[Redditolavoro] [Fwd: [Paesibaschiliberi] Epilogo di un processo esemplare]

Rapt rapt at inventati.org
Fri Nov 30 22:29:56 CET 2007



-------- Messaggio Originale --------
Oggetto: 	[Paesibaschiliberi] Epilogo di un processo esemplare
Data: 	Fri, 30 Nov 2007 22:24:33 +0100
Da: 	Irrintzi <ge-eh at inventati.org>
Rispondi-a: 	ge-eh at inventati.org, Euskal Herria - discussion and 
information list <paesibaschiliberi at autistici.org>
A: 	Paesibaschiliberi <paesibaschiliberi at autistici.org>



Epilogo di un processo esemplare

30 -- 11 -- 2007

Correva l'anno 1998, in tempi molto vicini alla rottura del secondo 
tentativo di trattativa proposto dall'organizzazione basca Euskadi Ta 
Askatasuna, in questo approvata da tutto il movimento indipendentista 
basco di sinistra; la rottura era stata causata dall'atteggiamento 
tenuto dal governo Aznar, aumento della repressione, con due esecuzioni 
sommarie incluse, indurimento nelle condizioni di detenzione di 
prigionieri e prigioniere politiche, come risposta alla tregua 
unilaterale proclamata da ETA allo scopo di consegnare un processo di 
negoziato al popolo basco.

Cominciarono col chiudere con la forza il quotidiano di sinistra Egin e 
due radio libere, sempre di sinistra. Il direttore del quotidiano, 
arrestato, denunciò torture.

Poi fu la volta di numerosi responsabili di relazioni internazionali, 
tutti accusati di far parte di banda armata denominata ETA. Le 
motivazioni, addotte dal famoso giudice Baltasar Garzon, stavano 
nell'identità di obiettivo condivisa tanto da ETA quanto dagli 
arrestati, l'indipendenza di Euskal Herria dalla dominazione spagnola e 
dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

La grande operazione, che vide decine e decine di arrestati, fermati, 
molti dei quali denunciarono torture atroci, venne denominata "sumario 
18/98", e divenne tristemente celebre.

A questa seguirono sempre nuove operazioni, tutte contro la sinistra 
basca, che colpirono organizzazioni giovanili, altre per i diritti dei 
prigionieri, addirittura, una associazione contro la pratica della 
tortura, Torturaren Aurkako Taldea, si vide iscritta nelle liste europee 
delle organizzazioni terroriste, insieme a quasi tutte le altre 
organizzazioni politiche e sociali della sinistra basca.

Iniziò il processo, a Madrid. Udienze quotidiane, alle quali tutti gli 
inquisiti vennero obbligati a partecipare, col costo economico e fisico 
che è facile immaginare. Le argomentazioni del'accusa, ovviamente, prese 
per oro colato; le denunce di torture e di uno stupro ad opera della 
guardia civil (denuncia fatta da Nekane Txapartegi) derise ed ignorate; 
le testimonianze a favore rese nulle.

Nel frattempo era subentrato il governo del PSOE. Qualcuno si illuse che 
questo partito fosse diverso da quello che aveva promosso e finanziato i 
GAL in passato. Ci fu un'altra tregua illimitata unilaterale promossa da 
ETA. Ma la repressione continuò. Si ruppe la tregua. Tutto come prima. 
Anche la repressione, che nel frattempo aveva messo fuorilegge Batasuna 
e tutti i partiti e liste di unità popolare che la sinistra basca aveva 
in passato ed avrebbe in futuro proposto. Il nome dato all'operazione fu 
Legge sui Partiti.

Tutto come prima, se non peggio. Continuano fermi, arresti, torture, 
cariche contro manifestazioni, accanimento contro i prigionieri 
politici, con vari casi di suicidio prodotti da dispersione ed isolamento.

Si arriva infine a questa sentenza, di cui ancora non si conoscono i 
termini, ma che il governo già annuncia essere duri (ma come, il governo 
stava in camera di consiglio? Ma non dicevano che non si trattava di un 
processo politico?).

Molti a questo punto parlano di repressione nei confronti del popolo 
basco, di chiusura di spazi democratici, di svolta autoritaria dello 
stato spagnolo.

Verosimilmente, alla luce dei fatti che si verificano in spazi ben più 
ampi, sottovalutano la questione. La repressione colpisce sì, in maniera 
più dura, in alcune situazioni, e quella basca ne è senza dubbio un 
esempio a livello europeo di notevole portata, ma se vogliamo toglierci 
il velo dagli occhi, vedremo che anche lo stato italiano non è diverso, 
con le sue grandi istruttorie dai nomi altisonanti contro aree del 
"movimento antagonista", ma anche di lavoratori sindacalizzati, 
lavoratori combattivi che subiscono arresti, detenzioni, perquisizioni, 
incriminazioni coi vari articoli, primo fra tutti il 270bis, delegati 
espulsi dal posto di lavoro ed incriminati, alla luce dei fatti solo per 
essersi opposti alle manovre antiproletarie della borghesia.

Questo accade dovunque, dovunque ci sia sfruttamento, dovunque si muoia 
massicciamente sul lavoro (quattro morti al giorno l'anno scorso in 
Italia, più di cento morti dall'inizio dell'anno in Euskal Herria, a 
fronte di una popolazione di poco più di tre milioni di persone).

Questo accade perchè quella che da tempo lancia anatemi contro le 
dittature comuniste, contro i crimini del comunismo, la cosiddetta 
democrazia occidentale, nella realtà, la si chiami indulgentemente 
neoliberismo o altro, è la dittatura della borghesia sui lavoratori, 
questa sì una vera dittatura, che ciancia di democrazia e diritti umani 
nello stesso tempo in cui tortura, dà licenza di uccidere ai propri 
guardiani, deteriora in modo progressivo le condizioni di vita e di 
lavoro di milioni di persone, e li colpisce con tutti i mezzi possibili 
ogni qualvolta tentino di alzare la testa.

Il succo del discorso, sta nel fatto che, se da un lato vale poco 
appellarsi ai diritti democratici se non si lavora allo sviluppo di 
coscienza e solidarietà di classe, internazionalista, dall'altro, 
proprio in nome di questa coscienza, di questa solidarietà e 
dell'internazionalismo, non si può e non si deve restare indifferenti 
qui come altrove all'attacco sempre più violento che la borghesia 
internazionale sta sferrando contro i proletari di tutti i paesi, in 
maniera particolare contro quelli che maggiormente si espongono nella 
lotta per l'emancipazione della classe, e del loro popolo, dallo 
sfruttamento e dall'oppressione.

Solidarietà a compagni e compagne baschi colpiti nuovamente dalla 
repressione di sempre.

Solidarietà a delegati, lavoratori e proletari colpiti dalla repressione 
padronale e dello stato italiano.

Dovunque, la lotta è la stessa, lotta di classe.

Solidali con Euskal Herria - Genova

-- 
       Irabazi arte!
www.inventati.org/irrintzi

_______________________________________________
Paesibaschiliberi mailing list
Paesibaschiliberi at autistici.org
https://www.autistici.org/mailman/listinfo/paesibaschiliberi



-- 
      -(Rapt)-
www.inventati.org/rapt



More information about the Redditolavoro mailing list