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</div><div class="MsoNormal" style="text-align:center" align="center"><b><span style="font-size:16.0pt" lang="IT"><a href="http://chiapasbg.wordpress.com/2012/03/10/roberto-barrios/">ROBERTO
BARRIOS </a></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align:center" align="center"><span class="MsoHyperlink"><span style="mso-bidi-font-weight:bold" lang="IT"><a href="http://chiapasbg.wordpress.com/2012/03/10/roberto-barrios/">DIFENSORE
DELLA RIFORMA<span style="mso-bidi-font-weight:normal"> AGRARIA</span></a></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align:center" align="center"><i style="mso-bidi-font-style:
normal"><span lang="IT">Gloria Muñoz Ramírez</span></i></div>
<div class="MsoNormal"><span lang="IT"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align:none;text-autospace:none"><span style="mso-bidi-font-weight:bold" lang="IT">Nell'ottobre del 1991, nello sprint
finale dei preparativi per lo smantellamento delle conquiste rivoluzionarie
plasmate nell'articolo 27 della Costituzione, il settimanale <i style="mso-bidi-font-style:normal">Punto</i> mi mandò ad intervistare Roberto
Barrios Castro, capo del Dipartimento dell'Agricoltura all'epoca del presidente
Adolfo López Mateos (1958-1964). Si trattava di conoscere la sua opinione sulla
fine della ripartizione agraria, al quale si era dedicato durante
quell'amministrazione, ed è così che il suo nome arrivò in Chiapas, e
sull'inizio della privatizzazione della terra. Venti anni dopo, tra i ruderi
apparve un libro intitolato</span><span lang="IT"> <i>El hombre es la tierr</i>a
[L’uomo è la terra – n.d.t.], dedicato da Roberto Barrios a quell’autunno. E'
da allora che ho potuto vincolare questo ex funzionario pubblico al nome della
comunità zapatista del nord del Chiapas in cui si trova uno dei cinque <i style="mso-bidi-font-style:normal">Caracoles,</i> sedi del governo autonomo
dell'EZLN. In quell'ottobre fui accolta da un signore ultraottantenne che
sarebbe poi scomparso proprio nel 1994, a 86 anni. Due anni dopo la riforma al
testo originale dell'articolo 27, relativo alla proprietà della terra e delle
risorse naturali promossa dall'allora presidente Carlos Salinas de Gortari,
l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) sarebbe stato protagonista
di un'insurrezione che aveva come uno dei suoi assi principali la difesa della
terra. Questo, esattamente 18 anni fa; e la riforma ha compiuto venti anni lo
scorso 6 gennaio, data in cui il decreto fu pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale. Le conquiste agrarie promosse dal Movimento Zapatista del 1910 erano
plasmate nell'articolo 27 della Costituzione nata da un processo
rivoluzionario. Insieme all'articolo terzo, relativo all'educazione, ed al 123,
dedicato al lavoro, rappresentava la conquista più significativa della
rivoluzione dell'inizio del secolo XX. Poco o nulla resta ormai di questi tre
commi. Nel libro <i>El hombre es la tierr</i>a, scritto nel 1966, Roberto
Barrios, che fu anche segretario generale della <i style="mso-bidi-font-style:
normal">Confederación Nacional Campesina</i> (CNC) e del Sindacato degli
Insegnanti, oltre che deputato e dirigente Partito Rivoluzionario Istituzionale
(PRI), rileva: “Il problema agrario in Messico ha profonde radici storiche che
si manifestano in maniera graduale fino a prendere corpo in tensioni e
conflitti sociali che spesso hanno portato a ribellioni ed importanti movimenti
armati …nel divenire storico, il Messico ha imparato che il diritto alla terra
e alla libertà sono concetti e realtà in mutua relazione. La libertà del messicano
è in rapporto diretto con il possesso della terra, fatto dimostrato con
l'analisi della struttura agraria durante la Colonizzazione, l'Indipendenza e
la Rivoluzione del 1910”. Non sappiamo cosa possa aver pensato
dell'insurrezione del 1994, ma nelle sue dichiarazioni del 1991 alla rivista <i style="mso-bidi-font-style:normal">Punto</i> denunciava chiaramente che la
ripartizione agraria in Messico non era conclusa e che c'erano ancora terre da
distribuire, e difendeva in ogni momento la validità dell'articolo 27. "I
nostri popoli indigeni assegnavano alla terra una funzione sociale, imponendo
obblighi verso la società a chi traeva benefici dal suo sfruttamento. Questa
struttura dei popoli autoctoni non era motivata da scopi economici - avevano
poca popolazione e molto territorio - ma, piuttosto, era la base della loro
organizzazione sociale. Così facendo, arrivarono al nocciolo della questione:
impedire che la terra in sé avesse un fine commerciale, riconoscendo il lavoro
dell'uomo come vero valore".</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align:none;text-autospace:none"><span style="mso-bidi-font-weight:bold" lang="IT">Nei momenti precedenti l'inizio della
privatizzazione della terra in Messico, Roberto Barrios riaffermava
nell'intervista quanto scritto nel libro <i style="mso-bidi-font-style:normal">El
hombre es la tierra</i>: "La commercializzazione illimitata della terra e
la libera appropriazione delle nostre risorse sono contrari al benessere
collettivo ed allo sviluppo economico".</span><span lang="IT"> Originario di
Atlacomulco, Stato di México, culla di priisti di dubbia reputazione, Roberto
Barrios è stato insegnante delle elementari prima di iniziare la carriera <span style="mso-spacerun:yes"> </span>politica. La sua passione era la riforma agraria
ed al suo passaggio per l'allora Dipartimento dell'Agricoltura<span style="mso-spacerun:yes"> </span>stabilì le fondamenta dell'attuale Segreteria
della Riforma Agraria. Fondatore della Lega delle Comunità Agrarie, Barrios
Castro figura come uno degli uomini illustri di Atlacomulco, nei cui registri
spicca la sua opera come scrittore ed intellettuale: "Scrisse poesie e
tenne conferenze sul tema della riforma agraria, materia nella quale era
un'autorità indiscussa. Scrisse e pubblicò diversi libri, tra i quali: <i>Seis
años de política agraria del presidente Adolfo López Mateos (1958-1964); El
hombre es la tierra (1966</i>), che tratta della riforma agraria nel mondo; <i>El
Istmo de Tehuantepec en la encrucijada de la historia de México </i>(1987); <i>México
en su lucha por la tierra. De la Independencia a la Revolución (1987) e</i> <i>Vientos
y sombras </i>(1991). Scrisse articoli per <i>El Sol de México </i>e per alcune
riviste a carattere storico e letterario. Fondò l’Associazione Nazionale dei
Maestri in Pensione Lauro Aguirre AC”.</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-bidi-font-weight:bold" lang="IT">In Chiapas alcune
comunità portano il suo nome. C'è, ovviamente, la comunità zapatista della zona
nord, sede del <i style="mso-bidi-font-style:normal">Caracol</i> "<i style="mso-bidi-font-style:normal">Que habla para todos</i>" e della
Giunta di Buon Governo "<i style="mso-bidi-font-style:normal">Nueva
Semilla que va a Producir</i>" (il nome non gliel'hanno dato gli
zapatisti). C'è un'altra comunità Roberto Barrios a Marqués de Comillas, vicino
alla frontiera, che nel passato è stata legata agli affari del narcotraffico.
Ed un altro nel municipio di Mapastepec, sulla costa</span><span lang="IT">. <a href="http://www.jornada.unam.mx/2012/03/10/ojarasca179.pdf">http://www.jornada.unam.mx/2012/03/10/ojarasca179.pdf</a></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align:none;text-autospace:none"><i style="mso-bidi-font-style:normal"><span lang="IT"><a href="http://chiapasbg.wordpress.com/">(Traduzione "Maribel" -
Bergamo)</a></span></i></div>
</div></body></html>