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Mon Nov 26 16:13:24 CET 2007



		OPERAI BERTONE DI NUOVO IN STRADA CONTRO LA CHIUSURA...

		
			
				da				 falce
			 	@ 2007-11-26 - 15:11:25			 

				Bertone carrozzerie: Gli operai di nuovo il lotta contro la chiusura: in 600 organizzano un blocco stradale a Grugliasco
	TORINO
- Mentre Fiat continua a correre, per l'industria metalmeccanica
torinese la nottata è tutt'altro che passata. Per evitare il
fallimento, la famiglia Bertone, proprietaria della storica carrozzeria
che in quasi un secolo di vita ha prodotto e disegnato decine e decine
di modelli entrati nella storia del costume, si appresta a uscire di
scena. L'intenzione dei vecchi proprietari è evitare il tracollo
definitivo avviando una procedura concorsuale: concordato preventivo o
amministrazione straordinaria.
	LA STORIA - L'atto di nascita
della Bertone risale al novembre del 1912, quando il fondatore del
gruppo, Giovanni Bertone, a 28 anni, apre a Torino un'officina di
«carradore», ovvero di riparazione e costruzione di carrozze a trazione
animale. Con lui lavorano tre operai. Da quella piccola impresa alla
produzione di carrozzerie per le prime auto a motore il passo fu
davvero breve: i primi modelli di automobili risalgono al 1921. Nel
corso di quasi un secolo di storia la Bertone ha prodotto livree di
grande successo tra le quali, per citarne alcune, la Lancia Aprilia, la
Fiat 1100 (negli anni '30-'40) e, in tempi più recenti, la Fiat 850
Coupè, l'Alfa Romeo Giulietta, la Lancia Stratos, la Citroen Bx e la
Volvo 780.
	IL BLOCCO - L'esplosione della crisi della società,
comunicata all'Amma (l'associazione delle imprese metalmeccaniche di
Torino), ha scatenato lunedì mattina la risposta di circa 600
lavoratori, scesi in piazza a Grugliasco per manifestare. Sono stati
anche organizzati blocchi stradali - durati un paio d'ore - davanti
allo stabilimento dell'azienda (con qualche tensione con la popolazione
locale, per la verità, quando un automobilista ha cercato di forzare il
blocco urtando, per fortuna senza conseguenze, un manifestante).
	INCERTEZZA
- I 1.300 lavoratori sono in cassa integrazione in deroga fino al 31
dicembre; non è stata avviata alcuna procedura di mobilità. «La
situazione - commenta Lino La Mendola, esponente della Fiom - è grave.
I lavoratori si trovano senza una soluzione industriale e quindi
occupazionale». I lavoratori lamentano l'incapacità dell'azienda, a
causa - a sentire gli operai - di un management non all'altezza, e
delle istituzioni di trovare una soluzione alternativa al fallimento.
«Ciò che è accaduto purtroppo non ci stupisce - sottolinea Giorgio
Airaudo, segretario generale della Fiom torinese - perché manca da
tempo una soluzione industriale, nonostante i tentativi della
proprietà. Abbiamo chiesto all'Amma di avviare il confronto per
ricollocare i lavoratori in altre imprese, in base all'accordo già
raggiunto con Pininfarina e alle disponibilità della Fiat».
	26 novembre 2007 CORSERA

					
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