<html><head></head><body><div style="font-family:Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif;font-size:13px;"><div style="font-family:Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif;font-size:13px;"><span><div style="text-align: center; margin: 7.5pt 0cm 0.0001pt; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;" dir="" data-setdir="true"><span style="font-family: Tahoma, sans-serif; font-size: 11.5pt;"><span><b>Se la coca cola nei caracol zapatisti fa più notizia dei morti in mare</b></span><br></span></div><div style="text-align: center; margin: 7.5pt 0cm 0.0001pt; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;" dir="" data-setdir="true"><span style="font-family: Tahoma, sans-serif; font-size: 11.5pt;">di Christian Peverieri 3/10/2018</span><span style="font-family: Tahoma, sans-serif; font-size: 9pt;"> </span></div>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-family: Tahoma, sans-serif; font-size: 12pt;">Si è ritornato a parlare di zapatisti e coca
cola per un reportage pieno zeppo di luoghi comuni, inesattezze e falsità scritto
dal numero due del movimento Cinque Stelle, Alessandro Di Battista, il quale lo
ha intitolato proprio “I nuovi zapatisti con la coca cola”. Come ben sapete il reportage
ha provocato la reazione degli attivisti italiani che da sempre accompagnano il
cammino degli indigeni del Chiapas e ha provocato la polemica #dibattistafueraya
che tanto ha fatto discutere i social nei giorni scorsi.</span><br></p>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin: 4.5pt 0cm; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Tahoma",sans-serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:black;mso-fareast-language:IT">Proviamo a capirci.</span></p>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin: 4.5pt 0cm; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Tahoma",sans-serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:black;mso-fareast-language:IT">Una decina di anni fa al Primo Incontro dei
popoli zapatisti con i popoli del mondo tenutosi ad Oventik, un auditore appoggiò
sul tavolo dietro al quale alcuni rappresentanti zapatisti stavano parlando, alcune
lattine di coca cola. Seguì poi una critica spietata agli ideali rivoluzionari zapatisti,
accusati da questo signore di non essere conseguenti con ciò che dicevano perché
all’interno delle comunità si consumavano tali bevande. Gli zapatisti restarono
in silenzio ad ascoltare gli applausi e il chiacchiericcio di approvazione che questa
performance suscitò. Questo silenzio era solo di cortesia, non di approvazione.
Alcuni giorni dopo il Subcomandante Marcos lesse la risposta nata da questo silenzio
e frutto di una profonda discussione all’interno del movimento zapatista, che qui
proverò a riassumere.</span></p>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin: 4.5pt 0cm; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Tahoma",sans-serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:black;mso-fareast-language:IT">Per gli zapatisti ci sono vari modi per combattere
il capitalismo: il primo è quello di aggredirlo attraverso il consumo anticapitalista,
ovvero rinunciare a bere coca cola, a comprare Adidas o Nike e via dicendo. Apprezzabile
e salutista. Il secondo modo è quello di attaccarlo attraverso la circolazione,
ovvero comprare solo prodotti del piccolo commercio, quello che oggi chiamiamo km0.
Anche questo modo è apprezzabile e soprattutto favorisce i commercianti più svantaggiati.
Il terzo modo è quello zapatista e qui cercherò di spiegarlo nel modo più semplice,
diretto e breve possibile, sperando sia di facile comprensione per chi in questi
giorni ha pesantemente insultato gli attivisti che hanno attaccato Di Battista,
senza nemmeno sapere di cosa stessimo parlando.</span></p>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin: 4.5pt 0cm; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Tahoma",sans-serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:black;mso-fareast-language:IT">Cosa significa il titolo “i nuovi zapatisti
con la coca cola”? Di Battista già dal titolo cerca di fare un’operazione di détournement,
ovvero ci vuole far credere che lo zapatismo si è lasciato in qualche modo corrompere
dal sistema. Che non c'è alternativa all'accettazione dello status quo. Questa immagine
è propedeutica all’obiettivo che il reportage si propone: in primo luogo cerca di
riportare verso sinistra il baricentro del suo partito, spostatosi pericolosamente
a destra dopo l’alleanza con la Lega razzista e fascista di Salvini e con il recente
“decreto sicurezza” e in secondo luogo lascia intendere che, se anche gli zapatisti
hanno accettato il compromesso della coca cola, noi possiamo benissimo accettare
il compromesso che migliaia di persone affoghino nel mar Mediterraneo e altrettante
vengano deportate, schiavizzate, torturate e stuprate nei lager libici. </span></p>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin: 4.5pt 0cm; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Tahoma",sans-serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:black;mso-fareast-language:IT">Mi si potrà dire quindi che anche gli zapatisti
sono responsabili indirettamente dello sfruttamento e della morte dei lavoratori
della coca cola ed è proprio questo il messaggio capitalista che Di Battista vuole
che arrivi alla sua gente: per il nostro benessere dobbiamo sacrificare qualcuno.
Gli zapatisti sacrificano i lavoratori della coca cola, noi sacrifichiamo i clandestini.</span></p>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin: 4.5pt 0cm; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Tahoma",sans-serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:black;mso-fareast-language:IT">Solo che non è proprio così: gli zapatisti
non abbandonano i lavoratori della coca cola al loro destino, non li lasciano morire.
Gli zapatisti bevono un sorso di questa bevanda e invitano gli operai che la producono
e la trasportano ad unirsi alla loro lotta per rovesciare questo sistema che li
sfrutta. Perché il problema vero e che poche persone detengono la maggior parte
della ricchezza. E la detengono perché sfruttano il lavoro di migliaia di esseri
umani, li opprimono e li sacrificano per il proprio benessere. Un po’ come fanno
i cinque stelle con i migranti.</span></p>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin: 4.5pt 0cm; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Tahoma",sans-serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:black;mso-fareast-language:IT">Quindi, se il cambiamento che volete è questo,
sappiate che non siete né antisistema né anticasta. Nella migliore delle ipotesi
siete solo degli strumenti di questo sistema, che vi usa per far la guerra ai poveri,
agli emarginati, agli sfruttati, che divide la società in pochi che hanno tutto
e tanti che non hanno niente. Nella peggiore delle ipotesi, invece, state solo sperando
di essere considerati ed accettati in quella parte di società che sfrutta, opprime,
uccide le persone e distrugge e violenta i territori.</span></p>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin: 4.5pt 0cm; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Tahoma",sans-serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:black;mso-fareast-language:IT">Potrei andare ancora avanti ma mi fermerò qui.
Spero che almeno questo breve testo riusciate a leggerlo e a comprenderlo, anche
se ho i miei dubbi perché questa esperienza, diventare il parafulmini di una polemica
social, mi ha fatto capire che è una battaglia basata sullo schieramento e non sui
contenuti: le centinaia di persone che in questi giorni mi hanno insultato non sapevano
assolutamente niente del contendere, semplicemente si schieravano apertamente con
il loro idolo senza porsi minimamente domande o dubbi, come fedeli soldatini ammaestrati.</span></p>
<p class="ydpba18ff68MsoNormal" style="margin: 4.5pt 0cm; line-height: normal; background-image: initial; background-position: initial; background-size: initial; background-repeat: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial;"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Tahoma",sans-serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:black;mso-fareast-language:IT">So che questa campagna ha fatto male al signor
Di Battista, immagino sia un dolore non paragonabile al dolore provato dai migranti
morti in mare o torturati nei lager libici, mi dispiace aver turbato le sue vacanze,
ma ho ritenuto doveroso per i miei compagni e le mie compagne zapatiste, che da
vent’anni camminano domandando per combattere realmente questo sistema di morte,
chiarire ancora una volta la questione. <a href="https://www.globalproject.info/it/mondi/se-la-coca-cola-nei-caracol-zapatisti-fa-piu-notizia-dei-morti-in-mare/21645" rel="nofollow" target="_blank">https://www.globalproject.info/it/mondi/se-la-coca-cola-nei-caracol-zapatisti-fa-piu-notizia-dei-morti-in-mare/21645</a></span></p></span></div></div></body></html>