[Internazionale] NEPAL: ELEZIONI E GUERRA POPOLARE

Guerre Popolari guerrepopolari at email.it
Thu Apr 10 05:25:55 CEST 2008


Camion carichi di armi che passano dal confine dell’India per armare bande
di mercenari e paramilitari
 bombe che scoppiano ai comizi
 almeno sette
maoisti uccisi e diversi altri feriti in uno scontro a fuoco con militari
addetti alla sicurezza, un giovane quadro della Lega della Gioventù
comunista ucciso di recente
 è questo il modo “democratico” in cui i nemici
del popolo nepalese stanno accogliendo il giorno delle elezioni, tra
intimidazioni e minacce di separatismi.

In mezzo a questi disperati tentativi di fermare le elezioni e la possibile
vittoria anche alle urne dei maoisti il governo indiano e quello americano,
con al loro servizio i partiti monarchici e filo imperialisti, ONG e
organismi internazionali, stanno cercando di parare il colpo usando ogni
mezzo possibile nelle condizioni attuali.
Sono queste le forze principali, come ha varie volte denunciato il Partito
Comunista del Nepal (Maoista), che si oppongono alla cacciata del re e alla
trasformazione del paese negli interessi del popolo, poiché le forze interne
hanno dimostrato in questi anni di non essere in grado di fermare l’avanzata
della guerra popolare.

Un governo nepalese che non si pieghi alle necessità dell’espansionismo
indiano né a quelle degli USA che come dimostra ulteriormente la vicenda del
Tibet hanno grossi interessi strategici nell’area sarebbe molto pericoloso e
destabilizzante.

Oggi 10 aprile i nepalesi sono chiamati alle urne dopo 260 anni di dominio
monarchico e 12 anni di guerra popolare, 10 dei quali hanno costretto
all’angolo, con la conquista dell’80 per cento del territorio nazionale e
l’instaurazione di governi popolari locali, la monarchia e il parlamento e
preparato la strada all’attuale situazione.
Questo dal 13 febbraio 1996, inizio della guerra popolare, al 2006, anno in
cui dopo avere di fatto sconfitto tutti i tentativi della monarchia e dei
partiti ad essa legati, di fermare la guerra popolare, i maoisti sono
arrivati a colpire militarmente anche la periferia di Katmandu. Sono stati
dieci anni di vittorie contro un esercito e un governo corrotti e sostenuti
dall’espansionismo indiano, che considera da sempre il paese come suo
satellite da sfruttare con accordi capestro, da un lato, e dall’imperialismo
USA, e da altri paesi imperialisti, dall’altro.
Questa situazione ha creato paura e scompiglio tra le file nemiche e alcuni
partiti parlamentari hanno accettato “colloqui di pace” per firmare una
tregua e un accordo che prevedeva la trasformazione del Nepal monarchico in
un Nepal senza monarchia.
Forti di questo accordo e viste le reticenze da parte della parte più
reazionaria nel mettere in pratica gli accordi nel mese di aprile del 2006 i
maoisti, chiamando a raccolta tutti i partiti contro la monarchia, hanno
organizzato grandi manifestazioni di piazza in tutto il paese. La risposta
della monarchia è stata la repressione feroce. Queste manifestazioni alla
fine hanno convinto il re a consegnare momentaneamente nelle mani di un
vecchio leader reazionario, facente parte del vecchio governo le redini di
un governo provvisorio che cercasse la via d’uscita per frenare la rabbia
popolare ed evitare al re una totale sconfitta.
Le pressioni del PCN(M) che ha richiamato la popolazione a manifestare
affinché si tenesse fede all’accordo tra i partiti per una nuova
costituzione hanno fatto sì che si fissasse la data delle elezioni per una
assemblea costituente.
Il timore dei vecchi partiti parlamentari che anche alle elezioni il partito
maoista potesse ottenere un altissimo consenso ha portato i dirigenti di
questi partiti a tramare in tutti i modi contro le elezioni, tanto che sono
state rimandate due volte prima di arrivare, dopo l’uscita dei maoisti dal
governo provvisorio, che minacciavano di riprendere immediatamente la lotta
armata, alla data del 10 aprile 2008.

La visione di classe di alcuni mass media di tutto il mondo descrive il
PCN(M) come il traghettatore verso la democrazia e basta, e naturalmente si
guarda bene dal denunciare l’ingerenza, l’interesse e l’azione svolta
dall’India, dagli USA e in misura minore da altre potenze imperialiste nel
paese.
E si consola che con questo passo, elezioni democratiche pacifiche e
corrette, il problema rientra nei canoni della “lotta politica” di tipo
occidentale. L’abolizione della monarchia in un mondo moderno ci potrebbe
anche stare.
Fanno finta di non vedere che la guerra popolare in questi anni ha già
trasformato il Nepal in un paese in cui la maggioranza della popolazione è
stata coinvolta, direttamente o indirettamente in un nuovo modo di vedere i
rapporti sociali.
È con la concezione, i dirigenti e le avanguardie, i metodi e le masse
impegnate in questa guerra popolare che bisogna fare i conti


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guerrepopolari at email.it
10 aprile 2008 
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