[Redditolavoro] OPERAI: VOGLIAMO APRIRE GLI OCCHI?
frank ficiar
frficiar at hotmail.com
Wed Nov 21 16:43:00 CET 2007
OPERAI, LAVORATORI E SINDACATO: VOGLIAMO APRIRE GLI OCCHI?
PER IL DIBATTITO
Il Sindacato nuovo .... che parla dei lavoratori ma non con i lavoratori.
Ci
avete fatto caso ??? Tutti si stanno in queste settimane stracciando le
vesti denunciando come i nostri salari valgano meno di quanto valevano
10 anni fa e tutti parlano di un nuovo modello contrattuale che
risolleverà i nostri salari e contemporaneamente aumenterà la
produttività e la redditività di impresa, così pure di come diminuire
le tasse ed aumentar la spesa sociale a favore dei lavoratori e delle
loro famiglie.
Il paese di Bengodi ... Lo chiedono i
sindacati, lo chiede confindustria, lo chiede il Governo. Tutti
vogliono un accordo e subito.... ma per fare cosa ??
Il lato
tragicomico che nasconde la presa in giro di tutto questo affannarsi è
che tutti parlano dei lavoratori ma nessuno è venuto nei luoghi di
lavoro a chiedere cosa vogliono veramente i lavoratori.
Prepariamoci all'ennesimo accordo fatto in nome nostro.
La pochezza della linea sindacale sta tutta nella sua assenza di coerenza.
Per
anni ci è stato detto che l'abolizione della scala mobile era una
scelta inevitabile, sia per salvare il paese sia per rilanciare la
contrattazione. Poi ci è stato detto che legare la contrattazione
all'inflazione programmata era una scelta inevitabile per salvare il
paese e potenziare la contrattazione di secondo livello. Ci è stato
anche detto che una contrattazione decentrata, non più legata ai vecchi
premi di produzione ma al salario di risultato, era un modo per
intascare quella quota di produttività che invece i cattivi padroni si
sarebbero intascati totalmente senza dividerla con nessuno.
Insomma
ci è stato detto (dai firmatari) che con il nuovo modello contrattuale
uscito dall'accordo del 23 luglio 1995 avremmo aumentato il nostro
potere contrattuale sul salario.
Le cose in realtà non sono andate così. I salari diminuivano mentre rendite e profitti aumentavano.
Nella
loro confusione Cgil Cisl Uil continuavano a difendere questo modello
ma, consci della sua debolezza, hanno permesso di inserire degli
ulteriori ed inspiegabili correttivi come la triennalizzazione del
contratto, la decontribuzione dello straordinario, maglie più larghe
sulla precarietà e sulla flessibilità della prestazione, fino (è il
caso dei chimici) la possibilità di introdurre deroghe al contratto
nazionale per dare più potere alla contrattazione decentrata. Il tutto
(tanta era la confusione) ribadendo ovviamente che la centralità del
contratto nazionale rimaneva intangibile.
Ma i salari,
ovviamente, hanno continuato a diminuire con ancora più velocità. La
stessa Cgil in occasione del suo ultimo congresso ne ha dovuto
denunciare la deriva arrivando a dire che non si poteva più continuare
un'azione contrattuale all'interno delle subordinazioni previste dal
modello concertativo del 95 e sue seguenti modifiche. E' bene ricordare
che il congresso Cgil ha potuto concludersi unitariamente solo a fronte
di questa conclusione.
Aria fritta, visto come poi si è continuato a contrattare.
Oggi,
a leggere i giornali, scopriamo come quei stessi soggetti che per anni
hanno coscientemente distrutto il sistema contrattuale uscito dalle
lotte degli anni '70 e aderito al modello concertativo, sostenendolo e
difendendolo contro qualsiasi critica, oggi gridano il loro dolore per
il basso potere d'acquisto dei salari e per l'aumento della povertà.
Gridano
il loro dolore Cgil Cisl Uil che non si capacitano di come nonostante
la loro potenza i lavoratori si trovino oggi in braghe di tela. Invece
che alla loro moderazione danno quindi la colpa al Governo per
l'aumento dei prezzi e degli affitti (quasi che Cgil Cisl Uil non
abbiano responsabilità per quel "patto" del 1981 che portò
all'abolizione della legge sull'equo canone degli affitti ed
all'abrogazione delle norme che prevedevano su una serie di generi e
tariffe una politica di prezzi amministrati e controllati).
Grida
il suo dolore Confindustria che, riscopertasi organizzazione populista,
da una parte elargisce simboliche e ridicole anticipazioni contrattuali
e dall'altra chiede al Governo di ridurre ancora di più le tasse alle
imprese, paventando aumenti salariali incredibili a fronte dei futuri
aumenti di produttività e redditività di impresa.
Grida il suo
dolore anche il Governo che invece di intervenire strutturalmente sulle
questioni che incidono sulle condizioni di vita dei lavoratori e delle
famiglie, promette (come chiesto da sindacati e confindustria) sgravi
fiscali anche sulle retribuzioni, senza spiegare cosa taglierà e dove
per finanziare questa operazione (ma noi lo sappiamo ... sul salario
sociale).
Così è che in mezzo a questo unanime grido di dolore
intanto ci hanno tagliato le pensioni e non si riescono a rinnovare
neppure i miseri contratti aperti, pure quelli del pubblico impiego.
Hanno ora tutti fretta di fare qualcosa e presto.
Si
lamentano, parlano tra di loro, si danno reciproche assicurazioni di
disponibilità a trattare (salvo qualche distinguo sulle modalità), ma
nessuno sa esattamente per fare cosa.
Si sa solo che la Cisl
propone uno spostamento del baricentro contrattuale sul livello
decentrato cioè sul salario di obiettivo (una specie di cottimo
mascherato già sperimentato in questi anni ... più lavori e più mi fai
guadagnare o risparmiare e più prendi). Si sa solo che Confindustria
punta sulla triennalizzazione (sostenuto in ciò anche dal Ministro
Damiano). Si sa solo che la Cgil balbetta, è d'accordo a firmare una
intesa ma ancora non dice quale, pur dicendo di condividere quanto Cisl
e Confindustria chiedono.
In realtà non ci sono divergenze di
rilievo tra le burocrazie (sindacali politiche) che stanno ora
confrontandosi perchè il loro obiettivo non è tanto un merito quanto un
metodo, cioè un modello che sancisca l'assoluta centralizzazione di
ogni azione contrattuale. Non è un caso che assieme al modello
contrattuale Cgil Cisl Uil stiano anche discutendo tra di loro sulle
nuove forme della rappresentanza sindacale.
Comunque sia
sappiamo (come succede ultimamente, solo a mezzo stampa) che ci sarà a
giorni o a settimane l'avvio di un confronto per arrivare ad un nuovo
modello contrattuale.
Non ci vengano però a dire che questo
viene fatto per rispondere ai bisogni salariali dei lavoratori, perchè
se così fosse, come minimo, prima di sedersi ad un tavolo, bisognerebbe
avere l'onestà intellettuale di andare a sentire cosa veramente
vogliono i lavoratori, fare quindi una piattaforma e poi presentarla
alle controparti.
Ma ci diranno però (come qualcuno già dice)
che ciò non serve perchè si tratta solo di mettere mano al modello, ad
un sistema di tecnica contrattuale, quindi roba che riguarda i
professionisti ... che c'entrano i lavoratori.
Per chi ha avuto la sventura di esserci ... proprio come con la scala mobile.
Ma questo andazzo dimostra la deriva sindacale in Italia.
Da
sindacato che rappresenta i lavoratori a sindacato che in primis
rappresenta se stesso. Si compie cioè organicamente un processo avviato
e confermato già con la recente trattativa su pensioni e Welfare.
Ciò
che conta non è rappresentare e difendere il quadro dei bisogni
espressi dal mondo del lavoro, quanto quello di dimostrare la propria
affidabilità nei confronti di processi politici e più in particolare a
quegli altri soggetti burocratici coi quali fondare il nuovo sistema
sociale di tipo neocorporativo.
Ce lo ricordiamo il "Patto di Natale" del 1998 ???? Allora fallì per la caduta del Governo ma oggi ci riprovano.
Ora,
almeno in Cgil, la parola tocca alle sue sinistre sindacali interne,
sopratutto a Lavoro e Società che tutta presa dal ricucire la stabilità
del patto precongressuale che ne ha permesso la sopravvivenza, si
accorgerà (speriamo) di cosa veramente sta bollendo in pentola.
Ma spetta anche ai lavoratori ed alle loro Rsu porsi la domanda ...
ma Cgil Cisl Uil per conto di chi trattano ??
9 novembre 2007
COORDINAMENTO RSU
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NOTA OPERAI CONTRO
SEZ. MODENA 21 NOVEMBRE 2007
SI STA' TRATTANDO PER I CONTRATTI E PER NUOVI ASSETTI?
CHI STA TRATTANDO PER I CONTRATTI? NON CI SEMBRA CI ABBIANO CHIESTO
PERCHE? E PERCOME, QUINDI DI SICURO TRATTANO, MA NON PER NOI, OPERAI
DELL'INDUSTRIA.
RICORDIAMO
CHE COME OPERAI IN ITALIA, LAVORIAMO GIA' ORA CON QUESTI CONTRATTI,
MEDIAMENTE 300 ORE IN PIU' DEL RESTO D'EUROPA, CON SALARI AL FANALINO
DI CODA, SEMPRE IN EUROPA.
BASTA CON QUALSIASI SCAMBIO SALARIO-ORARI-RESTANTI NORME CONTRATTUALI!!!
DI
SICURO NOI CONTINUEREMO A SPINGERE NEGLI SCIOPERI PER AFFERMARE I
NOSTRI INTERESSI CHE SONO DIVERSI E CONTRAPPOSTI ANCHE A QUELLI DI
TANTI "LAVORATORI" STIPENDIATI. UN ESEMPIO? GLI IMPIEGATI CHE RIMANGONO
IN MASSA AL LAVORO IN MEZZO AGLI SCIOPERI METALMECCANICI (NEL GRUPPO
FIAT SONO VERGOGNOSI). IN REALTA' IN QUESTI 20 ANNI DISTRUGGENDO I
CONSIGLI DI FABBRICA IL SINDACATO RAPPRESENTA PROPRIO QUESTI STRATI
INTERMEDI CHE SONO FUNZIONALI AL COMANDO D'IMPRESA, E ALLA BISOGNA
POSSONO ESSERE USATI COME CRUMIRI D'ASSALTO COME NELL'80.
RIGUARDO
A CONFINDUSTRIA PASSANDO PER I PARTITI POLITICI BORGHESI DI DESTRA E
SINISTRA COMPRESI ULTRASINISTRI, RICORDIAMO CHE SENZA OPERAI NON C'E'
PRODUZIONE E NON C'E' DISTRIBUZIONE DELLE MERCI.
VOGLIAMO
RIMARCARE CHE E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO PER OTTENERE VITTORIE
IMPORTANTI MA E' GIA' IN ATTO LA COSTITUZIONE IN CLASSE DEGLI OPERAI IN
DIVERSE FABBRICHE DEL PAESE.
CI SONO FABBRICHE CON OPERAI IN
LOTTA COL SISTEMA DEL CAPITALE, DOVE PER ARNESI DEL CAPITALE SI
INTENDONO ANCHE TUTTI I "CONCERTANTI". FRENATORI PROFESSIONALI DELLE
ISTANZE OPERAIE, PRESENTI, ORMAI LO SAPPIAMO IN OGNI SIGLA SINDACALE.
RIFIUTIAMO
NELLO STESSO TEMPO ANCHE LA MIOPIA E L'INFANTILISMO DI TANTA
PICCOLA-BORGHESIA IMPAZIENTE INTORNO A NOI, E DICIAMO A TUTTI GLI
OPERAI DI CONTINUARE A PERSISTERE CON LE LOTTE PER MEGLIO FARE I CONTI
CON CHI CI VUOLE ZITTI E SOTTOMESSI.
I NOSTRI OCCHI APERTI
SULLA BATTAGLIA METALMECCANICA E' IL NOSTRO MIGLIOR VIATICO PER STANARE
CHI STA' VERAMENTE CON NOI E CHI CONTRO. NOI OSSERVIAMO CHE E' ATTO E
IN MOTO NEGLI STESSI SCIOPERI DI QUESTI GIORNI UNA DECISA
PARTECIPAZIONE OPERAIA CHE PORTA IN EVIDENZA LA NECESSITA' DI UN NUOVO
MODO DI CONDURRE LA BATTAGLIA COLLETTIVA OPERAIA, OSSERVIAMO E
SALUTIAMO CON ORGOGLIO L'ENTRATA IN SCENA DI NUOVI GIOVANI COMBATTENTI
OPERAI CHE VOGLIONO CONTARE.
SIAMO SICURI CHE GLI OPERAI
COSCIENTI E COERENTI IN OGNI FABBRICA, LUOGO DI LAVORO E TERRITORIO,
NON DEVONO E NON MANCHERANNO AL LORO DOVERE NEL SPINGERE IN AVANTI
I LORO COLLEGHI DI CLASSE E CHE ESTENDONO E APPROFONDISCONO LA CRITICA
AL PADRONE E AI SUOI TANTI ARNESI, ANCHE SINISTRI, A PARTIRE DALLE
VICENDE DI QUESTI GIORNI QUI IN ITALIA COME ANCHE IN FRANCIA E GERMANIA
CON I LORO ESEMPI.
OPERAI CONTRO
SEZ. MODENA 21 NOVEMBRE 2007
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