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</div><div class="MsoNormal" style="text-align:center" align="center"><i style="mso-bidi-font-style:
normal"><span style="mso-ansi-language:ES" lang="ES">La Jornada - Sabato 22
ottobre 2011</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align:center" align="center"><b style="mso-bidi-font-weight:
normal"><span style="font-size:18.0pt;mso-ansi-language:ES" lang="ES"><a href="http://chiapasbg.wordpress.com/2011/10/22/amnesty-international"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">Amnesty International chiede la revisione
dei casi dei detenuti a San Cristóbal de las Casas</span></a></span></b><b style="mso-bidi-font-weight:normal"><span style="font-size:18.0pt;
mso-ansi-language:IT" lang="IT"></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align:center" align="center"><i style="mso-bidi-font-style:
normal"><span style="mso-ansi-language:ES" lang="ES">Ángeles Cruz Martínez</span></i></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">Amnesty
International chiede alle autorità messicane di rivedere i casi dei detenuti in
sciopero della fame nella prigione di San Cristóbal de las Casas, perché
esistono le prove dell'irregolarità dei processi e delle sentenze. In
particolare, esprime la sua preoccupazione per il trasferimento del professor
Alberto Patishtán in una prigione federale di Sinaloa.</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">Denuncia che la
misura sembrerebbe una rappresaglia per la sua partecipazione al digiuno
iniziato il 29 settembre insieme ad altri condannati per protestare contro la
persecuzione delle autorità penitenziarie. Denunciano anche che hanno negato
loro la visita di familiare e amici.</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">Inoltre, dallo
scorso 8 ottobre, i familiari dei detenuti in sciopero della fame sono in
presidio permanente nella Piazza della Cattedrale.</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">Amnesty
International segnala che i processi giudiziari contro gli indigeni in sciopero
della fame devono essere rifatti secondo gli standard internazionali sul giusto
processo, o devono essere messi in libertà.</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">Amnesty
International rivolge anche un appello ai governi federale e statale affinché
rispettino il diritto dei detenuti di realizzare lo sciopero della fame ed a
procurare adeguata assistenza medica, così come a non ricorrere
all'alimentazione forzata.</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">L'organizzazione
segnala che tentare di alimentare gli scioperanti contro la loro volontà è
ingiustificato, perché sono nel pieno delle loro capacità mentali, specialmente
se questo avviene senza adeguata supervisione di uno specialista, e prima che
esista una fondata ragione medica o avvenga in modo crudele.</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">Un'altra
preoccupazione espressa da Amnesty International riguarda le minacce e le
intimidazioni delle autorità per porre fine alla protesta. In particolare, si
riferisce alla situazione di Rosa López Díaz, anch'ella in sciopero della fame
nella prigione, che è stata minacciata di essere separata in maniera permanente
da suo figlio.</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">Intanto, il
Consiglio Statale dei Diritti Umani (CEDH) ha chiesto alla Segreteria di
Pubblica Sicurezza federale di "realizzare le azioni necessarie"
affinché Patishtán sia riportato nella prigione di San Cristóbal de las Casas,
poiché il suo trasferimento nell'Istituto Penitenziario N. 8, con sede a
Guasave, Sinaloa, "costituisce una violazione dei suoi diritti
umani".</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">In un comunicato,
il CEDH afferma che il trasferimento dell'indigeno "evidenzia la
violazione dell'articolo 69 della legge federale di esecuzione delle sanzioni
penali, secondo cui per i trasferimenti degli internati deve essere rispettato
l'imperativo costituzionale di protezione dell'organizzazione e dello sviluppo
della famiglia".</span></div>
<div class="MsoNormal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">Aggiunge che
questo principio è stato violato, perché Patishtán è di etnia tzotzil ed
allontanandolo gli viene negata l'integrazione personale, familiare e
comunitaria. </span><span style="mso-ansi-language:ES" lang="ES"><a href="http://www.jornada.unam.mx/2011/10/22/politica/015n2pol"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT">http://www.jornada.unam.mx/2011/10/22/politica/015n2pol</span></a></span><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT"></span></div>
<div class="MsoNormal"><i style="mso-bidi-font-style:normal"><span style="mso-ansi-language:IT" lang="IT"><a href="http://chiapasbg.wordpress.com/">(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)</a></span></i></div>
</div></body></html>