[Internazionale] Inoltra: un bell'articolo di Fulvio Grimaldi
meletta1
meletta at aconet.it
Mon Jan 12 12:44:14 CET 2009
--- In NetworkAnticapital at yahoogroups.com, "Meletta" <meletta at ...> ha
scritto:
Un bell'articolo da: http://lombardia.indymedia.org/node/12395
autore:
Fulvio Grimaldi
image:
"Le azioni sono ritenute buone o cattive non per il loro merito, ma
secondo chi le compie. Non c'è atrocità - tortura, incarcerazione
senza processo, assassinio, bombardamento di civili - che non muti il
suo colore morale se compiuta dalla parte "nostra". Lo sciovinista
non solo non disapprova le efferatezze compiute dai suoi, ma ha una
grande capacità di ignorarle".
(George Orwell)
"Il mondo è un posto pericoloso, non tanto per via di coloro che
fanno il male, ma per coloro che guardano e fanno niente".
(Albert Einstein)
"Diciamo bugie quando abbiamo paura. paura di ciò che non conosciamo,
paura di ciò che gli altri penseranno, paura di quello che potrebbero
scoprire di noi. Ma ogni volta che diciamo una bugia, la cosa che
temiamo diventa più forte".
(Williams Tad)
"In quest'ora tragica, indignato il popolo del Venezuela manifesta la
sua illimitata solidarietà all'eroico popolo palestinese, partecipa
al dolore che colpisce migliaia di famiglie per la perdita dei loro
cari e tende loro la mano affermando che il governo venezuelano non
si stancherà di chiedere che vengano severamente puniti i
responsabili di questi crimini atroci. Il governo venezuelano
denuncia l'utilizzo pianificato del terrorismo di Stato con il quale
questo paese si colloca al margine della comunità delle nazioni."
(Hugo Chavez, all'atto dell'espulsione dal Venezuela
dell'ambasciatore israeliano e di parte del personale
dell'ambasciata).
Onore a Chavez, presidente del Venezuela bolivariano, unico
governante del pianeta a far l'unica cosa giusta e necessaria
cacciando il rappresentante dello Stato Cannibale. Ha idee chiare,
Chavez, sul terrorismo israeliano, complice del colpo di Stato contro
il suo governo nel 2002 e di tutti i regimi fascisti imposti dagli
Usa in America Latina nella seconda metà del secolo scorso e oggi.
Quanto allo sdegno manifestato da Israele, da tantissimi ebrei e loro
succubi o compari, per l'accostamento del necrostato razzista e
teocratico al regime nazista, accostamento fatto dai migliori
studiosi israeliani, c'è lì una coda di paglia che va da Gaza ad
Auschwitz. Anche perché accanto a Israele ci sono gli Usa, la più
brutale potenza imperialista di tutti i tempi e contro non c'è
nessuno. La Germania aveva contro quasi tutto il resto del mondo. La
durata dei crimini: dieci anni in Germania e Europa, 60 anni in
Palestina e Medio Oriente; l'incomparabilmente maggiore potenza di
fuoco e diffusione del terrorismo materiale e psicologico di Israele,
nonché la sproporzione di forza tra carnefice e vittima; la
fascistizzazione di un'intera società, che perseguita e ostracizza un
pugno di intellettuali e dissidenti chiamandoli self hating jews
(ebrei che odiano se stessi), ma sostiene all'85% le infamie delle
sue giunte militari, quando in Germania, oltre a ebrei, comunisti
rom, omosessuali, furono fatti fuori un milione di oppositori che
ancora nel 1944 tentarono di eliminare Hitler. In Israele si spara da
destra contro un premier che stava smettendo di tuffarsi nel sangue
dei palestinesi. Quanto alle punizioni collettive e alle altre
violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale che hanno
determinato le condanne all'impiccagione degli imputati di
Norimberga, beh, con Gaza siamo ampiamente al sorpasso.
Nell'uragano degli interventi in rete, a vittoriosa stramaggioranza
corretti e consapevoli dei crimini nazisionisti come della valorosa
resistenza dei guerriglieri della liberazione, tra sporadici
tentativi di contrasto di furbi o scemi, il commento di una Vittoria
è il più demenziale e al tempo stesso incoscientemente
collaborazionista: "Correi nella strage, Israele boia, assassina,
nazista. Altrettanto boia, assassina, nazista Hamas che lancia i
palestinesi inermi alla vendetta di Israele. Tutti boia, assassini
nazisti, tutti correi nella soluzione finale. Hamas feroce come
Israele. E' ora di bruciare tutte le bandiere" . Mancano le parole. E
manca l'apprezzamento, nato dalla stessa logica, per coloro che hanno
sfottuto i morituri, dandogli tre ore di tregua per fargli meglio
assaporare la morte in arrivo. Questo concentrato di imbecillità e
presunzione, questo colossale disprezzo per i popoli e la loro
volontà, è semplicemente la grossolana summa di quanto secerne il
cerchiobottismo di una sinistra che ogni giorno vediamo quella che è.
Lasciamo la risposta ai partigiani che, ovviamente, erano boia,
razzisti e nazisti quanto le SS e la Gestapo, visto che "lanciavano i
civili inermi di Marzabotto alla vendetta della Germania". Lasciamo
la risposta anche ai cittadini che, dal bagno di sangue nazisionista
di Gaza, urlano compatti il loro sostegno alla Resistenza. C'è un
limite di decenza nel settarismo eurocentrico e umanitarista dei
borghesucci di sinistra e dei falsi anarchici. Ed è stato largamente
superato.
Poi c'è chi, vomitando nella lista CU (evidentemente quanto aveva
ingurgitato di atrocità nazisioniste non gli aveva svuotato del tutto
lo stomaco) sulle mie parole di accusa a Israele e di profonda
ammirazione per l'Hamas politico e combattente e per il popolo che,
disperato e indomabile da 60 anni, sta tutto con questi combattenti,
mi fustiga per "non aver portato argomenti politici" e per "aver
prodotto solo insulti e intimidazioni". Trattasi di un David di cui
spudoratamente mi chiedo se non sia lo stesso David che, in altra
mail abbandona ogni mimetismo e ci fa sapere che "mia moglie è ebrea
e io non sono certo un sostenitore della causa palestinese". Ne
eravamo certi, fin da quando, da cattedratico paratrotzkista mi
assaliva per aver io usato termini come "nazione", "ebrei", "arabi",
dal momento che "il proletariato non ha nazione". Ma allora che ci fa
un politologo che fucila con un sol colpo l'imperialismo israeliano,
arabo (?), russo (?), cinese (?), americano e
l'immancabile "fondamentalismo islamico", in una lista di persone
serie e perbene? Se c'è chi in questi miei post non trova argomenti
politici, seppure fastidiosamente mescolati ad argomenti etici e
morali (come quelli delle foto qui sopra), si vede che ha un'altra
idea di politica, etica e morale. Pazienza. A me basta trovarmi di
solito a fianco, anche materialmente seppure in coda, a coloro con
cui ho condiviso i missili all'uranio, le bombe da 2 tonnellate, il
carcere illegale, le bombe a grappolo, il napalm, i gas CS sparati
addosso a tutti i nativi che alzano la testa, gli embarghi, la
risposta di massa o armata. Comunque, con questa mescolanza impropria
ci riprovo
Partiamo con un po' di argomenti "etico-politici" della storia
recente: ieri, undecimo giorno di mattanza, siamo arrivati a 200
bambini uccisi, a 700 adulti sterminati, 3.500 feriti e mutilati (per
l'80% inermi cittadini), ma molti di più, ci dicono dall'interno,
dispersi e maciullati sotto le macerie o nei campi; sono stati
centrati con particolare gusto ambulanze, medici, infermieri e
ospedali e si sono distribuite medaglie al valore ai bravi tiratori
che disintegravano vaste macchie nere di fuggiaschi dalle case
polverizzate, che poi diventavano vaste macchie rosse. Il film
dell'orrore di questi licantropi comprende tre scuole dell'ONU e tre
cliniche di una Ong danese, tutte piene di bambini e profughi dalle
distruzioni, centrate insieme a decine di esseri umani. Fa niente,
vero Livni, tanto ti protegge il divieto "democratico" a giornalisti
e medici di entrare nel bagno di sangue (niente da dire Ordini dei
giornalisti, Ordini dei medici spergiuri di Ippocrate, falsari pagati
da Washington di Medici senza frontiere?). Dice, da quella scuola
sparavano razzi, il rappresentante ONU sul posto smentisce la fetida
bugia. Lo squadrista Pacifici, capo della comunità ebraica romana e
iscritto al partito dei carnefici dei suoi correligionari, ripete la
fandonia universale di "Hamas che si nasconde tra i civili", come se
ci si potesse nascondere in un affollamento demografico più fitto di
un mazzo di carte, loro che legano bambini palestinesi sui blindati
per farsi strada tra i sassi e le molotov. Ricordano quel personaggio
medievale, Tecopa, che, roteando la spada, accusava la vittima di non
star "mai ferma per farsi colpire". Altro "argomento politico":
vedrai che non si fermano prima di aver superato il primato mondiale
dell'ex-premier Sharon, con 3000 innocenti e inermi, donne e bambini,
massacrati, perlopiù sventrati e bruciati, a Sabra e Shatila. Ce
l'hanno nel sangue di non saziarsi mai di sangue altrui, che sia di
arabi, che si ostinano a "muoversi", o di proletari, campesinos,
indios, africani, divergenti vari, che, da esperti noleggiati,
liquidano su mandato congiunto sionista e delle tirannie fasciste in
giro per il mondo. Chissà se originano non solo dal Caucaso, ma anche
dalla Transilvania dell'Impalatore.
E, ulteriore considerazione politica, non poteva mancare, puntuale
come gli orgasmi necrofagi della Livni, il P.R. della Cia Al
Zawahiri, a promettere sfracelli contro l' "Occidente dei crociati",
in preparazione di qualche bel botto a rilancio della "guerra
infinita contro il terrorismo", schermo protettivo Al Qaida sulle
nefandezze nazisioniste. Ricordate i sequestri e le uccisioni
videografate a Baghdad di giornalisti o operatori umanitari, sempre
personaggi anti-occupazione? Secondo la logica rovesciata delle
nostre fonti erano "con ogni evidenza perpetrati dai tagliagole
saddamisti", più tardi tagliagole Al Qaida (veniva meglio), eppure si
verificavano con puntualità prodigiosa ogni volta che tra le crepe
nella cintura protettiva degli embedded traspariva qualche
mostruosità come Abu Ghraib, o il fosforo su Falluja. Vedrete cosa
combinerà Al Qaida, centrale operativa Cia tra i musulmani, per
distoglierci lo sguardo dall'allucinazione di queste creature umane
marcite dentro perché colpite da armi chimiche ed elettroniche, per
le quali non servono neanche le amputazioni ché la necrosi è
inarrestabile, o di quegli altri fatti esplodere dalle bombe
termobariche, o carbonizzati dal fosforo bianco che, alla faccia
delle spudorate smentite, abbiamo tutti visto sugli schermi e sentito
dai medici. Hanno poco da smentire, questi trombettieri
dell'olocausto palestinese. Io li ho visti, li ho visti in Libano,
due anni fa, i bambini frantumati dalle bombe a grappolo, i feriti
con gli arti ridotti in fango nero, i cadaveri spappolati dentro e
intatti fuori. E anche i piccoli mostriciattoli senza occhi e
genitali e con una natica al posto dell'orecchio, ho visto nascere
nella Basra sotto uranio e nel Vietnam sotto napalm e diossina. Quei
feti intorcinati, cari al Vaticano, che fra qualche anno usciranno
anche dalle pance di Gaza. Considerazioni troppo "etiche" e
poco "politiche"?
Magari sono meglio le opinioni delle tre Grazie sul "manifesto",
quando scrivono, facendo rotolare dalle risate la muta degli
stragisti, "Hamas con il lancio dei razzi impaurisce e minaccia la
popolazione civile israeliana, azioni illegali e criminali da
condannare. estremisti palestinesi. bruciatori di bandiere israeliane
che io non brucerei mai. togliere spazio ai fondamentalisti e alle
minacce contro Israele con cui ci rifiutiamo di essere nemici. (Luisa
Morgantini); I dirigenti di Hamas hanno deciso di rompere la tregua
sapendo che..nessun governo può presentarsi alle elezioni con una sua
zona di confine presa di mira tutti i giorni. periscano Sansone e
tutti i filistei è una logica reciproca a quella di Israele. (Rossana
Rossanda); Una guerra scatenata con l'obiettivo di fermare il lancio
dei missili da parte di Hamas. prevalere del braccio armato di Hamas
e dei gruppi islamici più estremisti, alimento della logica dello
scontro di civiltà.(Alessandra Mecozzi, CGIL); Perché siamo ciechi,
sordi e muti sui cortei che sabato scorso nelle piazze italiane sono
stati chiusi da una preghiera islamica (che Maroni intervenga,
perdio!). queste seconde generazioni musulmane sono ovunque e sempre
più fondamentaliste dei padri e delle madri (cosa aspetta Calderoli a
sistemarle?). da un pezzo siamo costretti ad allontanarci da
manifestazioni con manichini e bandiere bruciate, stella di David
uguagliata alla svastica, ora le preghiere rivolte alla Mecca. (
Manuela Cartosio, sconvolta dall'indignazione e nota sostenitrice
dell'ultrà sion-imperialista Adriano Sofri). Per il giubilo della
lobby ebraica si accodano anche alcuni compunti equilibristi
maschi: .criminali razzi Qassam e Qatiuscia che il segretario
dell'ONU Ban Ki Moon definisce controproducenti e inaccettabili
(certo, se lo dice Ban!). così nascono i terroristi. che fine farà la
credibilità di Abu Mazen (già, e quella di Giuda?) (Tommaso di
Francesco, l'umanitario che in Serbia sta con il presidente rinnegato
filoccidentale Tadic e che avalla l'infame balla della pulizia etnica
serba cianciando di contropulizia etnica degli albanesi). Dopodichè
non stupisce che tra le lettere all'equidistante giornale si
inserisca un Matteo Maria con questa velina dell'ambasciata
nazisionista: "Truppe internazionali sotto comando Nato (sic) e
caschi blu dell'Onu in tutta la striscia di Gaza, disarmo di Hamas e
di Hezbollah (certamente non del legittimo Stato d'Israele). nuove
elezioni parlamentari per l'Autorità Nazionale Palestinese alle quali
non possano partecipare quei partiti che non riconoscano l'autorità
del presidente Abu Mazen (quello che ha appena agevolato i
nazisionisti e il turpe fantoccio Mubarak dando ad Hamas la colpa per
l'orrore di Gaza) su tutti i territori palestinesi e la legittima
autorità israeliana sul resto della Palestina (88% a Israele, 12% di
isolotti blindati all'alleato Abu Mazen). A presiedere la commissione
che giudicherà tale legittimità non eversiva delle varie liste
elettorali sarà il segretario dell'ONU Ban Ki Moon.
Naturalmente si rifugiano in questo giornale, con appelli che
immancabilmente si aprono con l'inaccettabilità dei missili d Hamas
contro Israele, anche tutti gli amici dall'erre moscia, quanto meno
virtuale, confortevolmente equilibrati, non violenti, che da anni
ciurlano nel manico del disarmo unilaterale degli oppressi,
perseguitati e ammazzati: Tavola della Pace, Acli, Arci, Cgil, Pax
Christi, Legambiente, Beati costruttori di pace, Emmaus (dei servizi
francesi), Banca Etica, Ass. Ong italiane, Ponte per. Insomma tutta
quella ciurmaglia che, con i suoi pellegrinaggi a Sarajevo, offriva
copertura umanitaria alla frantumazione della Jugoslavia, al solito
rovesciamento o equiparazione di carnefici e vittime, di colpa e
innocenza, grazie al quale si canalizzano sotto il tappeto
imperialista i fiumi di sangue dei popoli di troppo. Ed è questo
il "giornale comunista" che ci chiede di svenarci, di pagare
proletariamente con 50 euro un numero speciale di simili posizioni,
simili sciagurate visioni del mondo. Mai che si chiedesse, nelle
geremiadi sulle sue condizioni economiche, se non sia per caso che
perde lettori perché con una sinistra rigorosa, coerente, combattiva,
impermeabile agli inciuci e ai moderatismi, non ha proprio più niente
a che fare (a dispetto dei sopravvissuti di valore come Michele
Giorgio dal Medio Oriente, l'occasionale Danilo Zolo, l'attuale
eroico ospite da Gaza, Vittorio Arrigoni, Vauro.).
Ora vedremo tutti correre questa genìa, con foga impudica e
scarmigliata, accompagnata dai corifei dei "Due popoli due Stati",
come i grassiani del PRC, appresso al piano-tregua Sarkozy-Mubarak-
Ban Ki Moon, maturato dall'intero Occidente con la lentezza di
un'agave per dar modo ai delinquenti sadici di Tel Aviv di
apparecchiare prima la tabula rasa. Io l'ho visto quel piano, attuato
nel laboratorio Libano, dopo che il gioiello dell'imperialismo
genocida aveva subito il più bel rovescio della sua malfamata storia.
Ora quella merdacchia di Abu Mazen, pugnalatore del suo popolo alla
schiena se mai ce n'è stato uno, vasellinato dall'indignazione
del "manifesto" e di Luisa Morgantini per essere stato
chiamato "quisling", va proponendo un'altra Unifil neutralizzatrice
di ogni resistenza, stavolta non in compatibilità con una guerriglia
vittoriosa, ma alle spese di quel che resta della dignità e della
forza morale e politica dei palestinesi.
Questo Abu Mazen, il cui nome si pronuncia con una zaffata di nausea,
ricorda la zoccola india che vendette al fuorilegge Cortez la sua
gente, facendogli da guida e suggeritrice di massacri. Quando i
briganti spagnoli presero per fame la capitale atzeca Tenochnical,
Cortez, cristianeggiando, la voleva preservare dalla distruzione
(tesori da salvare) e la rinnegata lo spinse a raderla al suolo, non
senza averla prima spopolata con le armi chimiche di allora, il
vaiolo. Si moltiplica la genìa dei vendipatria, di quei cialtroneschi
manigoldi tipo Karzai, Al Maliki, Abu Mazen, i despoti piantati da
USraele qua e là dove c'era da occupare , sterminare e predare.
Rappresentano un'infimo strato di benestanti su quasi sei miliardi di
calpestati, venditori di madri che schiacciano e vampirizzano la
massa depauperata dei loro popoli.
Già, perché qui, della famigerata ed esorcizzata lotta di classe si
tratta. E non nei termini dell'atrofizzazione dogmatica di certi miei
critici. Dico cose scontate: come ci sono negli Stati della borghesia
capitalista classi da spremere e, se del caso, sopprimere, così ci
sono, con le stesse identiche connotazioni sociali, ma in più anche
nazionali, popoli proletari che vorrebbero acquisire i diritti
dell'uguaglianza sociale e sanno che la loro conquista dipende in
primis dal diritto dell'uguaglianza degli Stati. Dalla sovranità.
Quella sovranità da noi ceduta nel secolo scorso e che mi echeggiava
nelle orecchie come esigenza primaria, in ogni paese latinamericano
percorso. Non mi si venga qui a barbugliare di proletari ebrei e
proletari arabi che dovrebbero unirsi contro i padroni, sennò non se
ne fa niente. Si impari dai nordirlandesi che, con la borghesia anglo-
unionista che gli aveva scatenato addosso i proletari fascisti
protestanti lobotomizzati, sapevano come la rivoluzione passasse per
la sovranità nazionale del loro paese riunificato. Qui coloro che
blaterano per il superamento degli Stati nazione sono graditissimi
ciambellani ai party degli Stati più forti e delle élites che ne sono
foraggiate e protette.
Una forza ONU o europea, magari Nato, alla quale l'incontinente La
Russa ha già offerto l'entusiastica partecipazione della sua protesi
sessuale (killer italiani), non ha che il compito di occupare Gaza e
i suoi varchi a nome dell'imperialismo occidentale, "pacificando" con
il suo presidio una Gaza disarmata e sterilizzata che, così, si
avvierà, come del resto la Cisigordania, all'estinzione. Abu Mazen e
la sua banda di corrotti governerà, contro ogni legittimità e contro
i risultati elettorali (che già avevano tentato di sovvertire con il
golpe di Mahmud Dahlan sventato da Hamas). Sarà il fiduciario,
nobilitato dal rispetto anche dei pacifinti, del branco di vampiri
euro-israelo-statunitensi, in una Palestina senza neanche più due
ossa per tenere insieme lo scheletro. Abu Mazen e armate di ventura
occidentali, magari anche di Stati vassalli arabi o musulmani,
vorranno curare i forni crematori in cui verrà incenerito ogni
residuo di identità palestinese. Fra qualche anno faranno
spettacolini folcloristici, con donne in velo e uomini con kefiah,
nella Gerusalemme stuprata e pulita etnicamente. E Oz, Grossman e
Jehoshua si commuoveranno, al pari del "manifesto". In Libano il
tentativo degli occupanti in casco blù, italiani dalemisti e
bertinotteschi in testa, il piano è riuscito solo molto parzialmente.
E' vero che aver posto la "forza d'interposizione" sul terreno
dell'aggredito e non dell'aggressore è una nequizia giuridica. E'
vero che a Israele l'Unifil permette violazioni interdette a libanesi
e che la Resistenza non ha più basi e armamenti al confine. Ma
Hezbollah ha aumentato la sua forza e influenza politica e militare e
ha saputo impedire il disarmo chiesto dall'ONU, nonché la
sopraffazione sociale e politica da parte delle forze reazionarie,
tipo l'associazione a delinquere Hariri (rafforzata dagli infiltrati
di Al Qaida), manovrate da Usa, Israele e Arabia Saudita, attraverso
una rinnovata guerra confessionale. Guerra di classe vinta, anche se
non è da escludere che, se l'attuale fragile equilibrio dovesse
volgere a vantaggio di sinistre e antimperialisti, le regole
d'ingaggio dell'Unifil passerebbero dalla pattuglia in perlustrazione
a quella forma di "coalizione dei volenterosi" che si occupa
dell'Iraq, o porta la democrazia in Afghanistan. A Gaza e in tutta la
Palestina si vedrà.
Intanto registriamo l'improvvisamente affannosa corsa alla tregua e
intervento Nato-Onu, non come il segno che Israele ha ottenuto quel
che voleva ( i combattenti palestinesi sono ancora tutti in piedi,
con dietro le loro masse, per quanto massacrate), ma assai più
probabilmente per quello che ha subito - perdite assai superiori a
quelle dichiarate e altre in vista in caso di continuità - e per
quello che NON ha raggiunto in termini politici e strategici: la resa
del popolo di Gaza, la neutralizzazione dei benemeriti razzetti
Kassam e il totale collasso e disarmo della Resistenza. Un altro
risultato rimane sospeso: se il continuo alzare dell'assicella della
ferocia repressiva abbia agevolato il salto dei popoli nel suicidio
della sottomissione vuoi sociale, vuoi nazionale, o abbia piuttosto,
come voglio credere, fornito tonnellate di combustibile al fuoco
della rabbia, della rivolta, della consapevolezza. Intanto, stiamo in
guardia: tutto quello che questi rigurgiti di barbarie vanno facendo
in giro per il mondo, sono prove di laboratorio per arrivare
preparati all'immancabile scontro finale tra capitale e
anticapitalismo generato dalla crisi. Potete immaginare il terrore
dei padroni davanti a quelle masse senza più niente da perdere che si
muoveranno, poniamo, per riprendersi le acque sequestrate dai ladri
di beni comuni, per riaprire i forni limitati alla produzione di
brioches per ricchi, o rioccupare col grano non inquinato da geni
alieni i campi sottratti al nutrimento umano e destinati a quello
delle auto ammazzamondo, o sostituire nelle scuole l'intelligenza e
la conoscenza alla protervia e al rincretinimento aziendalista, o
prendersi le città, le produzioni, il mare, l'aria? Ve lo immaginate?
Non c'è un commentatore o cronista della grande informazione, e non
ce ne sono molti in quella piccola, che non sorvoli allegramente sul
peccato d'origine di questa vicenda. Peccato satanico, al fronte del
quale Eva e Adamo erano borsaioli, originato dal sionismo
colonialista, una forma virulenta di nazionalismo etnico-
confessionale che si concretizza nella cultura di esclusività e di
pulizia etnica che dura da 60 anni. Peccato condiviso da tutto un
popolo (esclusi pochi coraggiosi) dal cervello lavato con la
candeggina del vittimismo, con la minaccia di un nuovo olocausto che
si impedirebbe solo facendone, uno dopo l'altro, di olocausti degli
arabi che "ci vogliono gettare in mare". Ben Gurion, leader del
movimento sionista e primo premier di Israele: "L'espulsione forzata
degli arabi dalle terre dello Stato ebraico che ci proponiamo
potrebbe darci qualcosa che non abbiamo mai avuto. Abbiamo
un'opportunità che non ci saremmo sognati: la consolidazione
nazionale in una terra liberata. Sostengo il trasferimento forzato,
non ci vedo niente di immorale". Seguirono i villaggi palestinesi
bruciati, l'espulsione di 800mila, mai autorizzati a tornare (neanche
dai pacifinti), pogrom senza fine, la diffusione a livello mondiale
del terrorismo, di Stato o mascherato, la proposta di un modello
razzista, militarista e fascistico agognato da tutte le destre del
mondo, l'assalto a quel poco che restava di Palestina nel 1967 (fatto
passare come sempre per "difesa", quando gli stessi protagonisti
israeliani di quella guerra, Begin, Rabin, i generali Mordechai Hod e
Haim Barlev, rivendicarono di aver iniziato la guerra). Seguì lo
stupro di Cisgiordania e Gaza, la discriminazione ed esclusione del
20% arabo di Israele, il divieto dei matrimoni misti o di quelli tra
palestinesi dello Stato e quelli dei territori occupati, l'uccisione
bianca di malati ai posti di blocco, il parto di infinite madri
palestinesi nel campo dietro al check point e il marito che taglia il
cordone ombelicale con un sasso, gli assalti e le devastazioni del
Libano, la mano libera e la collaborazione ai fascisti della Falange,
Sabra e Shatila, vessazioni sadiche di nazi-coloni e soldati ai danni
dei più indifesi, criminali speculazioni immobiliari per appropriarsi
pian piano di ogni cosa e, quando non si uccide, fare in modo che la
vita di quegli "scarafaggi nella bottiglia" diventi del tutto
intollerabile e costringa a togliersi dai coglioni.
Risuona, come il lamento della tramontana tra gli alberi, l'affannata
domanda: cosa possiamo fare. Laggiù per ora niente. Solo capire e
capire vuol dire rispettare i popoli e le loro scelte, comprendere i
progetti, il quadro generale, i collegamenti, insomma la geopolitica.
A fare cose concrete, visto che Israele non ammette testimoni, ci
pensa per noi Vittorio Arrigoni che ieri ha rifiutato il suggerimento
della nostra diplomazia e degli israeliani di far parte dell'ultimo
gruppo di stranieri in uscita da Gaza. Leggetelo sul "manifesto",
nobilita quella testata, anche se deve trovarsi assai a disagio
vedendosi stampato accanto a paginoni in cui da ogni articolo
gocciola il veleno della terminologia imperialista: "terroristi,
fondamentalisti". Ieri era la coppia dialogante Ali Rashid e Moni
Ovadia a rifilarci stantii predicozzi che invocano il famigerato
dialogo tra le parti, non scordandosi, per restare nel salotto, di
dare del "terrorista" e "fondamentalista" a chi si oppone in armi
alla liquidazione. Sono decenni che questi cavalieri della
nonviolenza vanno frugando negli angoli più riposti di Israele alla
ricerca di "dialoganti". Ne trovano una dozzina, anche 500, fanno un
corteo e intanto il regime si è preso un altro pezzo di terra e di
vita palestinese. Anche i partigiani avrebbero dovuto dialogare con
Kesselring, vero? Che li chiamava Banditen, sinonimo di terroristi.
Questa esimia coppia fintotonto-furbacchione arriva addirittura a
citare quel vendutissimo farabutto ceco di Vaclav Havel per esigere
un "salto qualitativo (?) in Palestina". Ovviamente, quello del
dialogo tra le sei sorelle di Gaza trucidate e il killer di Tsahal di
cui sua mamma, a mento levato, si dice fiera. Le carte di costoro si
scoprono definitivamente quando, in sintonia con Usa, Mubaraq, La
Russa, chiedono "l'intervento di una forza di pace internazionale
sotto l'egida delle Nazioni Unite". Proprio come quella che in
Somalia ha ridotto in sabbia anche il futuro, o quella che ha
garantito la pulizia etnica antiserba dei narcoassassini UCK, o che
in Libano ha mantenuto in piedi un fantoccio e rimosso dal confine
del paese i suoi difensori.
Nessuno mi toglie di testa che ai nazifascisti si reagisce con tutto
quello che puoi rimediare e che, nella situazione attuale, il
movimento antagonista deve diffondere coscienza di tre libertà da
rivendicare. La libertà nazionale, che è quella che fa rizzare i peli
di tanti compagni che darebbero l'anima per la libertà nazionale,
cioè la sovranità, dei palestinesi, boliviani, cubani, curdi, baschi,
irlandesi, magari sudtirolesi. Noi non ne abbiamo che l'impalcatura
costituzionale, che, del resto, va perdendo pezzi a ogni passaggio di
Gellisconi. Dal 1945 la nostra sovranità nazionale ha le manette di
una subordinazione coloniale che vaioleggia tutto il territorio,
alimenta lo stragismo terrorista di Stato, ci fa base e obiettivo di
guerre, eventualmente nucleari. Il paese è totalmente mafizzato,
mafizzato da una potenza predatrice interna che, in base agli accordi
tra padrini e Washington del 1945, fa capo alla criminalità
organizzata politico-economica delle potenze occidentali. Non c'è
mossa dei nostri apparati di "sicurezza" che non risponda a dettami
di Washington o Tel Aviv. L'ìntero Settentrione del paese è
malgovernato e pervertito culturalmente e l'unità nazionale è minata
da una forza politica che risponde agli interessi espansionistici di
uno Stato del Nord. La libertà legale, la legge uguale per tutti, la
Costituzione e gli statuti rispettati. Qui si dà da fare,
strumentalmente o meno non importa, quel Di Pietro alle cui
manifestazioni certi compagni non andrebbero neanche se glielo
chiedesse Lenin. Dimenticano questi compagni che la legalità sarà
pure borghese, ma gliela abbiamo strappata noi. Pensate che esistesse
la norma universale che "la legge è uguale per tutti" prima della
rivoluzione francese, prima dell'indipendenza nazionale, e che lo
statuto dei lavoratori ci sia stato benevolmente elargito da Agnelli
e Mediobanca, che, andando indietro, non ci sarebbero ancora la
schiavitù (che intanto ritorna) o le 17 ore di lavoro (che pure
stanno tornando) se non fosse stato per classi in rivolta e per i
loro martiri? E allora arricciammo il naso su chi si batte contro il
Lodo Alfano, la truffa lavoricida dell'Alitalia, le intemerate contro
quei pochi giudici che ancora osano perseguire i potenti? Diceva
Brecht più o meno così: dopo la legge che gli permette di far fuori
gli zingari, di lagerizzare gli ebrei, di uccidere i comunisti, e noi
siamo stati zitti, verrà promulgata anche quella contro di noi. E non
ci sarà più nessuno a obiettare.
La libertà sociale è quella sulla quale ci troviamo d'accordo tutti.
La fame è fame e, come dice il Che, l'alienazione è alienazione, il
precariato è morte civile e sociale, l'ambiente è specie a rischio,
la scuola ti mastica e di caga e per lo sciopero c'è la
precettazione. Solo che a infilare la testa tutt'intera nella
battaglia per questa libertà, si rischia di finire come lo struzzo:
che ti si fanno da dietro. Negli ultimi tempi il discorso
internazionale era svaporato nelle assise dei compagni. Era come se
si fosse tagliato il filo che lega tutto. Iniziative contro la
guerra? L'Afghanistan e i nostri ascari Nato? L'Iraq dalle ultime
mani che spuntano dal naufragio? Tutto svaporato. Vicenza e la base
d'assalto e di controllo interno, le altri basi Usa e Nato, i nostri
porti requisiti dalle flotte imperiali, le atomiche a casa nostra, lo
scorazzare di servizi segreti malintenzionati e terroristi, l'innesto
della nostra classe politica nella malapianta USraeliana, i nostri
ascari subimperialisti mandati a caccia di teste, prima serbe, poi
musulmane, il nostro giornalismo alimentato, come quell'orsacchiotto
semovente col tamburo, dalle pile caricate nei monopoli
dell'informazione imperialista.
Questo millennio è iniziato con un tasso di sadismo e criminalità
delle élites regnanti giudaicocristiane che non ha l'uguale negli
albori di altri millenni. Se passa Israele e il suo progetto di
pulizia etnica dal mare al Giordano e molto oltre, se passano gli
Stati Uniti, se passa l'UE, passa il fascismo, probabilmente la fine
del mondo verrà anticipata di qualche evo. Per averli conosciuti,
credo che quello che i palestinesi ci chiedono è di riprendere a
pretendere: "Via le nostre spedizioni militari all'estero, via le
basi straniere dal nostro suolo, fuori l'Italia dalla Nato, fuori la
Nato dall'Italia." Non è più il tempo dei volontari internazionalisti
accanto ai fedayin. Quelli erano tempi! Li ho frequentati e come li
rimpiango! Ma anche gli obiettivi del nostro tempo non sono male.
Basta vederli. Tutto questo non ci esime di urlare per Hamas e per
chiunque difenda la Palestina, ebrei non nazisionisti in testa, fino
a irrompere nei cervelli della gente, a ricattare una classe politica
modellata nella melma, a far viaggiare fino all'ultimo orizzonte
l'immagine d' Israele nazificato. Rispetto a quelle negli altri paesi
imperialisti, le manifestazioni in Italia sono state patetiche.
Downing Street è stata sommersa da sputi e scarpe. Un tempo eravamo i
primi. La caduta dell'internazionalismo si paga.
--- Fine messaggio inoltrato ---
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