<html><head></head><body><div style="color:#000; background-color:#fff; font-family:標楷體, dfkai-sb;font-size:16px"><div align="center" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:center;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11839"><b id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11840"><i id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11841"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11842">La Jornada – Venerdì 1° dicembre 2017<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11843"></o:p></span></i></b></div><div align="center" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:center;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11844"><b id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11845"><i id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11846"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11847"><a href="http://chiapasbg.com/2017/12/07/narcopolitica-in-chiapas/" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11848">Narcopolitica <span style="font-style:normal;mso-bidi-font-style:italic" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11849">in</span><span style="font-style:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11850"> Chiapas, una bomba ad orologeria che aumenta il
rischio di un nuovo massacro</span></a></span></i></b><b id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11851"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11852"><o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11853"></o:p></span></b></div><div align="center" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:center;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11854"><i id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11855"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT;mso-bidi-font-weight:bold" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11856">di Blanche
Petrich</span></i><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 9pt;"> </span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11861"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11862">Tre
settimane fa, il parroco di Simojovel, Marcelo Pérez, ha iniziato a percorrere
l’impervio tragitto di almeno quattro ore che va dalla sua parrocchia verso le
comunità tra Chenalhó e Chalchihuitán, negli Altos del Chiapas, per constatare
quello che gli abitanti di quei luoghi denunciavano: attacchi di gruppi
paramilitari del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) e del partito
filogovernativo Verde Ecologista del Messico (PVEM); strade bloccate e
popolazioni assediate; quasi 6 mila sfollati in condizioni estreme di
vulnerabilità; sparatorie notturne e decine di case date alle fiamme dagli
aggressori.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11863"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11864"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11865">È tornato
varie volte: Ed è tutto vero. Quando ho visto i bambini che dormivano sotto gli
alberi, senza niente da mangiare, molti di loro malati, non ci volevo credere.
Non avrei mai pensato che sarei tornato a vedere così tanta sofferenza e
malattia, mi dice durante l'intervista telefonica. Martedì scorso è tornato in
diverse località di Chalchihuitán a raccogliere le testimonianze di oltre 5
mila sfollati. Mercoledì a Chenalhó, dove sono quasi mille quelli che sono
fuggiti in montagna.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11866"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11867"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11868">Questi i
dati che ha raccolto: nel municipio di Chalchihuitán gli sfollati sono 5.035;
di Majompepentic sono oltre 800; della cosiddetta Frazione Polhó (una scissione
non zapatista di quelli che furono gli accampamenti degli sfollati delle basi
dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale - EZLN - dopo i massacri di 20
anni insediate a Polhó) ci sono 150 abitanti, tra questi sei donne incinta; di
Las Limas, lontano dai villaggi, sono fuggite in montagna 205 famiglie, più di
900 persone, con 15 donne incinta. Inoltre, hanno abbandonato le proprie case
quattro famiglie di Campo Los Toros, 30 abitanti di Vayem Vacax, quattro
famiglie di Yabteclum.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11869"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11870"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11871">Dall’altra
parte della linea divisoria, già municipio di Chenalhó, mercoledì notte sono
state registrate oltre 960 persone sfollate.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11872"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11873"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11874">I bambini e
le donne stanno soffrendo freddo, fame e malattie. È una ripetizione di quello
che accadde in questi stessi luoghi 20 anni fa, giorni prima del massacro di
Acteal. La storia ci avverte di quello che potrebbe succedere qui, ci dice
nell'intervista telefonica. Il massacro può ripetersi.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11875"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11876"><b id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11877"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11878">Un
avvertimento che non fa breccia nel governo<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11879"></o:p></span></b></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11880"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11881">Nel 1997 una
dozzina di comunità di Chenalhó furono abbandonate dagli abitanti fin dal mese
di settembre a causa delle aggressioni di gruppi priisti che, nel contesto
della guerra <i id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11882">contrainsurgente</i> contro
lo zapatismo, aggredivano chi supponevano fossero basi zapatiste. Nel gelido
inverno degli Altos, con i raccolti abbandonati nei campi, furono migliaia gli
sfollati a vivere sulla montagna, malati e sprovvisti di tutto. Era
l'avvisaglia di quello che sarebbe accaduto il 22 dicembre. Tutto questo fu
ignorato.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11883"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11884"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11885">Anche la Diocesi
di San Cristóbal de las Casas ed il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las
Casas hanno lanciato l’allarme: i fatti di Acteal possono ripetersi. L’allerta
non ha fatto breccia nelle autorità.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11886"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11887"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11888">Il direttore
del Frayba, nota organizzazione non governativa fondata dal vescovo Samuel
Ruiz, sostiene che oggi i gruppi paramilitari in azione sono gli stessi che
commisero il massacro il 22 e 23 dicembre del 1997. È la violenza ciclica
generata dall'impunità.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11889"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11890"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11891">Padre
Marcelo concorda: Lo dicono gli sfollati, li hanno riconosciuti. Molti degli
aggressori di oggi, con armi di grosso calibro come 20 anni fa, sono gli stessi
di Acteal. Certo, altri no, c'è anche una nuova generazione di paramilitari. Ma
oggi esiste un'aggravante, aggiunge: "la <i id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11892">narcopolitica</i> ed il traffico di armi, che è molto intenso in Chenalhó
ed avviene sotto lo sguardo complice delle autorità".<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11893"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11894"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11895">Nel 1997 e
1998, dopo il massacro di Acteal e l'ondata di repressione, militarizzazione e
sfollamento che ci fu, più di 30 paramilitari furono arrestati e processati.
L'allora governatore chiapaneco, Roberto Albores, assunse degli avvocati per la
loro difesa. Molti di loro rei confessi, nel 2007 furono condannati a 26 anni
di carcere. Ma tra il 2009 e 2011, difesi da un team di avvocati privati, tutti
sono stati liberati su decisione della Corte Suprema di Giustizia della Nazione
(SCJN) che addusse errori nella procedura processuale. Vari dei presunti
assassini fecero ritorno a Chenalhó, a convivere con le loro vittime e
sopravvissuti.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11896"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11897"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11898">Quel 22
dicembre del 1997, ad Acteal furono giustiziati alle spalle 15 bambini, 21
donne, quattro di loro incinta e 9 uomini. Circa 30 persone risultarono ferite.
Tutti stavano digiunando e pregando. Erano disarmati.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11899"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11900"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11901">Per il
terrore, quasi un terzo degli abitanti del municipio fuggirono dalle proprie
case e si rifugiarono in accampamenti organizzati o semplicemente alle
intemperie, in pieno inverno.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11902"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11903"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11904">Oggi le
scene di 20 anni fa si ripetono negli stessi luoghi. Ci sono comunità, come
quella di Polhó ed altre, che ripetono l'esodo al quale furono costrette nel
1997 e 1998. N</span><span lang="ES-MX" style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language:ES-MX;mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11905">elle stesse condizioni di precarietà.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11906"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11907"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11908">Le autorità
dello stato hanno reagito tardivamente con l'invio di aiuti umanitari. Per il
momento solamente le parrocchie della diocesi e la società civile stanno portando
negli accampamenti generi alimentari, medicine e coperte. È molto complicato,
spiega padre Marcelo.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11909"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11910"><b id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11911"><span lang="ES-MX" style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language:ES-MX;mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11912">Impunità, violenza ciclica<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11913"></o:p></span></b></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11914"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11915">Pedro Faro, direttore
del Frayba, ha denunciato da questo giornale che il governo statale ha
dimostrato la totale incapacità di risolvere il conflitto. Tra le altre cose,
Rosa Pérez, presidentessa municipale di Chenalhó, protetta dal governatore ed
imposta con la frode, si era impegnata di fronte ai rappresentanti del governo
dello stato ad ordinare la rimozione dei blocchi stradali che tengono sotto
assedio le comunità di Chalchihuitán e a permettere che si reinstalli la Base
di Operazioni Miste che si era ritirata quando sono cominciate le aggressioni. Non
ha fatto nulla di tutto questo.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11916"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11917"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11918">Il vecchio
conflitto tra i coloni di Chalchihuitán e Chenalhó si è riacceso dopo
l'omicidio, ancora impunito, di Samuel Pérez Luna, indigeno tzotzil, il 18
ottobre scorso, in un attacco paramilitare. Spiega Pedro Faro: Non è stato il
primo caso. C'è omissione delle autorità nel risolvere il conflitto che risale
al 1979, per la disputa di 900 ettari di terra a causa di una errata sentenza
dell'allora Segreteria della Riforma Agraria. Per questo il ciclo di violenza
favorito dall'impunità. Di tanto in tanto esplode la violenza. Il governatore
ha gestito vari accordi che non si sono mai realizzati, a tavoli di
negoziazione che non sono mai stati fra uguali. Ci sono state negligenza ed
inettitudine. Nei prossimi giorni dovrebbe essere emessa una sentenza da un
tribunale agrario che deciderà se Chenalhó deve accettare 15 milioni di pesos
di indennizzo in cambio dell'assegnazione delle terre a Chalchihuitán. Suppongo
che sia per questo che i paramilitari si sono riattivati, come una forma di
pressione.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11919"></o:p></span></div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11920"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11921">Il parroco Marcelo
Pérez aggiunge un altro elemento di questa bomba ad orologeria: “La <i id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11922">narcopolitica</i>
in questa zona degli Altos. Nessuno ne vuole parlare, nessuno osa denunciare. Ma
si sa”.<o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11923"></o:p></span></div><div id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11642">
</div><div style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height:normal" dir="ltr" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11924"><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11925"><a href="http://www.jornada.unam.mx/2017/12/01/politica/010n1pol" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11926">http://www.jornada.unam.mx/2017/12/01/politica/010n1pol</a>
- </span><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT;mso-bidi-font-weight:bold" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11927">Foto gentilmente concesse da Marcelo Pérez.</span><span style="font-size:9.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT" id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11928"><o:p id="yui_3_16_0_ym19_1_1512653048088_11929"></o:p></span></div></div></body></html>