Il fatto che la riflessione
> sulla violenza generi altre riflessioni in cui ci si interroga sul tipo di
> azione, organizzazione ed analisi occorra intraprendere per non rimanere
> chiusi nel fortino, per non continuare ad usare armi spuntate, ma aggiornare
> e in qualche modo reinventare la cassetta degli attrezzi, è esemplare.
> Significa che uno dei pilastri fondamentali del potere è proprio la
> violenza. Non mi interessa capire quale tipo di potere. Noi ce ne troviamo
> difronte uno che tanto più si gloria di essere democratico, tanto più è un
> semplice servomeccanismo di una volontà più immateriale - il capitale - che
> si esplica attraverso molteplici piani. Oggi lo stato in tutte le sue
> articolazioni si muove alla stregua di un'enorme impresa che possa disporre
> di uomini armati - in questo le forze dell'ordine sono sempre di più come i
> vigilantes che nell'ottocento stavano al soldo dei costruttori di ferrovie
> americani (quelli che difronte agli scioperi dicevano "armerò la metà che
> non sciopera per ammazzare chi sciopera!" e lo facevano... Quelli che oggi
> ammazzano i lavoratori con condizioni lavorative omicide). Che possa
> disporre di suoi tribunali che ne difendono gli investimenti e le linee di
> sviluppo, in cui gli azionisti diffusi - i cosiddetti votanti - non contano
> un cazzo. Il meccanismo statale ricalca ormai le forme delle imprese, salvo
> conservare una sacca improduttiva e parassitaria, che è esattamente quella
> che comanda: parlamentari, senatori, giudici, burocrati, sbirri, etc. etc. E
> che decide come utilizzare il famoso monopolio della violenza, in proprio, o
> in accordo con altri poteri, tipo la mafia.
>
>
>
> Alcune cose che altri partecipanti alla mailing hanno risposto, mi
> hanno sollecitato.
>
> michelangelo.depinto ha ripreso un brano:
>
>
> "Noi dovremmo ricominciare a pensare come scardinare quest'ordine di
> cose, quale disegno strategico, di lunga portata seguire, e non solo
> come contrastare. Dare al nostro desiderio una forma riconoscibile,
> condivisibile. Perché altrimenti il dolore, lo sfruttamento, generano
> solo rabbia, e la rabbia che non trova un impiego razionale, coerente,
> condiviso, genera violenza"
>
>
>
> la prima parte mi trova, ovviamente, d'accordo, la seconda mi trova in
> profondo disaccordo perchè si parla della "violenza" come qualcosa che
> può essere ingenerata solo dal dolore e dallo sfruttamento. Chi l'ha
> detto questo? E se tu stesso ti vuoi dare un "disegno strategico, di
> lunga portata" come puoi escludere, ritirandoti inorridito da simile
> possibilità, che la forma della "violenza" abbia il pieno diritto
> d'appartenenza a una volontà di cambiamento totale? Come puoi
> escludere che un cambiamento del tutto non debba servirsi,
> INEVITABILMENTE(a mio parere)
> della violenza?
> Pensi che chi detiene il possesso delle merci, dell'informazione,
> delle armi, delle varie polizie, dell'industria del
> "divertimentificio", ecc. sia disposta a regalarti una vita
> completamente diversa senza prima incarcerarti, uccidere, reprimere in
> qualunque maniera servendosi appunto delle ARMI? No, non ti regala
> niente nessuno. E allora il "disegno strategico" non può e non DEVE
> fare a meno di affrontare questa questione. Per ciò che mi riguarda
> non ci sarà nessun cambiamento "complessivo" senza Insurrezione di
> massa. parlo di Insurrezione e non di una Rivoluzione in stile
> "Comunista ortodosso". Sono Anarchico, non voglio nè servi e nè
> padroni e tantomeno "Partiti che si mettano alla guida".
>
>
>
>
>
> Io non discuto questo aspetto, certo che la violenza è insita in
> questo percorso. A me interessa però riflettere su come smontare la
> legittimità di questa violenza, su come sottrarci al ricatto. Perché se gli
> operai muoiono amazzati, l'oltraggio che questo rappresenta si diluisce,
> mentre se vanno in frantumi vetrine e bruciano macchine - mentre i fascisti,
> che volevano marciare nel giorno della memoria, e che hanno marciato a
> Milano inneggiando e sbandierando simboli apertamente nazi-fascisti, assieme
> alle forze dell'ordine che li proteggevano e li accompagnavano - allora
> piovono condanne ed accuse di terrorismo, di cultura dell'odio. Come
> divincolarsi da questo ricatto senza cadere nella trappola della violenza?
> Porsi questa domanda non significa, per me, baloccarmi. Significa cercare di
> capire, magari anche immaginare assieme ad altri, quali sono le forme in cui
> il livello di sopportazione rispetto alla situazione attuale possa trovare
> non solo espressione, ma anche intercettare e coinvolgere il malessere
> sociale. Altrimenti questo va in suppurazione e criminalizza la stessa vita
> sociale, di là dall'illegalismo e da una rivolta più che giusta viste le
> condizioni in cui siamo ridotti a vivere e lavorare come prigionieri. Gli
> ultras che danno fuoco alle macchine, infatti, sono un'immagine ben precisa
> della violenza che si deve evitare. Non serve ad un cazzo ma anzi rende
> lecita la violenza criminale. Come dimostrano le decine e decine di azioni
> squadriste che ormai gruppuscoli fasciti - in alcuni casi vere e proprie
> squadre - stanno intraprendendo con la tolleranza malcelata delle forze
> dell'ordine. I loro accoliti in divisa...
>
>
>
> E poi l'email che più ha colpito, per la brevità, la pregnanza e anche
> la "rischiosità", quella di vittoira, che dice:
>
> "Ti colpiscono prima che tu esprima violenza, caro mio!
> Comunque io tutto sto chiaccherare sulla violenza con i morti sul
> lavoro che
> ci sono e con la vita di merda che facciamo tutti pure tu, non lo
> capisco
> proprio!"
>
>
>
> Neanche io so quanto possa servire ragionare. ma agire reagendo, è
> sempre un movimento destinato non solo ad essere foriero di sconfitte, ma ad
> evitare di affrontare i nodi alla base del potere e che ne permettono il
> perpetuarsi. Potere che si nutre esattamente del ricorso alle sue stesse
> forme di dominio.
>
> La rabbia che mi suscita l'omicidio quotidiano dei lavoratori
> basterebbe ad armare non una, ma cento mani. E poi?
>
>
>
> saluti libertari
>
> el
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