<html><head></head><body><div class="yahoo-style-wrap" style="font-family:Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif;font-size:13px;"><div dir="ltr" data-setdir="false"><div><p align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm"><font size="4"><b><a href="https://chiapasbg.com/2021/07/13/pantelho-narcoparamilitari-e-autodifesa-indigena/" rel="nofollow" target="_blank">Pantelhó,
narcoparamilitari e autodifesa indigena</a></b></font></p>
<p align="CENTER" style="margin-bottom: 0.2cm"><i>Luis Hernández
Navarro</i></p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">Simón Pedro Pérez López è stato
<i>giustiziato</i> nel mercato di Simojovel, in Chiapas. Il delitto è
stato eseguito da un professionista. Da una motocicletta in corsa un
sicario gli ha sparato alla testa. Impotente, quel 5 luglio, suo
figlio ha visto il padre morire dissanguato a terra fino a che non ha
esalato l'ultimo respiro.</p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">Simón, indigeno tsotsil di 35 anni,
padre di sette figli, era catechista nella parrocchia di Santa
Catalina, a Pantelhó. Nel 2020 ha presieduto il consiglio di
amministrazione della Società Civile Las Abejas di Acteal, a cui
appartengono le vittime del massacro paramilitare del 22 dicembre
1997, in cui furono uccise selvaggiamente 45 persone che stavano
pregando in una cappella. Faceva parte anche del Congresso Nazionale
Indigeno (CNI).</p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">Era un brav'uomo, dedito alla difesa
dei diritti umani e alla richiesta di giustizia. Aveva appena
denunciato gli abusi subiti dagli abitanti di Pantelhó da parte di
un gruppo narcoparamilitare dedito al traffico di droga, migranti e
armi, oltre che al furto di automobili. Pochi giorni prima del suo
assassinio, il 26 giugno, autorità comunali e agenti comunali
avevano presentato al segretario del Governo del Chiapas, Victoria
Cecilia Flores Pérez, un documento che fornisce un resoconto
dettagliato dei rapporti tra le autorità locali ed i gruppi
criminali.</p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">Colui che controlla la presidenza
municipale di Pantelhó è del PRD. Non è un fenomeno nuovo. Senza
essere l'unico caso, da anni nello Stato il partito è al servizio
dei paramilitari (<a href="https://bit.ly/3yEDilR" rel="nofollow" target="_blank">https://bit.ly/3yEDilR</a>).
Santos López Hernández ha vinto tre anni fa ed è stato poi
arrestato per abusi sessuali su due donne, funzionarie della Giunta.
Al suo posto è stata nominata Delia Janet Velasco Flores, moglie del
sindaco eletto alle ultime elezioni con le sigle del sole azteco,
Raquel Trujillo Morales (che assicura di aver divorziato sei mesi fa
<a href="https://bit.ly/3yJwMdo" rel="nofollow" target="_blank">https://bit.ly/3yJwMdo</a>).</p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">Nel 2019 Raquel è stato accusato
dagli abitanti di aver usurpato le funzioni di sindaco, di aggredire
i cittadini e di aver sottratto oltre 3 milioni di pesos dalle casse
comunali, in complicità con il tesoriere. Da allora, è stato
associato ai fratelli Rubén e Daily Herrera per intimidire con la
violenza coloro che gli si oppongono (<a href="https://bit.ly/3r05hto" rel="nofollow" target="_blank">https://bit.ly/3r05hto</a>).
Il patriarca del clan, Austreberto, è in carcere per aver ucciso due
persone nell'aprile 2015 (<a href="https://bit.ly/3hXCcuy" rel="nofollow" target="_blank">https://bit.ly/3hXCcuy</a>).
Nel 2002 voleva auto-nominarsi giudice locale. È stato lui ad aprire
le porte alla criminalità organizzata.</p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">Simón Pedro non è l'unico membro
della Società Civile Las Abejas ucciso a Pantelhó. Nel 2015, i
criminali hanno ucciso il catechista Manuel López. Nonostante la
procura del Chiapas sia a conoscenza del fatto, non ci sono stati
progressi nelle indagini né sono stati puniti i colpevoli.</p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">Con l'appoggio di uomini armati di
Campeche, Veracruz e Sinaloa, questo gruppo ha conquistato il
controllo del territorio attraverso terrore, omicidi, sparizioni,
rapine, espropriazioni e sgomberi forzati, usando armi ed esplosivi
ad uso esclusivo dell'Esercito Messicano. Non è estraneo
all'organizzazione criminale che opera a Chenalhó
(<a href="https://bit.ly/2TMWejF" rel="nofollow" target="_blank">https://bit.ly/2TMWejF</a>) e al
cartello di Chamula.</p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">La violenza scatenata dal gruppo
all'interno del comune si è esacerbata nell'ultima competizione
elettorale. Il Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de las
Casas ha documentato l'omicidio di 12 persone, tra cui un bambino e
un'altra desaparecida, dal marzo di quest'anno. Moltissimi abitanti
sono stati sfollati a causa della paura e del rischio di perdere la
vita. Posti di blocco, imboscate e incursioni di gruppi armati, in
compagnia di elementi della polizia, sono all'ordine del giorno.
Diverse testimonianze hanno rivelato che i veicoli della Guardia
Nazionale sono guidati da membri del gruppo criminale
(<a href="https://bit.ly/3e0nQZu" rel="nofollow" target="_blank">https://bit.ly/3e0nQZu</a>).</p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">In questo clima di coercizione, 11
parrocchie tsotsil della Diocesi di San Cristóbal de Las Casas,
guidate da padre Marcelo Pérez Pérez, questo 6 giugno hanno chiesto
di rinviare le elezioni in questo municipio. “A Pantelhó vige il
silenzio. Nessuno vuole parlare. Non lasciano le comunità perché
temono di essere uccisi”, ha segnalato dopo un incontro tra agenti
pastorali. Ma nessuno ha ascoltato il suo avvertimento.</p>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">Padre Marcelo non è stato l'unico a
prevedere il pericolo in agguato. Siamo preoccupati - osservano i
vescovi del Chiapas - che alcuni gruppi di potere, legati ad attività
criminali, si infiltrino nei partiti politici.</p>
<div style="text-align: left; margin-bottom: 0.2cm;">La goccia che ha fatto traboccare il
vaso nella regione è stato l'omicidio di Simón Pedro Pérez López
e la rivelazione del patto di impunità istituzionale che protegge il
gruppo criminale. Due bombe artigianali sono state trovate a casa
degli assassini del catechista nella comunità di Nuevo Israelita.
Collocate in una situazione limite, il 7 e 8 luglio scorso le Forze
di Autodifesa per la Vita di Pantellhó “El Machete” hanno
affrontato i narcoparamilitari e hanno occupato la sede municipale
per difendere le loro vite. In questo contesto, un convoglio di
soldati e polizia è stato attaccato con armi da fuoco mentre cercava
di rimuovere un blocco stradale.</div>
<p style="margin-bottom: 0.2cm">Il conflitto è stato esacerbato.
Centinaia di indigeni tsotsil hanno cercato rifugio in luoghi sicuri.
Pantelhó è diventata una città fantasma. Gli abitanti del vicino
comune di Cancuc hanno bloccato uscite ed entrate. Nella regione sono
sfollate più di duemila persone. Il tentativo di creare un cordone
sanitario per isolare lo zapatismo e le lotte indigene per
l'autonomia utilizzando i narcoparamilitari si è fatto critico.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm"><i>Fonte: La Jornada 11 luglio 2021
<a href="https://www.jornada.com.mx/2021/07/11/opinion/010a1pol?s=03" rel="nofollow" target="_blank">https://www.jornada.com.mx/2021/07/11/opinion/010a1pol?s=03</a></i></p></div><br></div></div></body></html>